I fumetti americani scampano la scure dei dazi contro la Cina, grazie al Primo Emendamento che protegge la libertà di espressione sotto forma di carta stampata. Mentre l'amministrazione statunitense si prepara a imporre tariffe del 104% su numerosi prodotti di importazione cinese, il settore dell'editoria a fumetti può tirare un sospiro di sollievo: i volumi cartonati, le raccolte deluxe e persino gli ambiti Omnibus non subiranno rincari significativi, preservando l'accessibilità di queste opere per i collezionisti e i lettori.
La Casa Bianca ha recentemente pubblicato un elenco di esenzioni dalle nuove tariffe che include un'ampia gamma di materiali stampati. Nelle specifiche categorie escluse dall'aumento figurano "libri stampati, opuscoli, volantini", "dizionari ed enciclopedie", "giornali e periodici", oltre ai "libri illustrati per bambini". Un'eccezione che salva di fatto l'intero mercato dei graphic novel e delle pubblicazioni seriali dal rischio di vedere i prezzi raddoppiare.
Questa decisione non nasce tanto dalla passione letteraria dei legislatori, quanto piuttosto da considerazioni costituzionali più profonde. L'amministrazione americana ha infatti riconosciuto che imporre dazi sui prodotti editoriali potrebbe essere contestato come violazione del Primo Emendamento, che tutela la libertà di stampa e di espressione.
Comics USA salvi dai dazi... non solo cinesi
L'esclusione dai dazi sembra applicarsi non solo alle importazioni dalla Cina, ma a tutti i paesi di provenienza, inclusi Canada e Regno Unito. Quest'ultimo, peraltro, ha una lunga tradizione di esenzione fiscale sui prodotti editoriali, non applicando nemmeno l'IVA su libri e pubblicazioni, proprio per garantire la libera circolazione delle idee.
La notizia rappresenta una boccata d'ossigeno per le case editrici di fumetti, in particolare per la Marvel, che produce numerose edizioni di pregio stampate in Cina. Gli Omnibus e le edizioni Absolute o Deluxe, volumi particolarmente costosi già nel loro prezzo standard, avrebbero potuto diventare proibitivi con l'applicazione dei dazi al 104%.
Una decisione che conferma ancora una volta come, negli Stati Uniti, la protezione della libertà di espressione riesca talvolta a trascendere persino le più aggressive politiche commerciali.
La questione solleva però interrogativi più ampi sul futuro dei consumi culturali in un contesto economico che si preannuncia difficile. I fumetti americani potranno mantenere i loro prezzi attuali, ma come ha sottolineato Rich Johnston, fondatore del sito Bleeding Cool:
Resta da vedere se il pubblico avrà ancora abbastanza denaro nelle tasche per permettersi questi volumi, una volta che le tariffe avranno colpito tutti gli altri settori.
L'impatto economico dei dazi, infatti, rischia di ridurre il potere d'acquisto complessivo delle famiglie americane, colpendo indirettamente anche quei settori formalmente esenti. Il prezzo dei volumi di fumetti potrebbe rimanere invariato, ma in un'economia sotto pressione, gli articoli considerati non essenziali - come le costose raccolte di fumetti - potrebbero comunque risentirne in termini di vendite.
Come stanno reagendo gli editori americani?
Anche se i dazi sembrano essere stati scongiurati gli editori si stanno già preparando a eventuali nuovi dazi e ad aumenti di prezzo per compensare spese maggiori. Sia in un senso che nell'altro.
Image Comics ha ha alzato il prezzo di tutte le serie a fumetti del mondo di Spawn (Spawn, Gunslinger Spawn, King Spawn, Spawn: Rat City) di un dollaro, passando da $ 2.99 a $ 3.99, il precedente aumento risaliva al maggio 2010.
DC invece di scontare da subito del 10% i suoi graphic novel del comparto Middle-Graders e Young Adults con titoli che comprendono Teen Titans, Teen Titans GO! e DC Super Hero Girls.
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