"Un film senza mai sorridere forse non mi era forse mai davvero capitato", Luca Argentero su La coda del Diavolo [REPORT]

Siamo stati alla conferenza stampa de La coda del diavolo, nuovo film Sky con Luca Argentero , disponibile dal 25 novembre 2024.

Autore: Nicholas Massa ,

Disponibile in esclusiva su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e on demand dal 25 novembre 2024, La coda del diavolo, il nuovo film con Luca Argentero, promette un racconto dai toni cupi e oscuri, misti alle dinamiche più action di una storia tutta in fuga, fra verità e menzogne. Basata sull’opera di Maurizio Maggi, la pellicola si presenta come un action thriller, appunto, che vuole tenere il pubblico con il fiato sospeso. Protagonista della storia è Argentero, che interpreta Sante Moras, un ex poliziotto diventato guardia carceraria, il cui mondo crolla quando viene accusato ingiustamente di omicidio.

Con lui, Cristiana Dell’Anna veste i panni di Fabiana Lai, una giornalista determinata a scoprire la verità al di là delle apparenze. A inseguirli, Francesco Acquaroli che interpreta Tommaso Lago, un commissario di polizia implacabile e deciso a risolvere il caso a ogni costo. Diretto da Domenico De Feudis, La coda del diavolo nasce da una sceneggiatura firmata da Nicola Ravera Rafele e Gabriele Scarfone, prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere, ed è una produzione targata Groenlandia e Vision Distribution in collaborazione con Sky. 

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In vista dell’uscita de La coda del diavolo abbiamo avuto l’occasione di partecipare alla sua conferenza stampa di presentazione romana. Sul posto c’erano: Luca Argentero, Cristiana Dell’Anna e il regista Domenico De Feudis. Il loro punto di vista sul film è stato sicuramente interessante, approfondendone alcuni aspetti anche inediti. 

La conferenza stampa de La coda del diavolo

Una delle primissime cose che salta all’occhio, durante la visione de La coda del diavolo, è proprio l’interpretazione di Luca Argentero nei panni di un uomo oscuro ma determinato, fuggevole ma coraggioso, sul quale ha detto:

Ci sono tanti livelli per cui è stato interessante aderire a questo progetto. Intanto perché sono stato coinvolto dai produttori quando normalmente non vengo coinvolto, cioè molto prima del leggere una sceneggiatura e nel difficilissimo passaggio tra libro e scritto, che è un lavoro molto più complesso di quanto si possa pensare, e che ha portato via un sacco di tempo proprio per arrivare a un formato a cui, paradossalmente, quasi non siamo più abituati, no? Esaurire una storia così densa in 90 minuti, in un momento di serie è difficilissimo, soprattutto se il film è così denso di avvenimenti, di personaggi, di back story. Trovo che, invece, questo tempo sia stato utilizzato molto bene, e si arriva a una storia e a dei personaggi estremamente precisi, puliti… il film è divertente, è intrattenimento allo stato puro, proprio perché è molto ben definito. E si [il suo] è un personaggio a cui non sono abituato, e si, è il motivo per cui lo scelgo. È lì che si vanno a trovare degli stimoli no? Sono fortunato, faccio questo lavoro da una ventina d’anni, ho spaziato attraverso cose molto diverse tra di loro, e una cosa così specifica poche volte mi era capitata, e quindi l’ho proprio acchiappato al volo. Un film senza mai sorridere forse non mi era forse mai davvero capitato.

Partendo dal coraggio, sia professionale e giornalistico, che personale, del personaggio di Fabiana Lai, Cristiana Dell’Anna è stata interrogata sul suo lavoro ne La coda del diavolo, e sulla costruzione della sua performance: 

Innanzitutto è stato veramente un piacere stare su quel set, perché si stava proprio bene, si rideva si scherzava… poi ecco, avere la Sardegna a disposizione quando non c’è nessuno, in realtà, è un privilegio, quindi siamo stati veramente bene. Io lo rifarei altre cento volte. In quanto al personaggio… forse una delle caratteristiche principali di Fabiana è questa sua missione, ossessione verso la verità come fulcro della sua esistenza. La sua curiosità verso ciò che è vero è quello che la guida in tutto ciò che fa. In qualche modo rappresenta, impersonifica, la necessità che forse la nostra società ha oggi di dover fare, di cercare di andare oltre il pregiudizio, oltre l’accettare quello che ci viene dato come prima informazione, la prima immagine, la prima impressione. 

Ph credit Francesca Ardau/press Sky
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Successivamente Domenico De Feudis, il regista de La coda del diavolo, ha raccontato del suo lavoro nell’inquadrare una storia per immagini cupa, in una Sardegna diversa da quella che solitamente appare nell’immaginario comune mondiale: 

Diciamo che sembra un po’ un paradosso l’idea di girare una caccia all’uomo su un’isola, però la Sardegna te lo permette perché comunque è una terra magica dove la natura è predominante, e questo, secondo me, è stato molto interessante e affascinante e dà un’identità al film molto forte. Infatti abbiamo insistito per girarlo in inverno dove comunque c’era poca luce… essendo un film su una caccia all’uomo abbiamo girato praticamente ogni giorno cambiando location. È stato molto faticoso, molto denso, e abbiamo dovuto programmare il tutto molto bene prima in preparazione. Io, la Sardegna, me la sono immaginata un po’ come se fosse una sorta di limbo quasi, dove questi tre spiriti danteschi un po' gravitano. Immersi in quella che è la loro solitudine, se vogliamo.

Ph credit Francesca Ardau/press Sky
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Vi ricordiamo che La coda del diavolo sarà disponibile su in esclusiva su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand, dal 25 novembre 2024.

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