La Casa di Carta: 7 rapine fuori di testa (e cosa hanno in comune con la serie)

Le maschere di Dalì, le finte bombe, le false piste e le fughe spettacolari sono un marchio di fabbrica della serie spagnola più famosa del momento. Ma sono davvero marchi originali de La Casa de Papel o si ispirano a fatti realmente accaduti?

Autore: Federica Lucia ,

La Casa di Carta - o Casa de Papel nel suo titolo originale - continua a collezionare successi e seguito anche nella quarta stagione. Benché per alcuni la trama inizi ad essere forzata e inverosimile, i colpi di scena e il cliffhanger dell'ultimo episodio lasciano ben sperare in una quinta stagione adrenalinica.

Nonostante i buchi narrativi apparsi evidenti già dai primi episodi e le dinamiche interne paradossali e poco credibili, il Professore e la sua banda sono entrati nel cuore di numerosi spettatori rendendo la tuta rossa e la maschera di Salvador Dalì un'icona culturale.

La serie televisiva spagnola ideata da Álex Pina e distribuita sulla piattaforma Netflix, racconta le rocambolesche avventure di una banda di rapinatori messi insieme da un enigmatico quanto insospettabile genio del crimine, il Professore. I protagonisti, tutti identificati con nomi di città, nelle prime due parti della serie rapinano - senza non pochi intoppi - la Zecca di Stato a Madrid, ottenendo il bottino e la fama tra la gente comune. 

Nella terza e quarta parte l'obiettivo è rubare l'oro nella Banca di Spagna. Stando a ciò che abbiamo visto fin'ora l'impresa si è rivelata complessa e pericolosa, determinando perdite - presunte e reali - sotto ogni aspetto. Ancora non sappiamo come andrà a finire per il Professore, Tokyo, Rio, Lisbona, Palermo e tutti gli altri, di certo vedremo altri colpi di scena spettacolari. 

Le due particolari rapine sono state caratterizzate da piani minuziosi, inganni teatrali, assi nella manica, azioni fuorvianti e apparentemente immotivate, passi calcolati e ben congegnati e fuoriprogramma al cardiopalma.

Ma tutta questa genialità nella sceneggiatura è veramente inedita o i personaggi come Berlino e i piani del Professore prendono spunto dalla realtà?

Gli sceneggiatori continuano a negare ogni correlazione con rapine avvenute realmente, ma è difficile non credere ad un'influenza da parte di alcuni spettacolari quanto ingegnosi colpi accaduti in giro per il mondo.

In questo interessante video apparso sul canale YouTube della stessa piattaforma che distribuisce la serie, si mostrano 7 rapine avvenute realmente nel corso degli anni (e comunque precedenti alla nascita della serie) che hanno molti aspetti in comune con la Casa di Carta. Sarà una coincidenza? 

Gli eventi reali (e i paragoni con la serie)

Negli oltre 13 minuti di girato si mostrano soltanto alcune delle rapine avvenute nella vita reale con metodi e mezzi riconducibili ai piani del Professore e risulta sempre più difficile pensare che la creatività criminale dimostrata da veri rapinatori non abbia ispirato parte della serie. Ecco le rapine e i punti in comune con la Casa di Carta.

Stoccolma 2009

La prima spettacolare rapina avvenuta con metodi particolari è quella del 2009 a Stoccolma. Come ricorderete, il Professore nella serie utilizza qualsiasi veicolo per portare avanti il piano - pensate all'elicottero militare per ricongiungere Lisbona al resto della banda - ma, a quanto pare, non è stato l'unico ad avere questa idea.

Nella periferia di Stoccolma, il 23 settembre del 2009, un elicottero privato (risultato poi rubato) si è alzato in volo alle 5 del mattino per atterrare sul tetto di un deposito contanti della società di vigilanza G4S. Il commando ha rotto alcune vetrate per calarsi all'interno del deposito e prelevare oltre 5 milioni di dollari e dileguarsi poi tra i cieli della capitale svedese.

Come hanno fatto ad agire indisturbati vi starete chiedendo, ebbene la banda - evidentemente molto esperta e preparata - ha fatto sì che i velivoli della polizia non potessero spiccare il volo per l'inseguimento a causa di un falso allarme bomba. Pochi minuti prima della rapina infatti, un falso fattorino aveva consegnato un pacco sospetto nell'hangar della polizia, facendo scattare i protocolli del caso.

In più, intorno all'edificio luogo del furto, la banda aveva posizionato degli oggetti appuntiti per impedire l'accesso alle auto della polizia. Non vi sembra un piano di Sergio Marquina?

Fortaleza 2005

Il Professore è ricorso in più occasioni nei classici quanto efficaci tunnel sotterranei, sia per portare fuori il denaro dalla zecca, sia per portare Lisbona fuori dal tribunale. Probabilmente il tunnel più famoso nella storia delle rapine però fu quello utilizzato nell'agosto del 2005 a Fortaleza in Brasile, per portare fuori dalla banca ben 70 milioni di dollari.

La banda affittò un appartamento nei pressi dell'edificio da rapinare, ufficialmente come sede di una ditta di erba sintetica, e iniziò a scavare un tunnel di 80 metri di lunghezza, 4 metri di profondità e 80 centimetri di larghezza.

Netflix
I protagonisti de La Casa di Carta

Una volta giunti alla cassaforte dovettero perforare il pavimento e le pareti in acciaio e cemento e trasportare 3 tonnellate di banconote. Questo piano sotterraneo ci mise 5 mesi per vedere la luce, ma in pochi giorni tutto il denaro venne tirato fuori senza vittime o spari.

Undici camion presero direzioni differenti in tutto il Brasile, ma i rapinatori non ebbero la stessa fortuna della banda del Professore, perché molti vennero arrestati, altri rapiti da alcuni criminali e alcuni uccisi. 

Il tunnel era comunque ben costruito e solido nella struttura, un lavoro in stile Mosca e Denver potremmo dire.

San Paolo (Brasile) 2011

La criminalità in Brasile è un fenomeno tristemente diffuso e, a quanto pare, anche gli stratagemmi più insoliti per compiere rapine lo sono. Nel 2011 a San Paolo un gruppo di rapinatori, tutti in uniforme, si fece aprire le porte di una banca con la scusa di sostituire i mobili degli uffici. 

Una volta dentro, i falsi immobilizzarono le guardie colte alla sprovvista, fecero entrare un altro gruppo armato e aprirono con la fiamma ossidrica un numero imprecisato di cassette di sicurezza.

Ebbero la faccia tosta di ordinare anche del cibo da asporto prima di dileguarsi con il bottino. L'espediente in stile Cavallo di Troia vi è familiare?

Monroe 2008

Ne La Casa di Carta nulla è quello che sembra. L'illusione è stata spesso una delle carte vincenti del Professore, confondere le acque, ingannare le apparenze e piazzare esche prelibate hanno concesso alla mente della banda di stare sempre un passo avanti agli altri.

Ma il protagonista interpretato da Alvaro Morte non è il solo ad avere queste abilità. Nella città di Monroe nel 2008 un 20enne decise di assalire un furgone portavalori davanti una banca. Per garantirsi una via di fuga sicura, qualche giorno prima della rapina, il bandito mise un annuncio di lavoro generico ma molto allettante. 

Gli interessati si sarebbero dovuti trovare in un giorno e un orario precisi davanti la banca di Monroe vestiti con gilet giallo, t-shirt blu, occhiali protettivi e mascherina. Inutile dire che anche il rapinatore era vestito allo stesso modo e quindi riuscì ad allontanarsi dal luogo del misfatto confondendosi con la gente accorsa per l'annuncio e vestita esattamente come lui. Geniale no?

Beirut 1976

Nelle 4 parti della Casa di Carta abbiamo visto momenti di attesa e pazienza alternati ad attimi concitati ed esplosivi. Anche nel lontano 1976 a Beirut una grande rapina in banca passò inosservata grazie a questa tecnica.

Un gruppo armato non identificato fece irruzione in una banca attraverso una grande esplosione di una parete condivisa con una chiesa. Una volta entrata, la banda aspettò pazientemente di riempire i camion col denaro per poi dileguarsi indisturbata sfruttando a proprio vantaggio le esplosioni circostanti dovute alla guerra civile in atto in quel momento a Beirut.

Kent 2006

Spesso nella serie targata Netflix, il vantaggio dei rapinatori era dato da un uomo all'interno - consapevole o meno - che poteva spifferare le mosse della polizia e quindi permettere al Professore di giocare d'anticipo. Anche nelle rapine reali c'è spesso un complice all'interno del luogo da derubare.

Nel caso della rapina milionaria avvenuta in Gran Bretagna nel 2006 gli aiuti dall'interno furono addirittura due. La banda, con a capo un ex lottatore di arti marziali, utilizzò un uomo all'interno della sicurezza del deposito contenente il denaro per filmare tutti gli spazi attraverso una microcamera nella cintura. La sera del colpo, i criminali rapirono il manager del deposito costringendolo ad aprire le porte sotto la minaccia di uccidere la propria famiglia anch'essa rapita. Un po' come quando il Professore costrinse il poliziotto a portare un messaggio importante a Lisbona nella tenda dell'interrogatorio.

 

In poco più di un'ora riempirono numerosi sacchi di denaro e si dileguarono a bordo di un furgone. Ma la gioia per il colpo riuscito durò poco tempo, perché i maldestri malviventi avevano lasciato una marea di impronte e indizi nelle rispettive case e vennero tutti arrestati.

Tra l'altro, come il finale aperto della quarta parte della Casa di Carta ci ha insegnato, l'uomo all'interno può essere un vantaggio ma può anche rivelarsi un incubo. Nella rapina britannica infatti, l'uomo all'interno è crollato sotto la pressione della Polizia rivelando addirittura i nomi di una rapina a Londra avvenuta nel 1983.

Anversa 2003

Vi ricordate il ruolo di Berlino nella rapina alla Banca di Spagna? Si finse un magnate dell'industria della sicurezza per poter studiare dall'interno proprio i sistemi di sicurezza della banca. E se il ruolo di Berlino fu ispirato da un famoso ladro italiano?

Ad Anversa nel 2003 avvenne una colossale rapina di diamanti nel Diamond Center, uno dei posti più sorvegliati e sicuri al mondo. Il rapinatore italiano, per conoscere i dispositivi utilizzati nel caveau, si finse un commerciante di diamanti che intendeva conservare le sue pietre preziose in una cassetta di sicurezza.

Dopo aver dedotto che era praticamente impossibile entrare in quella cassaforte progettò il colpo. Un lunedì, con grande stupore, le guardie trovarono le cassette di sicurezza completamente vuote e con il passare dei mesi si scoprì la genialità del piano messo in atto.

Per scoprire il codice che apriva il caveau, i ladri avevamo posizionato una fotocamera della grandezza di un dito, sul muro opposto alla tastiera per digitare il codice. Grazie alla fotocamera scoprirono anche dov'era collocata la seconda chiave che serviva per aprire il caveau. 

L'enorme cassaforte era protetta anche da due lastre magnetiche che, se interrotta la loro attrazione, lanciavano l'allarme direttamente alla polizia. Per neutralizzare questo sistema di sicurezza sofisticato, i rapinatori non fecero altro che porre dei fogli di alluminio sulle barre magnetiche per evitare di interrompere l'attrazione.

Una volta all'interno del caveau rimaneva da neutralizzare i sensori di rilevazione del calore, ma il rapinatore italiano aveva provveduto anche a questo durante le sue incursioni precedenti spruzzando della lacca per capelli sulle fotocellule. 

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Queste sono solo alcune delle rapine più assurde avvenute negli anni e abbiamo visto solo alcuni mezzi e metodi usati per raggiungere il bottino. Dimostrando che con un po' di fantasia e qualche particolare talento la realtà supera di gran lunga l'immaginazione di sceneggiatori e produttori.

Sembra che in giro ci sia ancora tanto materiale da cui prendere spunto per qualche altra stagione de La Casa di Carta non vi pare?

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