Il Magico Mondo di Harold, recensione: un inno spassionato all’immaginazione

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Autore: Nicholas Massa ,

La fantasia, solitamente, nasce dal barlume più imprevisto e semplice che si possa immaginare, sregolata e a briglie sciolte, in perfetta contrapposizione col raziocinio tipico del mondo adulto. Il confronto con la maggiore età, in questo caso, avviene praticamente in modo naturale, anche perché crescere, il più delle volte, significa mettere da parte la spigliatezza fantasiosa prima menzionata, a favore di tutte quelle responsabilità e regole che, inevitabilmente, prendono il sopravvento con l’indipendenza personale ed economica. Il Magico Mondo di Harold, come tantissime altre storie dello stesso stampo, parte proprio da una contrapposizione del genere e ne ricava un racconto per immagini totalmente slegato da qualsivoglia logica, in cui l’unica vera costante risulta essere la creatività più infantile che si possa immaginare.

Diretto da Carlos Saldanha e tratto dal libro del 1955 Harold e la matita viola, realizzato da Crockett Johnson, il lungometraggio in questione è disponibile nei cinema italiani dal 12 settembre 2024. Nell'immaginazione più spigliata di un lavoro che si nutre originariamente di alcune illustrazioni iconiche, Il Magico Mondo di Harold tenta di ricavarne un’opera altra, qualcosa con delle basi solide e riconoscibili, per poi spingersi oltre la stessa carta stampata, in un'esperienza che va al di là di ciò che si conosce. Ne risulta un viaggio folle, a tratti divertente, incentrato su riflessioni quali la ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo, la voglia di emergere in un contesto concentrato sul capitalizzare ogni cosa, e il dolore nel combattere per i propri sogni.

Il Magico Mondo di Harold: tra mondo reale e fantasia più spigliata

Il Magico Mondo di Harold prende forma presentando al pubblico in sala proprio le origini del suo protagonista sulla carta stampata. Essendo nato nel proprio libro, Harold (Zachary Levi) è un piccolo bambino con il potere di creare e dare vita a qualsiasi cosa gli passi per la testa grazie al suo pastello viola e a una fame d’immaginazione invidiabile. Col tempo e una conseguente e progressiva crescita, il nostro comincia a crearsi un vero e proprio mondo intorno a sé, fatto di oggetti, cibi deliziosi e, soprattutto, di due inseparabili amici: Renna (Lil Rel Howery) e Porcospino (Tanya Reynolds). Insieme a loro vive alcune delle sue avventure più memorabili, all’insegna della pura creatività.

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Tutto cambia quando Harold scopre che il narratore del libro, il suo creatore, detto anche "mio vecchio", vive altrove, da un’altra parte lontana dalle pagine della sua esistenza, nel cosiddetto "mondo reale". Il pensiero di un altro luogo e di un distacco del genere spingerà il protagonista de Il Magico Mondo di Harold a decidere di abbandonare il libro che gli ha dato i natali, muovendo i suoi primi passi nella nostra realtà. L’impatto con la questa non sarà, ovviamente, dei più semplici, come anche il confronto con il cinismo razionale di un contesto praticamente opposto a quello cui lo stesso Harold è abituato da sempre, in un viaggio che oscilla continuamente fra infanzia ed età adulta.

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I limiti di un mondo che conosciamo bene

L’idea alla base de Il Magico Mondo di Harold è interessante, seppur non inedita nel cinema. Un personaggio di fantasia che, inspiegabilmente, riesce a uscire dalla propria dimensione fittizia approdando nella realtà di tutti noi. In questo caso, l’atto intellettuale dietro la "fuga" di Harold si connette con la sua genuina e ingenua curiosità nei confronti delle proprie origini, mettendo sul tavolo riflessioni enormi, snocciolate a poco a poco con una semplicità coerente con lo spirito dell’opera cinematografica in questione: la crisi d'identità, il senso dell’esistenza e la ricerca di quelle origini che potrebbero fornire tutte le risposte in questo senso.

Sony Pictures.
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Di base, Il Magico Mondo di Harold è una storia esistenziale in cui un personaggio di fantasia cerca di comprendere il senso dietro l’atto creativo che gli ha dato vita e forma. Una vera e propria ricerca gestazionale proiettata in una narrazione mirata principalmente a un pubblico di bambini e famiglie. Un target di questo tipo necessita ovviamente di una leggerezza che qui diventa quasi ingombrante in certi frangenti, inficiando anche le trovate più interessanti di una narrazione che si perde a poco a poco in se stessa e nelle proprie possibilità creative. Questo si evince dalla casualità, anche forzata, con cui avvengono alcuni dei momenti chiave del film, introducendo gli altri protagonisti della storia e il loro rapporto con Harold e compagni, ad esempio.

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L’intento narrativo è più chiaro che mai, anche se Il Magico Mondo di Harold cerca di sorprendere con un ritmo sempre eccitato ed eccessivo, mirato ovviamente al pubblico più piccolo, senza arrivare mai al nocciolo delle proprie idee, che spesso restano in superficie. Questo accade quando tenta di ragionare sul tema della morte e del dolore che il lutto potrebbe causare, oppure quando ci presenta l’antagonista principale, estremamente semplice e mai veramente incisivo fino in fondo, quasi dimenticabile per certi versi.

Sony Pictures.
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Dal punto di vista dell’esecuzione, invece, non c’è molto da dire. La costruzione formale de Il Magico Mondo di Harold funziona e convince in termini di effetti speciali e trovate creative, concretizzandosi proprio nella creatività pura che il film si impegna a difendere dall’inizio alla fine. Pure le performance del cast risultano convincenti, portando sul grande schermo la storia di un viaggio molto leggero nel suo insieme, ispirato da riflessioni importanti ma comunque fin troppo superficiali in alcuni aspetti. Il divertimento in sala per i più piccoli è sicuramente assicurato, trovando una giustificazione per alcune sue leggerezze proprio nel linguaggio alla base del film e nel suo indirizzo in termini di pubblico.

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Commento

cpop.it

65

Il Magico Mondo di Harold è sia un film molto semplice, che interessante e dotato di alcune trovate creative e riflessioni affascinanti. Partendo dall'inaspettato viaggio di un personaggio di fantasia nel mondo reale, la pellicola di Carlos Saldanha tenta di approfondirne le ragioni intellettuali con alcune dinamiche esistenziali, che purtroppo si perdono nella leggerezza di fondo, a tratti fin troppo casuale e ingombrante.

Pro

  • Alcune riflessioni di fondo.
  • L'utilizzo degli effetti speciali.
  • Il lavoro del cast.

Contro

  • La leggerezza generale tende a semplificare troppo alcune trovate.
  • L'antagonista principale dimenticabile.
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