Che il videogioco sia divenuto un elemento portante della nostra quotidianità è un dato di fatto, una presenza costante che ha mostrato una penetrazione non solo nella community dei gamer, ma anche nella cultura pop con operazioni transmediali che hanno eletto alcuni dei volti simboli dei mondi in pixel a veri e propri eroi moderni. Una potenza che viene celebrata ora da Secret Level, antologia animata che dal 10 dicembre porta gli spettatori di Prime Video all’interno di alcuni dei videogiochi più amati.
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Non una semplice operazione marchetta, ma una vera e propria dimostrazione di sincero affetto per questi mondi digitali, realizzata da Tim Miller e dal team creativo che in passato ci ha deliziati su Netflix con un’altra operazione di animazione, Love, Death and Robots. Nel caso della serie marchiata Prime Video, l’intento è ancora più lodevole, perché come ha detto lo stesso Miller durante una nostra recente intervista:
Pensiamo davvero che questo sia un modo per provare a spiegare a tuo figlio, figlia o altra persona cara perché ami questo videogioco.
Insert coin
Intento non da poco, soprattutto se ricordiamo come il rapporto tra pixel e cinema non sia mai stato particolarmente fortunato. Tolto alcuni rarissimi esempi, le trasposizioni cinematografiche di cult in pixel è sempre stata piuttosto complicata, a partire dal famigerato Super Mario Bros sino al recente Borderlands, blockbuster mancato nonostante una lunga attesa. Discorso che, in anni recenti, sembra esser stato oggetto di un ribaltamento in ambito seriale, come dimostrato dall’ottima riuscita di operazioni come Fallout o di The Last of Us.
Quale è stato il segreto di queste due produzioni? L’aver scelto di celebrare le opere citate con la consapevolezza di essere in un diverso ambito narrativo con proprie regole, trovando una cifra stilistica che renda onore a entrambi. Evitando, ad esempio, di riprodurre forzatamente meccanica da gamepad, come accaduto in passato con film come Doom.
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Sin dall’apparizione del primo trailer di Secret Level, l’attenzione degli spettatori è stata catalizzata dalla presenza di eroi amati e di titoli di grande richiamo. Chi attendeva con ansia Warhammer 40K: Space Marine 2 è saltato sulla sedia vedendo gli Ultramarines in azione, mentre gli amanti di Dungeons & Dragons hanno immediatamente rivisto alcuni dei momenti vissuti durante le loro sessioni di gioco, tanto in pixels quanto su carta. Una fascinazione che nasce dall’attenzione con cui Miller e i Blur Studios hanno cercato di preservare l’essenza di questi mondi digitali, non realizzando dei semplici adattamenti di storie già viste, ma espandendone i limiti per tenere fede a quella promessa contenuta nel titolo stesso.
Il livello segreto, quel capitolo mai raccontato che amplia l’essenza dei mondi noti, eco di quell’esperienza di videoludica che spinge i giocatori a cercare zone nascoste o vivere esperienze di rara intensità non accessibili a tutti, ma solo ai più skillati. Secret Level incarna quel concept, la scoperta di momenti ignoti per raccontarci una nuova storia, oppure per coinvolgere nella nostra passione chi, non interessato a impugnare un pad, non comprenda come possiamo sentirci coinvolti da esperienze videoludiche.
Per raggiungere questo scopo, Secret Level si basa su una qualità visiva di primissimo livello. Se il comparto videoludico ha sempre più mutuato meccaniche della narrazione cinematografica e seriale nelle proprie dinamiche, Secret Level si mostra come una perfetta sintesi dei due mondi.
Nel ridotto minutaggio dei singoli episodi, sono racchiuse storie di buona scrittura che fanno dei punti fermi di questi celebri universi videoludici le colonne portanti di micro-avventure di grande fascino, in cui si spazia dalla sci-fi al fantasy, dalle arti marziali ai coin-op cult, senza che gli spettatori siano costretti ad esser cultori di Warhammer 40k, Sifu o Armored Core.
Dai pixel a Prime Video
Considerare Secret Level un mero esercizio di talento grafico sarebbe un’ingiustizia, sia chiaro, nonostante la varietà di tecniche utilizzate, sempre ben utilizzate per dare il massimo carisma ai mondi ritratti. Se da un lato è innegabile che il primo impatto sia basato su quanto vediamo a schermo, dimostrazione di come l’esperienza maturata con Love, Death and Robots sia stata messa a buon frutto, non si può fare a meno di riconoscere che gli episodi che racchiudono questa antologia siano scritti da mani esperte e competenti, non solo dei giochi citati ma anche in fatto di costruzione di tempi narrativi e creazione di pathos, solleticando la curiosità degli spettatori grazie a una varietà narrativa invidiabile.
Secret Level non rimane vincolata a una sola identità narrativa, ma si affida a diverse ambientazioni, potendo quindi affidarsi a diverse chiavi emotive. Dall’epica all’ironia, passando per l’action, le nature dei giochi omaggiati diventano la radice emotiva di queste eccellenze animate, riuscendo a cogliere il favore tanto dei giocatori, quanto di chi invece si avvicina per godere di una strepitosa esperienza animata.
Specialmente sotto quest’ultimo aspetto, Secret Level si pone come un punto di riferimento, esattamente come lo è stato in precedenza Love, Death and Robots. Nel momento in cui su Netflix domina la scena un altro prodotto animato derivato da un celebre videogioco, Arcane, la nuova avventura di Tim Miller dimostra come non solo il mondo dei pixel sia sempre più votato a una narrazione di alto profilo, ma che questa vis sia declinabile in altri media, a patto, ovviamente, di non asservire il medium a un facile gioco di citazionismo e fan service.
Miller e i Blur Studios hanno infatti realizzato un’antologia che si fonda su storia e ambientazione, in cui sperimentare un’avventura fina a sé stessa e non come reiterazione sterile di esperienze gioco meschinamente riadattate al contesto seriale. Occasione perfetta anche per ironizzare su alcune tendenze del mondo del gaming, una strizzatina d’occhio ai gamer.
Completata la visione di quella che si spera sia solo la prima stagione di Secret Level, la sensazione è di aver assistito a una delle migliori operazioni di divulgazione del contesto videoludico, pur riconoscendo che alcuni episodi mostrano un’eccessiva leggerezza in termini di inclusività per chi non conosce il titolo ispiratore. Si tratta fortunatamente di una sensazione fugace rispetto alla coralità delle avventure proposte, consegnando agli spettatori di Prime Video una delle migliori esperienze animate degli ultimi anni.
Commento
Voto di Cpop
90Pro
- Rispetto delle ambientazioni originali
- Colonne sonore all'altezza
- Qualità grafica di primo livello
- Narrativamente curato
- Adatto anche ai neofiti del videogame
Contro
- Alcuni episodi poco incisivi
- -
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