Barbie: storia di un'icona senza tempo

Autore: Lorena Rao ,

Barbie non ha rivali nella storia dei giocattoli. I suoi capelli biondi, il suo sorriso e i suoi grandi occhi azzurri sono diventati simboli riconoscibili nel corso del tempo. Barbie, la bambola per eccellenza, ha festeggiato il suo sessantaquattresimo compleanno il 9 marzo, un traguardo notevole per un giocattolo, soprattutto considerando l'era digitale e l'innovazione che spesso prevalgono sulla tradizione.

Il 2023 rappresenta poi un anno incredibile per questa protagonista della vita di tutti noi grazie all'uscita al cinema di un film live action dedicato proprio a lei. Tuttavia, Barbie ha dimostrato di essere in grado di evolversi con i tempi pur mantenendo la sua unicità distintiva. Per comprendere appieno la sua storia, ricca di sfide, curiosità e determinazione, è necessario fare un salto indietro negli anni Cinquanta negli Stati Uniti.

Barbie: da bambola ad icona senza tempo

Dai fumetti al mondo reale Barbie si impone come una Regina

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, a Los Angeles, la Mattel era una piccola azienda fondata da Elliot e Ruth Handler, che aveva ottenuto successo vendendo pistole giocattolo per ragazzi. Tuttavia, Ruth era insoddisfatta perché notava che suo figlio Ken aveva una vasta scelta di giocattoli che gli permettevano di sognare di diventare astronauta, poliziotto, cowboy, e così via. Al contrario, sua figlia Barbara aveva solo dei cartonati di donne in intimo su cui posizionare dei completi di vestiti, sempre cartonati, per fingere di essere una fashion stylist.

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Questo era un modo di giocare molto limitato per le bambine, poiché gli altri giocattoli per ragazze erano principalmente bambole da accudire come madri o giocattoli che rappresentavano mansioni domestiche come lavare i piatti o cucinare. Questo tipo di immagine rifletteva l'idea radicata nella società americana degli anni '50, che le ragazze dovessero essere madri e casalinghe fin da piccole, mentre i ragazzi potevano sognare liberamente il loro futuro avventuroso.

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Durante quel periodo, c'era la paura del comunismo e dell'apocalisse nucleare soprattutto vista la Guerra Fredda nata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La famiglia era considerata un rifugio sicuro in cui nutrire speranze per il futuro. Ci fu un boom delle nascite e si ribadì il valore dei ruoli di genere: le madri avevano il compito di prendersi cura dei figli con affetto, rendendo la casa un luogo accogliente, mentre i padri erano il simbolo della virilità e dovevano educare i figli alla realtà imprevedibile della vita. Questa netta divisione di ruoli veniva enfatizzata nell'educazione dei bambini.

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Ruth desiderava creare un'alternativa giocosa per le bambine americane e trovò l'ispirazione durante un viaggio in Svizzera, dove scoprì la bambola tedesca Bild Lilli, un personaggio dei fumetti audace e seducente pensato per un pubblico maschile adulto. Ruth incaricò Jack Ryan, non il personaggio inventato da Tom Clancy ma un ingegnere aerospaziale diventato designer in azienda, di progettare una nuova bambola per la Mattel. La bambola fu chiamata Barbie, in onore della figlia di Ruth, Barbara.

Barbie fu presentata per la prima volta nel 1959 alla Fiera del Giocattolo di New York, ma inizialmente non ebbe un grande successo. Il suo seno evidente suscitò preoccupazioni tra gli imprenditori, in particolare uomini, che vedevano la bambola come troppo sessualizzata per le bambine. Nonostante ciò, grazie alla perseveranza di Ruth e Jack, Barbie divenne estremamente popolare tra le bambine, il suo pubblico principale. Finalmente, le bambine potevano avere tra le mani un giocattolo che le aiutava a sognare un futuro affascinante, libero dagli stereotipi sociali e culturali.

Non tutto è rose e fiori, nemmeno per Barbie

Barbie ha intrapreso molteplici carriere nel corso dei decenni, come fashion designer, astronauta e veterinaria. Il suo successo è dovuto alla capacità di Ruth e del suo team di renderla un giocattolo adatto a tutte le bambine del mondo, incoraggiando le loro diverse ambizioni. Nel corso degli anni, sono state introdotte varie versioni di Barbie con diverse caratteristiche, come capelli rossi nel 1961, pelle scura nel 1969 e uno sguardo più deciso. Inizialmente, le prime bambole avevano uno sguardo dilatato, non direttamente rivolto agli occhi del fruitore, per evitare di renderla troppo provocante e ottenere l'approvazione degli adulti. Tuttavia, con la seconda ondata femminista negli anni '60 e '70, gli occhi azzurri di Barbie iniziarono a fissare con determinazione quelli dei suoi osservatori, a rappresentare la nuova consapevolezza femminile.

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Ogni dettaglio di Barbie, come il colore e la lunghezza dei capelli, l'abbigliamento professionale, la tonalità della pelle e il sorriso, mira a rappresentare le diverse sfaccettature delle donne. Nonostante ciò, Barbie è stata oggetto di diverse controversie estetiche sin dal suo debutto. È stata criticata per le sue proporzioni irrealistiche, con misure di 36-18-38. Nel 1965, l'introduzione di un set pigiama party che includeva una bilancia con un peso fisso di 50 kg e un libricino che forniva consigli su come perdere peso, incluso il messaggio "don't eat" sul retro di copertina, suscitò ulteriori polemiche.

Solo nel 2016, con la serie Barbie Fashionistas, si è visto un vero cambiamento di rotta. Questa serie include diverse Barbie e Ken (lo storico fidanzato il cui nome deriva dal figlio di Ruth) con fisici, capelli e look diversi. I sessant'anni di storia di Barbie non sono stati facili e la Mattel ha affrontato seri problemi finanziari, che hanno portato all'allontanamento di Ruth dall'azienda e a una disputa legale con le Bratz della MGA. Tuttavia, Barbie è stata in grado di superare le sfide lungo il suo cammino. Ha anche avuto una presenza costante nel mondo dei videogiochi e dei film, anche se non sono stati pietre miliari del settore videoludico. Questo dimostra il desiderio di rendere Barbie una compagna di giochi sempre presente nella vita delle bambine.

Collezioni inestimabili

Barbie ha raggiunto un tale valore di brand che ha generato record e collezioni incredibili. Attualmente, la più grande collezionista di bambole Mattel è Bettina Dorfann, una signora tedesca che possiede ben 15.000 pezzi. Il suo primo esemplare di Barbie risale al 1966, ma è dal 1993 che ha iniziato seriamente la sua collezione, ottenendo il Guinness World Record nel 2016.

 

L'importanza di Barbie nel mondo della moda è evidente. Nel 2010, è stata venduta all'asta una Barbie alta 11,5 pollici vestita in un elegante abito nero con una collana di diamanti veri, al prezzo di 302.500 dollari. Questo modello è stato presentato per la prima volta all'Australian Fashion Week del 2010 e il design è stato creato dal gioielliere australiano Stefano Canturi. Nel corso degli anni, diverse celebrità hanno avuto la loro controparte in miniatura, come Twiggy, Elizabeth Taylor, Cher e Lindsay Lohan.

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Tuttavia, tra le versioni più apprezzate di Barbie non si trovano solo le edizioni limitate, ma anche la Barbie del 1992 con una lunga chioma bionda che arrivava alle caviglie. Questo modello è stato venduto in tutto il mondo in 10 milioni di unità.

 

Barbie è diventata un'icona inossidabile e la sua storia evidenzia il potere duraturo che ha acquisito. Il suo brand sembra essere inscindibile dalla vita delle bambine di diverse generazioni in tutto il mondo. Non è facile immaginare una fine definitiva per Barbie, poiché ha trasmesso messaggi, talvolta avanguardistici e talvolta controversi, ma sempre di fondamentale importanza. Sin dal lontano 1959, Barbie è diventata la regina indiscussa della scena dei giocattoli.

Un film per le nuove generazioni 

Il 2023 non è "solo un altro anno" nel mondo di questa icona capace di attraversare i decenni come nessun altra. Da Hollywood arriva un live action dedicato proprio a Barbie, un film che vede come protagonisti nientemeno che la bellissima Margot Robbie nei panni di Barbie e Ryan Gosling in quelli di Ken. Dal mondo incantato di Barbie a quello reale chi può dirci cosa riserverà il futuro alla regina delle bambole?

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