La Casa di Carta – Parte 5: Volume 2, i flashback su Berlino raccontano la sua villain origin story

I flashback su Berlino ne La Casa di Carta ci hanno raccontato la storia delle origini del suo lato da "villain" conosciuto nella prima stagione.

Autore: Giulia Greco ,

Quando abbiamo conosciuto Andrés de Fonollosa alias Berlino nei primi episodi de La Casa di Carta, non ci siamo certo trovati di fronte al prototipo di un eroe. Nessuno dei personaggi della serie, dopotutto, lo è. I protagonisti per i quali tanto abbiamo fatto il tifo non sono altro che ladri, criminali più o meno pericolosi, alcuni in cerca di uno scopo, altri di un riscatto o di una seconda possibilità che permetta loro di riparare agli errori commessi. Altri ancora desiderano solo dar prova di sé, dimostrare di poter eludere la giustizia con astuzia e maestria. Il Professore e Berlino fanno parte della seconda schiera di ladri. Ciò che li anima è il brivido del pericolo, amano giocare col rischio e scommettere di riuscire ad avere la meglio. Per questa ragione, non deve sorprendere che ognuno dei personaggi sappia essere controverso a suo modo, ma se ce n'è uno che lo è più degli altri, quel trofeo lo merita sicuramente uno dei personaggi più amati dell'intera serie, Berlino.

Se durante la prima stagione della serie (la Parte 1 e la Parte 2), abbiamo scoperto quanto potesse essere meschino e crudele il personaggio interpretato da Pedro Alonso, nel corso degli episodi successivi abbiamo avuto modo di conoscerne anche un lato più delicato.

Dopo essere andato incontro a una morte da martire, sacrificandosi per la buona riuscita del piano architettato dal fratello e salvando di fatto i suoi compagni, Berlino non ci ha mai veramente lasciati. La sua morte ha rappresentato l'inizio di una storia più ampia che ha redento il personaggio agli occhi degli spettatori e che, al tempo stesso, ci ha spiegato perché il personaggio sia capace di essere tanto sadico all'occorrenza.

Berlino de La Casa di Carta: un leader controverso

Nonostante l'evidente carisma di Alonso, quando abbiamo fatto la conoscenza di Berlino nella prima manciata di episodi de La Casa di Carta non è stato facile amarlo.

Arrogante, presuntuoso, pieno di sé, violento, incline all'ira, Berlino si è reso protagonista di alcuni dei momenti più discussi della serie.

Durante il colpo alla Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, Berlino ha minacciato di uccidere una donna incinta, ha consegnato Tokyo alla polizia, ha sedotto una degli ostaggi, ha preso decisioni avventate senza il consenso del Professore e ha ferito Rio.

Nonostante fosse noto per la sua totale mancanza di empatia, Berlino ha dato infine la sua vita affinché i suoi compagni potessero fuggire con il denaro rubato. Così, si è guadagnato la stima postuma di Tokyo, Nairobi e compagni e ha incontrato il favore del pubblico.

Dalla Parte 3 in poi, Berlino ha continuato a essere una presenza fissa nella serie spagnola di Álex Pina, ritagliandosi un posto speciale nel cuore dei fan.

Il sarcasmo e quella vena narcisista che hanno da sempre contraddistinto il personaggio sono stati accompagnati da qualcos'altro. Il pubblico ha iniziato a empatizzare con Andrés vedendolo interagire col fratello in quel di Firenze, mentre elaborava la rapina più folle mai realizzata e si innamorava perdutamente di una donna di nome Tatiana. Certo, l'uomo violento che abbiamo conosciuto inizialmente ha continuato a convivere con la nuova immagine di Andrés de Fonollosa che prendeva forma nelle nostre menti (impossibile dimenticare l'aggressione ai danni di un uomo con una forchetta!), ma abbiamo compreso che, forse, c'era una ragione per cui Berlino fosse capace di tanta brutalità.

Abbiamo ottenuto una risposta solo nel corso dell'ultima stagione, la terza (Parte 5, Volumi 1 e 2).

I flashback su Berlino ci hanno raccontato il perché di tanto rancore

Come si sposa l'immagine di una persona intelligente e carismatica con quella di un uomo misogino, di un bullo che sembra non tenere a nulla e nessuno?

La risposta a questa domanda vive nella storia di Berlino, Rafael e Tatiana. I numerosi flashback sul passato di Berlino non hanno avuto lo scopo, come immaginavamo inizialmente, di fare di Rafael il salvatore della banda del Professore. Gli eventi del passato ci hanno mostrato come mai il cuore di Berlino si fosse indurito a tal punto. I flashback ci hanno raccontato la storia delle sue origini da villain.

Non è stata la scoperta della sua malattia a renderlo insensibile nei confronti del mondo e degli altri, ma la delusione subita.

Nel corso de La Casa di Carta – Parte 5: Volume 1, Berlino ha ritrovato suo figlio Rafael, lo ha educato alla vita da ladro, lo ha reso parte di una rapina al cardiopalma presso il castello di Frederiksborg e gli ha in tal modo insegnato a prendersi ciò che desidera.

Non è stato difficile intuire, già dal finale del Volume 1, che Rafael nutrisse una forte infatuazione per Tatiana, la moglie del padre.

I flashback del Volume 2 ci hanno confermato quanto già sospettavamo: Tatiana e Rafael hanno tradito Andrés, si sono innamorati e hanno iniziato a frequentarsi alla sua spalle. È alla scoperta di essere stato pugnalato alle spalle dal suo stesso figlio che Andrés perde letteralmente la testa, distruggendo il lussuoso locale in cui si trova e finendo così in prigione.

Ritroviamo Berlino qualche tempo dopo, appena uscito di prigione. Ed è a questo punto che avvertiamo un che di familiare: non ci troviamo più di fronte all'eterno Peter Pan, sempre ottimista ed entusiasta all'idea di una nuova avventura, ma davanti all'uomo folle, cinico e senza scrupoli dell'episodio pilota.

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