Sono passati tre anni da quando Samuel, Nadia e Christian hanno varcato per la prima volta le porte dell'esclusivo liceo privato Las Encinas. Da allora, la loro vita è cambiata per sempre, incontrandosi - e scontrandosi - con quella delle famiglie più ricche e potenti di Madrid, ed in particolare con gli studenti privilegiati di un istituto tanto prestigioso.
Ora, è la terza stagione di #Élite che va a chiudere il cerchio. Finalmente disponibili in streaming sul catalogo di Netflix, i nuovi otto episodi del teen drama spagnolo creato da Carlos Montero e Darío Madrona mettono a posto praticamente ogni pezzo di quel puzzle rosso sangue che il gruppo di adolescenti - e gli stessi telespettatori - sono stati chiamati a completare fin dall'omicidio di Marina, vero motore dell'intero impianto narrativo.
Tra le differenze di classe, la povertà, l'ingiustizia razziale, il bullismo e i temi LGBTQ - e con una punta di violenza addirittura più accentuata che in passato -, Élite 3 decide di rinunciare al "pilota automatico" e di arrivare ad una conclusione che, nella testa degli showrunner, deve e vuole dare respiro alla stessa produzione seriale iberica, che si avvia verso un necessario rinnovo sostanziale in vista della quarta e quinta stagione, annunciate ufficialmente lo scorso 20 gennaio. Il tutto con un cast che per il terzo ciclo di puntate è rimasto sostanzialmente invariato: Itzan Escamilla, Miguel Bernardeau, Álvaro Rico, Aron Piper, Mina El Hammani, Ester Expósito, Omar Ayuso, Danna Paola, Jorge López, Claudia Salas e Georgina Amorós riprendono i loro rispettivi ruoli e fanno posto ai soli due volti nuovi di Leïti Sène e Sergio Momo.
Paradossalmente, è il mistero di un'altra morte a sbrogliare tutti i nodi legati alla drammatica fine di Marina, così come quelli che intrecciano in qualche modo personaggi principali e secondari, alle prese con il diploma, la paura per il futuro e il peso di un passato difficile da dimenticare.
Élite 3, la trama: dove eravamo rimasti
Fin dal suo esordio, Élite ci ha abituati a lotte di classe, faide tra ragazzi di estrazioni sociali diverse e sequenze decisamente piccanti. Senza dimenticarsi di "giocare" con il mistero.
Con la prima stagione ad aver messo in scena l'uccisione di Marina e la conseguente caccia all'assassino, la seconda è andata invece ad aprirsi con la scomparsa di Samuel, per poi sciogliere molti scandali e segreti: Nano è fuggito dopo essere andato a trovare la mamma di Marina e aver provato a dimostrare di non essere il vero assassino, la contorta relazione tra i due fratellastri Lu e Valerio è venuta allo scoperto, così come esposta è stata la vera identità di Cayetana, regina dei social network rivelatasi poi la figlia della donna delle pulizie della scuola. Senza dimenticare il video registrato da Valerio che ha infiammato il gossip del liceo con il rapporto sessuale tra Nadia e Guzmán negli spogliatoi maschili.
Nel finale, abbiamo poi scoperto che la scomparsa di Samu era stata pianificata da lui stesso e da Guzmán per far uscire allo scoperto l'assassino di Marina, vale a dire Polo. Se molti dei suoi compagni lo hanno invitato a costituirsi, altri - con Cayetana in prima fila! - si sono schierati al suo fianco, aiutandolo a svincolarsi dalle accuse e a nascondere l'arma del delitto. Con il ragazzo che, alla fine, è tornato a girare liberamente per i corridoi di Las Encinas.
Un ballo rosso sangue
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Pare allora naturale che il ritorno di Polo a scuola andrà ad infiammare gli animi, per una terza stagione rivelatrice ma allo stesso tempo carica di nuove domande - che troveranno risposta. Élite 3 non rinuncia a relazioni proibite, scandali e sentimenti di spiccata violenza per rispondere agli interrogativi lasciati in sospeso dalle precedenti puntate e dal suo sconvolgente trailer di debutto. Carla e Samuel torneranno insieme? Qualcuno scoprirà del trofeo nascosto da Cayetana? Guzmán troverà giustizia? E, soprattutto, cosa è successo a Polo?Non andremo naturalmente a rovinarvi la sorpresa e il gusto della scoperta spoilerandovi il finale, ma è sicuramente da elogiare il lavoro degli autori, che sono riusciti a non perdersi nel mare di teen drama che negli ultimi tempi affollano lo scenario seriale. Liberandosi degli attori del "cugino" #La casa di carta, lo show ha saputo non accartocciarsi su se stesso, continuando con uno schema che pennella un racconto collaudato ma mai noioso, velocissimo in alcuni punti, più compassato in altri, ma decisamente fluido per tutto il suo sviluppo.Chi ha ucciso Polo in Élite 3?
Polo viene colpito al cuore dal collo rotto di una bottiglia di champagne durante un confronto con Lu. Ferito, precipiterà sulla pista da ballo da una vetrata rotta, morendo dissanguato tra le braccia di Guzmán.
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La dote più cristallina di Élite è probabilmente la sua capacità di raccontare storie al limite del verosimile permettendo ai volti che le animano di mantenersi radicati nella realtà. Al "terzo giro", regia e sceneggiatura si arricchiscono di una sorta di sperimentazione che ci porta a vedere a schermo scene e dinamiche più corali, e allo stesso tempo una maturazione dei personaggi che in alcuni casi restituisce quello strano e quasi inspiegabile desiderio di non lasciarli andare. Di non vederli mai crescere.Parlando di crescita, è soprattutto la figura dello sventurato Polo ad emergere. Se da una parte il giovane farà di tutto per aggrapparsi ad ogni miraggio di affetto, amore e perdono, dall'altra inciamperà sempre negli stessi goffi errori, pennellando l'immagine di un ragazzo alla disperata ricerca di un suo posto nel mondo. E che, ad un passo dalla redenzione, scivolerà di nuovo nella sua cinica crudeltà, per poi precipitare e abbracciare un epilogo tristemente risolutivo. Anche in questo, Élite ha una profondità che nessun'altra serie a tema adolescenziale ha raggiunto col passare degli anni. Sulla carta, parlare di teenager viziati in un liceo di lusso sembrerebbe banale, ma soprattutto la terza stagione non ha paura di osare con i temi, ora più cupi e drammatici. Non manca la distintiva passionalità quasi mediterranea, plasmata su e per un pubblico moderno e interconnesso. La leucemia, gli abusi familiari, il perdono di se stessi e degli altri, amicizie violate e ricucite sono tutti elementi che ci trascinano verso un finale in cui a vincere, alla fine, è la famiglia. Quella che ti sei scelto, quasi sempre. Inoltre, gli autori lanciano chiaramente una critica, attraverso diversi membri del cast, al sistema giudiziario spagnolo. Un sistema che viene descritto come ingiusto ed influenzabile da coloro che detengono il potere, l'élite appunto. In sottofondo - e neppure più di tanto - è papabile una protesta contro i piani alti e i trattamenti non sempre equi che i più sfortunati molto spesso ricevono.Cambiare pelle per sopravvivere
Con la Stagione 3 ad uso e consumo di fan e curiosi nell'ampia libreria del gigante di Los Gatos, Élite fa quello che doveva, intrattenendo fino alla fine. Non tutto riesce come avremmo voluto, ma tutto ciò che gli autori hanno messo sul piatto contribuisce a chiudere un drama adolescenziale di morte e tradimenti durato tre anni. L'omicidio di Marina trova vendetta in quello di Polo, in un sistema giudiziario fallace e corrotto. Dove non arriva la giustizia, arrivano le conseguenze figlie di quelle stesse relazioni tra personaggi che abbiamo imparato ad amare e detestare, vero cuore dello show e motore per innestare un epilogo che non ha timore di scadere nello smielato. Con pure un pizzico di malinconia.
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E se è vero che nel finale qualcuno riuscirà a diplomarsi e qualcuno no, lo stesso vale per la creatura seriale di Montero e Madrona: nulla è da bocciare completamente, ma di certo qualche elemento è rimandato con debito ad una prossima stagione che dovrà - e, a giudicare dall'ultimo episodio, vorrà - evolversi e cambiare definitivamente pelle.
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