Siamo quindi arrivati alla conclusione dell’attesissima Parte 4 de La casa di carta che, come iniziavamo a sospettare, non mette un punto finale alla vicenda.
Questa serie infatti si pone più come un intermezzo tra ciò che è successo nelle 3 parti precedenti e ciò che succederà nelle parti 5 e 6, solo vociferate al momento, ma che dopo questo finale sono praticamente confermate. Sono tanti gli ingredienti che vengono messi nel calderone e la rapina al Banco di Spagna si presenta come più complessa e - a volte - mal delineata rispetto a quella effettuata alla Zecca di Stato. Era perciò difficile risolvere in soli 8 episodi tutte le trame e sottotrame che erano state aperte e quindi il crescendo finale non ci porta alla grande fuga, ma solo all'ennesima situazione di stallo. La sensazione che si ricava è però quella di una produzione che ha volutamente allungato il brodo, nonostante il piatto che ci viene messo davanti sia molto saporito.
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La fuga mancata dalla Banca
La Casa di Carta 4, come già accennato nella recensione dei primi 5 episodi, ha un respiro tutto nuovo, molto cinematografico, con momenti di pura azione e soluzioni narrative che sembrano concepite dalla banda di George Clooney nella trilogia Ocean’s. I colpi di scena sono tanti e dolorosi e dovremo dire addio per sempre ad uno dei personaggi più amati dalla banda.
La trama principale della rapina viene così momentaneamente bloccata poiché i personaggi sono arrivati ad uno stallo e tutto ciò che hanno vissuto sino ad ora deve essere rimesso in gioco e rivalutato.
Il Professore è colui che più di tutti subisce il contraccolpo. Non è più la mente calcolatrice e infallibile che aveva previsto ogni cosa, ma un essere umano con emozioni difficili da gestire. Per quanto strano, è una piacevole novità vedere che la scontro tra lui è la polizia è un reale testa a testa il cui l’esito non è prevedibile. Nell’ultima puntata però, il Professore torna al massimo delle forze e ci regala un finale con il botto che conduce all’ennesimo (ma non per questo meno apprezzato) cliffhanger.
La guerra allo stato
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Tuttavia, come avevamo già accennato in precedenza, la lotta tra stato e criminali assume il valore di uno scontro epocale tra bene e male. La banda del Professore diventa a tutti gli effetti un gruppo di eroi che difende l’ideale della libertà e auspica ad una nazione virtuosa. Lo stato d’altro canto è il vero cattivo che pur di vincere è pronto a sporcarsi le mani, mentire e sottomettere ogni libertà con qualsiasi mezzo, infrangendo le leggi che dovrebbe far rispettare. In mezzo ai due contendenti c’è poi il popolo che ha perso la fiducia nello stato e guarda ad un gruppo di rapinatori come il vero punto di riferimento. A questo proposito c’è una scena molto profonda che richiama il senso di unità e libertà che la serie vuole promuovere.
Le storyline secondarie
È in questo contesto che trova spazio Gandìa, l’elemento di disturbo per eccellenza della stagione, il crudele soldato della scorta del Governatore e che manderà all’aria tutto ciò che era già stato pianificato e metterà i ladri in rosso di fronte ad una vera emergenza da gestire minuto per minuto.
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Tra i personaggi che meno hanno conquistato il pubblico figura Palermo. Il finale cercherà di riscattarlo, presentandoci retroscena importanti del suo passato che ci aiuteranno a comprendere il perché delle sue folli azioni. Nonostante ciò la sua storyline è palesemente il calco di quella di Berlino nelle prime due parti. La sua evoluzione è infatti la medesima: prima comandante perfetto poi bramoso di potere, a cui segue una disastrosa caduta in cui viene messo da parte e sostituito per approdare poi ad un pentimento. Questa volta però le conseguenze sono disastrose e il pentimento, seppur sincero, arriva in ritardo.
Un altro personaggio che arranca è quello di Arturo. È un uomo disperato che oltre all’esperienza vissuta nella rapina non ha nient’altro a cui aggrapparsi e compie perciò azioni assurde sullo sfondo di cui fatichiamo a comprendere il senso, se non forse la volontà di creare (male) un contesto per dare spazio al nuovo membro della banda Manila.
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Infine, una nota positiva sul fonte dei rapporti interpersonali: la stagione si concentra molto di più sulla tensione e ha pochissimo spazio da concedere alle trame da soap-opera. L’amore rimane sullo sfondo ma assume in molti casi i tratti di un ideale doloroso, che spinge però ad andare avanti, a perdonare e a rimettersi in gioco.
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Voto di Cpop
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