In anteprima assoluta per il pubblico di Lucca Comics & Games 2024 è stato presentato il documentario Nella tana del drago – 50 anni di Dungeons & Dragons. Come lo stesso titolo suggerisce il film celebra i 50 anni del gioco di ruolo più famoso e amato al mondo.
Il documentario è prodotto da Rai4 e Rai Cultura per lo speciale del programma di approfondimento Wonderland dove in una puntata di 50 minuti si racconta la nascita e l’evoluzione di Dungeons & Dragons. Il documentario è stato scritto da Andrea Fornasiero e diretto da Giuseppe Bucchi. All’incontro che ha preceduto la proiezione sono intervenuti gli stessi Fornasiero e Bucchi che hanno parlato del concetto di controcultura e di cultura e di come le due cose in realtà vadano a braccetto. D&D è un esempio di controcultura e la Rai rappresenta la cultura. Il documentario dimostra che un canale culturale può raccontare storie come quella di D&D e l'aggregazione che un gioco di ruolo come questo può creare.
Inoltre se pensiamo che a partire dalle regole base, ogni volta la sessione di gioco può essere diversa e che sono i giocatori a "scrivere e raccontare la storia", ecco che facendo questo esercizio si fa della cultura.
L’originalità nella messa in scena
Andrea Fornasiero ha voluto realizzare un prodotto che non doveva avere l’aspetto di un classico documentario e anzi doveva soprattutto avere una prospettiva di gioco. Infatti nel guardare “Nella tana del drago” siamo automaticamente trasportati nel mondo di D&D, un mondo che appare subito chiaro e accessibile, non solo per gli appassionati di gioco di ruolo ma anche per chi non ha mai giocato una partita. Fornasiero, grazie anche alla regia di Bucchi è stato in grado di alleggerire e rendere accessibile, anche attraverso una vera e propria performance, un argomento che di fatto interessa solo una fetta di pubblico.
Le interviste ai protagonisti della storia di D&D sono, infatti intervallate da una vera e propria partita interpretata con tutti i crismi da quattro giocatori e un master. A fare il master c’è l’attore Emiliano Coltorti e al tavolo da gioco (allestito negli studi Rai) ci sono gli scrittori Giada Pavesi e Christian Hill, lo storyboard artist Gabriele Derosas e la disegnatrice e colorista Valentina “Banjiolin” Napolitano.
Cosa vediamo nel documentario
Ci sono, dunque, due livelli narrativi: al centro del racconto abbiamo a storia di Dungeons & Dragons che parte dalla genesi del gioco ad opera di Gary Gygax e Dave Arneson fino ad arrivare alle ultime versioni e poi videogame derivato dal gioco, Baldur’s Gate III.
Nelle interviste che intervallano la sessione di gioco vediamo lo scrittore Vanni Santoni in veste non solo di appassionato ma anche di teorico che ci spiega alcuni aspetti del gioco e l'importanza della figura del master, anche se viene specificato più volte che anche le persone che non raccontano storie di mestiere davanti a Dungeons & Dragons sono in grado di raccontare. Nel documentario intervengono anche i game designer Frank Mentzer e Zeb Cook e il curatore della prima edizione italiana del gioco, Spartaco Albertarelli.
Il discorso diventa più ampio quando ci si allarga al fantasy e ai giochi di ruolo in generale, fino ad arrivare anche alle produzioni che da D&D hanno preso ispirazione come Brancalonia di cui ci racconta uno degli autori Simone Laudiero.
Il film sarà trasmesso in Tv il 4 novembre su Rai 4 e sarà poi disponibile on demand su Raiplay.
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!