Non è per niente facile riprodurre l’epica immortale di J.R.R. Tolkien sul grande schermo, rispettandone i canoni intangibili ma chiari, per trarne qualcosa magari pure di inedito (ne sa qualcosa la serie tv de Gli Anelli del Potere che, fra cambiamenti e licenze poetiche, si è attirata ogni tipo di attenzione da parte degli appassionati). Eppure Il Signore degli Anelli - La Guerra dei Rohirrim impegna tutte le sue forze e maestranze e non si tira indietro davanti a una sfida titanica del genere, davanti all’idea di un racconto per immagini che si connetta col mondo del celebre scrittore, per trarne nuova linfa vitale pure in termini di creatività.
Disponibile al cinema dal 1 gennaio 2025, Il Signore degli Anelli - La Guerra dei Rohirrim si avvale dell’animazione e della regia di Kenji Kamiyama per realizzare qualcosa che al tempo stesso rimanda e si distacca dalle storie che in precedenza hanno tentato di trasporre al cinema quanto compiuto su carta dallo stesso Tolkien. Non è la prima volta che l’ambito dell’animazione s’incontra con il mondo de Il Signore degli Anelli (ricordiamo tutti la celeberrima trasposizione realizzata da Ralph Bakshi), eppure la curiosità permane comunque, risospinta da quell’amore che mai potrà abbandonare le rive, i boschi e gli anfratti tutti della Terra di Mezzo.
Una storia sia semplice che sentita
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim riporta gli spettatori nelle terre selvagge di Arda, esplorando un capitolo epico e poco conosciuto della storia di Rohan. Ambientato 183 anni prima degli eventi della trilogia che tutti conoscono, il film segue le gesta di Helm Hammerhand (Helm Mandimartello), il leggendario re di Rohan, e della sua casata, travolti da un conflitto spietato e inaspettato.
Wulf, un astuto signore del Dunlending mosso da un'inestinguibile sete di vendetta per la morte di suo padre, lancia un attacco devastante contro il regno, spingendolo al limite. La minaccia incombente costringe Helm e il suo popolo a rifugiarsi nella poderosa fortezza di Hornburg, destinata a diventare nota come il Fosso di Helm, teatro di una delle resistenze più celebri della mitologia tolkieniana.
Con il regno sull'orlo del collasso e la guerra che si avvicina alla sua fase più brutale, la giovane Héra, figlia di Helm, si trova a dover sfidare il proprio destino. In un mondo dominato da antichi rancori e alleanze instabili, Héra si spinge a emergere come guida e guerriera, portando sulle sue spalle il peso della sopravvivenza del suo popolo. Tra strategia e coraggio disperato, La Guerra dei Rohirrim si prefigge l’obiettivo di raccontare una storia di sacrificio e resistenza, tentando di arricchire il vasto universo creato da J.R.R. Tolkien con nuove sfumature di eroismo e tragedia.
Nuovo e vecchio
Ritrovare alcuni elementi cinematografici de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson (coinvolto nel dietro le quinte del progetto) fa sicuramente uno strano effetto, specialmente se di pari passo ai rimandi a quella storica e iconica trilogia ci si interfaccia con qualcosa di inedito, ma allo stesso tempo familiare nel suo porsi al pubblico in sala.
Nuovo e vecchio, quindi, danzano sfiorandosi in un intreccio narrativo sia estremamente classico che interessante. La storia al centro de Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim non si prende troppe libertà nei suoi primi passi, coinvolgendo il pubblico in una tragedia che sa pure di shakespeariano in alcune sfumature, e che convince con gradualità.
È bene tenere a mente quest’ultima parola quando ci si interfaccia con Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim, e con la sua verve “scolastica”, specialmente nella prima parte, piuttosto prevedibile in termini di scrittura generale e caratterizzazione. Il progredire degli eventi, però, e fortunatamente, cambia le carte in tavola in favore di una storia che sa catturare e affascinare, riportando in un mondo che continua a funzionare e rapire in tanti modi diversi.
A risplendere, oltre alla caratterizzazione dei personaggi piuttosto semplice e intuibile in alcune sue sfumature, è proprio la potenza indiscussa della stessa Terra di Mezzo che ancora una volta avvolge e accompagna, scuotendo la fantasia oltre i fatti trasposti dalla narrazione principale. In ciò, però, troviamo anche il connubio artistico di un progetto che incuriosisce e singhiozza.
La fascinazione verso Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim è stata inizialmente ispirata e destata proprio dalla scelta di avvalersi dell’animazione che, a modo suo, funziona, senza però segnare nel profondo in termini di resa generale. In questo senso alcuni momenti restano sicuramente impressi, graffiati dalla stessa epica di un racconto che, una volta avviato, non si ferma più. La scelta di fondere vezzi tradizionali con pennellate più moderne colpisce subito ma non riesce a dissuadere sul lungo corso, alternando momenti interessanti a incertezze.
Se dalle immagini è possibile trarre una visione delle cose che funziona pur con qualche riserva, è nella scrittura generale (specialmente di alcuni dialoghi) e nella colonna sonora che Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim riesce a rapire del tutto, facendo affezionare a ciò che non si conosce e persino ricordando quanto si è visto in passato nello stesso universo. In tutto ciò si inserisce la brutale e amarissima violenza di alcuni sviluppi strettamente connessi alla crudeltà della guerra, che in questo caso diventa specchio personale e intimo di alcuni fra i personaggi principali della vicenda trattata.
Ma Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim è anche lascito e ricordo, storia e cultura di un mondo che pare avere ancora moltissimo da dare e da dire agli appassionati. Sono i tamburi di guerra a restare più impressi, la crudeltà delle lame al gelo e il valore di alcuni che si sono elevati a eroi nel tentare di fare la cosa giusta inseguendo i propri ideali. Così, nel freddo lacerante e siderale di uno scontro apparentemente immotivato, si muovono i moti interiori di questi protagonisti, trascinati dai propri umori e spinti a impugnare le armi per difendere o distruggere tutto ciò a cui tengono di più.
Commento
Voto di Cpop
70Pro
- La storia di Helm Mandimartello e di sua figlia Héra offre un intreccio emotivo e drammatico, arricchendo la mitologia di Tolkien con nuovi spunti eroici e tragici.
- La musica avvolgente e l’ambientazione evocativa immergono lo spettatore nella Terra di Mezzo, amplificando la tensione e il pathos delle battaglie e dei momenti più intensi.
Contro
- I personaggi, sebbene funzionali alla narrazione, risultano a volte prevedibili e privi di complessità, limitando il coinvolgimento emotivo in alcune sequenze chiave.
- Pur essendo visivamente affascinante, l’animazione alterna momenti di grande impatto a passaggi meno curati, riducendo l’efficacia complessiva della resa estetica.
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!