Pain Hustlers - Il Business del Dolore, recensione: il dramma nel dramma di Netflix

Autore: Francesca Musolino ,

Il film Pain Hustlers - Il business del dolore è un nuovo crime drama di Netflix incentrato sulla crisi degli oppioidi americana, che nell'ultimo decennio ha causato migliaia di vittime. La pellicola di Netflix della durata di due ore con protagonisti principali Emily Blunt e Chris Evans, è disponibile alla visione sulla piattaforma da venerdì 27 ottobre 2023.

Il titolo Pain Hustlers - Il business del dolore è basato sull'omonimo libro di Evan Hughes che rivela lo scandalo celato dietro l'azienda farmaceutica Insys, colpevole di diversi reati legati al business dei medicinali. La verità narrata da Hughes è stata inizialmente pubblicata nel 2018 attraverso un articolo sulla testata New York Times e divenuta in seguito un vero e proprio dossier d'inchiesta.

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Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, il film Pain Hustlers - Il business del dolore prima di arrivare in streaming su Netflix ha fatto il suo debutto nelle sale cinematografiche statunitensi il 20 ottobre 2023. Diretto da David Yates e sceneggiato da Wells Tower, Pain Hustlers - Il business del dolore oltre a Emily Blunt e Chris Evans vede nel cast principale Jay Duplass, Andy García, Catherine O'Hara, Chloe Coleman e Brian d'Arcy James.

Pain Hustlers  - Il business del dolore recensione: il dramma nel dramma di Netflix

Immagine di Pain Hustlers - Il business del dolore

Pain Hustlers - Il business del dolore (2023)

20/10/2023 (en)
Dramma,

In cerca di una vita migliore per se stessa e per la figlia, Liza (Emily Blunt) accetta di lavorare per Pete (Chris Evans) in una start-up farmaceutica sull'orl...

Immagine di Pain Hustlers - Il business del dolore

Di cosa parla Pain Hustlers - Il business del dolore

Nella trama di Pain Hustlers - Il business del dolore la storia ruota attorno alla vita di Liza Drake. Una mamma e moglie separata che cerca di sbarcare il lunario per provvedere al suo mantenimento e a quello della figlia adolescente Phoebe. Liza non ha un'abitazione fissa e cambia spesso lavoro nel tentativo di trovare qualcosa di stabile, mentre la sua vita continua ad andare a rotoli nonostante la sua buona volontà.

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Un giorno Liza incontra Pete Brenner, dirigente marketing presso la start-up farmaceutica Zanna Therapeutics, che le offre un lavoro nella sua azienda. Anche senza avere alcuna esperienza nel campo medico, Liza si rivela essere un asso nella manica per la start-up grazie alle sue pregresse capacità di adattamento in qualsiasi ambito, maturate durante i suoi precedenti impieghi.

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In poco tempo la vita di Liza cambia radicalmente in meglio, in quanto l'azienda Zanna Therapeutics fa il salto di qualità dopo essere riuscita a piazzare sul mercato il farmaco Lonafen. Un antidolorifico adatto a pazienti oncologici e ritenuto più efficace e tollerante del comune Fentanyl, il quale finisce spesso per creare assuefazione e dipendenza.

Tutto sembra andare per il meglio sia nella vita di Liza e della sua famiglia, sia per l'azienda Zanna Therapeutics. Ma come recita un noto proverbio, non è tutto oro quel che luccica. E ben presto Liza si ritroverà coinvolta in una situazione più grande di lei, che la porterà a compiere una drastica scelta nel tentativo di poter ritrovare il rispetto di sé stessa.

Pain Hustlers - Il business del dolore, un triste film già visto

Grey Matter Productions, Wychwood Media Pictures
Pain Hustlers - Il business del dolore - Liza ferma davanti a una porta

Il film di Netflix Pain Hustlers - Il business del dolore non porta nulla di nuovo a livello di contenuto, in quanto il fenomeno legato alla dipendenza da oppioidi è un argomento già trattato in altri titoli. Tuttavia ci sono alcune tematiche di cui non si parla mai abbastanza, quindi è utile ogni tanto riportarle sotto i riflettori a costo di diventare ripetitivi. Questo perché il dramma sugli abusi di farmaci non è relegato soltanto all'America, sebbene in tale territorio ci sia stato un tasso più alto di overdose, ma è un problema su larga scala mondiale. Per questo motivo a prescindere dal gradimento o meno del film Pain Hustlers - Il business del dolore, fa fede il detto "bene o male, l'importante è parlarne".

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Lo scandalo che nella realtà ha coinvolto l'azienda farmaceutica Insys è solo la punta dell'iceberg del cosiddetto business del dolore, come recita lo stesso titolo del film Pain Hustlers. In casi come questo non si tratta di "comuni tossicodipendenti" abituali consumatori di droghe per propria scelta (almeno prima di diventarne totalmente dipendenti). Ma riguarda persone malate che devono assumere determinati farmaci per le loro patologie. Una cura che in troppi casi invece di guarire il paziente diventa la causa della sua morte. Allo stesso modo di come alcune aziende farmaceutiche che dovrebbero aiutare i malati, finiscono per lucrare sopra alla loro salute.

La particolarità di Pain Hustlers - Il business del dolore è quella di raccontare una grave piaga sociale in modo leggero e quasi frivolo, con una parte di narrazione in stile spy-story. Questo tipo di scelta ovviamente non mira a voler minimizzare il problema, ma al contrario è un modo per raggiungere più persone possibili attraverso un racconto pungente, derivato soprattutto dalla ironica performance dei protagonisti. Sebbene le doti recitative di Chris Evans hanno visto giorni migliori, il ruolo di Pete Brenner proprio perché non si addice alla sua storica aria da bravo ragazzo gli calza a pennello nel contesto di Pain Hustlers. Un dirigente senza scrupoli spesso ubriaco o sotto effetto di stupefacenti, sempre intento a spendere soldi che non ha sulla scia dell'espressione "domani è un altro giorno". Non è da meno Emily Blunt come Liza Drake che si alterna tra momenti seri ad altri tragicomici. Da un lato è un avvenente manager in carriera sexy e affascinante, da un altro una donna impacciata che finisce spesso per ritrovarsi in situazioni incasinate.

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Proprio Liza Drake in Pain Hustlers - Il business del dolore è in realtà la chiave attorno a cui ruota tutta la trama. Il film di Netflix pur trattando il tema legato allo scandalo farmaceutico e alla dipendenza da oppioidi, mette in primo piano la storia di Liza per offrire la prospettiva delle cose attraverso una persona comune. Una donna con difficoltà economiche che accetta in buona fede un lavoro all'apparenza dignitoso, soltanto per dare una vita altrettanto dignitosa a sua figlia Phoebe. È Liza la prima vittima del sistema costretta a scendere a compromessi dopo tante porte chiuse in faccia, un ex marito indisponente e un'assicurazione che non copre le spese mediche di Phoebe.

Con il lavoro presso l'azienda Zanna Therapeutics che cambia notevolmente il suo tenore di vita, Liza crede di fare del bene anche agli altri attraverso un farmaco "miracoloso" utile ad alleviare i malesseri derivati dal cancro. Ma quando Liza realizza che è stato soltanto fumo negli occhi, comprende il grande errore commesso. Allo stesso modo di come lei ha sofferto nella vita provandole tutte prima di raggiungere un benessere economico per la sua famiglia, i malati hanno finito per diventare dipendenti dai farmaci nel tentativo di sentirsi bene e smettere di provare dolore. Soltanto dopo aver capito il vero dramma che si cela dietro persone con problemi di salute, Liza è pronta a rimediare ai suoi sbagli. Così come ha portato in alto la start-up, Liza decide di raderla al suolo per non avere sulla coscienza altre vittime innocenti. 

Pain Hustlers - Il business del dolore, il dramma dentro il dramma

Grey Matter Productions, Wychwood Media Pictures
Pain Hustlers - Il business del dolore - Liza seduta con una mano poggiata sul tavolo

Nel film Pain Hustlers - Il business del dolore viene raccontata quella che è diventata da anni una vera e propria piaga sociale, un fenomeno destinato a crescere ulteriormente in quanto avvallato da interessi economici e a causa del quale anche le morti sono in continuo aumento. Ma chi è il vero colpevole dietro a questa tragedia? Le case farmaceutiche che vendono farmaci pericolosi o gli stessi pazienti che superano le dosi prescritte? In Pain Hustlers - Il business del dolore il tema viene affrontato dalla fonte fino al destinatario per mostrare in dettaglio come sia possibile arrivare a determinati epiloghi. La conclusione è che il problema sta alla base perché ogni persona o società coinvolta nel contesto legato agli oppioidi, seppur in modi e contesti diversi, vuole ottenere la stessa cosa.

Ognuno vuole una rivincita sulla vita, vuole combattere quelle che ritiene essere ingiustizie o semplicemente vuole avere il proprio posto nel mondo come gli spetta di diritto. Prima fra tutti c'è Liza, una mamma che vuole soltanto il benessere della propria figlia e per questo non si lascia sfuggire l'occasione di un nuovo lavoro onesto e soprattutto ben pagato, come quello di rappresentante farmaceutica. Su un altro fronte c'è Pete, un dirigente sull'orlo del fallimento come la stessa azienda per cui lavora, ma che non è ancora pronto a darsi per vinto. L'incontro con Liza, l'unica persona a fare centro dove tutti gli altri avevano fallito, è l'occasione di riscatto che Pete aspettava da tempo e a cui chiaramente non intende rinunciare.

In un altro contesto ancora troviamo la stessa azienda Zanna Therapeutics per cui Liza e Pete lavorano. La start-up è quasi pronta a chiudere bottega prima dell'arrivo di Liza, in quanto fino a quel momento non è riuscita a piazzare sul mercato i propri farmaci e a ingranare nel settore rimanendo nell'ombra. Tramite le doti persuasive di Liza e l'immoralità di Pete, in poco tempo l'azienda passa inversamente dalle stalle alle stelle ottenendo ciò per cui ha sempre lavorato. Ovvero una schiera di medici dalla propria parte pronti a prescrivere il loro prodotto Lonafen, oltre a fama e popolarità quali indici di successo

Infine ci sono i pazienti. Dapprima solo persone malate di cancro e in seguito chiunque abbia dolori derivati da una qualsiasi patologia. Persone comuni che nel film Pain Hustlers - Il business del dolore vengono rappresentate attraverso uomini come Matt e Sidney. Entrambi padri e mariti che per problemi di salute non possono provvedere come prima alle loro famiglie. Matt è un ex militare che pur avendo visto ogni sorta di orrore sul campo di battaglia, per la prima volta nella vita ha provato paura: quella per il cancro. Matt diventa dipendente dagli oppioidi per non vivere costantemente in ansia, nell'attesa che lo separa dagli improvvisi dolori della sua malattia. Sidney invece si è rotto un braccio mentre era a lavoro. L'uomo si rende conto di non poter più svolgere le normali mansioni quotidiane, tra cui giocare a palla con i propri figli. E anche se nel suo caso si tratta di un problema temporaneo e risolvibile, anche Sidney finisce per essere assuefatto dal Lonafen per fermare il dolore e condurre di nuovo una vita normale.

Ed è proprio questa la causa scatenante per cui la maggior parte dei malati rischia una dipendenza dai farmaci e nei casi più gravi una letale overdose. Ovvero la difficoltà ad accettare una vita diversa da quella che si conduceva prima di avere una patologia, perché in qualche modo si tratta di un'imposizione e non di una scelta. Il punto in comune tra tutti a partire dalle aziende farmaceutiche fino ai pazienti, è quello di cercare il proprio benessere. Mentre la differenza è che società come Zanna Therapeutics e i suoi dipendenti puntano sì a migliorarsi, ma a spese altrui. Mentre i malati spesso non ricevendo il giusto supporto umano, morale e informativo sugli abusi di farmaci, mossi dalla disperazione finiscono per pagare sulla propria pelle le conseguenze delle loro scelte soltanto per un sollievo temporaneo.

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Pain Hustlers - Il business del dolore, conclusioni

Grey Matter Productions, Wychwood Media Pictures
Pain Hustlers - Il business del dolore - Liza e Pete seduti a un tavolo

Il film di Netflix Pain Hustlers - Il business del dolore sebbene non faccia gridare al miracolo, resta nel suo piccolo un titolo godibile soprattutto per via del tema trattato. In alcuni casi quando si portano su schermo contenuti tratti da testi scritti, si riescono a proiettare meglio a livello visivo alcuni passaggi che non sempre su carta sortiscono lo stesso effetto. Nel caso di Pain Hustlers - Il business del dolore si tratta di un argomento di un certo spessore e per certi versi "pesante" da trattare senza annoiare troppo lo spettatore. In tale contesto si rivela dunque vincente la scelta di voler rendere il film di Netflix una pellicola come sorta di comedy drama.

Pain Hustlers - Il business del dolore entra in punta di piedi in un tema delicato come quello delle dipendenze da oppioidi e relative morti derivate. Da un lato vengono mostrati la sofferenza e il dolore di chi soffre di una patologia che lo costringe ad assumere antidolorifici, ma senza strafare con i dettagli rischiando di ottenere un effetto opposto. Viene lasciata invece allo spettatore l'immaginazione di immedesimarsi in determinati contesti, per capire come a volte si arriva a tali epiloghi.

Da un altro lato invece è il dramma di Liza a muovere i fili, una donna senza alcun problema di salute ma che proprio attraverso i farmaci finisce involontariamente per creare problemi fatali ad altri. Durante la visione di Pain Hustlers - Il business del dolore tutti gli spettatori diventano Liza Drake vivendo insieme a lei gioie e dolori legati alle sue scelte. All'inizio viene quasi naturale fare il tifo per Liza dopo che quest'ultima ottiene finalmente un lavoro stabile dopo tanta fatica. Ma pian piano mentre si seguono anche le vicende degli altri protagonisti, proprio come Liza ci si rende conto di essere dalla parte del torto. 

Il film Pain Hustlers - Il business del dolore si presenta come una testimonianza indiretta di un grande problema della nostra società, che può colpire ognuno di noi in qualsiasi momento, soprattutto perché è un titolo tratto da una storia vera. Come dimostrano Matt, Sidney e anche la stessa Liza a volte basta davvero poco per cadere in tentazione provando soltanto a stare bene. Emily Blunt e Chris Evans riescono a incanalare bene i rispettivi ruoli insieme al resto del cast, sebbene le luci di scena siano puntate principalmente su Liza Drake. Pain Hustlers - Il business del dolore è nel complesso un discreto film che riesce a raccontare un importante dramma sociale attraverso gli occhi di una "semplice" mamma. Una mamma che mentre è intenta a combattere le sue battaglie personali, proprio per amore della figlia alla fine riesce a lottare e a riscattarsi anche per il bene di tutti. 

Immagini di copertina e di questo articolo tratte dal film Pain Hustlers - Il business del dolore. Crediti: Grey Matter Productions, Wychwood Media Pictures

Commento

cpop.it

70

Il film Pain Hustlers - Il business del dolore nonostante dia l'idea di essere più un comedy drama invece di un crime drama, riesce nel suo piccolo a regalare due ore di interessante intrattenimento, soprattutto per via del tema trattato. La pellicola di Netflix punta a portare su schermo un argomento delicato in chiave semi-comica senza sminuirne l'importanza, ma al fine di ottenere un riscontro di pubblico più vasto, anche attraverso la scelta dei due protagonisti principali Emily Blunt e Chris Evans.

Pro

  • L'importanza delle tematiche trattate
  • Emily Blunt da Oscar
  • Narrazione leggera ma pungente

Contro

  • Chris Evans non nella sua forma migliore
  • Poco rilievo ad alcuni personaggi
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