X-Men 97, prime impressioni: un emozionante ritorno che ripaga l'attesa

Autore: Manuel Enrico ,

Mutanti. Fin dalla scoperta della loro esistenza sono stati guardati con paura, con ostilità, con odio perfino. In tutto il pianeta infuria il dibattito, i mutanti sono l'anello successivo della catena evolutiva, o semplicemente una nuova specie umana. Così venivano introdotti gli X-Men al cinema nella celebre saga diretta da Bryan Singer, portando i Figli dell’Atomo sul grande schermo, un passaggio dalla carta dei fumetti di Marvel Comics che aveva avuto, pochi anni prima, un precedente animato, X-Men: The Animated Series. Presentato in Italia come Gli insuperabili X-Men, questa serie era stata una vera e propria rivelazione per molti nuovi appassionati, creando un cult la cui fama viene ora riportata in scena con X-Men 97, nuova produzione di Disney Plus che dal 20 marzo ci riporta nella Scuola per Giovani Mutanti di Charles Xavier.

X-Men 97, il ritorno degli X-Men animati 

In attesa di poterci godere appieno il nuovo corso animato dei mutanti, abbiamo avuto l’occasione di gustarci una golosa anteprima di X-Men 97, vedendo i primi tre episodi. Un assaggio, ma sufficiente a riportarci nel mood della serie animata anni 90, ritrovando i giovani mutanti costretti ad affrontare di un mondo che sembra non accettare la loro presenza nonostante i loro sforzi. Una difficile convivenza quella tra homo sapiens e homo superior resa ancora più complicata dalla morte del mentore degli X-Men, Charles Xavier. 

Marvel Animation
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L’ultimo episodio di X-Men: The Animated Series ci aveva lasciato con i mutanti intenzionati a portare avanti il sogno di Xavier, morto in nome della sua visione di pacifica coesistenza. X-Men 97 riprende le vicende dei Figli dell’Atomo proprio da questo dolore, lo trasforma in nuovo inizio con cui avvicinare una nuova generazione, mantenendo al contempo il legame con i fan di vecchia data del mondo mutante. 

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A guidare gli X-Men ora sono figura di riferimento come Scott ‘Ciclope’ Summers e Ororo ‘Tempesta’ Monroe, pupilli di Xavier che hanno raccolto la sua pesante eredità. Nonostante la presenza di figure amiche nelle alte sfere della comunità internazionale, l’umanità non ha ancora accettato l’esistenza dei mutanti, vedendo in loro una minaccia. È questa la sfida che Scott Summers deve affrontare, cercare di tenere vivo il sogno di Xavier mentre protegge gli X-Men e li guida nel loro compito. 

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Ruolo tutt’altro che semplice, considerato come Ciclope vive con questo compito come un’ossessione e il suo approccio inflessibile e quasi marziale trova poca comprensione da parte dei suoi compagni. Contrastato da una personalità forte come quella di Wolverine, Scott cerca di tenere in riga gli X-Men, sentendo il peso dell’eredità di Xavier. È il segno di un radicale cambio di cifra emotiva rispetto a X-Men: The Animated Series, dove anche le storie più intense erano mitigate da una vena speranzosa, in cui le dinamiche conflittuali erano comunque stemperate da un umorismo a tratti adulto che rendeva la serie adatta a un pubblico trasversale. 

La sensazione avuta con le prime tre puntata di X-Men 97 è che ci si trovi davanti a una serie che non si limita a dare un seguito a un cult dell'animazione, ma che miri invece mostrare come questi personaggi non siano solamente cresciuti, ma si trovino a dover vivere in un mondo in cui la loro presenza è ancora più osteggiata. Sin dalle prime batture, nei dialoghi tra i mutanti quanto nel ritratto della società in cui si muovono, si percepisce come il razzismo contro i muties non sia un ricordo del passato, ma sia al contrario più vivo che mai. 

X-Men 97 cerca subito di mostrare una radice narrativa che riconnetta gli spettatori con la precedente serie, seguendo un canovaccio in cui la squadra di eroi cerca di impedire a un giovane mutante di esser vittima dell’odio razziale. Se in   Jubilee era braccata dai titanici robot creati da Trask, nell’episodio di apertura di X-Men 97 questo razzismo prende una connotazione più acida, in cui sono umani a dare la caccia ai portatori del gene X. Cambio narrativo importante, che denota immediatamente come, fedeli all’idea di rendere gli X-Men uno specchio della realtà, si sia deciso di non privare la serie di un tono più maturo. 

Scelta comprensibile, se consideriamo che il primo target di X-Men 97 sono proprio coloro che sono cresciuti con la precedente serie. A crescere e maturare, quindi, non sono stati solamente gli spettatori, ma anche i personaggi, che ci vengono presentati attraverso la sensibilità di Beau de Mayo e della sua writing room, in cui sicuramente figurano autori che hanno una certa comprensione del mondo mutante. 

Ritorno al mondo mutante

Le tematiche trattate, vicine al mondo dei Figli dell’Atomo, sono presentate all’interno di una narrazione vivace e dal ritmo serrato, in cui i dialoghi si incastrano con precisione, mirando a generare una forte connotazione emotiva che non privi la storia del suo momento. Gli scambi tra i personaggi sono studiati per dare agli spettatori una chiara visione delle loro difficoltà, rendendo questo mondo avvicinabile anche da chi non ha familiarità con la storia mutante. Ovviamente una conoscenza pregressa de Gli insuperabili X-Men consente di apprezzare al meglio alcune sfumature della serie, ma va riconosciuto agli sceneggiatori di aver trovato una dinamica narrativa che accoglie nuovi appassionati, rivelando con intelligenza alcuni dettagli essenziali tramite dialoghi articolati ma mai pensati. 

Marvel Animation
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Una cura che ha spinto a cercare ispirazioni all’interno del canone fumettistico mutante, come in precedenza. Il cambio di registro narrativo ha condotto inevitabilmente ad affidarsi a trame di grande potenza, Nei primi tre episodi visti in anteprima, abbiamo ritrovato citazioni di Inferno e di Il Processo di Magneto sino alla struggente Vitamorte, un’influenza che riconferma l’anima emotivamente matura della serie. 

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X-Men 97 ha il difficile compito di mantenere la sua identità visiva senza dimenticare che gli anni trascorsi dalla prima stagione hanno portato l’animazione verso nuove suggestioni. Lo status di cult di X-Men: The Animated Series lo ha reso immediatamente riconoscibile, complice il suo rifarsi agli stilemi fumettistici delle testate mutanti del periodo, segnando un percorso in cui X-Men 97 si inserisce, trovando al contempo una propria identità stilistica che non vincola la serie a soluzioni visive datate, ma che evolve quanto visto in X-Men: The Animated Series in una forma contemporanea, venata di un senso di nostalgia. 

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L’anteprima di X-Men 97 ci ha ricordato tutto il fascino della serie cult dei mutanti, mostrandoci anche una personalità contemporanea, capace di affascinare tanto i fan di vecchia data quanto di attrarre nuovi appassionati. L’approccio più disincantato e adulto lascia ben sperare a un’evoluzione maggiore dei personaggi, che speriamo possano rivelarsi ricchi di sfumature e capaci di incarnare al meglio l’essenza della controparte cartacea. 

Commento

cpop.it

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L’anteprima di X-Men 97 ci ha ricordato tutto il fascino della serie cult dei mutanti, mostrandoci anche una personalità contemporanea, capace di affascinare tanto i fan di vecchia data quanto di attrarre nuovi appassionati. L’approccio più disincantato e adulto lascia ben sperare a un’evoluzione maggiore dei personaggi, che speriamo possano rivelarsi ricchi di sfumature e capaci di incarnare al meglio l’essenza della controparte cartacea.

Pro

  • Spirito mutante rispettato
  • Mantiene l'aderenza alla serie cult
  • Citazioni di grandi fumetti degli X-Men

Contro

  • Rivolto principalmente ai conoscitori dei mutanti
  • Resta un'operazione nostalgia
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