La magia è quella cosa che ovunque, sempre e da tutti è creduta.
Mentre Luke Skywalker, Han Solo e Leia Organa combattevano per la libertà in una "galassia lontana lontana", la giovane Susy Benner scopriva attraverso le parole del carismatico professor Milius (Rudolf Schündler) che la magia, gli incantesimi, il male e le streghe non appartenevano solo a una mitologia dimenticata ma che potevano nascondersi anche nella scuola di danza di Friburgo, istituto frequentato dalla stessa Susy. Era il 1977 e dopo il successo di Profondo Rosso (1975), Suspiria segnava il ritorno al cinema del grande Dario Argento (tra il cast, anche un giovanissimo Miguel Bosè). Insieme a lui, la straordinaria colonna sonora dei Goblin e un'ispirazione del tutto particolare nata dopo il viaggio di Argento tra le capitali europee della Magia (Torino, Lione e Praga) e dopo la visita alla Scuola di Waldorf (fondata da Rudolf Steiner).
Il viaggio nella notte
Susy Benner (Jessica Harper) è una studentessa americana che decide di raggiungere la prestigiosa Accademia di danza, a Friburgo, per perfezionare le sue capacità di ballerina. Atterra all'aeroporto di Monaco e subito si scatena un brutto temporale che accompagna la ragazza e il taxi sul quale sta viaggiando fino Friburgo. Arrivata a destinazione Susy è testimone di uno strano e inquietante incontro: Pat (Eva Axén), una studentessa dell'Accademia, lascia l'edificio durante la bufera. È sconvolta e prima di perdersi nella pioggia mormora alcune frasi sconnesse a Susy la quale, poi, non viene accolta all'Accademia e si trova costretta a pernottare in città.
Pat è in fuga da qualcosa, di certo qualcosa che ha a che fare con l'Accademia. Raggiunge la casa di un'amica ballerina ma nemmeno lì è al sicuro: una figura emerge dalla notte e la uccide in modo violento, efferato, rabbioso. Anche l'amica muore, trafitta dai vetri in frantumi del lucernario attraverso il quale Pat è precipitata. Due morti misteriose, due morti terribili: cosa lega all'Accademia il violento duplice omicidio ? Cosa ha scoperto Pat di così oscuro da spingere qualcuno a ucciderla per preservare il segreto? Susy Benner non sa niente di tutto questo e il giorno successivo, finalmente, raggiunge l'Accademia.
L'Accademia di danza
L'Accademia è un luogo strano così come sono strane la vicedirettrice Madame Blanch (Joan Bennett) e l'insegnante Miss Tanner (Alida Valli). Ed è ancora più strana la Direttrice che nessuno vede mai ma la cui presenza infesta sotto forma di un respiro inquietante ogni centimetro dell'edificio. L'Accademia è un luogo dai forti contrasti, sia cromatici che emotivi, i corridoi sono tanti e formano un intricato labirinto all'intero del grosso stabile, la servitù ha profili a dir poco inquietanti a partire dal deforme Pablo che parla solo rumeno. Quando Susy incontra la cuoca lungo uno dei corridoi questa, con l'ausilio di un oggetto luminoso, la ipnotizza scatenando in lei una misteriosa debolezza, debolezza che la costringerà a trasferirsi tra le mura della scuola.
Alle stranezze si aggiungono eventi misteriosi, morti inspiegabile e omicidi. Un giorno dal soffitto iniziano a cadere migliaia di larve (per gli appassionati horror, di certo questa scena ha influenzato Gore Verbinski nella realizzazione del video killer di The Ring), poi Daniel (Flavio Bucci), il pianista cieco dell'Accademia, viene sbranato dal suo cane lupo dopo essere stato cacciato dalla scuola e alla fine Sarah (Stefania Casini), amica di Susy, viene uccisa in modo atroce mentre cerca di scoprire i segreti dell'Accademia. Ma tutto viene messo a tacere, Sarah a detta degli insegnanti ha lasciato la scuola e Susy è sempre più inquieta perché una parola terribile inizia a farsi largo tra i sussurri dell'Accademia: stregoneria.
La via delle streghe
Susy scopre attraverso le parole del dottor Mandel (Udo Kier) che Sarah, prima di lasciare la scuola di danza, si era appassionata a un'antica leggenda secondo la quale l'Accademia era stata fondata in origine da Helena Markos, un'immigrata greca accusata di stregoneria. Tra le mura della scuola non si insegnava solo a danzare, ma anche a perpetrare i riti oscuri delle potenti streghe europee formando di fatto quella che era una vera e propria congrega (se vogliamo, antesignana di quella mostrata in American Horror Story: Coven).
Il loro scopo è ottenere vantaggi materiali e personali, ma possono raggiungerli esclusivamente con il male degli altri. Con la malattia, con la sofferenza, il dolore e, non di rado, con la morte di coloro che prendono di mira per una qualsiasi ragione.
Così il professor Milius (Rudolf Schündler) descrive l'essenza delle streghe a Susy. Possibile? Possibile che nel cuore dell'Accademia si nasconda la centenaria Helena Markos? E possibile che le studentesse siano lì solo per soddisfare le oscure esigenze della congrega?
Lo scontro finale
Susy scopre di essere vittima di un complotto. Era stata drogata con le cure imposte da Madame Blanche e quando le interrompe si trova libera di esplorare l'Accademia. Ciò che scopre è terribile: Sarah aveva ragione. La scuola è in realtà sede di una congrega di streghe al servizio della temibile Helena Markos, la Mater Suspiriorum, la Regina Nera che adesso la vuole morta. Susy raggiunge le stanze di Helena (Lela Svasta) poi ricorda le parole che Pat le aveva sussurrato la notte dell'arrivo a Friburgo: scopre un passaggio segreto e si trova faccia a faccia con la Mater Suspiriorum.
Le due donne lottano, Helena è debole perciò rianima il corpo di Sarah per sbarazzarsi della ragazza. Ma alla fine Susy ha la meglio e uccide la Regina Nera con un pugnale. Senza la Mater tutto crolla: l'Accademia viene divorata dalla fiamme e con lei l'intera congrega della streghe. Susy riesce a fuggire, certa di aver toccato con mano la pura e malvagia pazzia che permea tutto il mondo magico.
L'Elogio della Follia
Cosa accomuna l'opera più famosa di Desiderius Erasmo da Rotterdam e il film di Dario Argento? Come location per l'Accademia, almeno in alcune parti del film, è stata scelta la Casa della Balena di Friburgo, antica residenza del religioso filosofo e luogo in cui leggenda vuole che Erasmo abbia scritto il suo Elogio della Follia (anche se la realtà storica è un'altra), opera nella quale viene esaltata la Pazzia.
Suspiria è, tra le altre cose, proprio questo: una cupa esaltazione della follia. Un percorso tra i labirinti della mente, incarnati dal dedalo impenetrabile di corridoi che striscia nel ventre dell'Accademia. È un viaggio delirante tra incantesimi, ipnosi, suggestioni e malvagità, un percorso che solo la Follia può intraprendere senza paura di perdersi, senza il timore di smarrire la strada. Susy è messa a dura prova. Razionalità e sanità mentale della ragazza sono sempre in bilico, minacciate dai colori sgargianti dell'Accademia, dalle sue ombre. Ed è proprio la Pazzia una delle armi principali di cui Madame Blanche si serve per tenere sotto controllo tutte le innocenti studentesse.
Perciò la Follia è la principale chiave di volta su cui si regge la traccia narrativa di Suspiria: una pazzia antica, nata sulle sponde del Mar Nero insieme a tre potenti streghe che a distanza di quasi mille anni continuano a manifestare il loro potere.
Le tre madri
Suspiria, almeno nelle sue fondamenta più mitologiche, prende ispirazione dal romanzo Suspiria De Profundis (1845) di Thomas de Quincey nel quale l'autore inglese presenta le Nostre Signore del Dolore. De Quincey (oltre che essere un personaggio a dir poco interessante, suo è l'aforisma "Un quarto dell'infelicità umana è causata dal mal di denti") teorizza l'esistenza delle Tre Mater, streghe molto potenti compagne di Levana chiamate Mater Lachrymarum (Nostra Signora delle Lacrime), Mater Suspiriorum (Nostra Signora dei Sospiri) e Mater Tenebrarum (Nostra Signora dell'Oscurità). Sono queste muse del terrore che spingeranno Dario Argento alla creazione di una sua mitologia personale delle Madri, molto dettagliata e simbolica.
Helena Markos, la Direttrice dell'Accademia, è infatti Mater Sospiriorum che secondo la rivisitazione di Argento è la più anziana delle tre Madri. Nata in Grecia agli inizi dell'undicesimo secolo attraversò l'Europa venendo esiliata di paese in paese a causa dei suoi interessi per la arti occulte. Nel 1895 fondò l'Accademia di danza di Friburgo usandola come copertura per continuare la pratiche oscure della stregoneria. Suspiria è il primo film che si occupa delle Tre Madri, dei loro poteri, della loro ascesa e della loro caduta. E lo fa tratteggiando con tinte sanguinarie un mondo nel quale non solo la stregoneria esiste, ma dove le streghe cercano di controllare il destino degli uomini e delle donne che incontrano.
Inferno (1980) e La Terza Madre (2007) sono le due successive pellicole in cui Dario Argento affronta, a suo modo, la mitologia delle Tre Madri.
L'eredità dei Sospiri
Suspiria è un film che ha tracciato sentieri poi seguiti, negli anni a venire, da altri autori horror. L'Accademia, i suoi colori forti, i contrasti disturbanti che ne animano corridoi e stanze sono stati ripresi di certo da American Horror Story: Hotel dove il Cortez appariva una trasposizione vagamente più moderna dell'Accademia, un luogo comunque stregato dalle connotazioni ambigue. La drammatica sequenza in cui Sarah annaspa nel filo spinato non può non ricordare una delle trappole più cruente di Saw - L'Enigmista (2004) di James Wan.
Poi c'è l'acqua, uno dei quattro elementi, che Argento connota in maniera assolutamente negativa contrapponendola al fuoco purificatore. Il temporale, la piscina e poi ancora la pioggia: ogni volta che l'acqua acquista importanza nella narrazione succede poi qualcosa di terribile. Gore Verbinski e tutte le sue declinazioni dell'acqua (The Ring ma soprattutto La Cura del Benessere) estendono questo concetto, questa forza ambigua, malvagia e disturbatrice che Argento attribuisce, attraverso immagini, all'acqua.
Tra pochi giorni uscirà nelle sale italiane il remake di Suspiria firmato da Luca Guadagnino: nell'attesa, vi consigliamo di recuperare l'originale. È un film che deve assolutamente essere visto!
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