The Creator, recensione: la fantascienza di Gareth Edwards convince ma non impressiona

Autore: Nicholas Massa ,

Il genere fantascientifico, da sempre, si configura come uno dei più versatili e creativi dal punto di vista narrativo, capace di abbracciare storie di ogni tipo e di trasformarle attraverso un tocco che, se nelle mani degli autori giusti, può lasciare segni indelebili. Sarà questo il caso di The Creator? Il nuovo film diretto da Gareth Edwards (regista di Rogue One: A Star Wars Story e Godzilla), disponibile su Disney+ dal 17 gennaio 2024, in cui molti elementi familiari cercano di fondersi con un mondo del tutto nuovo e apparentemente ricco di dettagli.

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È proprio in questo che risiede la magia delle storie di fantascienza: la capacità di creare mondi giganteschi e altamente dettagliati con regole proprie ed elementi riconoscibili, ma reinterpretati secondo il gusto narrativo specifico del momento. Così, The Creator si muove lungo una strada che fin dal suo primissimo trailer non ha stupito in termini di originalità, dedicando gran parte delle sue energie alla costruzione di un contesto travolgente che abbraccia gli spettatori, sfruttando sia la propria narrativa che una serie di regole ed elementi estetici accuratamente studiati e funzionali a tutto ciò che vediamo sullo schermo.

Di cosa parla The Creator?

L'incipit di The Creator è tanto semplice quanto impattante. In un mondo in cui l'intelligenza artificiale e i progressi tecnologici hanno raggiunto vette insperate, influenzando il rapporto con gli esseri umani e il loro utilizzo nella vita quotidiana, una catastrofe improvvisa sconvolge gli equilibri precedentemente stabiliti. Questo evento porterà a un conflitto che non viene mai completamente spiegato. Nel presente, quindi, il nostro pianeta è diviso e frammentato in due fazioni distinte, ognuna con una visione nei confronti di quanto accaduto e rancori che riguardano sia il futuro che il passato.

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Sembra proprio, infatti, che la tragedia all’origine di tutto sia stata innescata proprio dall’avanzatissima I.A. creata e sviluppata dalla razza umana, la stessa che, nel presente dei fatti, è continuamente osteggiata dall’Occidente, e da un’America che chiede vendetta (ricordando alcune situazioni della storia contemporanea, come le reazioni successive all'attacco alle Torri Gemelle). La morte causata in passato è quindi diventata motivo di violenza nei confronti della cosiddetta "Nuova Asia", una comunità di esseri umani che ha scelto di non bandire l'intelligenza artificiale dalle proprie terre, portando all'ostilità del resto del pianeta.

Courtesy of 20th Century Studios
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Gli scontri sembrano inevitabili, così come la determinazione dell'America nel catturare il cosiddetto "Creatore" (o Nirmata), una sorta di geniale entità umana strettamente legata alle nuove tecnologie, determinata a creare un'arma così potente da porre fine a ogni conflitto in corso. In tutto ciò, troviamo la storia di Joshua (interpretato da John David Washington), un militare coinvolto in una complicata missione per individuare questa particolare arma, spinto non tanto dal proprio patriottismo o senso dell'onore, ma piuttosto da una serie di fantasmi che lo tormentano direttamente dal proprio passato recente.

The Creator è innanzitutto un viaggio

Andando oltre l'incipit e le dinamiche iniziali, The Creator è, prima di tutto, un vero e proprio viaggio all'interno di un mondo che risulta sempre rigoglioso e vivo, colorato e credibile in ogni suo aspetto. La scelta del regista di girare in diverse location nel globo, evitando di costruire troppo in studio, ha dato i suoi frutti, regalando al pubblico atmosfere che lasciano a bocca aperta in termini di cura e impatto sugli spettatori. Dal momento in cui la trama prende la sua svolta principale, Joshua dovrà cercare risposte che lo porteranno a fuggire e a muoversi continuamente, attraversando paesaggi che mescolano elementi affascinanti della fantascienza e dell'epica, seguendo modelli narrativi ed trovate estetiche che avvolgono inevitabilmente.

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La semplicità di alcune scelte narrative viene costantemente valorizzata dall'attenzione dedicata alle scenografie e da una fotografia che si sporca di realismo e nostalgia laddove le parole e la coscienza degli stessi protagonisti non possono arrivare. Nell'approccio tematico e descrittivo di Gareth Edwards è impossibile non notare l'influenza diretta di George Lucas e del suo Star Wars (specialmente quando vediamo elementi profondamente religiosi e spirituali interagire in modo coerente e affascinante con il contesto fantascientifico), così come l'influenza di Ridley Scott con il suo Blade Runner o Alien e di altri maestri che hanno fatto la storia di questo genere.

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Courtesy of 20th Century Studios
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Nella costruzione generale di The Creator, le ispirazioni sono molteplici, così come la volontà di narrare una storia che emozioni e coinvolga profondamente, lasciando spazio anche a qualche riflessione oltre lo schermo cinematografico. Alla semplicità della trama, a tratti anche prevedibile, si aggiunge l'impegno nel delineare il viaggio di Joshua e la sfida contro cui deve confrontarsi, oltre ai suoi tormenti personali, e in questo risiede uno dei valori più importanti del film. L'ispirazione estetica di alto livello valorizza l'essenza di un percorso che ha certamente qualcosa da dire, anche se non sorprende completamente in termini di colpi di scena. A convincere pienamente, invece, troviamo le interpretazioni dei due protagonisti principali, sui quali si sorregge l’intera pellicola. Sia John David Washington che la piccola Madeleine Yuna Voyles riescono a trasmettere le emozioni dei rispettivi personaggi, riuscendo a smorzare la tensione a più riprese, per poi alimentarla con circostanze credibili a livello emozionale. 

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The Creator: la sottile linea tra umani e macchine

Entrare nel mondo di The Creator significa immergersi in un contesto in cui la tecnologia ha compiuto progressi così ampi e significativi da essere in grado di imitare le fattezze - sia esteriori che interiori - degli esseri umani. Un tale sviluppo solleva naturalmente una serie di questioni, sia etiche che morali, strettamente legate al rapporto che ciascuno di noi può avere, o non avere, con le cose che possiede, specialmente quando diventano parte integrante e costante della nostra esistenza. In questo caso, ovviamente, la situazione è portata all'estremo da un'intelligenza artificiale che imita alla perfezione ciò che "siamo o potremmo essere", sfumando quasi completamente il confine tra uomo e oggetto, tra possesso e relazione autentica.

Ne risulta un insieme narrativo in cui la tecnologia e il suo ipotetico progresso non vengono demonizzati completamente, anche se ogni limite emotivo in questo senso ha perso quasi del tutto di significato, sostituito da un mondo in cui l'intelligenza, in quanto tale e non solo tecnologica, sviluppa una propria personalità e sembra avere anche bisogni (richiamando immediatamente pellicole e libri come Io, Robot, per fare un esempio). Un'evoluzione di questo tipo, ovviamente, complica ulteriormente la situazione, spingendo gli esseri umani coinvolti a proiettare se stessi e a creare legami profondi con le proprie creazioni. In parallelo, però, troviamo anche spunti antimilitaristi e una presa di posizione netta contro le guerre e la prepotenza che alcune nazioni, da sempre, esercitano sul mondo.

Courtesy of 20th Century Studios
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Il sottotesto di The Creator è più chiaro che mai. Partendo da una serie di dinamiche fantascientifiche e dal viaggio di un uomo spezzato, ci viene offerto uno studio della coscienza umana e, soprattutto, sul suo feroce egoismo. Ancora una volta, è la violenta lotta per la sopravvivenza dell'individuo a generare battaglie sanguinose e crudeli, alimentate da un bigottismo strettamente legato al progresso umano e alla sua storica brama di potere e terrore.

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Commento

cpop.it

80

The Creator è un film estremamente classico dal punto di vista narrativo e piuttosto prevedibile in alcune sue mosse. L'enorme impegno nello sfruttare il genere fantascientifico, però, dà i suoi frutti fin dall'inizio, offrendo un racconto sì familiare, ma al tempo stesso affascinante e dai tratti curiosi. Il tutto in un contesto curato al dettaglio e in grado di avvolgere gli spettatori, complici alcune scelte in fase di produzione e un utilizzo della CGI ispirato. Andare al cinema, in questo caso, significa lanciarsi in un mondo enorme con regole proprie e una profonda sofferenza di fondo che sembra non voler risparmiare nessuno, il tutto in un viaggio che sa raccontare e raccontarsi senza risultare mai troppo prolisso.

Pro

  • Un mondo enorme e tutto da scoprire, tratteggiato da un amore palpabile fin da subito.
  • L'enorme fascino delle location sfruttate per le riprese, fuse alla creatività fantascientifica di fondo.
  • Il legame fra i due protagonisti principali riesce a convincere.

Contro

  • La storia, a discapito di qualche colpo di scena interessante, è abbastanza prevedibile.
  • Alcune trovate d'atmosfera avrebbero meritato maggiore approfondimento.
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