Sound of Metal è un grande passo in avanti per la carriera di Riz Ahmed

Un ruolo drammatico, interpretato con sobria padronanza del corpo e dello sguardo: la carriera di Riz Ahmed attendeva da tempo un film di svolta come Sound of Metal: la recensione del film.

Autore: Elisa Giudici ,

La carriera cinematografica dell'attore e rapper britannico di origini pakistane è più lunga e variegata di quanto si riesca a ricordare senza ricorrere a una ricerca veloce su Internet. Sound of Metal è la degna consacrazione per Riz Ahmed, interprete poliedrico e mimetico, per vocazione e necessità. Fino a oggi sono stati rari i film in cui è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo, dovendosi accontentare di ruoli da spalla, caratteristica, antagonista, a seconda del progetto e delle necessità. 

Dal tremendo Venom al chiacchieratissimo The Night Of, Ahmed ha avuto il suo primo ruolo di rilievo nel mondo del cinema d'autore in un film del grande maestro francese Jacques Audiard, il western I fratelli Sisters. Una pellicola largamente sottovalutata ma notevole, in cui Riz Ahmed dimostra di potersi misurare con grandi interpreti dalla carriera consolidata come John C. Reilly, Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal, al fianco di cui era già apparso nel sulfureo Nightcrawler - Lo sciacallo. 

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Sound of Metal è un salto di qualità ovvio, ma è tale solo a posteriori. Prima che il film scritto e diretto da Darius Marder colpisse la critica e divenisse tra i film indipendenti più apprezzati dell'annata, era solo uno dei tanti progetti a basso budget che cercano fondi per arrivare su grande schermo. A fare la differenza è stata anche la scelta di Riz Ahmed come protagonista: l'attore si è votato anima e corpo, prendendo lezioni di batteria e imparando la lingua dei segni americana, per essere all'altezza delle aspettative. 

Il suono di una carriera che esplode 

Il fascino di pellicole come Sound of Metal è che talvolta nascondono oltre un decennio di faticoso lavoro e lotta contro ogni genere di banalizzazione e compromesso. Lo sceneggiatore Darius Marder ha scritto con il fratello (a partire da un'idea del collega e amico Derek Cianfrance); un copione sull'imparare a convivere con un'improvvisa, drammatica sordità. Marder ha atteso 10 anni per portare su schermo non per mancanza d'interesse da parte di finanziatori e produttori, ma per richieste non gradite di sostanziali modifiche al tono e ai contenuti della storia.

Si volevano attori più avvenenti e famosi, un taglio meno intimista ed essenziale, che puntasse alla facile emozione. Marder ha tenuto duro e, dopo aver messo insieme i fondi necessari, si è dedicato a una lunga ricerca per trovare gli interpreti e i collaboratori. Riz Ahmed non è uno sconosciuto, ma è comunque un nome poco spendibile rispetto ad altri che gli studios avrebbero voluto nel progetto. 

A posteriori invece si è rivelato la scelta perfetta. Dopo tanti anni di ruoli marginali o secondari, ha dimostrato di saper interpretare un ruolo complesso senza marcarne eccessivamente le asperità, con una performance in punta di piedi, estremamente intuitiva, spesso basata sul gesto e sullo sguardo più che sulla parola.

Il suo Ruben Stone è un batterista di un duo metal che rimane all'improvviso senza udito per una malattia improvvisa e irreversibile, che lo porta di colpo lontano dalla compagna di band e di letto attorno a cui aveva costruito il suo mondo. Lou e Ruben si sono già salvati a vicenda: li conosciamo in un equilibrio conquistato con tanti sforzi, distrutto dall'improvvisa sordità di lui.

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Paul Raci e Riz Ahmed si confrontan
Paul Raci e Riz Ahmed danno due grandi performance, entrambe nominate agli Oscar 2021

Non è difficile immaginare la drammaticità che altri registi e altri interpreti avrebbero infuso nel drammatico cambiamento di vita che Ruben si ritrova a fronteggiare. Fortunatamente per noi, Marder guarda al Nord Europa, a registi come Vinterberg e Von Trier di Dogma 95, a Mathieu Kassovitz. Personalmente durante la visione mi ha ricordato molto Alabama Monroe - Una storia d'amore, un film belga del 2012 in cui una coppia di musicisti innamorati si ritrova a fare i conti con un lutto improvviso.

Di fatto Sound of Metal ha la stessa trama, dato che il suo approccio all'improvvisa sordità del protagonista viene raccontato ed elaborato come una vera e propria perdita luttuosa. È morta la vita precedente di Ruben, fatta di musica, nomadismo e di Lou, la sua amata. Quella che lui crede una parentesi temporanea è una condizione che va affrontata e accettata, capita e infine abbracciata. Altrove si è parlato dell'approccio innovativo di questo film alla disabilità, che considera il non udente non come disabile, ma una persona abile con una vita tarata su ritmi, luoghi, consuetudini differenti.

L'infanzia dei Marder trascorsa in una comune potrebbe aver influenzato questo aspetto della sceneggiatura, che vede Ruben approdare nella comunità per non udenti di Joe (uno splendido Paul Raci, anch'esso nominato). Il gruppo è organizzato come una sorta di alcolisti anonimi, perché di fatto affronta un vizio: quella della speranza di tornare come prima, di trovare una scappatoia verso la vita normale, rifuggendo una nuova normalità non meno significativa e ricca, ma dominata dal silenzio.

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Lou canta
Lou è la presenza attorno a cui Riz Ahmed ha costruito la sua vita

Il progressivo espandersi del silenzio e della stasi nella vita di Ruben è una delle transizioni più belle del film, curatissimo dal punto di vista produttivo. Per realizzare montaggio e missaggio sonoro, Marder si è affidato a professionisti europei, lavorando al risultato finale per ben sei mesi. Un comparto tecnico di altissimo livello al centro di cui c'è Riz Ahmed, che porta sulle spalle una responsabilità da cui non si fa schiacciare.

Ci sono voluti anni affinché le strade di Marder e Ahmed s'incrociassero, con la storia giusta per realizzare un film di alto livello. Sound of Metal è il risultato della professionalità e del talento spesso sottovalutato di quei nomi che lavorano all'ombra dei più blasonati. È un film a cui si fatica a muovere critiche, solido e intenso dall'inizio alla fine: la chiusa in particolare è semplicemente perfetta, una sequenza iconica, memorabile, pregna di senso. In un'annata in cui tanti film candidati agli Oscar sono sbavati proprio sul finale per mancanza di coraggio (Minari e Nomadland in particolare), è un altro punto a favore di una pellicola ottima. La speranza è che non sia un punto d'arrivo, ma di partenza per la carriera di chi sta dietro e davanti alla cinepresa.  

Sound of Metal è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video

Commento

Voto di Cpop

80
Sound of Metal ha richiesto 10 anni di preparazione e 6 mesi di produzione per arrivare su schermo senza scendere a compromessi: il risultato è un film profondo e toccante, guidato da un grande Ahmed.

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