È consigliabile non farlo arrabbiare. Ne sanno qualcosa gli avversari e persino i colleghi (chiedere a Tony Stark e Thor per conferma). Parliamo di Hulk, ovviamente, il Golia Verde creato nel 1962 da Stan Lee e Jack Kirby. Lo conoscono praticamente tutti: dai fan dei fumetti Marvel agli appassionati di culturismo - grazie alla serie TV anni '70 con Lou Ferrigno - passando per gli amanti del cinema action, specie se a tinte "super".
Dal 2003, infatti, l'incredibile alter ego dello scienziato Bruce Banner è una presenza fissa del grande schermo: 3 crossover dei Vendicatori, dal primo Avengers a firma Joss Whedon al recente Infinity War e una partecipazione più che straordinaria a #Thor: Ragnarok in veste di gladiatore cosmico. Ancor prima, due stand-alone non proprio riuscitissimi: se, però, #L'incredibile Hulk di Louis Leterrier palesa difetti perdonabili, parzialmente oscurati dalla buona prova fornita da Edward Norton, per l'Hulk di Ang Lee si può parlare senza mezzi termini di passo falso.
Le curiosità sull'Hulk del 2003
- La creazione di Hulk in CGI rappresentava la sfida più complessa che l'Industrial Light & Magic avesse mai affrontato fino ad allora. Il modello 3D richiese 12.996 proiezioni in fase di texture mapping e 1.165 movimenti muscolari. Ci vollero gli sforzi di circa 180 tecnici dell'ILM - tradotto in tempo di lavorazione: oltre 2 milioni e mezzo di ore e 1 anno e mezzo di pre-produzione - per realizzare l'Hulk digitale che si vede nel film (considerando, poi, che la computer grafica di 15 anni fa non era ai livelli di quella odierna). Nonostante il colossale lavoro sugli effetti speciali, il pubblico si lamentò per la resa scadente di Hulk, che venne paragonato a Shrek.
- Secondo gli animatori di Industrial Light & Magic, Hulk nel film raggiunge il peso di 1500 kg e può esercitare quattordici tonnellate di pressione per pollice quadrato. La sua pelle è dieci volte più forte del Kevlar in quanto a consistenza. Il suo torace misura 5,3 metri mentre le dimensioni del piede raggiungono 1,3 metri. Può muoversi ad una velocità massima di oltre 480 km/h e coprire la distanza di 6 km con un balzo.
- Edward Norton venne contattato per interpretare Bruce Banner, ma rifiutò perché non soddisfatto della sceneggiatura, sebbene fosse un fan del personaggio a fumetti. In seguito interpretò il ruolo nel reboot L'incredibile Hulk (2008). Anche Billy Crudup rifiutò la parte da protagonista, per la quale vennero presi in considerazione anche Tom Cruise, Johnny Depp (negli anni '90 fu la star prescelta per il ruolo, ma il film poi venne accantonato), Jeff Goldblum, David Duchovny e Steve Buscemi.
- Nel film assistiamo a tre differenti versioni di Hulk. La prima volta che appare è alto 2,7 metri, la seconda volta 3,6 metri e la terza volta raggiunge addirittura i 4,5 metri. Il suo colorito, all'inizio, tende al grigiastro (un omaggio agli esordi a fumetti), per poi assestarsi sul verde smeraldo.
- La casa di Betty Ross (la interpreta Jennifer Connelly) venne utilizzata anche nel celebre Il buio oltre la siepe (1962).
- Secondo il regista Ang Lee, la sceneggiatura prese ispirazione da racconti di mostri come King Kong (1933) e Frankenstein (1931). Ma strizzò l'occhio anche a un classico come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, a La Bella e la Bestia e alla tradizione della tragedia greca antica.
- Questo film presenta le uniche sequenze di volo (anche se simulate) dell'elicottero stealth RAH-66 Comanche, il cui programma venne cancellato appena un anno dopo l'arrivo nelle sale della pellicola (furono costruiti solamente due modelli).
- Nella scena in cui Banner si infuria e scaraventa Talbot fuori dell'abitazione, quando il Golia Verde si allontana per raggiungere Betty in pericolo, la macchina da presa indugia sull'increspatura di una pozzanghera accanto a Talbot: un omaggio di Lee a Jurassic Park di Steven Spielberg.
- Originariamente, si pensò di realizzare Hulk attraverso un animatronic.
- Lou Ferrigno appare in un cameo: è la possente guardia di sicurezza in scena al dodicesimo minuto del film. Accanto a lui compare il mitico Stan Lee in una delle sue proverbiali apparizioni nelle pellicole Marvel.
Hulk di Ang Lee: il grande escluso dal MCU
Prima di analizzare i motivi del flop della pellicola con Eric Bana, occorre fare una premessa: la storia cinematografica del mostro verde Marvel ci ha insegnato che le avventure in solitaria di tale personaggio non sono state capaci far presa sullo spettatore così come è riuscito invece ai "colleghi" di Hulk. Le ragioni sono diverse e non sono imputabili solamente a script deludenti oppure a regie poco incisive.
Forse "il Frankenstein della Casa delle Idee" non ha lo stesso appeal di Tony Stark, il fascino di Thor e neppure il carisma di Captain America: è un brillante scienziato, è vero, ma il suo alter ego è in definitiva un mostro incontrollabile, una condizione, questa, che lo avvicina più ai villain dei cinecomic che ai beniamini del genere. È altrettanto vero, però, che la sceneggiatura del primo film stand-alone del 2003 non è riuscita a sfruttare appieno il materiale di partenza, diversamente da quanto accaduto, specie nella prima parte di film, con il reboot del 2008 con protagonista Edward Norton (si pensi, ad esempio, alla figura di Banner come quella di un uomo in fuga costretto a riparare nelle favelas brasiliane, vivendo sotto falsa identità). Non è un caso che, dal 2008 in poi, Banner/Hulk si sia limitato a fare da spalla ad altri supereroi, nonostante un volto nuovo - Mark Ruffalo - scelto dagli studios per cancellare i due film stand-alone dall'immaginario collettivo.
Cosa, allora, rende l'Hulk di Ang Lee un film mediocre, grande escluso dal Marvel Cinematic Universe?
In primis una regia a dir poco kitsch, invasiva e che finisce alla lunga con il risultare indigesta: abuso di split screen quasi a riproporre la tavola fumettistica sullo schermo (una scelta coraggiosa e originale, ma fin troppo insistita) e dissolvenze incrociate utilizzate in maniera eccentrica. In secondo luogo la pellicola fatica a trovare un'anima, divisa in due pesanti blocchi quasi del tutto slegati l'uno dall'altro: nella prima parte, più verbosa, Lee sembra alle prese con un dramma shakespeariano, interessato com'è a rincorrere i due Banner, padre e figlio (il senior è interpretato da Nick Nolte, il più bravo di tutti), nella ricerca spasmodica di una conflittualità edipica; la seconda parte del film accelera improvvisamente fino al climax, coinvolgendo tank, elicotteri militari e scontri tra titani.
Fonti consultate: ScreenRant | ScreenRant
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