Animali fantastici - I segreti di Silente, la recensione: Mads Mikkelsen e Steve Kloves ci mettono una toppa

La sostituzione di Johnny Depp con Mads Mikkelsen e il ritorno dello sceneggiatore storico Steve Kloves fanno bene al terzo capitolo di Animali Fantastici, che riesce a eliminare le scorie del secondo film. La recensione.

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Autore: Elisa Giudici ,

Warner Bros è riuscita in qualche modo a mettere una toppa su uno dei suo franchise più imponenti e remunerativi. Il secondo film della saga Animali fantastici era stato così deludente (e ricco di scandali collegati) da far crollare a picco l’appeal delle avventure di Newt Scamander e degli errori di gioventù di Silente.

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I segreti di Silente inverte la rotta: è un buon film di riparazione e compromesso, che azzecca due nomi cruciali per far uscire la storia dal pantano. Un risultato non entusiasmante ma comunque importante, su cui solo qualche mese fa sarebbe stato difficile scommettere.

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Mads Mikkelsen è un ottimo Grindelwald

Ad attrarre l’attenzione sarà ovviamente la splendida interpretazione di Mads Mikkelsen, succeduto a Johnny Deep nei panni del cattivo Gellert Grindelwald quando il collega è finito in tribunale con l’accusa di aver picchiato la ex moglie. Chi conosce bene la carriera dell’attore danese nutriva pochi dubbi sulla sua capacità di reggere il confronto con la star hollywoodiana. Sia per aspetto, sia per accento, sia per carisma, Mikkelsen è un attore di grandissima qualità, tra l’altro specializzato in tutte le sfumature antagonistiche, almeno a Hollywood. Dopo aver interpretato Hannibal nella strepitosa serie di Bryan Fuller, dopo aver incarnato uno dei cattivi bondiani più magnetici e sadici di sempre torturando lo 007 di Daniel Craig in una scena memorabile, agitare la bacchetta da mago e minacciare la stabilità del regno magico e babbano gli sarà sembrata una passeggiata.

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Non solo. Hollywood ha deciso da tempo che Mikkelsen è un cattivo perfetto, imprigionandolo in una tipologia ben specifica di ruoli che non fa giustizia alla sua poliedricità, esaltata invece dal cinema danese, che ne ha fatto un oracolo, una musa, un feticcio. Quello che sembrano invece aver capito solo di recente a Hollywood (sempre grazie a Bryan Fuller) è quanto l’interprete sia a suo agio anche in ruoli dalla sessualità fluida e queer.

La storia d’amore di Silente dà profondità emozionale al film

Probabilmente l’insistenza che Animali Fantastici 3 ha sull’amore adolescenziale tra Albus e Gellert è frutto di un accurato calcolo del reparto pubbliche relazioni, impegnato a sistemare l’ombra non proprio felice che le dichiarazioni di J. K. Rowling hanno gettato sull’intero franchise. Resta il fatto che Jude Law - un fantastico Silente, il miglior interprete del franchise - è anche lui molto a suo agio in questo tipo di narrazioni queer, che strizzano l’occhio anche al fanservice (vedi gli Sherlock Holmes con Robert Downey Jr.).

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La chimica che sprigionano Law e Mikkelsen attraverso quel poco di contatto visivo e fisico che il film fornisce loro regala una profondità emotiva adulta ed emozionale che nessuna della altre coppie presentate dal franchise aveva finora dato. Il cuore della storia (è proprio il caso di dirlo) è sempre più il rapporto tra Silente e Grindelwald, con una acuta nota malinconica che ricorda i passaggi più oscuri degli ultimi capitoli di Harry Potter.

Si sarebbe forse potuto osare di più, forse lo si farà in futuro. D’altronde questo è un titolo delicato e riparatore, in cui bisogna riguadagnare la fiducia del pubblico e fare ammenda.

Steve Kloves ha salvato il franchise di Animali fantastici

Se Mads Mikkelsen è l’eroe del giorno, il vero salvatore della patria magica è probabilmente Steve Kloves, storico sceneggiatore e produttore della saga di Harry Potter. Uno dei problemi più evidenti dei primi due titoli del franchise era stata infatti la cattiva gestione della storia, con una sceneggiatura confusa, sbilanciata, scritta con poca consapevolezza di quali possano essere le esigenze cinematografiche di questo genere di storie.

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J. K. Rowling da sola ha faticato e molto a esprimere le sue potenzialità come sceneggiatrice. Qui invece è affiancata da Kloves, che è davvero una vecchia volpe. La sceneggiatura prende per mano il pubblico, recuperando il senso di meraviglia e giocosità del mondo animale fantastico che tanto era piaciuto nel primo film, risistemando gli equilibri tra personaggi e fornendo qua e là odiosi ma inevitabili “riassuntini” per preparare il pubblico al cambio di tono, per poter mettere una pezza sul secondo capitolo e cominciare a fare sul serio.

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Non tutto funziona alla perfezione, anzi. Specie sul finale alcuni passaggi sono un po’ forzati, alcune azioni dei cattivi non proprio coerenti, spuntano regole e leggende del mondo magico mai sentite prima. Va bene così: non si può rimediare ex post a tutto quanto di sbagliato fatto in precedenza. I segreti di Silente funziona come una sorta di riordino di quanto visto, di seconda partenza, di ammenda. Toglie dal centro della scena Scamander e Credence, puntando sui due formidabili amanti e avversari che ha a disposizione.

Puoi leggere anche la recensione del primo e del secondo capitolo di Animali fantastici.

Commento

Voto di Cpop

67
Come film riparatore funziona bene: rimette la saga sulla buona strada, punta sui personaggi giusti e dà speranza per il futuro. Deve davvero mettere tante toppe e risulta un po’ incoerente qua e là.

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