Black Mirror, gli episodi da vedere assolutamente

Favole postapocalittiche, derive angoscianti, noir destabilizzanti: le derive dei media di Black Mirror affascinano e fanno paura, proprio come uno specchio nero. Ecco quali sono gli episodi da non perdere.

Autore: Alice Grisa ,

Uno smartphone, un PC, un tablet, nel momento in cui non è attivo si trasforma in una superficie riflettente, uno “specchio nero”. C’è chi, guardando dentro, vede la propria immagine, e chi invece fantastica su distopie 2.0. È il caso di Charlie Brooker, creatore di Black Mirror, sceneggiatore britannico e creatore della serie sulle derive allucinanti, orrorifiche, grottesche, politiche, persino romantiche del mondo dei new media. Il futuro che Brooker racconta nelle sue "compact story" è molto vicino, ci sembra di intravederlo solo guardando fuori dalla finestra.

Presto ci valuteremo tutti con delle stelle, vivremo in una realtà virtuale da videogame, affideremo tutte le interazioni alle note audio, ci conosceremo solo con le app di dating. Tutto quello che viene raccontato appare quanto mai vivido e inquietantemente vicino.

Black Mirror è una serie antologica: ogni episodio a sé stante, una storia autoconclusiva con personaggi (e attori) che non ricorrono negli altri. Ogni episodio ruota intorno a un tema forte che riguarda strettamente o più collateralmente il mondo dei media, intercettando diverse sfere: la famiglia, l’amore, la politica, la realtà alternativa.

Ma quali sono gli episodi che vale la pena vedere?
A mio parere, questa è la top 10 da non perdere.

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10 – U.S.S. Callister

L’episodio è particolarmente geniale perché mette in scena lo sdoppiamento (grazie alla tecnologia) della propria vita frustrante e inappagante in una condizione ideale, quasi un’iperbole di una immaginifica presa di potere.

La vittima di un mondo poco appagante, per colpa degli altri e delle convenzioni sociali, si ribalta e diventa carnefice di un universo alternativo, popolato (fantascientificamente) con le intelligenze artificiali prodotte rubando qua e là il DNA delle persone che lavorano con lui.

La sceneggiatura è cesellata alla perfezione per mettere in scena le due facce dell’empatia: l’adesione a un personaggio e il suo distacco, che si sviluppano in una manciata di minuti grazie al protagonista e alla sua forza di creazione.

Robert Daly è un dotatissimo programmatore di videogiochi, che subisce il peso di una vita che gli fa ricadere addosso come un boomerang la propria timidezza e inadeguatezza. Creatore del gioco di ruolo Infinity, la sera, a casa, ne sviluppa un’altra versione creata a immagine e somiglianza di sé e dei suoi colleghi (che in ufficio lo ignorano e non lo considerano). Daly è il capitano di un’astronave e tutti i colleghi nella realtà virtuale diventano dei servitori.

Netflix
Una scena di U.S.S. Calliste
L'equipaggio di U.S.S. Callister: un gioco al massacro

Daly è sempre più folle e sadico, tanto da portare il proprio esperimento alla follia malvagia.

U.S.S. Callister, con l’ambientazione alla Star Trek, con i colori e le tipologie umane, non è altro che una cassa di risonanza delle sfumature dell’essere umano a contatto con il disagio e il dolore, condizioni che raramente elevano la sua anima e finiscono per trasformarlo in qualcosa di crudele, pronto a rivalersi darwinianamente sui suoi simili come gli altri si rivalgono su di lui.

La tecnologia è uno strumento insano e pericoloso, favoloso e tossico, in grado di generare mondi dell’orrore, come un Matrix pronto a esplodere in mano a chi si è sentito per troppo tempo isolato e vessato.

9 – Arkangel

Asfissiante e schizofrenico, Arkangel è diretto da Jodie Foster e va a toccare il recondito, il terrore e la mania di controllo che pervadono ontologicamente ogni genitore.

Le protagoniste di questa storia sono Marie e Sara, madre e figlia. La piccola Sara si perde e la madre, spaventata, accetta di entrare in una sperimentazione, un parental control che con un tablet le permette di controllare e geolocalizzare sempre la bambina. I comportamenti strani e autolesionisti della ragazzina, con il tempo, portano la madre a consultarsi con uno specialista, che le consiglia di rimuovere il sistema di controllo.
Anni dopo, quando è adolescente, Sara verrà spiata di nuovo dalla madre, che non riesce a mettersi in contatto con lei e, per paura, riattiva il tablet, con cui vedrà la prima volta della ragazza. L’apprensione la porterà a controllarla sempre più da vicino, a intromettersi nella sua vita, fino al collasso finale.

Netflix
Una scena di Arkangel
L'urgenza del controllo

Anche con questo angosciante episodio, Charlie Brooker non si arroga il diritto di spiegare la realtà o fornire delle risposte a quesiti filosofici o più semplicemente psicologici.

Black Mirror si limita a mettere in scena un tema, provando a immaginarne i risvolti più pessimistici (ma altrettanto sensati e logici). L’ansia di un genitore non è controllabile, ma la tecnologia in questo caso rischia di incanalarla nella direzione sbagliata. Forse non avere i mezzi, di base, è la soluzione migliore?

8 – Crocodile

L’episodio Crocodile macchia di sapore crime e di sangue la storia che coinvolge i termini della tecnologia per fare luce sulle dinamiche e sulle conseguenze di un omicidio. Black Mirror è a proprio agio a fluttuare tra i generi e questo intercetta il mood del nordic noir, la commedia cupa ambientata tra i ghiacci scandinavi.

Nel futuro prossimo immaginato da Brooker, la polizia può, tramite un dispositivo, avere accesso per esaminare i ricordi delle persone. La storia si sofferma sull’architetto Mia, una donna in carriera e con una famiglia, che dopo 15 anni, durante una trasferta di lavoro, riceve la visita di un vecchio amico, Rob, che condivide con lei un terribile segreto. Quando erano molto giovani, di ritorno da una serata alcolica, hanno investito per sbaglio un ciclista e, per non rovinarsi il futuro, hanno gettato il corpo nel lago. Tempo dopo, Rob vorrebbe scrivere una lettera alla moglie dell’uomo, che non si dà pace e non sa dove sia finito. Mia, terrorizzata, cerca di dissuaderlo e lo uccide in un raptus di rabbia, proprio nella stanza d’hotel. Tempo dopo un’agenzia investigativa che indaga sull’omicidio stradale di un uomo avvenuto da un “veicolo intelligente” senza conducente cerca Mia, che era alla finestra quel giorno (proprio nel momento dell’omicidio) per analizzare i suoi ricordi. Se lo fa, però, vede anche la morte di Rob.

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Una scena di Crocodile
L'analisi dei ricordi in Crocodile

Crocodile è una metafora che prende spunto dal detto popolare “lacrime di coccodrillo”. La protagonista ha commesso dei misfatti e la tecnologia rischia di scombinare il castello di carte su cui ha cercato di (ri)costruire la propria vita, in un perenne tentativo di copertura, di insabbiamento di quegli stessi ricordi.

La tecnologia arriva a sostegno della verità, una verità pericolosa che neppure la quiete dei ghiacci riesce a non far rimbombare. Ma fino a che punto ci si può spingere per custodire i propri segreti?

7 – Orso Bianco

Orso Bianco appartiene alla prima stagione di Black Mirror, in onda in prima TV (in UK, su Channel 4) nel 2013 ma, incredibilmente, anni prima Brooker è riuscito a vedere il futuro in modo incredibile (e inquietante) e scrivere, in super anticipo, la degenerazione folle a cui stiamo andando/andremo incontro con le Instagram Stories, arrivate nel 2016, subito dopo il boom di Snapchat. 

Channel 4
Una scena di Orso Bianco
Il thriller zombie diventa qualcosa di diverso

Orso Bianco mette in scena apparentemente uno pseudothriller (con risvolti horror) di zombie, che sembra un’anticamera apocalittica della società corrotta e alla deriva.

C’è molta azione e seguiamo Victoria impegnata a difendersi da continui assalti e attacchi. Alla fine, però, la sceneggiatura ribalta le carte in tavola e scopriamo il colpo di scena, affidato all’orrore delle riprese con lo smartphone. Possiamo ritenere questa storia così lontana dalla realtà?

Al momento, assolutamente no.

6 – Zitto e balla

Anche questo episodio è quanto mai (tragicamente) ancorato alla realtà. I concetti di shitstorme, di revenge porn e di video diffusi online hanno creato, dopo la messa in onda di questa storia sinistramente profetica, gravi problemi sociali, fino ai suicidi. Le pagine di cronaca sono piene di persone distrutte e rovinate per la condivisione della loro intimità sul web o sui social.

Il protagonista è un ragazzino che, per far fronte a un malware, scarica un software che fa entrare un hacker nel proprio PC. Il ragazzo, che guarda video (probabilmente) pornografici, viene ripreso e ricattato da un misterioso gruppo che, insieme a un uomo (come lui sotto scacco) lo costringe a effettuare una rapina “catartica”.

Terrorizzati, in preda al senso di colpa e alla vergogna (ma le pulsioni naturali sono una colpa? E come si esce da ciò che è sbagliato, criminale e inaccettabile?), i due si lanciano in una corsa disperata, nella speranza che i video non vengano divulgati.

Più che uno specchio nero, la tecnologia può diventare un killer rumoroso come una cassa di risonanza.

Netflix
Una scena di Zitto e balla
Il ricatto di Zitto e balla

Il finale è tutt’altro che consolatorio: non risponde agli inquietanti interrogativi della storia e condanna senza speranza l’umanità (o la parte corrotta di essa) a un’unica soluzione: comportarsi bene, sempre, perché si è sorvegliati in ogni momento, e l’occhio del 2.0 ha assunto lo status di divinità, in grado di giudicare e decidere di colpe e pene.

5 – Messaggio al Primo Ministro

Episodio d’esordio della serie, che lascia comprensibilmente scioccati. Fluttuando tra grottesco e fantapolitica, la storia racconta di un ricatto a cui ignoti rapitori sottopongono il Primo Ministro britannico: la principessa, che è stata rapita, verrà uccisa se l’uomo non accetta di avere un rapporto sessuale con un maiale in mondovisione, davanti alle telecamere.

Channel 4
Una scena di Black Mirror - Messaggio al primo ministro, con il maiale
Il supplizio estremo

Una farsa nera (che più nera non si può) mette in scena un dramma umano, inizialmente, e poi l’adattabilità politica, che riesce sempre a trarre il meglio anche dall’ambiente più tossico e sfavorevole.

Gli interrogativi che pone questo episodio sono molteplici, ma Charlie Brooker sembra volerci far esordire “in medias res” con questa serie vivida e angosciante, piena di snodi oscuri e di colpi di scena difficili da digerire.

4 – Caduta libera

Caduta libera, o Nosedive, rappresenta il primo episodio della serie prodotto da Netflix, e uno dei più patinati e conosciuti.

La storia è semplicemente raggelante: in un universo “pinterestiano”, arredato come un mondo ideale color pastello, la società è divisa in base a un sistema generale di rating. Qualunque servizio, interazione, rapporto sociale è soggetto alla valutazione in stelle, proprio come se si trattasse di un ristorante da recensire su Tripadvisor.

Netflix
Una scena di Nosedive - Caduta Libera
Lacey e la ricerca delle stelle

Chi ha un punteggio migliore ha accesso ai lavori, alle case, ai servizi migliori. Tecnicamente questo modello sociale dovrebbe spingere le persone alla gentilezza. In realtà, le porta a una forma di orribile e controllata follia. La protagonista Lacie, per accedere alla propria casa dei sogni, è ossessionata dalla necessità di aumentare il proprio rating. Ed è disposta a fare qualunque cosa per essere più “stellata”, amata e popolare.

Anche questo tema è tremendamente vicino alla realtà. Le stelle, le recensioni, le valutazioni incontrollate, soggettive, che il web consente, potrebbero portare a un’Apocalisse della percezione non solo di esercizi pubblici ma anche di persone, comportamenti, movimenti, conversazioni. Un’idea che, come spesso avviene nelle distopie, parte da presupposti positivi per sconfinare nelle derive più infernali.

3 – Hang the DJ

Il mondo delle app di incontri amorosi online è il tema di questo splendido episodio, che affida a Tinder gli ultimi scampoli (poetici) del romanticismo contemporaneo.

Netflix
Una scena di Hang the DJ
Il romanticismo nell'era digitale

Il titolo è dato da una canzone degli Smiths e la storia è una distopia di incontri a due programmati da un sistema di nome Coach che impone alle persone di frequentarsi per il tempo deciso da un’entità sconosciuta. Amy e Frank si incontrano ma sono soggetti a stare insieme per quanto decide il sistema: 12 ore, in cui si trovano benissimo. Poi si devono separare, e avranno altre relazioni, sempre deludenti, finché il sistema li farà incontrare di nuovo, per un tempo determinato. Prima decidono di non sapere quanto tempo rimane, poi Frank sbircerà, scoprendo che è molto poco. La coppia, allora darà vita a una ribellione contro il sistema stesso, ma il finale è pronto a sorprendere e travolgere.

Come spesso accade nel Black Mirror-universe, Amy e Frank non sono altro che una metafora rappresentativa. Dell’amore nel nuovo millennio.

2 – Ricordi pericolosi

Il tema della memoria e della fiducia (in se stessi e negli altri) è il detonatore di questo episodio, che si basa su un dispositivo installato dietro l’orecchio che permette a chiunque di riguardare il passato che concerne la propria vita. Protagonista è Liam, un giovane e rampante avvocato che, insoddisfatto da un colloquio di lavoro, riguarda alla moviola ogni minuto per analizzare i propri possibili errori.

La serata dopo il colloquio prosegue a casa di amici, dove l’uomo trova la moglie e anche un uomo misterioso, che fa in continuazione battute mediocri che la divertono moltissimo. Il seme del sospetto (e della gelosia) sono ormai instillati nel protagonista, che la notte seguente riguarda ogni minuto dell’interazione della moglie con l’uomo e ne scova l’infedeltà.

Channel 4
Una scena di Black Mirror Ricordi pericolosi
A mali estremi, estremi rimedi

Ma non solo: facendosi del male, Liam scopre che la relazione risalente a tanti anni prima ha avuto anche una parentesi extraconiugale e che sua figlia è in realtà figlia di quest’uomo, nonostante il continuo negare della moglie.

Ma allora qual è la verità? In quale mondo si vive se ci si affida solo alle menzogne di chi ci sta di fianco? La prospettiva finale è estremamente cupa, orribile, tanto che si arriva, come Liam, a desiderare un mondo finto per l’incapacità, la mancanza di risorse nell’affrontare quello vero.

1 – San Junipero

C’è unanimità generale nel ritenere San Junipero il più bell’episodio di Black Mirrror. Metafisico, filosofico, teologico, teleologico, romantico, lirico, struggente: San Junipero è più che un capolavoro, è pura poesia.

Ambientato negli anni ’80 (intesi più che mai come state of mind), l'episodio racconta la storia d’amore tra la timida Yorkie e la vivace Kelly. Una discoteca con una canzone nel juke-box, un ballo, un rapporto sessuale, rappresentano più che una condizione casuale, ma più una sorta di paradiso. Lo scoprirà Yorkie, cercando e ricercando Kelly tra le epoche, scoprendo la verità e cosa rappresenta San Junipero per lei, per loro.

Un episodio da favola, da vedere e rivedere, rimanendo senza fiato di fronte a una visione dell’eternità così dolce.

Voi che ne pensate? Qual è il vostro preferito in assoluto?

Quale episodio di Black Mirror dovrei guardare per primo?

Posto che non c'è una successione cronologica degli episodi, il primissimo episodio, Messaggio al Primo Ministro, è apripista di una sfaccettatura di Black Mirror, non così rappresentativa. Si può cominciare dall'episodio 3, Ricordi pericolosi, per avere coscienza del mood della serie.

Gli episodi di Black Mirror vanno guardati in ordine?

No, si possono vedere secondo l'ordine che si preferisce, in base alla trama e al mood percepito dai trailer.

Black Mirror è la miglior serie di sempre?

Black Mirror è una delle serie migliori mai prodotte, soprattutto per chi riflette sul mondo dei media, ma anche sul destino, la vita, la morte, la tecnologia e tanti altri temi.

Quali episodi di Black Mirror sono spaventosi?

Black Mirror varia tra i generi e diversi episodi sono disturbanti, come Orso bianco, Bianco Natale, Odio universale, Metalhead, Black Museum, U.S.S. Callister, Arkangel.

Cosa rende Black Mirror una buona serie?

Black Mirror si può considerare una grande serie per l'acutezza del punto di vista, per gli interessantissimi temi trattati ma anche per l'originalità delle storie e dei personaggi. Ogni spunto aiuta a scavare in profondità per analizzare se stessi, la propria vita, il futuro, in uno scenario sempre più dominato dai media.

Quale stagione di Black Mirror è meglio guardare per prima?

I primi episodi di Black Mirror erano più low budget e in onda su Channel 4. Gli ultimi, prodotti da Netflix, sono più patinati e "hollywoodiani". Per capire l'evoluzione della serie stessa sarebbe opportuno guardare subito la prima stagione, ma non è vincolante per la comprensione delle storie.

Gli episodi di Black Mirror sono connessi tra loro?

Più che una vera e propria connessione, gli episodi di Black Mirror sono disseminati di Easter Egg che rimandano le storie l'una all'altra. Ad esempio, San Junipero è citato più volte, come il Primo Ministro che aveva affrontato il maiale nel primissimo episodio.

Black Mirror comincia con la stagione 1 o 4?

Black Mirror è una serie antologica, in cui ogni episodio ha una storia a se stante. Prima del rilascio dell'ultima stagione, la 4, Brooker ha svelato però che i personaggi appartengono allo stesso universo.

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