All American Nightmare - Rapimento in California, recensione: una docuserie Netflix true crime inaspettata

Autore: Nicholas Massa ,

L'enorme impatto che la realtà può avere sugli spettatori è innegabile, specialmente quando ci si ritrova a osservare una vicenda sui generis e difficile da etichettare completamente, in cui le dinamiche criminali si fondono con i limiti stessi del contesto sociale in cui ci si muove abitualmente. All American Nightmare: Rapimento in California, la nuova docuserie true crime disponibile su Netflix dal 17 gennaio 2024, riesce ad ammaliare e rapire proprio per questa ragione, presentando un fatto di cronaca nera americano, per poi impacchettarlo in modo tale da affascinare e tenere col fiato sospeso dall'inizio alla fine.

Non solo, nella voce di questo prodotto per il piccolo schermo si annidano anche una serie di ragionamenti di fondo che sfruttano la dimensione del reale per mettere a nudo alcune ipocrisie di un sistema in cui i limiti umani fanno da padrone. A essere sotto analisi, quindi, oltre allo specifico fatto realmente accaduto, centrale nello sviluppo narrativo in termini di presa sul pubblico, troviamo anche rimandi palesi e chiari verso riflessioni ulteriori, arricchendo inoltre quanto trattato fino ad ampliarne la portata critica.

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All American Nightmare: Rapimento in California, un incubo con cui nessuno vorrebbe mai fare i conti.

All American Nightmare: Rapimento in California si sviluppa partendo da un rapimento avvenuto nel cuore della notte in America nel 2015. Le due vittime coinvolte in quest'esperienza segnante e traumatizzante erano Denise Huskins e il suo fidanzato Aaron Quinn, una coppia normalissima della media borghesia locale. A sparire nel nulla è lei, spingendo Quinn a rivolgersi alle autorità per cercare di spiegare quanto avvenuto e, magari, dare il via a una caccia all'uomo per tentare di salvare la vita alla ragazza svanita nel nulla. Così, il 23 marzo 2015, Aaron si rivolge al 911 tentando di raccontare quanto avessero vissuto quella notte in casa loro.

Svegliatisi entrambi da un’improvvisa aggressione in camera da letto, la coppia si è trovata bloccata e costretta nelle mani di qualcuno che pare averli presi di mira, con l’unico obiettivo di rapire Denise e portarsela con sé. Mentre Aaron cerca di far chiarezza sulla situazione e su quello che ha vissuto, davanti agli occhi di una polizia incredula, improvvisamente Denise ritorna a casa dei genitori, due giorni dopo la sua scomparsa, mettendo ulteriormente in dubbio quanto sta accadendo. Le precedenti teorie su un ipotetico piano architettato dallo stesso Aaron, accusato senza troppi fronzoli dalle forze dell’ordine di essere il responsabile dell’accaduto, lasciano presto spazio a nuove supposizioni da parte della polizia che leggono nelle nuove dichiarazioni di Denise alcuni rimandi al celebre film Gone Girl - L’amore bugiardo, all’epoca fresco di uscita.

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Courtesy of Netflix.
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All American Nightmare: Rapimento in California, quindi, trasforma ben presto un caso di violenza casalinga in un vero e proprio gioco di maschere alimentato dalle letture degli stessi professionisti di settore coinvolti nella vicenda. Non soltanto il reale racconto di un’esperienza terrificante e traumatizzante, ma un interessante trattato documentaristico attraverso cui è possibile prendere in esame anche le risposte surreali di un sistema sociale e professionale che sembra voler a tutti i costi guardare dall’altra parte e cercare giustificazioni a qualcosa di profondamente nero.

All American Nightmare: Rapimento in California, tra realtà effettiva e immaginata

Nel terrore più cupo e inspiegabile di All American Nightmare: Rapimento in California si annidano e sviluppano due volti di una stessa vicenda di cronaca. Da una parte troviamo l’atto in sé, il rapimento, le dinamiche attraverso cui sembra essere avvenuto, e i tentativi di ricostruirne le ragioni da parte dei protagonisti direttamente coinvolti; dall’altra, invece, abbiamo la dimensione speculativa, curiosamente connessa con una pellicola cinematografica che, invece di distaccarsi, diventa essa stessa il materiale narrativo capace di plasmare la stessa veridicità di fondo.

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Non un'indagine come le altre, viste anche altrove, ma un vero e proprio processo alle intenzioni concentrato sulle vittime del rapimento, senza dubitare quasi mai del loro coinvolgimento diretto in quanto avvenuto. In All American Nightmare: Rapimento in California, non assistiamo al classico true crime in cui un'indagine ci spinge a relazionarci direttamente con alcune dinamiche della nostra realtà con cui nessuno vorrebbe mai fare i conti, ma a una ricerca della verità che si sviluppa da alcuni dubbi verso le stesse vittime coinvolte, ispirando letture che le vedrebbero come gli architetti di una lugubre e contorta farsa in cui nulla di quanto riportato potrebbe avere alcun senso logico.

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Nel raccontare gli eventi di questo rapimento, però, All American Nightmare: Rapimento in California metterà immediatamente a disposizione dei suoi spettatori alcuni mezzi con cui tentare di far chiarezza e ragionare sulla situazione. Fondamentali, infatti, risultano fin da subito sia le testimonianze dirette e i racconti di Denise ed Aaron, che le stesse immagini dei veri interrogatori fatti loro dalle forze dell’ordine implicate.

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Fra la realtà effettiva delle immagini e la possibile finzione di un dubbio proveniente dallo stesso racconto in atto, si muove una docuserie Netflix che, partendo dal rapimento di una persona, s’impegna a giocare continuamente con la stessa percezione degli eventi di coloro che stanno lasciandosi trasportare dal piccolo schermo. La verità e tutte le ipotesi in corso di visione spingono sicuramente a proseguire, complice una costruzione formale abbastanza incisiva nel suo insieme, capace di muoversi fra ciò che sembra e ciò che è.

Vale la pena guardare All American Nightmare: Rapimento in California?

Assolutamente sì, specialmente se si è appassionati di storie true crime e documentari in questo senso. Stiamo pur sempre parlando di una docuserie costruita ad hoc che si prefigge l'obiettivo di presentare e indagare, a modo suo, un fatto di cronaca americana realmente accaduto, capace di sconvolgere nel profondo ancora oggi. Andando oltre la storia in sé e il terrore personale che può derivare dall'assorbire la veridicità di una situazione come quella rappresentata, All American Nightmare: Rapimento in California si impegna anche a far parlare le stesse vittime e a raccontarsi in un susseguirsi di dettagli che illudono e tentano di esplicare qualcosa che ancora oggi potrebbe affascinare profondamente.

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Courtesy of Netflix.
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In tutto ciò troviamo pure una serie di critiche, più o meno dirette, al sistema in cui gli eventi raccontati prendono vita, forma e sostanza. I meccanismi d'indagine in gioco mettono in luce una serie di riflessioni altre che ampliano il punto di vista, ragionando anche sulle metodologie impiegate per far chiarezza, e sull'ingombrante voce di una stampa che ha saputo sempre e comunque plasmare l'opinione pubblica in merito a quanto accaduto a Denise Huskins ed Aaron Quinn, una coppia di giovani che ha visto la propria vita e aggressione messa continuamente in dubbio fin dal primissimo momento.

Commento

cpop.it

70

All American Nightmare: Rapimento in California si sviluppa da un vero e proprio incubo, segnalato immediatamente nel suo titolo. Partendo da un fatto realmente accaduto di cronaca nera americana, questa docuserie true crime su Netflix racconta la battaglia vissuta da una coppia che, dopo esser stata vittima di un brutale rapimento, si è ritrovata a doversi giustificare con la stampa e le forze dell'ordine. Non soltanto una presa diretta della loro realtà personale quindi, ma un interessante studio del contesto sociale in cui tutto avviene.

Pro

  • Il modo in cui gli eventi vengono ricostruiti e riportati in fase di documentario (montaggio, ricostruzione e ausilio di immagini reali).
  • L'analisi a più ampio raggio e la critica nei confronti delle metodologie d'indagine e le accuse alla coppia.

Contro

  • Alcune dinamiche vengono affrontate abbastanza frettolosamente.
  • Non avrebbe guastato anche un approfondimento verso i lati più negativi della vicenda (media, polizia e rapitore).
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