Dandadan, recensione episodio 1: un tripudio di colore e follia, in bilico tra spettri e alieni

Disponibile su Netflix e Crunchyroll a partire dal 3 ottobre, scopri assieme a noi Dandadan, nuovo anime a cura di Science Saru e diretto da Yamashiro

Autore: Federica Polino ,

Finalmente, dal 3 ottobre 2024 l'adattamento anime del manga di Yukinobu Tatsu, il folle Dandadan, è disponibile per lo streaming e doppiato in italiano su ben 3 piattaforme: Anime Generation (Prime Video), Crunchyroll e Netflix.

L'opera, serializzata su Shonen Jump+ a partire dal 6 aprile 2021, ha immediatamente destato l'interesse dei più, tanto che in soli 2 anni il pubblico che richiedeva a gran voce un adattamento animato è stato accontentato: Dandadan osa distinguersi dal panorama manga degli ultimi anni, combinando elementi horror con il comedy, avventura e soprannaturale, creando un impasto unico ed originale che ha affascinato lettori di tutte le età. 

Curiosi di conoscere Momo Ayase e Okarun? Eccovi un'analisi accurata del primo episodio della serie anime, con tanto di sinossi per i pigroni!

ATTENZIONE: quest'articolo contiene spoiler su Dandadan

Episodio 1 - È così che nasce l'amore 

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Dopo l'ennesima delusione d'amore, Momo Ayase si trascina nei corridoi della scuola in balia di riflessioni profonde sui sentimenti e relazioni, ed una fra tutte pare colpirla in particolar modo:

Riuscirà un giorno a trovare un uomo virile come il celebre attore Ken Takakura?

Mentre si aggira indisturbata, la sua attenzione viene attirata da un giovane liceale, intento a non-difendersi da un branco di bulletti: da brava eroina, anche se a primo acchito potrebbe sembrare completamente disinteressata, si interpone tra il compagno e i suoi aguzzini, che fuggono a gambe levate.

Indisturbata arriva ed indisturbata se ne va, finché il suo cammino non viene interrotto proprio dal ragazzo bullizzato.

Okarun prende coraggio e le svela il motivo che lo ha spinto ad avvicinarla: è noto a tutti che Momo sia un'appassionata dell'occulto, proprio come lui. Tuttavia, la giovane non è interessata agli alieni o agli UFO, che paiono essere l'ossessione del quattrocchi: Ayase crede esclusivamente in spettri e nell'esistenza di spiriti, in quanto sua nonna é una medium.

Dopo aver discusso sull'esistenza dell'uno o dell'altro fenomeno paranormale, decidono di fare una scommessa: la testarda Ayase proverà a Takakura che esistono i fantasmi, mentre Ken proverà a Momo che l'unico reale fenomeno sovrannaturale provato sono gli alieni.

Quindi vedi di non tirarti indietro!

Chi dei due avrà la meglio, potrà dare ordini all'altro che diventerà il suo schiavetto personale.

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Ha inizio il test: entrambi vogliono dimostrare di aver ragione, malgrado nessuno dei due si sia mai imbattuto ne' in un alieno, ne' in uno spirito.

Così, Momo si dirige all'ospedale abbandonato di Nagi, noto sito d'avvistamento Ufo: se sali sul tetto e chiami gli alieni, si viene rapiti, dopodiché ti cancellano la memoria, le mette in guardia Okarun.

Nel frattempo i due sono al telefono e iniziano ad aprirsi l'un l'altro: Momo, in particolare, spiega a Ken di essere orfana e di vivere con sua nonna sin da quando i genitori non sono più tra loro.

La sua famiglia, tuttavia, è sempre stata un po' stramba: lei, ad esempio, sin da bambina ha dovuto praticare una sorta di rituale nel tragitto da casa a scuola. Uno scongiuro imbarazzante, per cui i bambini l'hanno sempre additata come quella strana.

Emettendo il ki, allontani incidenti e malattie...nessun male di si avvicinerà.

Nonostante Ayase si apra, il ragazzo opta per evitare l'argomento, eppure, proprio nel momento clou della discussione, uno spettro a forma di anziana nonna si palesa dinanzi a lui:

È la turbo nonna!

Takakura corre via in preda al panico e tenta di superarla per non farsi maledire dallo spettro, quindi Ayase molla tutto per affrettarsi ad aiutarlo, quando improvvisamente anche lei entra in contatto con alcuni individui appartenenti al mondo del sovrannaturale: sono i Serpo (o serpoiani), e hanno pessime intenzioni.

Mentre provano a deflorare Momo, la ragazza viene salvata dalla tempestività di Okarun che, ormai maledetto dalla Turbo nonna, viene posseduto dallo spettro e riesce a raggiungerla attraverso lo smartphone della giovane. 

La lotta tra un evoluto e potenziato Okarun e gli alieni si fa sempre più entusiasmante, eppure il giovane non sta avendo la meglio e la situazione sembra essere in balia degli eventi, quando Ayase finalmente sblocca il suo ki, rivelando poteri psicocinetici e tenendo a bada la maledizione di Okarun.

I Serpo scappano, mentre la turbo nonna sfida Ayase a raggiungerla alla vecchia galleria per poter salvare il giovane e spezzare così la maledizione: entrambi, alla fine, ammettono l'esistenza sia di alieni, sia di spettri.

Solo poco prima di partire per la loro grande avventura, Okarun svela il suo vero nome a Momo: lui si chiama Ken, Ken Takakura, e questo provocherà nella giovane un leggero spasmo. Che sia amore?

Colore, stile e fluidità

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L'adattamento di un'opera così popolare rappresenta sempre una sfida per gli studi d'animazione: il regista Yamashiro ha dichiarato di aver voluto valorizzare gli effetti visivi tipici del manga, attingendo però alla potenza dell'animazione.

Nonostante la varietà di generi coinvolti, come horror e dramma, Yamashiro ha sottolineato che l'opera rimane principalmente una commedia, tant'è che è palese l'intenzione del regista di voler porre particolare attenzione al contrasto tra questi elementi: la narrazione procede calzante, lasciando costantemente lo spettatore sbalordito e senza parole.

Oltretutto, è lampante anche la volontà di omaggiare la passione del creatore del manga per Ultraman, iconico eroe giapponese: la scena di trasformazione di Okarun nel corso dell'episodio è stata realizzata in bianco e nero, con il rosso del costume che risalta, simile all'effetto visivo di Ultraman sugli schermi TV in bianco e nero degli anni '60, creando così un legame visivo con il mondo del tokusatsu.

Il regista, poi, ha posto un'attenzione maniacale al dinamismo e la fluidità dei movimenti: l'effetto è quello di una cinepresa che si sposta assieme ai protagonisti, donando la sensazione allo spettatore di essere al fianco del personaggio.

Lo stile d'animazione, infine, ricorda vagamente gli anime anni 90, con linee semplici che permettono al regista di catturare e trasporre tutta la follia dell'opera di Tatsu: il genio dell'autore viene esaltato ulteriormente da colori sgargianti e personaggi splendidamente caratterizzati, anche grazie al lavoro dei doppiatori italiani che sono stati in grado di rendere perfettamente le sfumature originarie del comparto nipponico, anche nel trasporre improperi e volgarità (costanti, ma che non rappresentano il focus).

immagine in evidenza via profilo ufficiale X Chibi Reviews

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