Julia, le avventure della criminologa di Sergio Bonelli Editore

Autore: Manuel Enrico ,

Dopo Indagatori dell’Incubo, Detective dell’Impossible e Agenti Speciali Alfa, cosa poteva offrire la fabbrica dei sogni del fumetto italiano ai suoi lettori? Sergio Bonelli Editore, nella sua lunga permanenza nelle edicole e nelle case italiane, è stata una fonte inesauribile di storie, muovendosi tra il preservare una tradizione narrativa decennale, con personaggi come Tex e Zagor, e la necessità a partire dai primi anni ’80 di introdurre nuovi personaggi che incuriosissero nuove generazioni di lettori. Un intento evolutivo e sperimentale che si è sempre più sviluppato verso la creazione di nuovi personaggi, aprendosi sempre più a nuove suggestioni, toccando il crime moderno, affidandosi a una figura insolita per il panorama bonelliano: Julia Kendall.

In un pantheon di personaggi alle prese con storie dai toni mysteriosi o horror, tra imprese fantascientifiche e avventure dal sapore classico, una presenza come quella di Julia rappresenta una sfida. Quando nell’ottobre del 1998 Julia esordisce in edicola con Gli occhi dell’abisso, è subito chiaro che la nuova creatura di Giancarlo Berardi sia destinata a essere una delle collane più interessanti del panorama bonelliano.

Julia Kendall, l'avventurosa criminologa di Sergio Bonelli Editore

Anche se non si dice l’età di una signora, Julia da venticinque anni è parte dell’immaginario dei lettori bonelliani. Le sue indagini e la sua vita sono divenute integranti nel catalogo Bonelli, che hanno dato alla criminologa di Garden City diversi vesti con cui presentarsi ai lettori, non limitandosi al tradizionale formato bonelliano del mensile, ma realizzando volumi e raccolte dedicate alle storie più appassionanti dell’intraprendente Julia.

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La nascita Julia

Se vogliamo esser precisi, Julia deve la sua nascita al suo fratello maggiore, Ken Parker. Nonostante una folta schiera di ammiratori, il personaggio western creato da Giancarlo Berardi, a metà anni novanta, attraversava un periodo di difficoltà in termini di vendite, tanto che l’autore riceve dalla casa editrice una richiesta: creare un nuovo personaggio, come ha raccontato lo stesso Berardi:

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A metà degli anni Novanta Ken Parker raggiunse il suo minimo storico di vendite. A ogni uscita, Sergio Bonelli mi riferiva l'entità della perdita economica, e m'invitava a sottoporgli qualcosa di nuovo. Prendendo spunto dalla mia passione per il genere hardboiled e dalla conseguente tesi di laurea sulla "Sociologia del romanzo poliziesco", pensai a una collana noir, il cui personaggio principale fosse una donna, la vera protagonista della nostra epoca. Presentai il progetto a Sergio, il quale, dopo un'ora di discorsi a tu per tu, nel suo studio, mi disse: "Ci ho capito poco, ma mi fido di Lei. Proceda"

La dichiarazione di Berardi è rivelatrice di uno dei tratti più peculiari di Julia – Le avventure di una criminologia: l’elemento crime. In casa Bonelli era già presente una serie poliziesca, il Nick Raider di Claudio Nizzi, ma la scintilla vitale di questa serie era legata a una concezione che sembrava del poliziottesco italiano e della narrativa crime anni ’70 americana, non dimenticando il debito verso le atmosfere della serie letteraria dell’87° Distretto di Ed McBain.

La strada seguita da Berardi, invece, si dirige verso un’altra ispirazione che, proprio in quegli anni, iniziava a ispirare anche sceneggiatori televisivi: il profiling. Dove solitamente gli investigatori bonelliani prediligono un approccio dinamico e ‘da marciapiede’, Berardi punta a enfatizzare una narrativa che premia l’aspetto riflessivo e deduttivo. I criminali non sono solamente assassini da fermare dopo un inseguimento adrenalinico, ma diventano oggetto di studio. Motivo che spinge Berardi a un attento lavoro preparatorio, portandolo a divorare testi di psichiatria, sociologia e balistica, oltre a prendere parte a corsi di criminologia.

Sergio Bonelli Editore
Julia Kendall
Julia Kendall

Questa radice scientifica dell’approccio all’indagine strizza l’occhio alla tradizione del giallo deduttivo inglese, che non a caso sarà una delle maggiori influenze nel corso della serie. Una novità per i lettori bonelliani, che si trovano non solo davanti la seconda serie Bonelli con protagonista una donna (la prima era stata Legs Weaver, spin off di Nathan Never), ma assistono a un cambio di passo sul piano narrativo.

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Sin dai primi numeri, infatti, appare chiaro come il taglio dato da Berardi sia virato a una narrazione caratterizzata da toni più drammatici, con momenti di grande tensione che esaltano l’aspetto criminale della vicenda, soprattutto sul piano emotivo. Il lettore viene suggestionato non tanto con scene truculente o con una banale spettacolarizzazione del crimine, bensì con una valorizzazione dell’elemento thriller, che si presta a essere gestito al meglio all’interno della mente di Julia.

In particolare, Berardi concepisce Julia in modo diverso rispetto a Ken Parker. Dovendo gestire un personaggio destinato al flusso mensile delle edicole, Berardi strutture le storie in modo da essere fortemente verticali ed evitando una continuity eccessivamente vincolante, con la presenza di comprimari ricorrenti e una nemesi definita.

Se Berardi ha mostrato di volere mostrare un cambio di passo rispetto alla sua precedente creazione, va riconosciuto alla casa editrice di avere concesso un privilegio non da poco alla criminologa: albi da 128 pagine, anziché le tradizionali 98. Scelta che ha consentito a Berardi di potere sviluppare di una certa complessità, anche quando il formato è stato ridotto a 116.

Julia Kendall, criminologa

Julia Kendall è docente di criminologia presso la Hollyhock University, attività che affianca al suo ruolo di consulente per il dipartimento di polizia di Garden City, città fittizia poco lontano da New York, e per casi privati.

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Nata in una famiglia agiata, la sua vita prende una piega drammatica all'età di soli tre anni, quando un tragico incidente automobilistico la priva dei genitori. Julia e sua sorella minore Norma vengono affidate alla nonna materna, Lillian Osborne. Durante l'adolescenza, nonostante la passione per il pianoforte, Julia decide di studiare criminologia, entrando in contatto con il professor Raymond Cross, mentore e consulente della polizia cittadina. Attraverso Cross, Julia si avvicina al mondo del crimine e delle indagini.

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Julia Kendall
Julia Kendall

Dopo la laurea, Julia prende il posto di Cross sia come docente sia come consulente per la polizia di Garden City. Con il passare del tempo, la nonna si trasferisce in una casa di riposo e Norma continua la sua carriera di modella in giro per il mondo, lasciando Julia sola nella grande casa di famiglia, tranne che per la compagnia della sua gatta e della governante Emily Jones.

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Berardi non si limita a creare un semplice background per la sua protagonista, oltre a darle l’aspetto di Audrey Hepburn, ma sviluppa un mondo entro cui si muove la donna particolarmente vivido. Ogni personaggio ricorrente ha una profondità emotiva e una storia personale che viene presentata con particolare attenzione, che si tratti del fraterno amico Leonard ‘Leo’ Baxter o del burbero tenente della polizia Alan Webb. Questi elementi sono fondamentali per il fascino della serie, considerato come ancor più che in altre serie bonelliane l’interazione tra i personaggi ricorrenti sia centrale nello sviluppo della protagonista.

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Julia Kendall
Julia Kendall

Con Julia assistiamo infatti a un cambio di paradigma narrativo non solo sul piano della concezione delle storie, che prediligono l’aspetto riflessivo, ma anche nell’utilizzo degli elementi tipici del fumetto. Berardi sembra rifarsi alla tradizione dell’hardboiled, mutuando la voce narrante dei protagonisti e trasformandola nella voce di Julia, tramite la presenza del suo diario. In esso Julia non riporta solamente elementi delle sue indagini, ma anche pensieri personali e riflessioni sulla sua quotidianità.

Un particolare che, specie in alcune storie, è evidente con maggior intensità. Dopo i primi numeri che mostravano un approccio considerato dall’editore troppo drammatico, soprattutto il sesto numero Jerry è sparito, Berardi decise di stemperare queste atmosfere con l’introduzione di una più evidente quotidianità di Julia, perfetto strumento per introdurre momenti ironici e di alleggerimento. Ecco quindi che i battibecchi con Webb, la presenza della vulcanica domestica Emily (modellata su Whoopi Goldberg) e le simpatiche uscite di Leo diventano momenti di decompressione per le situazioni più complesse.

Raccontare Julia

Oggi siamo abituati a titoli Bonelli in cui il creatore della serie ne è anche narratore unico, come accaduto per Gea, Orfani o Dragonero. Alla sua uscita, Julia rappresentò un punto di rottura con una consuetudine dell’editore, in cui le storie di un personaggio venivano affidate anche ad altri sceneggiatori.

Berardi, al contrario, crea una sorta di think thank per la sua criminologa. Mantenendo il controllo creativo, supervisionando tutte le storie, si affida a un team di autori decisamente compatto (tra cui Mantero, cCalza, De Nardo), che consente di avere maggior omogeneità all’interno del canone del personaggio. Ogni nome ha come intuibile un proprio stile, portando un valore aggiunto allo sviluppo della serie, ma l’avere Berardi sempre al timone della serie tramite un controllo delle sceneggiature aiuta a preservare l’anima autentica della protagonista.

Allo stesso modo, viene impostata una certa tradizione anche sul piano visivo. Aiuta in tal senso l’avere dato ai personaggi fattezze facilmente riconoscibili grazie alla scelta di attori celebri come modelli sui cui lavorare, ma è essenziale l’avere scelto di preservare una gabbia entro cui ricondurre le tavole. Se da un certo punto di vista questo può esser considerato un limite per la libertà artistica dei disegnatori, dall’altro è un valido strumento per preservare una linearità grafica della testata. Dimostrazione è la rarità di pagine doppie che potrebbero rompere questa consuetudine, ma ancora più importante è il cercare di creare vere e proprie coppie artistiche funzionali alla creazione di una tradizione del personaggio.

Julia: i volumi da leggere

Con venticinque anni di onorata carriera nel mondo del fumetto italiano, recuperare le storie di Julia – Le avventure di una criminologa non è certo semplice. Al netto del servizio arretrati di Sergio Bonelli Editore, è possibile guastarsi alcune delle migliori storie dii Julia grazie alla riproposta in volume, in cui sono contenuti anche contenuti editoriali che approfondiscono  il fascino di questo personaggio.

Julia & Myrna: Diario di una psicopatica

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Julia Kendall insegna criminologia all’università di Garden City e collabora occasionalmente con la polizia. Sta cercando di dimenticare una terribile esperienza che l’ha segnata nel profondo, ma una nuova serie di omicidi la spinge a mettersi sulle tracce di un serial killer, e l’incubo ricomincia. Raccolti in volume, e colorati appositamente per questa edizione, i primi due capitoli della serie creata da Giancarlo Berardi, creatore di “Ken Parker”, che segnano anche l’inizio della saga di Myrna Harrod, la crudele e camaleontica serial killer che diventerà la nemesi della criminologa di Garden City. Due racconti sfaccettati e disturbanti, che uniscono il giallo classico alla morbosità del thriller psicologico, disegnati da Marco Soldi e Corrado Roi.

Julia & Myrna: Il mio nome è Myrna Harrod

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Ci sono donne che non è facile dimenticare e altre che si desidererebbe non aver mai conosciuto... Myrna Harrod è entrambe le cose. Sfuggita alla cattura, la serial killer si è trovata un lavoro, vive con un'altra donna, usa un nome falso, e spia la celebre e ignara criminologa per carpirne ogni più intimo segreto. Per sopravvivere, Julia dovrà iniziare una discesa nei tortuosi meandri della "mente del mostro". Due storie della saga di Myrna in un'edizione a colori.

Julia: Ladro scaccia Ladro

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Ladro scaccia ladro. Julia

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Un'altra raccolta per Julia Kendall, la criminologa, indagatrice dell'animo, uscita dalla fantasia di Giancarlo Berardi. Nella prima storia, per correre in aiuto di un compagno di università ricattato da una banda di malviventi, Julia non esita a ricorre all'aiuto di Tim O'Leary, il ladro-gentiluomo per cui nutre un sentimento ambiguo, a metà strada tra l'odio e l'amore, e a indossare lei stessa i panni di improvvisata delinquente. Ne "Il settimo comandamento", vediamo di nuovo la criminologa affiancare O'Leary in un'impresa ladresca: l'obiettivo è recuperare dei documenti di importanza vitale da una villa che pare una fortezza inespugnabile. Il volume si chiude con "I due ladri", che vede Julia aiutare Tim a salvare suo fratello Theo, ostaggio di una banda che pretende come riscatto un prezioso quadro custodito in un caveau. Tre racconti gialli, che alternano alla suspense lampi da commedia romantica.

Julia: Nel paese dei burattini

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Nel paese dei burattini. Julia.

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Un viaggio in Italia con il suo innamorato Ettore, un giro tra le colline toscane, un incontro forse casuale, o forse no, offrono a Julia l’occasione per entrare in un mondo fantastico, popolato dai personaggi del celebre romanzo di Collodi. Ma Julia è pur sempre una valente criminologa, e il suo intuito saprà esserle utile anche nella delicata indagine nella quale si trova coinvolta, per salvare il mondo della fiaba da cinici affaristi pronti a tutto pur di soddisfare la propria avidità… A 140 anni dalla prima pubblicazione di Pinocchio, la nuova edizione di un’inedita storia di Julia per celebrare questo capolavoro della letteratura. Una storia sospesa tra incubo e realtà, tra mondo criminale e mondo della fantasia, che è anche un omaggio all’arte di narrare.

Julia: L'Italia dei misteri

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L'Italia dei misteri. Julia

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La criminologa di Garden City e il commissario italiano si ritrovano di nuovo insieme nelle tre avventure raccolte in questo volume. Tra Genova, Milano e Venezia, mentre la loro storia d’amore, seppur resa difficile dalla distanza, si rafforza e cresce, Julia ed Ettore seguiranno le tracce di un misterioso assassino, faranno luce sul caso di una persona scomparsa e smaschereranno un’ignobile truffa. Tre casi diversi, tre vicende criminali che niente hanno a che fare tra loro ma accomunate dalla spiacevole scoperta che le cose non sono quelle che sembrano.

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