Ahsoka, recensione: la magia è tornata in Star Wars

Ahsoka: come la serie di Dave Filoni, viaggiando sino all'altro lato della galassia, è riuscita a riportare la magia della visione di Lucas in Star Wars.

Autore: Manuel Enrico ,

Se Star Wars fosse una religione, allora la sua Trinità sarebbe Filoni, Ahsoka e Anakin. Non si può dire altro alla conclusione di Ahsoka, la serie ambientata nella galassia lontana lontana con protagonista la ex padawan di Anakin Skywalker. Attesa febbrilmente, specie dopo le deludenti prestazioni di personaggi cult del franchise come Obi-Wan Kenobi e Boba Fett, Ahsoka era destinata a essere uno spartiacque per l’andamento della saga, che dall’introduzione del Canon ha vissuto sorti alterne. La dimensione tradizionale, quella del grande schermo, ha riservato più delusioni che soddisfazioni, mentre la novità delle serie live action, battezzata da The Mandalorian, ancora sembra incapace di avere un equilibrio, passando da grandi proposte come Andor ad altre più deludenti.

In una così ricca scelta ovviamente non tutto può essere di alto profilo, eppure i fan di Star Wars costituiscono uno dei fandom più esigenti, specialmente quella fetta di appassionati che sono cresciuti con la Trilogia Originale (Una nuova speranza, L’impero colpisce ancora, Il ritorno dello jedi). Una comunità a cui appartiene fieramente anche Dave Filoni, padre creativo di Ahsoka e nume tutelare della sacralità di una saga che, affidata a nomi altisonanti ma poco ispirati, ha perso decisamente smalto. 

Ahsoka: questa è la serie che stavamo cercando

Il percorso seriale di Star Wars, esplosivo all’inizio con The Mandalorian, si è fatto man mano più complesso, incappando in produzioni poco apprezzate come The Book of Boba Fett e Obi-Wan Kenobi. Curiosamente, proprio le vecchie glorie del franchise mostravano la maggior fragilità sul piccolo schermo, portando anche parte del fandom più datato a sentire un fastidioso tremito nella forza.

LucasFilm
Ahsoka
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L’apparizione di Ahsoka nella seconda stagione di The Mandalorian aveva rappresentato una speranza, culminata con l’annuncio della serie che la avrebbe vista protagonista. E a dar ancora maggior forza a questo ritorno dell’amata togruta era la presenza di Filoni come narratore. Del nuovo corso della saga, inutile negarlo, si sono dimostrati degni di portare avanti le avventure nella galassia lontana lontana solo Filoni e Favreau. Nel caso di Filoni, tuttavia, emerge una felice sintonia tra il narratore seriale e l’appassionato di Star Wars, una sinergia che consente di creare una grammatica narrativa che diviene una crasi delle due diverse anime di Lucas.

Ripensando alla prima trilogia, è difficile non vedere un Lucas sognatore, affascinato tanto dall’avventura spaziale quanto dall’elemento magico, tipico del racconto fantastico. La Forza è una ‘magia’, i Jedi sono maghi guerrieri e il confine tra bene e male è netto. Lucas aveva trovato la sua dimensione narrativa, attingendo alle sue passioni, che spaziavano da Kurosawa a Leone. 

Un sognatore che poi si è scontrato con il mondo reale, affrontando traversie e maturando una visione meno positiva dell’universo, arrivando a partorire la Trilogia Prequel, in cui emergono tratti meschini e venefici, con la caduta dell’eroe e la fine di un mondo idilliaco. Da La Minaccia Fantasma sino a La Vendetta dei Sith, Lucas imbastisce un racconto meno fantastico e più socio-politico, in cui gli ideali sono spezzati in nome del potere.

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Ahsoka
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Filoni respira entrambe queste atmosfere, e lo aveva già dimostrato con Clone Wars, serie animata in cui fa esordire la sua amata togruta. Ahsoka nasce in una serie animata che racconta un periodo di guerra senza mostrare la vera bruttura della ferocia bellica, ne sfiora la superficie ma con la sufficiente intensità da creare un personaggio tutt’altro che scontato. Filoni ne è conscio, lavora ulteriormente su Ahsoka (da Rebels a Tales of the Jedi), costruendo sulla padawan di Skywalker uno dei pilastri del nuovo corso di Star Wars, creando una diade tra lei e Anakin.

Su queste premesse si fonda il telaio emotivo di Ahsoka. Banalmente si potrebbe sentenziare che Filoni abbia voluto togliersi lo sfizio di chiudere il cerchio di Rebels, di giocare ancora una volta con i personaggi che ama, ma punti salienti come il quinto episodio mostrano come Filoni abbia voluto trovare visioni intime dei personaggi che rispecchino la loro evoluzione, all'interno di una galassia in costante mutamento.

La serie di Disney Plus ha mostrato ben altro, ci ha offerto un ritorno alle origini emotive di Star Wars. Pur trovandoci nel periodo di rinascita della Repubblica, Filoni trova il modo di distaccarci da questo sentore sociale, toccandolo marginalmente in due episodi che risentono della visione socio-politica di Lucas nella Trilogia Prequel, preferendo concentrarsi sulla tradizione primigenia del franchise: avventura e magia.

E magia non significa dimenticare che esistano i midichlorian. Magia è il trovare il giusto tempo narrativo per costruire un immaginario fantastico che trasmetta il sense of wonder che da troppo tempo mancava alla saga, che sia nella tenerezza della carezza a un purgyl o nelle mefitiche magie delle Grandi Madri. Ahsoka rappresenta un ritorno all’essenza autentica di Star Wars, con la fascinazione del ruolo del giovane eroe e del suo maestro, ma mitigato da un gusto moderno della narrazione in cui i ruoli non sono monolitici ma sfaccettati.

Una gamma emotiva intensa e caleidoscopica, che anima il viaggio di Ahsoka, che pura animato dal volere impedire il ritorno di una grave minaccia per la Repubblica, si rivela al contempo un momento interiore per comprendere il suo posto e guarire ferite del passato. Il quarto episodio è fondamentale per capire quanto il lavoro di Filoni sia centrale nello sviluppo di Star Wars, una coraggiosa presa di posizione sulla sua stessa creazione, portando in live action una ragazzina che viene costretta a combattere, guidando in battaglia uomini che moriranno per i suoi ordini. 

Quello che in Clone Wars veniva sorvolato, dato il target di riferimento, in Ahsoka esplode in faccia allo spettatore, che vive il passato della jedi da una prospettiva adulta. E da questo viaggio interiore, Ahsoka emerge nuovamente come il personaggio più completo del nuovo corso del franchise, vivida e coerente in tutta la sua evoluzione.

Star Wars ha bisogno di Filoni

Dopo le delusioni dei precedenti esperimenti seriali, eccezion fatta per Andor, Ahsoka rappresentava non una nuova, bensì un’ultima speranza per molti appassionati della serie. Filoni raccoglie la sfida e la vince in modo totale, con una trama densa e ricca di spunti che meritano un’evoluzione futura, giocando con i punti saldi della saga e utilizzando con particolare attenzione gli easter egg per costruire un telaio narrativo funzionale e coinvolgente.

Un coinvolgimento emotivo giocato sul ritorno di volti amati dai fan, non come sterile citazioni, quanto come elementi fondanti del racconto. L’episodio centrale di Ahsoka, il più riuscito sotto questo aspetto, è un fulcro per l’intera saga, parla direttamente al cuore degli spettatori per mostrare loro l’essenza di Ahsoka e di colui che era il Prescelto. Filoni è conscio di cosa gli spettatori di Star Wars vogliano, ne condivide la passione e al contempo non dimentica di esser il narratore, una dicotomia che risolve scrivendo una storia che fa propri i dettami classici del primo Star Wars, quello del Lucas sognatore.

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Ahsoka
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Ritorna la magia, ritornano le atmosfere alla Kurosawa e un intero episodio sembra uscire direttamente da un western classico, con tanto di assalto al convoglio nella prateria. Calati all’interno dell’economia della serie, questi tratti salienti possono passare in secondo piano, ma è proprio questa loro completa, silente connessione che ricostruisce il senso di Star Wars. Ed è questa ricetta segreta che rende Ahsoka la migliore serie di Star Wars vista sinora.

Un primato certo non privo di difetti, con alcuni momenti che sembrano a tratti forzatamente comici, e un finale che lascia ugual spazio a speranze e timori. Così aperto che portano a sperare che l’annunciato film di Filoni non coinvolga anche la togruta, che meriterebbe invece di proseguire il suo viaggio per la galassia ancora per lungo tempo.

Commento

Voto di Cpop

95
Ahsoka rappresenta un ritorno all’essenza autentica di Star Wars, con la fascinazione del ruolo del giovane eroe e del suo maestro, ma mitigato da un gusto moderno della narrazione in cui i ruoli non sono monolitici ma sfaccettati. Calati all’interno dell’economia della serie, le tradizioni narrative della saga possono passare in secondo piano, ma è proprio questa loro completa, silente connessione che ricostruisce il senso di Star Wars. Ed è questa ricetta segreta che rende Ahsoka la migliore serie di Star Wars vista sinora.

Pro

  • Si respira pienamente lo spirito di Star Wars
  • Ahsoka si conferma il miglior personaggio del nuovo corso di Star Wars
  • Una serie preparatoria per futuri, interessanti sviluppi
  • Scena finale perfetta

Contro

  • Alcuni passaggi sono forzatamente comici
  • Finale sin troppo aperto
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