Panini album di figurine dedicato a Dungeons & Dragons: intervista esclusiva

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Autore: Mauro Monti ,

In un panorama in continua evoluzione, dove il mondo del collezionismo incontra la cultura pop, è raro imbattersi in progetti che riescono a catturare l'immaginazione di generazioni diverse. Abbiamo avuto la possibilità di scoprire un'iniziativa straordinaria, nata dalla sinergia tra due mondi apparentemente distanti ma intrinsecamente legati dalla passione per la narrazione e il collezionismo: l'album di figurine dedicato a Dungeons and Dragons, frutto della collaborazione tra Panini e il noto appassionato e esperto del gioco Christian Bellomo.

Panini
Album figurine Dungeons & Dragons - Panini

In questa intervista esclusiva, Nicola Peruzzi, responsabile editoriale di Panini, e Christian Bellomo ci svelano come è nata l'idea di creare un album di figurine ispirato a uno dei giochi di ruolo più iconici di tutti i tempi. Attraverso le loro parole, scopriremo i retroscena del progetto, dalle prime ispirazioni alla realizzazione concreta, e le aspettative che accompagnano il lancio di questo album che promette di essere un ponte tra il fascino del collezionismo e l’epicità delle avventure fantasy. Prepariamoci a immergerci in un viaggio fatto di carte, leggende e storie senza tempo.

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Album di figurine di Dungeons & Dragons: intervista a Nicola Peruzzi e Chirstian "Zoltar" Bellomo

Come è nata l'idea di creare un album di figurine dedicato a Dungeons & Dragons?

Nicola:

Parti con la domanda più difficile in assoluto! Beh, di fatto è nato come sempre nascono le idee in Panini: siamo sempre attenti e attivi sulle acquisizioni delle licenze, e a un certo punto il team dei collectibles ha giudicato che Dungeons & Dragons, nell’anno del suo cinquantesimoesimo anniversario, potesse essere qualcosa su cui poter lavorare per creare dei prodotti in stile Panini. Ovviamente, il fatto che nel publishing avessimo già da tempo la licenza dei fumetti di D&D ha reso questa operazione in tutto e per tutto un progetto su cui eravamo certi valesse la pena investire. 

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Cosa rappresenta l’universo di D&D per voi nel vostro vissuto e nella vostra formazione “nerdica”? 

Nicola:

Per me D&D e il suo universo, i suoi personaggi, i suoi tanti mondi rappresentano una stagione indimenticabile e meravigliosa della mia vita in cui, nel mio costante bisogno di storie di cui nutrirmi, non mi bastava più leggere e basta o videogiocare da solo, ma avevo bisogno anche di condividere e di creare. Ho raggiunto quella consapevolezza un’estate di una vita fa. Avrò avuto 14 anni e al mare incontro questi ragazzi appassionati di Advanced Dungeons & Dragons (che era l’edizione che andava per la maggiore negli anni 90, nel cuore la mia preferita).

Conoscevo il marchio perché da bambino avevo comprato la scatola rossa nel mio negozio di giocattoli preferito attratto dalla grafica splendida e dal disegno incredibile di Larry Elmore, ma aprendola la avevo trovata… vuota. Non ero ancora pronto. Qualche anno dopo, però, mi trovai a vivere questa incredibile avventura (nel mondo di Greyhawk, per inciso) con questi perfetti sconosciuti, che nel giro di pochi giorni divennero amici oltre che compagni d’arme. È proprio vero che le più grandi amicizie nascono intorno al tavolo da gioco! 

Christian:

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D&D è stato quello che mi ha dato una strada fondamentale, che mi ha regalato gioie e qualche dolore, ma sicuramente è lo strumento che mi ha permesso di avere maggiore sicurezza in me stesso e un punto di vista sulla vita. Oltre a conoscere persone fantastiche.

Perché un album di figurine e non una collezione di card collezionabili?

Nicola:

Molto semplicemente, perché gli sticker album sono il cuore della produzione Panini nel mondo, e perché siamo letteralmente gli unici che avrebbero potuto realizzare un prodotto simile. Non solo: un album di figurine permette di inserire una parte contenutistica e testuale importante, che le card non avrebbero avuto. In ogni caso, all’interno dell’album sono comunque presenti 54 card, quindi la risposta alla tua domanda potrebbe essere: “e perché non entrambe?”

Quali sono stati i primi passi nel processo creativo per questo progetto? E quale tipologia di prodotto avete voluto proporre?

Nicola:

Sono stato coinvolto dalle ragazze degli sticker nell’estate del 2023. Ero appena tornato da San Diego, dove avevo conosciuto Chris Perkins, lo story designer di D&D nonché creatore della mia campagna preferita della quinta edizione, Curse of Sthrad, grazie a una dritta che mi aveva dato casualmente un certo Zoltar.

Capirai quindi che ero carichissimo, e quel giorno mi ero presentato in ufficio con la mia t-shirt della D&D Red Box. A Sara, direttore dell’Editorial degli sticker (in precedenza mia responsabile per i comics), probabilmente in quel momento torna in mente quanto fossi in fissa con D&D quando lavoravamo insieme (ero DM del Panini Party e rompevo le scatole a tutti su quanto dovessimo fare più roba legata alla property, anzi avevo pure cercato di convincerla a partecipare alla campagna) e a quel punto mi chiede se avessi tempo di coordinare il progetto.

Ovviamente, con tutto quello che faccio in ufficio il tempo non ce lo avevo, ma sapevo che avrei dovuto trovarlo perché un’occasione simile non sarebbe ricapitata tanto facilmente, e da lì iniziammo a discutere del progetto. I ragazzi degli sticker avevano già una loro idea su come improntare il prodotto, che si basava su di una chiacchierata preliminare fatta con Hasbro e Wizards of the Coast, e l’abbiamo sviluppata insieme, modificandola sulla base della nostra expertise sulla property. È stato lì che ho pensato che sarebbe stato perfetto poter coinvolgere Zoltar, uno dei più grossi esperti di D&D del pianeta, divulgatore d’eccezione e amico di Panini. Ed è lì che abbiamo messo in piedi il concept dell’album: un’avventura con uno pseudo meccanismo di gioco che fungesse anche da entry point nell’universo di D&D. 

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Christian : 

Credo che il primo passo sia stata la gigantesca fiducia che ho verso Nicola e il suo lavoro in Panini. L'aver scoperto come un appassionato di D&D, ha fatto in modo che ci prendessimo sotto braccio per partire all'avventura assieme (finalmente!)

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Album figurine Dungeons & Dragons - Panini

Qual è stata la sfida più grande che avete affrontato durante la realizzazione dell’album?

Nicola:

Ce ne sono state molte. Devi pensare che un prodotto del genere ancora non esiste. Lo abbiamo inventato praticamente noi da zero, e per cui non avevamo nessuna traccia da seguire se non la nostra passione e la nostra conoscenza. La sfida più grande è stata creare una storia, che è stata scritta da Fiorenzo Delle Rupi, altro decano del mondo RPG in Italia (è stato il traduttore ufficiale di D&D dall’era 25th Edition all’era Asmodee). Sviluppare il concept che avevamo buttato giù insieme a Zoltar in qualcosa di più dettagliato è stato un processo lungo e complesso.

Per fortuna lo story team di Wizards ha adorato fin da subito la nostra visione e ci ha supportato in ogni modo possibile e immaginabile. Ci siamo sentiti veramente a casa insieme a loro, ma del resto tra appassionati ci si capisce al volo. 

Un’altra grande sfida è stata generare le due copertine dell’album. Io adoro lavorare con gli artisti, è uno dei pezzi del mio lavoro nel publishing che amo di più, e ogni volta che ne ho l’occasione porto questa cosa anche fuori dal mio lavoro quotidiano sui fumetti. Per questo progetto sapevo già che avrei dovuto commissionare due cover: una moderna e una vintage per la Collector’s Edtion. E sapevo che volevo un pittore proveniente dall’universo di D&D per la regular, in modo che il nostro album diventasse assolutamente indistinguibile da un manuale, e un pittore proveniente dal mondo dei comics per la variant.

Il pittore di comics la ho trovato al volo: volevo uno dei più grandi autori fantasy viventi e non ho avuto dubbi. Esad Ribic, che oltre a essere un gigante nella pittura è anche un amico, ha accettato subito con grande entusiasmo. Il suo lavoro di ricreazione e aggiornamento della splendida illustrazione di Elmore della Red Box è impressionante. Per il pittore di D&D è stato più complesso. Ogni volta che provavo a contattare un artista di D&D o Magic con l’aiuto di Wizards, gentilmente rifiutava l’offerta.

Quello che non sapevo al tempo è che la nuova edizione di D&D era in lavorazione in quel preciso momento, e che non c’era alcun margine di manovra. Poi, al BeComics di Padova, la serendipity: Ero invitato a un panel con Marco Checchetto e nell’attesa davanti al palco gli chiedo se conoscesse Alberto Dal Lago, al quale volevo commissionare la cover in quanto amante assoluto del lavoro che aveva fatto su Lupo Solitario, e Alberto era sul palco in quel momento. Il resto, come si dice, è storia. 

Christian:

 Pensare a un progetto che coinvolge delle multinazionali, ti permette di spaziare tanto con la fantasia ma si può scontrare con i do & don't

Come avete scelto quali personaggi, mostri e luoghi includere nell’album?

Nicola:

 Una volta deciso che per il primo sticker album avremmo dovuto muoverci nel Faerun ed esplorare quello, sia per me che per Zoltar non c’è stato dubbio: dovevamo iniziare dalla Costa della Spada. Devi sapere che io sono stato un lettore fortissimo dei romanzi di D&D in passato (e lo sono ancora), e all’Università mi sono letteralmente divorato tutta la saga di R.A. Salvatore dedicata agli Elfi Oscuri.

La scelta poteva essere o Icewind Dale o la Costa della Spada, e per una questione di opportunità abbiamo scelto la seconda. Abbiamo da subito voluto creare un viaggio che andasse da un punto A fino a un punto B e ritorno, con una quest in mezzo. Al resto ha pensato Fiorenzo, che ha dimostrato di essere un Dungeon Master e un autore straordinario nella selezione di tutto quello che è il dettaglio della storia e la parte visuale della stessa. 

Christian:

 Basandoci sull'esperienza di tanti anni di gioco: dopo qualche decennio sai quale creatura o luogo è più affascinante di altri agli occhi del pubblico

A quale pubblico vi rivolgete con questo album di figurine?

Nicola:

L’album va in edicola e in fumetteria, per cui come tutti i prodotti Panini è mass market. Del resto, D&D è ogni giorno di più un brand lifestyle, per cui lo scopo è arrivare a tutti, giocatori ed ex giocatori, appassionati di fantasy che non hanno mai giocato ma sono attratti dalla copertina (come successe a me, diversi decenni fa, con il partwork de La Storia Ancestrale, per dirne una) e nel mio piccolo, spero che arrivi  anche a mamme e papà fanatici di D&D che cercano un modo per introdurre I propri figli al gioco di ruolo più bello del mondo. 

Panini
Album figurine Dungeons & Dragons - Panini

In che modo avete cercato di attrarre sia i fan di lunga data di D&D che i nuovi giocatori?

Nicola:

Panini è un editore che cerca sempre di parlare a tutti, per vocazione. Lavoriamo su fumetti americani e giapponesi, senza disdegnare le produzioni locali italiane o le novità dal mondo. Facciamo album di figurine sullo sport, sugli animali, sulle principali serie televisive, film e prodotti di intrattenimento popolare… e quando abbiamo concepito quest’album, volevamo che fosse quanto di più entry level possibile. Io, per esempio, vorrei poterlo completare insieme a mia figlia, che sta cominciando ad appassionarsi al fantasy e che ama le storie d’avventura.

Per questo, quando con Zoltar abbiamo lavorato al concept e poi con Fiorenzo abbiamo cominciato a scrivere il layout dell’avventura, abbiamo pensato che volevamo fare qualcosa che fosse esattamente come D&D – L’onore dei ladri o Baldur’s Gate III: una porta d’ingresso in un mondo meraviglioso per chi non ha mai giocato, così che possa farsi un’idea, e uno scrigno del tesoro per chi già lo conosce e vorrà assolutamente uno sticker di Drizzt Do’Urden o uno di Minsc da attaccare nell’album o altrove. 

Christian:

Credo che le immagini abbiano un grande potere evocativo, in qualsiasi edizione, se poi nella limited edition metti un richiamo come la scatola rossa di D&D...

Potete descrivere il processo di collaborazione che avete seguito tra Panini e Cristian Bellomo?

Nicola:

Cristian è stato la prima persona a cui ho pensato quando abbiamo messo in piedi questo progetto. Avevo bisogno di coinvolgere il massimo esperto al mondo di D&D per creare qualcosa che potesse intercettare il gusto di Wizards e permetterci di portare a casa un risultato eccezionale. Con Cristian ci siamo fatti svariate telefonate e ci siamo mandati tantissimi vocali in cui ci gasavamo tantissimo a vicenda pensando a cosa avremmo potuto fare. Eravamo scettici sul fatto che Wizards ci avrebbe approvato le nostre idee, pensavamo di essere fin troppo entusiasti o audaci, ma Wizards si è gasata perfino peggio di noi e ha approvato tutto quanto. Da lì in poi, è stato tutto in discesa.

Christian:

Ci stimiamo da tempo, poi Nicola ha iniziato ad avere in testa questa idea e mi ha contattato.

Quale visione sul mondo di D&D hai voluto portare in questo progetto?

Christian:

Quella del Viaggio.

Quali elementi dell'universo di Dungeons & Dragons avete voluto assolutamente includere? E quali avreste voluto inserire ma per motivi di spazio avete dovuto – per ora – escludere?

Nicola:

Come dicevo, abbiamo dovuto selezionare solo una parte di questo multiverso vastissimo: una parte del Faerun, il mondo di definizione della quinta edizione di D&D, e la parte che ci sembrava in assoluto più “entry level” era la Costa della Spada. Come dicevo sopra, per me è stato del tutto naturale: i miei primi romanzi e le mie prime avventure di Forgotten Realms erano ambientate proprio lì, per cui se era stato entry level per me, avrebbe potuto esserlo per chiunque. Cosa abbiamo dovuto escludere? Tutto il resto, ovviamente! Ma speriamo di poterlo recuperare presto.

Come avete gestito l'equilibrio tra testo e immagini nelle figurine per mantenere l'interesse dei collezionisti?

Nicola:

C’è un’alchimia tutta particolare nella gestione di testo e immagini negli album di figurine. Una ricetta segreta che va avanti da più di 60 anni. Ci siamo semplicemente affidati all’expertise dei grafici del team stickers, grandi appassionati del gioco di ruolo come noi che hanno fatto un lavoro a dir poco sublime, a mio parere personale, rendendo questo volume assolutamente indistinguibile da un qualsiasi manuale di D&D. In sintesi, la risposta migliore che posso darti è che abbiamo messo in piedi un party di appassionati giocatori e DM che si sono messi a lavorare su questo album non credendo nemmeno che fosse possibile lavorare su una cosa così gigantesca.

Christian:

 Panini ha una storia così profonda nell'ambito delle figurine che per me quello che dice è legge, quindi ho guardato alcuni album e da li mi sono adattato 

Panini
Album figurine Dungeons & Dragons - Panini

Ci sono state delle fonti d'ispirazione particolari che hanno guidato il design delle figurine?

Nicola:

 I manuali ufficiali di D&D. Volevamo a tutti i costi che questo venisse percepito come un prodotto ufficiale, unico nel suo genere, ma perfettamente in linea con tutti i prodotti di Wizards. Il risultato potrete giudicarlo presto da soli.

Christian:

Il mondo più conosciuto, quello creato da Ed Greenwood, ovvero i Forgotten Realms. Ci sono decine di fonti da cui prendere a piene mani in 50 anni di storia

Quali sono le vostre aspettative di mercato per questo album di figurine?

Nicola:

Personalmente ho grandi aspettative. Il brand non è mai stato così popolare. Nell’anno del suo cinquantesimo anniversario e con l’uscita imminente di una nuova edizione aggiornata dei manuali delle regole, speriamo che il nostro album vada a inserirsi bene nelle celebrazioni e a fomentare la febbre e il desiderio di prodotti legati a D&D in maniera naturale. 

Come pensate che l'album possa influenzare la popolarità di Dungeons & Dragons tra il pubblico più giovane? 

Nicola:

Se ripenso a come gli album di figurine Panini che facevo da piccolo mi permettevano di ampliare i miei orizzonti su quella che era la passione del momento, me lo ricordo ancora. Gli album dei Transformers, di He-Man, delle Turtles, di Batman, degli X-Men, ma anche di Lady Oscar e degli anime che andavano alla grande in tv… ore e ore ad attaccare le figurine, a leggere i testi, a studiare le pagine. Ancora oggi ho scolpita in testa la memoria di alcune pagine. Ecco, spero che nel pubblico più giovane possa avere l’effetto che ha avuto su di me e su tanti altri come me. 

Christian:

Da circa un decennio D&D sta facendo una grande campagna di brand, ovvero far conoscere il proprio marchio attraverso prodotti e media che non sono per forza libri. Gli album di figurine sono un ottimo portale per far entrare i più giovani in un universo infinito. 

Sul pubblico invece “più datato” che magari si è allontanato dal mondo delle figurine ma è appassionato di D&D quale impatto vi aspettate di avere?

Nicola:

Prendi in mano l’album di D&D, viaggi con la testa all’epoca in cui ne facevi tantissimi e di ogni genere, e magari ti accorgi che gli album di figurine, oggi più che mai, sono vivi ed è possibile trovare un album dedicato a ogni passione che uno possa avere.

Avete in mente delle strategie di marketing specifiche per promuovere l’album?

Nicola:

 Lo lanceremo in due delle principali fiere di settore autunnali in cui ci saranno gigantesche celebrazioni legate a Dungeons & Dragons. Potete aspettarvi grandi cose.

Quali sono i feedback iniziali che avete ricevuto dai fan e dai rivenditori riguardo all’album?

Nicola:

Solo commenti positivi al momento. Le copertine sono piaciute, il feeling generale sul prodotto è stato molto positivo e quel che abbiamo mostrato è stato giudicato molto valido. Non vediamo l’ora che esca per vedere le reazioni effettive. 

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Album figurine Dungeons & Dragons - Panini

Pensate che questo progetto possa aprire la strada ad ulteriori collaborazioni tra Panini e il mondo del gioco di ruolo?

Nicola:

Siamo già molto attivi nel settore publishing con prodotti legati al gioco di ruolo: deteniamo i diritti di Dungeons & Dragons (e Magic: The Gathering) a fumetti, siamo sempre molto attenti a quelle che sono le tendenze nel mondo transmedia e crossmedia legato al gioco e ai videogiochi (pensa a quello che abbiamo fatto nei fumetti con Elden Ring, Assassin’s Creed e alle tante altre property su cui lavoriamo praticamente da sempre). Per cui non è tanto il progetto in sé, è proprio che questo mondo ci piace da morire e vogliamo fare sempre meglio, sempre di più.

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