The Residence, recensione: il delitto perfetto alla Casa Bianca!

Non è semplice districarsi tra le stanze della Casa Bianca, ma Cordelia Cupp può contare su un istinto da rapace e occhi in grado di stanare i ratti!

Autore: Federica Polino ,

Prendete l'atmosfera serrata de Le regole del delitto perfetto, intrecciatela con il tocco ironico e metanarrativo di Only Murders in the Building, e aggiungete una sfumatura più oscura, quasi gotica. The Residence, la nuova miniserie Netflix firmata da Shonda Rhimes e Betsy Beers, creata da Paul William Davies, è un labirinto di ombre e inganni che seduce lo spettatore, trascinandolo in un enigma in cui la verità si cela tra i sussurri di corridoi troppo silenziosi...e privi di telecamere!

E' stato davvero un delitto perfetto?

La Casa Bianca, immobile e imponente, si erge sotto un cielo lacerato da fulmini. L'eleganza del banchetto contrasta con l'elettrica inquietudine della tempesta: i bicchieri tintinnano, le voci sussurrano, le risate si mescolano alle note suadenti di una cantante che incanta gli ospiti con la sua voce vellutata. Ma dietro le mura candide e solenni, lontano dallo sfarzo e dalle convenzioni, si consuma un crimine efferato.

È l'11 ottobre. Un grido squarcia la notte, spezzando il ritmo della serata. Tra le personalità che affollano il salone, il panico serpeggia silenzioso, celato dietro volti tesi e sguardi carichi di domande.

Facciamo un passo indietro. Al centro dell'attenzione c'è Jasmine Haney, Chief Usher della Casa Bianca, ora seduta al banco dei testimoni in un'udienza congressuale. Non è un processo, dicono, ma l'aria che si respira è densa di sospetto. È la nebbia della menzogna e della disinformazione a rendere l’indagine un labirinto senza uscita.

Haney, in realtà, non è il Chief Usher da tanto. O meglio, non lo era fino alla morte di A. B. Wynter, il vero padrone di casa. Per anni ha vissuto all’ombra della sua figura, un ruolo secondario che sembrava destinata a ricoprire in eterno. Ma ora tutto è cambiato: la Casa Bianca è sua. 

The Residence - ©Netflix
The Residence - ©Netflix
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Sulle sue spalle grava il peso di aprire le danze e narrare i fatti che appartengono alla notte dell'11 ottobre. Dietro le porte chiuse della Casa Bianca, urla squarciano il cielo, mescolandosi ai fulmini. Jasmine sale al terzo piano, trovandosi dinanzi un manipolo di uomini: il signor Hollinger, l’agente dei servizi segreti Trask, il direttore dell’FBI Wally Glick, Irv Samuelson della polizia dei parchi nazionali e Lawrence Dokes, capo della polizia metropolitana di Washington DC. Uomini di potere, uomini di segreti, terrorizzati all'idea che ciò che è appena accaduto possa trasformarsi in un affare di Stato: A.B. Wynter è morto.

Ma c'è un’altra figura pronta a entrare in scena, a muoversi come un’ombra sottile tra le ombre più grandi: la detective dell’MPD Cordelia Cupp, la migliore al mondo, dicono. Un'affermazione che suscita più di una risata. Eppure, quando si presenta sulla soglia della Casa Bianca, la donna non si precipita subito dentro. Resta immobile per più di cinque minuti, osservando il cielo e gli uccelli. Perché è così che si scopre la verità: facendo caso ai dettagli che tutti ignorano.

Giunta al terzo piano, Cordelia trova il corpo. Il suo sguardo scivola sui particolari, scavando oltre la superficie delle apparenze. E' stato un suicidio, decretano i presenti. Ma la detective non si lascia ingannare. Il sangue non è abbastanza, l’arma del delitto è assente, qualcosa non torna.

The Residence - ©Netflix
The Residence - ©Netflix
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Le prime testimonianze conducono a stanze adiacenti, quella di Tripp Morgan, fratello del Presidente, e quella di Harry Hollinger: i due alloggiano sul medesimo piano. Eppure, l'intera indagine preliminare è preda di segreti taciuti e mezze verità. Un biglietto d’addio viene trovato nel taschino della vittima, accolto con un entusiasmo sospetto. Ma l’illusione dura il tempo di un battito di ciglia.

Cordelia si concentra su ciò che gli altri ignorano: quale sarà la vera arma del delitto? Il corpo è stato spostato, la scena del crimine manomessa. Il tempo stringe. 141 ospiti, un assassino nascosto tra loro. Mentre la detective percorre i corridoi della Casa Bianca accompagnata da Edwin Park dell’FBI e da Jasmine Haney, la tensione cresce. La voce suadente di Kylie Minogue, le ombre danzano lungo le pareti, mentre gli occhi di Cordelia scrutano ogni dettaglio.

Ma la ricerca della verità è un'arma a doppio taglio. La notizia trapela, il panico si diffonde. Il Presidente interviene per placare la tempesta. In mezzo al caos, la detective nota un dettaglio sconcertante e la Casa Bianca viene sigillata. I sospetti si moltiplicano. È solo un gioco di seduzione e potere o qualcosa di molto più oscuro si nasconde dietro le tende pesanti degli uffici presidenziali?

Le interviste si susseguono, un caleidoscopio di verità distorte e menzogne ben confezionate. Politici, celebrità, cuochi, giardinieri: tutti hanno qualcosa da nascondere. E nel cuore del mistero, le pagine di un diario scomparso raccontano una storia più intricata di quanto chiunque possa immaginare.

Alla Casa Bianca si annidano i ratti. Ma sopra di loro vola il falco, in attesa del momento giusto per colpire.

Ispirazione letteraria e svolta whodunit

The Residence - ©Netflix
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The Residence trae ispirazione dal libro The Residence: Inside the Private World of the White House di Kate Andersen Brower, che svela i retroscena del personale che ha servito le famiglie presidenziali dagli anni dei Kennedy fino agli Obama. La serie, tuttavia, trasforma questa prospettiva in un sofisticato whodunit (who has done it?, ovvero "chi l'ha fatto?"), in cui camerieri, maggiordomi, cuochi e giardinieri non sono solo testimoni, ma possibili complici, custodi di segreti che potrebbero ribaltare ogni certezza.

Non è semplice scovare un ratto alla Casa Bianca.

The Residence - ©Netflix
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E The Residence lo dimostra con una narrazione che mescola tensione e ironia, portando lo spettatore al centro di un'indagine tanto intricata quanto affascinante. La regia, abbastanza precisa e immersiva, trasforma la cinepresa in un testimone silenzioso degli eventi, quasi come se lo spettatore fosse un invitato alla scena del crimine: presente ma invisibile, una comparsa fantasma tra i corridoi del potere.

La Casa Bianca, simbolo di autorità e prestigio, diventa teatro di un buffo quanto sofisticato delitto. La trama si sviluppa attraverso un continuo gioco di flashback che interrompono il presente per gettare luce sul passato di Haney e i personaggi secondari, sulle indagini di Cordelia Cupp e sul processo legato alla vicenda di Wynter. Questo intreccio temporale, seppur complesso, arricchisce la narrazione, offrendo prospettive sempre nuove su ciò che si cela dietro le mura della residenza presidenziale.

Un cast di talento

The Residence - ©Netflix
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A guidare l’indagine è Cordelia Cupp (Uzo Aduba), mente acuta e dissacrante, la cui ironia tagliente si scontra con la rigidità dell’agente speciale dell’FBI Edwin Park (Randall Park). Il loro dinamico botta e risposta, tra battute mordaci e metodi investigativi agli antipodi, rende omaggio ai grandi duetti investigativi della letteratura e del cinema, evocando il sodalizio tra Holmes e Watson.

Il cast è un mosaico di interpretazioni memorabili. Uzo Aduba incarna Cordelia con una presenza magnetica, donandole sarcasmo e acume. Randall Park le fa da spalla con una performance misurata, mentre il resto del cast – tra cui Giancarlo Esposito, Susan Kelechi Watson e una sorprendente Kylie Minogue nei panni di sé stessa – contribuisce a creare un intreccio sfaccettato, in bilico tra il comico e il drammatico.

Il vero protagonista: il delitto

The Residence - ©Netflix
The Residence - ©Netflix
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Se il ritmo serrato e i dialoghi brillanti danno slancio alla narrazione, il gran numero di personaggi tra testimoni e sospettati può creare un lieve senso di confusione. Tuttavia, la sceneggiatura riesce a mantenere un equilibrio tra tensione e leggerezza, grazie soprattutto alla verve mordace di Cordelia e agli scambi vivaci tra personaggi che danno dinamismo alla storia.

Un aspetto intrigante della serie è l’uso delle metafore sugli uccelli, che Cordelia applica alle indagini con logica incrollabile. Il secondo episodio si apre con un falco che osserva la Casa Bianca dall’alto, un’immagine simbolica della capacità investigativa della protagonista: proprio come i rapaci individuano le loro prede ovunque, anche lei scova dettagli invisibili agli altri. Eppure, ogni volta che sembra avvicinarsi alla verità, questa le sfugge, permettendo allo spettatore di esplorare ogni personaggio e le sue sfumature.

Alla fine, il vero protagonista non è né Cordelia né i suoi comprimari, ma il delitto stesso.

Un murder mystery sofisticato

Con un perfetto equilibrio tra tensione, satira e sofisticatezza visiva, The Residence si candida a essere una piccola sorpresa del genere: un incastro ottimo tra il brivido del murder mystery e il fascino senza tempo delle storie ambientate nei luoghi dove si decide il destino del mondo. Il delitto sarà anche perfetto, ma la verità, si sa, ha sempre un debole nel farsi scoprire.

Niente binocolo fin quando non si sa dove dirigere lo sguardo.

Commento

Voto di Cpop

70
Con un perfetto equilibrio tra tensione, satira e sofisticatezza visiva, The Residence si candida a essere una piccola sorpresa del genere: un incastro ottimo tra il brivido del murder mystery e il fascino senza tempo delle storie ambientate nei luoghi dove si decide il destino del mondo. Un labirinto di ombre e inganni che seduce lo spettatore, trascinandolo in un enigma in cui la verità si cela tra i sussurri di corridoi troppo silenziosi. Il delitto sarà anche "perfetto", ma nessun dettaglio sfugge agli occhi di falco della detective Cupp!

Pro

  • Storia intrigante, narrazione incalzante.
  • Recitazione impeccabile.
  • Regia immersiva.

Contro

  • Murder mystery scontato, ma non troppo.
  • Talvolta si fa fatica a star dietro a tutti i personaggi.
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