Il potere è uno, se non l'unico, principale obiettivo a smuovere la visione degli esseri umani e le stesse profondità della Terra. La sua ricerca e ottenimento hanno letteralmente plasmato le facce del pianeta, che nei secoli hanno subito il tocco di uomini e donne affamati e disposti a qualunque cosa pur di conquistarne l'essenza per sé stessi e le proprie nazioni. Eserciti, colpi di stato, invasioni, omicidi nazionali e pubblici, bombardamenti disumani, assalti del tutto ingiustificati, genocidi di massa, la storia da sempre si nutre di sviluppi del genere, di momenti e personaggi improvvisi capaci di scrivere pagine, anche piuttosto nere, guidati dal favore del popolo e da mezzi fuori ogni misura. The Regime (The Regime - Il palazzo del potere, in italiano), la nuova miniserie targata HBO, ideata da Will Tracy e diretta da Stephen Frears e Jessica Hobbs, disponibile in esclusiva su Sky Atlantic e NOW dal 4 marzo, si sviluppa partendo da alcuni ragionamenti in questo senso, facendo della sua scrittura una satira immediatamente attuale e dai rimandi palesemente storico-politici.
A dare volto, forma e identità alla voce di The Regime - Il palazzo del potere troviamo una Kate Winslet perfettamente in parte. L'attrice premio Oscar si cala nei panni di una donna di potere, appunto, nelle cui mani, parole e pensieri si forma un racconto per immagini ammaliante, grottesco, imprevedibile e dai tratti sicuramente affascinanti.
The Regime - Il palazzo del potere: una cancelliera per domarli
The Regime - Il palazzo del potere racconta la storia di una nazione immaginaria, guidata dalla mano ferma di Elena Vernham (Kate Winslet), la cancelliera nel cuore del potere esecutivo e diretto. Il centro focale del "regno" di Elena è il ricchissimo palazzo nel quale vive circondata dagli affetti e dalle persone che lavorano con e per lei. Si tratta di un'enorme magione dallo stile rinascimentale e decadente nel quale non risulta difficile rintracciare lo stesso identico e opulento stile che contraddistingue la Reggia di Caserta e quella di Versailles, per fare due esempi. La grandezza del posto, poi, si riflette direttamente sul governo di una cancelliera che ha scelto di tenersi vicini i suoi alleati più stretti, senza mai abbandonarne le mura in favore di incontri diretti col mondo esterno.
Una quotidianità del genere, insieme alle enormi responsabilità e allo stress giornaliero, hanno ben presto trasformato la protagonista di The Regime - Il palazzo del potere in una donna in conflitto con se stessa, le cui instabilità mentali la spingono verso sensazioni e disturbi in questo senso all'ordine del giorno. Che si tratti di ipocondria folle, o della paranoia più pura, Elena porta avanti la propria visione assecondata sempre e in tutto e per tutto. La situazione, però, sembra evolversi inaspettatamente quando la vediamo assumere Herbert Zubak (Matthias Schoenaerts), un ex-militare che si è guadagnato il soprannome di Butcher (Macellaio) a seguito di un massacro sanguinoso di civili sul campo di guerra.
Il contatto fra i due, completamente diversi, sembra condurre a una particolare intesa sottocutanea e dai risvolti del tutto inaspettati. La fermezza violenta di Zubak trova un posto rispettabile nelle insicurezze mentali di una Elena che pare trarre certezza nel carattere duro e follemente autoritario del Macellaio. Non solo, la voglia di potere della stessa condurrà ben presto ad alcune scelte politiche molto discutibili, pronte a minare la già precaria stabilità generale e affidabilità della sua stessa immagine agli occhi delle persone.
Là dove posa la corona
The Regime - Il palazzo del potere è una serie inaspettatamente coraggiosa, specialmente per via della portata interpretativa della sua voce sul piccolo schermo. Il susseguirsi delle situazioni, anche grottesche al centro dell'azione principale, nasconde una discussione che si fa immediatamente diretta e ammiccante con gli spettatori a casa. Nel dialogo diretto con le persone risiede il più grande e affascinante valore di questa serie tv capace di incuriosire e catturare grazie a una serie di scelte ed elementi formali ben ponderati ed equilibrati in questo senso. Il tutto viene inevitabilmente canalizzato e valorizzato dalla grande performance di una Kate Winslet perfettamente a suo agio con una parte sicuramente non facile da costruire, per via dei suoi macro e micro dettagli.
Non serve, infatti, soffermarsi troppo sulle dinamiche di potere in atto, o sui personaggi che nello sfondo cercano di tirare i fili invisibili della narrazione. La semplice presenza scenica della Winslet rompe lo schermo immediatamente, trascinando in un contesto difficile da prevedere e condividere completamente. Il carattere di Elena e il suo percorso, sia mentale che introspettivo, governano l'intero avanzamento di The Regime - Il palazzo del potere, plasmando la visione di un personaggio sfaccettato e illeggibile nella sua interezza, disegnato da una serie di problematiche con cui anche gli stessi spettatori sono tenuti a fare i conti durante l'intera vicenda della miniserie. Prima fra tutti l'ipocondria dissennata a scandire le fissazioni in questo senso. L'ansia per l'aria che respira, per quello che mangia, oppure per le vampate, si trasformeranno ben presto in veri e propri sipari insensati, grotteschi e dai tratti prontamente assecondati da sottoposti, familiari e alleati. Così la vita stessa a palazzo diventa presto un riflesso diretto di quello che Elena prova o crede di provare sul momento, una vera e propria proiezione dei suoi disturbi e tormenti mentali sull'ambiente, anche umano, che la circonda.
Negli eccessi spasmodici di una nazione allo stesso tempo lontanissima e vicinissima, viene a formarsi una critica che si relaziona direttamente con la nostra realtà, sfruttando le problematiche profonde di una protagonista che si crogiola nel proprio potere, senza curarsi delle conseguenze della sua visione. In questo senso The Regime - Il palazzo del potere colpisce duro e lascia il segno. Il suo è un discorso che trova immediatamente presa sull'occhio più attento e capace di riunire i puntini, anche più assurdi e insensati, a schermo. Nell'assistere alla danza dei volti e maschere di un regno immaginario si ride sempre e comunque a denti stretti, dato che la grande fascinazione di questo prodotto per il piccolo schermo si rintraccia specialmente in quello che dice in modo più indiretto.
Commento
Voto di Cpop
80Pro
- Kate Winslet in tutto il suo splendore e nella costruzione di una protagonista complessa, sfaccettata e difficile da decifrare.
- La regia e la messinscena in generale.
- La satira.
- Il cast intorno alla protagonista.
Contro
- Alcune trovate non sono di facile traduzione.
- In alcune cose non è troppo originale.
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