È il più visto in streaming, scopri come finisce 28 Settimane Dopo

Juan Carlos Fresnadillo in 28 Settimane Dopo racconta la Londra devastata dall'epidemia di 28 Giorni Dopo, della sua tentata rinascita e di come tutto poi precipiterà in una nuova apocalisse.

Autore: Maico Morellini ,

Riscopriamo il film 28 settimane dopo che è tra i film più visti in streaming di questa settimana.

Nel 2002 il talentuoso regista inglese Danny Boyle (Trainspotting) portò al cinema 28 Giorni Dopo, offrendo nel film una sua reinterpretazione degli zombie e proponendosi anche come uno dei primi registi a trasformare l'andatura lenta e inesorabile dei non morti in una micidiale corsa assassina (due anni dopo Zack Snyder con il suo L'Alba dei Morti Viventi istituzionalizzerà la cosa).

Nel film di Boyle in realtà gli esseri umani trasformati non erano veri e propri morti viventi bensì persone vittime di un virus che però ricordano davvero molto i classici zombie. 

Boyle nei primi minuti di 28 Giorni Dopo ci mostrava alcuni scimpanzé, cavie da laboratorio, costretti a osservare video che mostrano uomini intenti a commettere atti violenti. Per bocca di uno scienziato scoprivamo che i primati erano infetti da un ceppo mutante della più comune rabbia, capace di trasmettersi attraverso sangue e saliva, e che liberarli sarebbe stato un pericoloso errore.

Come è facile immaginare, gli animalisti liberavano gli scimpanzé permettendo all'infezione di uscire dal laboratorio. Da lì il contagio si espandeva arrivando ad infettare tutta l'Inghilterra, complice il periodo di incubazione rapidissimo del virus (pochi secondi) che lo rendeva impossibile da contenere. 

Per gli appassionati di fumetti, nel 1990 Tiziano Sclavi con Dylan Dog - Il Male (numero 51), aveva anticipato in qualche modo l'idea di Boyle: nel fumetto un virus senziente infettava il popolo inglese modificandone il colore degli occhi, dotandolo di forza sovraumana e di un incontrollabile istinto omicida. 

A distanza di cinque anni dall'uscita di 28 Giorni Dopo, il regista Juan Carlos Fresnadillo riprende le fila della storia narrata da Boyle: è il 2007 quando esce nelle sale 28 Settimane Dopo, pellicola dove Fresnadillo decide di raccontare come l'Inghilterra ha affrontato la letale epidemia capace di mandare in pezzi il paese. 

La rinascita del Regno Unito

28 Settimane Dopo inizia con un lungo e drammatico flashback dove Donald Harris (Robert Carlyle) e sua moglie Alice (Catherine McCormack) vengono aggrediti dagli uomini infetti che Boyle ci ha mostrato in 28 Giorni Dopo. Donald abbandona la moglie convinto che i morsi e le ferite riportate l'abbiano condannata a morte certa e riesce a mettersi in salvo.

Trascorse 28 settimane da quel tremendo episodio, l'infezione sembra completamente debellata anche perché gli infetti possono sopravvivere al massimo per 28 giorni prima di morire di fame.

Alcuni inglesi che erano all'estero durante l'epidemia tornano a Londra, dove l'esercito delle Nazioni Unite sta garantendo che la rinascita dell'intera nazione possa iniziare proprio lì, nella capitale. Anche Tammy (Imogen Poots, la Valerie di V per Vendetta) e Andy (Mackintosh Muggleton), i figli di Donald, tornano a casa dal padre, che lavora come responsabile civile alla ricostruzione. Tutto sembra andare per il meglio.

Ma quando Tammy e Andy decidono di lasciare la zona sicura di Londra per andare a recuperare alcune cose dalla loro vecchia casa, le cose si complicano. Alice, loro madre, non è morta come aveva detto il padre. Viene ritrovata dai ragazzi in stato confusionale e dopo una rapida analisi il maggiore Scarlet Ross (Rose Byrne), responsabile medico dell'esercito, scopre che pur non manifestando i sintomi della rabbia la donna ne è un portatore sano. Può contagiare, anche se in apparenza è in buona salute come chiunque altro. Ma deve restare viva perché nel suo sangue potrebbe esserci il segreto per un vaccino. 

Donald, logorato dal senso di colpa, raggiunge la moglie grazie ai permessi che il suo ruolo di responsabile gli garantisce e dopo che lei lo perdona, stupido ma romantico, la bacia. Pochi secondi e sotto lo sguardo ambiguo di Alice l'infezione colpisce Donald. L'uomo uccide la donna e inizia a seminare morte ma soprattutto il virus all'interno della struttura militare. Da qui inizia una vera e propria apocalisse in miniatura nella quale la dottoressa Ross cerca di salvare il piccolo Andy perché portatore della stessa anomalia genetica che ha reso la madre immune ai sintomi del virus. 

L'incubo diventa realtà

Da un punto di vista narrativo il film di Fresnadillo è piuttosto semplice e, anzi, prende qualche scorciatoia di troppo: dal ritrovamento della moglie in poi viene facile immaginare cosa succederà ai ragazzi e agli sfortunati abitanti della ripopolata Londra. Critiche sociali, fanatismo ed eccessi medici sono accantonati in favore di un più classico risvolto fanta-horror. Eppure il regista, senza raggiungere mai la bellezza del predecessore, riesce a completare ed estendere in maniera abbastanza interessante il 28 Giorni Dopo di Boyle.

Mentre Boyle ci raccontava per bocca dei personaggi del film il terribile caos scatenato da un infetto in mezzo a una grande folla di persone, qui Fresnadillo ce lo mostra. La scena in cui Donald riesce a raggiungere i civili nascosti all'interno di una grande stanza è terribile e claustrofobica. Così come è terribile il momento in cui il generale Stone (Idris Elba), consapevole di non poter più contenere l'infezione, dice ai cecchini piazzati sul tetto e ai militari che devono sparare a qualunque cosa si muova, persone sane comprese. La guerriglia urbana, i bombardamenti, il gas e i militari con il lanciafiamme con Londra come cornice offrono allo spettatore una visione devastante.

A differenza di quanto fatto da Boyle però, qui i militari non sono sono stigmatizzati, la loro scelta non viene messa in discussione. L'infezione è così violenta e terribile da assolvere Stone i suoi da ogni responsabilità morale. 

Lo specchio del male

Fresnadillo poi, più o meno consapevolmente, costruisce uno specchio deformante nel quale fa riflettere 28 Giorni Dopo. Se nel film di Boyle la famiglia era un argine psicologico al terrore del virus, tremenda la scena in cui Frank (Brendan Gleeson) sembra quasi capace di resistere al virus per amore della figlia, in 28 Settimane Dopo è quasi l'esatto contrario. La famiglia di Donald, il senso di colpa dell'uomo prima per la morte della moglie e poi per il destino dei figli, è causa dell'apocalisse. Il perdono di Alice è catalizzatore del bacio che distruggerà ogni cosa.

Se in 28 Giorni Dopo Jim (Cillian Murphy), Selena (Naomie Harris) e Hannah (Megan Burns) ritrovavano speranza e normalità nella costruzione di una famiglia di sopravvissuti, qui è proprio la riunione degli Harris a mandare in pezzi il tentativo di ricostruire Londra e l'intera Inghilterra. L'amore di Donald per i figli si combina alla furia del virus e al senso di colpa, rendendo l'uomo una vera e propria macchina di morte.

Fresnadillo con questa operazione distruttiva della famiglia ci anticipa che 28 Settimane Dopo non è destinato a un lieto finale e non solo, ci suggerisce che niente di buono potrà mai scaturire dalla famiglia Harris. Grazie al sacrificio della dottoressa Ross e di Doyle (l'Avenger Jeremy Renner) Tammy e Andy si salvano, ma nella fuga Andy viene morso dal padre e diventa infetto, come la madre. Gli ultimi fotogrammi sono impietosi: un'orda di rabbiosi si affaccia su una terrazza che mostra la Torre Eiffel. L'infezione ha superato la Manica ed è arrivata anche in Francia.

Per quanto inferiore di qualità e inventiva rispetto al predecessore, 28 Settimane Dopo arricchisce la visione di Boyle senza risparmiarsi e offrendo agli appassionati dello splatter anche alcune suggestioni piuttosto forti. Fresnadillo opta poi per un finale molto aperto. Chissà se il film 28 anni dopo, qui il trailer, seguirà prendendo spunto da questo finale.

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