J-POP Manga arricchisce il suo catalogo seinen con La Luna e l’Acciaio di Daruma Matsuura, titolo orgogliosamente annunciato a dicembre 2023, disponibile da gennaio 2024. Una perla che regala una serie intrisa di mistero, azione, leggende giapponesi e sentimentalismo. Catapultato nel Giappone di metà 1800, in un’era in cui l’onore dei samurai non può essere mai messo in discussione, il lettore osserva il “maledetto” Konosuke Ryudo assistere inerme al suo disonorevole destino.
Intitolato in lingua originale Taiyō to Tsuki no Hagane (Steel of the Celestial Shadows), La Luna e l'Acciaio è stato serializzato sulla rivista di manga seinen Big Comic Superior di Shogakukan, a partire da giugno 2020. L’opera di Matsuura Daruma (già autrice dello psycological-horror Kasane) conta all’attivo 7 volumi in Giappone, disponibili in pre-order anche in Italia al prezzo di €6,90.
Secondo l’autrice la storia dell’intera opera abbraccerà un lasso di tempo più o meno ampio: a partire dall’era Tenpo (dicembre 1830 – dicembre 1844), sino al periodo che decretò la fine del sistema feudale e dei samurai, il Bakumatsu (sotto lo shogunato Tokugawa, breve periodo che intercorre tra il 1853 e il 1867: con il Bakumatsu il Giappone diede inizio all’Epoca Meiji, che sancì l'epilogo dell'Era della spada e la nascita dell'Era moderna, un'Era in cui non c'era più "spazio" per guerrieri samurai).
La Luna e l'Acciaio: Konosuke il maledetto
Il primo volume non funge solo da mera introduzione alla trama e ai protagonisti, bensì tende a focalizzarsi sulle emozioni di questi ultimi, lasciando il lettore ad assistere ad una graduale, ma minuziosa, caratterizzazione dei personaggi. Dimenticatevi di fieri samurai tutti d’un pezzo dalle fulgide spade, tipici di shonen e seinen come Kenshin: Samurai Vagabondo (di Nobuhiro Watsuki), Lone Wolf and Cub (di Kazuo Koike e Gōseki Kojimao), o Vagabond (di Takehiko Inoue), e preparatevi a calarvi nella paradossale avventura di un samurai dalla katana di legno.
Immersi in un’ambientazione rievocativa dell’Era Tenpo (a cavallo tra 1830-1846), veniamo catapultati nella pietosa vita di Konosuke Ryudo, uomo in bancarotta che conduce un’esistenza misera e insignificante. L’aspetto di Konosuke è bizzarro: malgrado si definisca un fiero samurai, non porta il cranio rasato, ed esibisce costantemente una barba piuttosto incolta. Ogni giorno si reca a quello che sembra a tutti gli effetti un primordiale “collocamento”, nella speranza di vedersi affidare qualche incarico che gli consenta di sopravvivere un giorno in più.
Tuttavia, chi si occupa di gestire la distribuzione degli impieghi non è intenzionato a fornirgliene uno, a causa della peculiarità di Konosuke: l’uomo, infatti, non “può” maneggiare armi di metallo, di conseguenza non è in grado di brandire una vera spada. L’arma che Konosuke esibisce alla cintura è, di fatto, una katana in legno. Ciononostante, mentre gli estranei sono convinti che l’uomo sia un codardo terrorizzato da spade e armi contundenti, la verità è più complessa: su Konosuke incombe una terribile maledizione che non gli permette di avvicinarsi ad oggetti in acciaio, in quanto, a contatto con l’uomo, qualsiasi strumento in metallo si deforma, si contorce, si spezza.
Arresosi alla consapevolezza di essere un ignobile scherzo della natura, sull’orlo della disperazione, Konosuke decide di voler morire con dignità: aberrando un disonorevole suicidio, ripete a sé stesso le parole del defunto padre:
se sarà sotto i colpi di una spada, posso morire come si conviene a un samurai.
L’occasione gli viene fornita presto, quando, imbattutosi in un gruppo di teste calde armate, decide di provocarle, tentando di farsi ferire a morte da una lama e farla finita.
Dopo un tragicomico scontro, l’uomo cade nel fiume, ma non tenta di risalire. Al contrario, lascia che il peso dell’acqua lo sovrasti e l’abisso lo attiri a sé. Mentre i suoi pensieri e ricordi fluiscono e la luce del sole si affievolisce, sembra quasi trovare la pace tra le braccia dell’inevitabile morte, quando ad un tratto una misteriosa donna dal viso etereo lo trae in salvo.
Tsuki, la sua salvatrice dai grandi occhi di selenite, vuole inspiegabilmente sposarlo a tutti i costi, e Konosuke, sebbene afflitto da decine di dubbi e perplessità, accetta con arrendevolezza la sua proposta, consapevole che la dote della donna lo salverà dalla strada.
Tuttavia, malgrado l'incantevole donna si comporti come un’amorevole moglie, occupandosi della casa con costanza e una certa premura, Konosuke non potrà fare a meno di chiedersi “perché” abbia scelto proprio lui: lei, una donna giovane, bellissima, dalla pelle candida e quasi diafana, che ha deliberatamente scelto di sposare un samurai senza onore, senza soldi, senza futuro.
I tormenti interiori di Konosuke, oltre a fare da sfondo all’intera vicenda, lo spingono a rigettare Tsuki, ma la giovane non si arrende, sfoggiando sorrisi sinceri lì dove Konosuke le risponde con un viso imbronciato e parole di fiele.
Ma il nostro samurai, dopotutto, ha un cuore d’oro. È consapevole che Tsuki non si meriti di essere trattata con tanta ostilità, sicché finisce con l’accontentarla, accompagnandola a far visita al santuario Kanda Myojin. Ed è qui, proprio in questo luogo di culto, che il rapporto tra i due subirà un notevole sviluppo: durante una colluttazione tra un samurai ed un bambino, Tsuki si para dinanzi al ragazzino, rischiando di essere uccisa, proprio come un tempo era accaduto alla madre di Konosuke.
In quel momento, la fiamma un tempo sopita che anima il senso di giustizia di Konosuke, unito all’affetto dell’uomo per Tsuki, divampa, permettendogli di salvare, per la prima volta nella sua vita, qualcuno. L’evento, di per sé ridicolo, ai limiti del paradossale, che vede la spada del samurai spezzarsi alla presenza del nostro eroe, agisce da episodio chiave dell’intera vicenda: la Luna e l’Acciaio s’incontrano, aprendo entrambi i loro cuori all’amore, in una delle tavole più delicate e, al tempo stesso, intense dell’intero volume.
Un momento semplice, di una tenerezza e profondità disarmanti, in cui gli sguardi dei due individui s’incroceranno, e nel silenzio più assordante alfine l’animo irrequieto di Konosuke troverà la pace. Una scena che commuoverà anche i lettori più cinici.
La triste e disonorevole vita di Konosuke, da qui in poi, cambia, subendo una metamorfosi del tutto inaspettata. Tsuki lo ha salvato, non solo da morte certa, ma gli ha donato nuova vita, nuovi obiettivi, nuova speranza.
Una speranza che verrà, però, messa alla prova qualche giorno dopo, quando un onmyoji (uno specialista in magia e divinazione, si riteneva potessero controllare ed evocare gli spiriti), sotto le note del sutra dei cinque Budda, si parerà dinanzi alla loro casa, in piedi su un campo di fiori appassiti.
La Luna e l’Acciaio: non la classica storia di samurai
Descrivere le nostre emozioni e sensazioni nel leggere quest’opera non sarà semplice: d’altronde, come descrivereste il calore nel petto che gradualmente nasce e si dipana mentre si è intenti ad osservare qualcosa potente a tal punto da farvi commuovere?
Spiazzante, profondo, delicato, toccante, a tratti spassoso, un primo volume che riesce ad emozionare e far sorridere il lettore, che gradualmente si troverà coinvolto nella storia, un tutt’uno con la trama.
Poiché, malgrado l'intero racconto ci colpisca per le tematiche e il tono severo, a tratti austero, la narrazione è contornata di eventi bizzarri e tragicomici, buffi, che allentano la tensione: le vicende che attanagliano il povero Konosuke, vittima di un destino avverso, perdono quella loro patina di severità quando entra in gioco la sua “maledizione” in grado di tirarlo fuori dai guai e, addirittura, salvargli più volte la vita. Benché Matsuura non sia una novellina e Kasane (altro titolo della medesima autrice edito da J-Pop) rientri tra i migliori seinen degli ultimi anni, La Luna e l’Acciaio incorpora quell’intreccio tra “fantasy”, commedia e leggenda nipponica che non guasta mai, in grado di accontentare un pubblico sempre maggiore.
Lo stile di Matsuura, inoltre, ruota tutto attorno all’intensità: i personaggi dannatamente espressivi, dagli occhi grandi e particolareggiati, ci fanno intuire quanto il mangaka abbia a cuore l’incisività e l'emotività dei propri protagonisti. L’autrice riesce senza alcuno sforzo, e senza inutili e superflui orpelli scenografici, a trasmettere i sentimenti dei suoi personaggi, focalizzando l’attenzione sulle loro emozioni, sul gioco di sguardi, sulla dinamicità delle azioni: pertanto, i balloons sono ben dosati, poiché i panels sono già di per sé alquanto esplicativi. E forse è anche per questo motivo che alcune tavole nascondono una potenza espressiva inimmaginabile, con protagonisti quasi sempre in movimento, mai colti in pose del tutto statiche: Matsuura si dedica alla dinamicità dei corpi, donando un senso quasi "cinematografico" alle sue tavole.
La luna e l'acciaio (Vol. 1)
Questa storia è ambientata in era Tenpo (1830-1844). Konosuke Ryudo è un samurai di basso rango senza alcuna prospettiva per il futuro. I suoi genitori speravano che diventasse un nobile guerriero ma, a causa di una misteriosa maledizione, per lui è impossibile impugnare qualsiasi tipo di spada...In poche e semplici parole, al lettore sembrerà di star osservando la sceneggiatura di un film, sottoforma di immagini. Ogni capitolo della storia, poi, viene preceduto da splendide illustrazioni a colori, di stampo più realistico, che suggeriscono al lettore anche un’idea dei volti reali dei protagonisti: lei, Tsuki, Luna in giapponese, lui Konosuke, due esseri umani agli antipodi, due anime legate dal sottile filo rosso del destino.
Il tutto crea un profondo contrasto tra tavole realistiche e panel del manga: il tratto di Matsuura è leggero, un pelino spigoloso, ma delicato, armonioso, e muta in base alle caratteristiche dei personaggi. Mentre i fondali sono resi con cura e realismo, gli “individui” in carne ed ossa assumono fattezze cartoonesche, un po’ deformi, tipiche dello stile manga nipponico, ma che nel complesso risultano quasi “veri”.
Da non sottovalutare la componente mistery che s’intreccia al fantasy: l’alone che avvolge la figura di Tsuki, un personaggio dalle mille sfaccettature, di cui il lettore non sa ancora nulla, ma che (con molta probabilità) nasconde un segreto che verrà svelato solo col passare del tempo. La presenza della donna nella vita di Konosuke, a mo’ di tolemaico Primo Mobile, scatena una serie di eventi che, come un fiume in piena, investono non solo il samurai-dalla-spada-di-legno, ma anche lo stesso lettore: l’intreccio che si viene a creare tra eventi paradossali (e sovrannaturali) e quotidianità del nucleo famigliare consente all’opera di mantenere sempre viva la soglia dell’attenzione del pubblico, un elemento non da sottovalutare, ma caratteristico delle opere di Matsuura.
Il secondo volume, di fatto, si preannuncia ricco di azione, e contiamo prosegua a sviscerare una trama già di per sé intrigante, intensa, e che ha lasciato non pochi interrogativi in sospeso.
Perché leggere La Luna e l'Acciaio?
Il primo volume di La Luna e L’Acciaio, in definitiva, ci è piaciuto e non poco: un perfetto mix di azione, commedia, mistero, storia di demoni e divinità, con quel leimotiv sentimentale che fa da sfondo all’intera vicenda, ma senza risultare pedante e stucchevole. Motore pulsante, ma non unico tema. Leggerlo è stata una vera e propria esperienza, complice anche la carta utilizzata, spessa il giusto e di ottima fattura, vitale per rendere divinamente le splendide illustrazioni a colori che arricchiscono l’opera.
Un prodotto graficamente interessante e stilisticamente appagante, a cominciare dalla sovra-copertina che riporta un’illustrazione realistica di una bellissima donna dai grandi e brillanti occhi sfaccettati, con accanto il protagonista che sprofonda nell’abisso della disperazione, reso nello stile fumettistico di Matsuura.
La sovra-copertina, inoltre, ci offre già un assaggio di quell’alone di mistero che ritroveremo tra le pagine del manga: all’apparenza risulta opaca, ma nasconde il titolo dell’opera riportato in giapponese se la si espone alla luce. Inoltre, sia i kanji “nascosti”, sia il titolo italiano ricordano le lame di una katana, mentre il kanji di tsuki (luna, 月) assume le fattezze di una mezzaluna.
Tutti dettagli estetici a opera del virtuosismo della casa editrice, che ci tiene sempre a stupide i propri lettori.
Commento
Voto di Cpop
89Pro
- Espressività dei personaggi, precisa caratterizzazione del protagonista
- Trama intrigante: mistero, azione, leggende del sol levante, sentimenti maturi
- Ritmo della narrazione avvincente e scorrevole
- Splendide tavole, stile grafico originale
- Capace di trasmettere emozioni al lettore, senza l'ausilio di troppi dialoghi
Contro
- Worldbuilding ancora da sviluppare (ma siamo solo al primo volume)
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