Tutti tranne te, recensione: la rom-com di Sydney Sweeney e Glen Powell lascia il segno

Autore: Nicholas Massa ,

Una bellissima coppia si conosce in un caffè e si accende una scintilla tra di loro. Nella casualità di un incontro da film, si sviluppa un primo accenno di quello che sarà in seguito Tutti tranne te (Anyone But You, in originale), la nuova commedia romantica con Sydney Sweeney e Glen Powell, diretta da Will Gluck. La leggerezza iniziale, fatta di momenti divertenti in cui è facile rivedersi e leggersi, diventa una delle impronte narrative principali della pellicola, disponibile nei cinema italiani dal 25 gennaio 2024, tratteggiando un viaggio in cui la soverchiante bellezza dei due protagonisti principali lascia ben presto spazio a un umorismo estremamente aperto da cui risulta parecchio difficile restare fuori.

Tutti tranne te, ovviamente, rispetta tutti i canoni più classici del proprio genere di appartenenza, presentando una narrazione con modelli facilmente riconoscibili e una scrittura già vista altrove ma… riesce a distinguersi fin da subito grazie a una particolare leggerezza e comicità che aiuta fin da subito a dimenticare i tecnicismi strutturali del caso, senza mai abbandonarli. Classico ed esilarante, quindi, si muovono di pari passo sviluppando una storia che intrattiene e, soprattutto, diverte, scherza su ogni cosa e non si prende mai del tutto sul serio, regalando momenti buffi, esagerazioni spiazzanti e sequenze che restano impresse.

Tutti tranne te: qualcosa di familiare ma comunque interessante

La premessa di Tutti tranne te è estremamente semplice e figlia di tantissime altre commedie romantiche dello stesso stampo. In una mattina qualsiasi, Bea (Sydney Sweeney) e Ben (Glen Powell) si conoscono dentro una caffetteria. Lei ha un bisogno disperato di andare in bagno e lui si prodigherà affinché tutto ciò avvenga. Una cosa tira l’altra, entrambi sono inequivocabilmente attraenti, e la casualità estemporanea diventa un’uscita e una notte insieme in cui impareranno a conoscersi ed entreranno in contatto sentimentalmente. Il giorno seguente, però, Bea sceglierà di andarsene prima del risveglio di lui, ma qualcosa la spingerà a ritornare sui propri passi per poi non frequentarlo mai più.

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A distanza di parecchio tempo, però, i due si ritroveranno coinvolti in un matrimonio in Australia che li obbligherà nuovamente a trascorrere del tempo insieme. Sul posto, la presenza di genitori pressanti ed ex amanti li spingerà ben presto ad allearsi, fingendo di essere una coppia così da sviare qualsiasi pressione e ispirare, magari, la gelosia del prossimo. Amore, odio e amicizia, quindi, si riuniranno in una sorta di danza ispirata dalle maschere e dai non detti, sviluppando una commedia dall’impronta divertente in cui i malintesi, gli egoismi e una specifica sensibilità in questo senso, alimenteranno la crescita e una particolare consapevolezza personale dai tratti generali.

Courtesy of Sony Pictures.
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Tutti tranne te: la voglia di raccontare ridendo

Pur nelle sue caratteristiche familiari, Tutti tranne te risulta interessante e vincente nella sua scrittura più comica, presentando una manciata di personaggi che, nelle loro esagerazioni, riescono immediatamente a far presa sul pubblico in sala. È proprio grazie a una caratterizzazione del genere che la storia di fondo coinvolge e non risulta mai troppo scontata, servendosi di una sceneggiatura (curata da Ilana Wolpert, Will Gluck) sempre leggera e capace di rompere lo stesso schermo con le sue trovate e citazioni. Sono infatti i protagonisti della vicenda il primo vero e proprio elemento di attrazione verso ciò che sta succedendo.

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Il loro incedere fra gli eventi principali di Tutti tranne te è interessante proprio per via delle imperfezioni che si trascinano dietro. Andando oltre la bellezza disarmante del primo impatto, Bea e Ben sono due ragazzi semplicissimi e identici a molti loro coetanei. Sono innanzitutto umani, e in questa umanità si sviluppano alcune delle gag più divertenti della pellicola, momenti connessi con i sentimenti in gioco, e tutte le convenzioni e convinzioni sentimentali in questo senso. Da un contesto narrativo visto in tantissime altre storie dello stesso stampo, quindi, si sviluppa una storia che abbraccia sia il romanticismo cinematografico più classico, che alcune trovate comiche capaci di distinguerla da tanti altri esperimenti nello stesso senso di marcia.

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Courtesy of Sony Pictures.
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Sono i dettagli specifici dei due protagonisti a fare la differenza da tutto il resto, presentandoci, ad esempio, una donna imbrigliata nelle morbose aspettative positive della propria famiglia, impegnata con tutte le sue forze a trovare una propria indipendenza in questo senso, e quella strada tanto ragionata e auspicata fin dal primo vagito. Dall’altra parte, invece, un ragazzo che dietro a una particolare sicurezza impenetrabile, nasconde una serie di insicurezze capaci di far presa immediata sul grande pubblico, traslando un cliché narrativo ed estetico in qualcosa con cui risulta facilissimo entrare in contatto ed empatizzare.

Fondamentale, ovviamente, risulta anche il contesto in cui tutti si muovono, presentando un’Australia da sogno incanalata dalla regia di un Will Gluck costantemente attento allo specifico emotivo dei suoi personaggi principali, e impegnato a plasmare la propria regia in questo senso con inquadrature, anche ragionate, atte a sottolineare lo svolgersi introspettivo del materiale narrativo e umano di fondo. Non solo, Tutti tranne te si serve di modelli strutturali riconoscibili per poi tentare di canalizzarne la portata attraverso un ritmo scandito da frasi che ne indicano il cammino (quasi si trattasse di una commedia divisa in capitoli o in atti), con un’occhio alle commedie di stampo storico e molto più classico di quanto non si immagini.

Perché vedere Tutti tranne te?

Tutti tranne te è la dimostrazione palese che ad oggi le rom-com (commedie romantiche) possono avere ancora presa sul grande pubblico, servendosi di una serie di modelli narrativi riconoscibili, per lanciarne di nuovi e personali. Sopra a ogni cosa, in questo caso, troviamo le interpretazioni di Sydney Sweeney e Glen Powell perfettamente in parte, e capaci di convincere fino in fondo con una chimica davanti alla macchina da presa innegabile, e una caratterizzazione sia ammaliante che esilarante e credibile. Con loro un cast di contorno perfetto per raccontare questa storia, con nomi del calibro di Alexandra Shipp, GaTa, Hadley Robinson, Michelle Hurd, Dermot Mulroney, Darren Barnet, Bryan Brown e Rachel Griffiths.

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Un’esperienza da vivere in sala, questo Tutti tranne te, perfetta per staccare dalle pressanti regole del mondo, per poi ricordarci quanto sia particolarmente sottile e fragile la nostra umanità a contatto con il prossimo. Negli echi riconoscibili di un trattato sentimentale, dunque, si annida un piglio comico alimentato dall’impegno generale dei suoi interpreti, coinvolti in una storia che non si limita mai nel cercare una propria voce e tono narrativo, divertendo con qualcosa di familiare ma anche del tutto inaspettato. 

Commento

cpop.it

75

Tutti tranne te, la nuova commedia romantica con Sydney Sweeney e Glen Powell lascia il segno e riesce a sorprendere. Presentando una storia dai tratti visti e rivisti, la pellicola di Will Gluck trova ben presto una sua strada personalissima, complici sia le trovate più comiche alla base del racconto, che le interpretazioni dei due protagonisti perfettamente in parte. A fare da contorno, poi, troviamo una struttura narrativa dai richiami classici e un lavoro formale abbastanza interessante (specialmente dal punto di vista della colonna sonora).

Pro

  • Le interpretazioni di Sydney Sweeney e Glen Powell.
  • La scrittura comica di fondo e alcune gag con citazioni varie.
  • La caratterizzazione del contorno e la scrittura degli stessi personaggi al centro del racconto.

Contro

  • Dal punto di vista della storia il film rispetta tutti i canoni classici delle commedie romantiche più celebri.
  • La prevedibilità di fondo.
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