The Alto Knights, recensione: un gangster movie solido

The Alto Knights è un gangster movie dal sapore classico, con Robert De Niro in un doppio ruolo che esplora potere e tradimento.

Autore: Nicholas Massa ,

Ci sono tantissimi rimandi al cinema di mafia più classico e pop in The Alto Knights - I due volti del crimine, ed è pressappoco impossibile non pensare, fin dai primissimi fotogrammi della pellicola firmata da Barry Levinson, ai grandi registi della New Hollywood, capaci di trapiantare personaggi mostruosi e affascinanti nell’immaginario popolare di ogni generazione. Scorsese, ma anche Coppola, riecheggiano nelle ombre di un racconto che attinge dal reale per raccontare qualcosa di interessante, con un ritmo elegante e nutrito dall’interpretazione centrale di Robert De Niro, qui con indosso ben due maschere.

Un paragone del genere, ovviamente, non viene scritto a cuor leggero, consci del fatto che gli appassionati del cinema sui gangster sappiano perfettamente ciò che stiamo citando, in linea con lo spirito, anche formale per certi versi, di The Alto Knights - I due volti del crimine. Il criminale reale, come accennavamo, si confronta con un cinema asciutto e diretto, obbligatoriamente didascalico per questioni di accessibilità, ma impattante proprio per le sue radici nella storia dell’umanità, nella storia di quella stessa società moderna che è diventata gradualmente ciò che conosciamo oggi.

The Alto Knights - I due volti del crimine è quindi, innanzitutto, un’istantanea ferma nel tempo, un’immagine che, seppur sbiadita, cela ancora tanto fascino e interesse, storie, non detti e misteri capaci di agitare nel profondo i più curiosi. Da questo spirito “documentaristico” (le virgolette non sono casuali) alla violenza brutale dei lati più oscuri dell’animo umano.

La pellicola diretta da Barry Levinson è paragonabile a una partita a scacchi fra due mostri che vogliono governare il proprio mondo, sia distante che vicinissimo a quello di tutti noi, arrivando a sfruttare il prossimo in modi differenti. Così si torna e si resta a fissare i nomi al centro del racconto, quegli stessi che hanno modellato il crimine organizzato come lo conosciamo, ora sul grande schermo con un tocco differente dal 20 marzo 2025.

Due facce e due medaglie

La storia di The Alto Knights - I due volti del crimine è piuttosto didascalica e apparentemente ordinata nel suo porsi agli spettatori, senza mai dimenticare che ci viene narrata dall’interno, con un’attendibilità che resta comunque relativa. Gli eventi del film si aprono negli anni ’50, portandoci nella vita del celebre Frank Costello, un uomo sul quale si è detto e ragionato molto nel corso degli anni, portato sul grande schermo da Robert De Niro. Il racconto per immagini ce lo mostra in un momento della sua esistenza incerto e in bilico, colto in un confronto del tutto imprevedibile con il suo amico d’infanzia Vito Genovese, interpretato sempre da De Niro.

La tensione fra i due è andata crescendo a seguito di alcune vicissitudini che li hanno visti prima unirsi e poi separarsi, mettendo fra loro un oceano di potere. Per tentare di portare nel cuore della narrazione, però, The Alto Knights - I due volti del crimine torna subito indietro nel tempo, costruendo una narrazione per eventi continuamente diluita fra passato e presente, così da introdurre un contesto estremamente complesso e sfaccettato nel modo più asciutto possibile. Esattamente come in Quei bravi ragazzi (un paragone, in questo caso, perfettamente calzante) l’intero racconto viene subito affidato alla voce di un Frank Costello invecchiato, che ci parla dal futuro per raccontarci gli accadimenti principali fino a quel punto.

2025 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved/Photo Credit: Jennifer Rose Clasen
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Il peso della violenza e della brutalità criminale, quindi, viene lasciato al modo di raccontare gli eventi e alle immagini, che sembrano attingere anche a elementi di repertorio dell’epoca. The Alto Knights - I due volti del crimine, dunque, introduce in una vera e propria faida mafiosa, aperta a diverse letture particolari. La complessità dell’evento e le sue fasi vengono processate attraverso le specifiche visioni dei protagonisti e le loro scelte, tenendo alta l’attenzione proprio grazie a quella stessa antica fascinazione verso i mostri che da sempre alimenta i gangster movie.

Asciugare e raccontare tenendo alta l’attenzione

Con una storia come quella di The Alto Knights - I due volti del crimine ci sono due rischi fondamentali: il primo è quello di diventare troppo didascalici, troppo esplicativi e poco incisivi nell’introdurre un materiale storico difficile ma fondamentale per la comprensione degli stessi protagonisti al centro della vicenda. Il secondo, invece, è quello di scadere nell’elogio vuoto del male fine a se stesso e totalmente ingiustificato. Fortunatamente, nessuna delle due strade viene abbracciata dal film, che si muove sempre in equilibrio tra i fatti e gli eventi mostrati, mantenendo un ritmo sia interno che esterno, distaccato ma anche coinvolto, e non affidabile al cento per cento in termini di punto di vista.

Oltre a raccontare la storia di due criminali celebri, The Alto Knights - I due volti del crimine costruisce in pochi e semplici passi un contesto temporale e criminale preciso, portando alla luce un tipo di criminalità che oggi non esiste più, quella “onorevole” e regolata da rapporti di rispetto e di potere ben saldi.

Il fascino per il passato è una delle carte più forti di questo lungometraggio, che affonda le sue radici nella nostra stessa società per mostrarne anche alcune ipocrisie e incoerenze. In tutto ciò, la violenza sanguinaria e mostruosa dei suoi protagonisti, sempre superiori e distaccati, si muove a braccetto con la maschera del denaro e dell’eleganza, in una danza dai tratti sociopatici in cui il male è l’unica cosa a sopravvivere oltre tutto.

Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved/Photo Credit: Jennifer Rose Clasen
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Pur concentrandosi su due protagonisti solamente, The Alto Knights - I due volti del crimine lascia il segno per il tentativo di imprimere un’istantanea storica oltre la finzione. In questo senso, tende a inciampare leggermente quando spiega o lascia spiegare ciò che accade alle proprie maschere, mantenendosi comunque saldamente ancorato a un ritmo capace di tenere lo spettatore incollato alla sedia fino alla fine. In termini di gangster movie, ovviamente, non innova nulla, restando sul classico in molte scelte e giocando con una struttura narrativa che sa affascinare proprio grazie all'umanità di fondo dello stesso narratore.

Commento

Voto di Cpop

75
The Alto Knights – I due volti del crimine è un gangster movie dal sapore classico che omaggia i grandi maestri del genere senza innovarlo. Barry Levinson dirige con uno stile scolastico, mantenendo un equilibrio tra la narrazione e il fascino della criminalità organizzata, senza cadere nell’elogio fine a se stesso. Il film alterna passato e presente per raccontare la faida tra Frank Costello e Vito Genovese, interpretati entrambi da Robert De Niro, qui in una performance solida e immersiva. Il racconto esplora il potere, la violenza e l’ipocrisia della società, ma inciampa in alcuni momenti troppo esplicativi. Pur senza rivoluzionare il genere, la pellicola regala un’esperienza coinvolgente, capace di tenere alta l’attenzione fino alla fine.

Pro

  • Robert De Niro in un doppio ruolo memorabile. La sua interpretazione riesce a dare impatto ai due personaggi principali.
  • Il film riprende con eleganza il fascino del cinema mafioso tradizionale.

Contro

  • Levinson si limita a un’impostazione classica senza tentare nuove soluzioni stilistiche.
  • Il film a volte tende a spiegare troppo, sacrificando la sottigliezza narrativa.
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