Gli spiriti dell’isola è il film definitivo sull’amicizia: la recensione

Autore: Elisa Giudici ,

Quante volte vi capita di vedere i primi dieci minuti di un film e non avere la minima idea di cosa succederà nel resto della pellicola? Pochissime, perché viviamo in un’epoca in cui i film tendono a somigliarsi un po’ tutti. È già piuttosto difficile trovare un film basato su una sceneggiatura originale, ovvero scritta appositamente per il film, senza prendere ispirazione da storie vere, fatti di cronaca, libri o videogiochi.

Ancor più raro è vedere film autenticamente originali come Gli spiriti dell’isola, che non traggono ispirazione né fanno riferimento ad altre storie che li hanno preceduti, fino a sembrare appartenere a un genere tutto loro. Se proprio dovessi accostare il film a qualcosa che gli somiglia, citerei Fargo e altre commedie nere dei fratelli Coen. Martin McDonagh qui sceglie dei toni caustici e un’ironia irriverente per mascherare le svolte e i temi drammatici del suo film

La trama di Gli spiriti dell’isola

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Gli spiriti dell’isola è ambientato nel 1923, su una remota isoletta al largo dell’Irlanda. Il protagonista del film interpretato da Colin Farrel è Pádraic, un uomo dall’animo buono, forse un po’ ingenuo, con un grande rapporto con gli animali e un’amicizia profonda con il vicino Colm. Interpretato da Brendan Gleeson, Colm è un profondo conoscitore della musica, violinista e aspirante compositore di fama.

Il tranquillo equilibrio del villaggio viene improvvisamente rotto quando Colm decide di punto in bianco di non essere più solidale con Pádraic, ponendo fine alla loro lunga amicizia. Il protagonista non riesce a capacitarsi del cambiamento: Colm stesso ammette che non ha subito nessun torto né ha nessun motivo per avercela con lui. Semplicemente non vuole più avere a che fare con Pádraic, preferendo dedicarsi completamente alla musica.

Dato che Pádraic non riesce a rassegnarsi, Colm lo minaccia: ogni volta che l'ex amico rivolgerà ancora la parola, lui si taglierà un dito. Dita essenziali per suonare il violino, la sua stessa ragione di vita. Pádraic scoprirà che la fine della brusca amicizia, che non ha causato in alcun modo, cambierà radicalmente la percezione di tutti gli altri della sua persona e del suo valore.

Gli spiriti dell’isola è una commedia perfetta

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È davvero un peccato che Martin McDonagh non sia un nome che faccia suonare un campanello nella mente delle persone. Infatti pur avendo conquistato il successo critico con Tre manifesti a Ebbing, Missouri, McDonagh non è così conosciuto e amato dal pubblico.

Un fatto tanto inspiegabile come quello che apre il suo ultimo film, che si rivela in ultima analisi un acutissimo trattato su cosa sia l’amicizia per le persone e come, attraverso rapporti di lungo corso, ciascuno di lui percepisca la propria identità e si presenti agli altri.

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La fine dell’amicizia tra Colm e Pádraic infatti permette al film non solo di creare grande tensione (Colm si taglierà davvero le dita? Pádraic saprà trattenersi dal parlargli?) ma di scavare dentro a entrambi i personaggi, mandati in crisi dalla fine del rapporto reciproco. McDonagh sottopone i due a una vera e propria indagine psicologica, riuscendo pian piano a farci vedere tutte le loro piccolezze, illusioni e mancanze. La crisi tra Pádraic e Colm si rivela di difficile risoluzione perché mette a rischio gli stessi assunti su cui hanno costruito la propria percezione di sé.

Al contempo personaggi apparentemente sciocchi o senza nulla da dire, come per esempio lo “scemo del villaggio” Dominic (interpretato da un Barry Keoghan incredibile) o la sorella votata al sacrificio di Pádraic, rivelano un’individualità e un’umanità profonda e insospettabile.

Una scrittura grandiosa e delle interpretazioni davvero fenomenali hanno portato Gli spiriti dell’isola ad essere tra i vincitori dei Golden Globes 2023, tra i titoli più nominati ai BAFTA 2023 e lo ritroveremo molto probabilmente tra quelli nominati agli Oscar. Riconoscimenti che questo film merita, perché è eccellente sotto ogni punto di vista: dalla regia alla fotografia, passando per le musiche, tutto è semplicemente perfetto. La sceneggiatura però è un gradino superiore a tutto il resto, confermando Martin McDonagh come uno dei migliori scrittori per il cinema viventi.

L’immagine di copertina di questo articolo è presa da Gli spiriti dell'isola di Searchlight.

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Commento

cpop.it

94

Gli spiriti dell’isola rischia di essere la migliore commedia che vedremo nell’anno: un grande racconto, spietato e veritiero, di come ci trasforma, in meglio e in peggio, trovare o perdere un amico. Imperdibile.

Pro

  • La storia è davvero imprevedibile e coinvolge lo spettatore
  • Gli attori sono fenomenali
  • La regia e la fotografia stupiscono per potenza visiva

Contro

  • Risulterà difficile da vedere per quanti amano essere rassicurati
  • Il doppiaggio smorza un po’ la potenza dei dialoghi
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