Cosa significa Shogun? Tutte le parole giapponesi della serie TV spiegate

Autore: Federica Polino ,

L'epicità della trama, i personaggi ben scritti, la regia perfetta e coinvolgente, l'ambientazione evocativa del Giappone medievale, tutti elementi che ne hanno decretato il successo mondiale della nuova serie in esclusiva su Disney+, Shogun.

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Dotato di un cast eccezionale, con Cosmo Jarvis nei panni di John Blackthorne, Hiroyuki Sanada nei panni di Yoshii Toranaga, e Anna Sawai nei panni di Lady Mariko, lo show spicca fra tanti altri per il multilinguismo: i protagonisti della storia, provenienti da diverse parti del globo, dialogano nella loro lingua madre, e questo comporterà una serie infinita di problematiche ed incomprensioni. I personaggi, però, troveranno un modo per valicare questa barriera linguistica nel corso della trama.

Pertanto, non temete, perché noi di CPOP siamo qui per donarvi un glossario (in continuo aggiornamento) della terminologia utilizzata in Shogun, sia che si tratti di termini tecnicistici, sia che ci si imbatta in termini in lingua giapponese, tenetevi pronti a soddisfare la vostra sete di curiosità e conoscenza!

Chi era lo Shogun?

Il termine Shogun, 将軍, rappresenta il titolo del sovrano militare nazionale del Giappone, condottiero e comandante capo del Paese, e veniva nominato dall'Imperatore: nel periodo feudale (dal 1600 al 1800 circa), gli shogun rappresentavano i governatori militari.

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Durante il periodo Heian, il termine shogun compare per la prima volta, ma come titolo occasionalmente conferito ad un generale dopo aver compiuto con successo una campagna militare.

Nel 1192, Minamoto Yoritomo, ottenuto il controllo militare del Giappone qualche anno prima, assunse il titolo di shogun e diede vita al primo shogunato.

Il Paese del Sole fu guidato da tre grandi shogunati, dal 1192 al 1868: Kamakura, Ashikaga e Tokugawa.

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Tokugawa Ieyasu, soggetto ispiratore di Toranaga-sama nella serie Shogun, ottenne il titolo di shogun dopo aver sbaragliato le forze di Ishida Mitsunari (a capo dei lealisti del precedente leader e taiko, Toyotomi Hideyoshi) nel 1600, durante la battaglia di Sekigahara.

I luoghi dello shogunato

  • Edo - nata nel 1590, è sempre stata il punto nevralgico del governo giapponese e della famiglia Tokugawa. Ad oggi è conosciuta con il nome di Tokyo.
  • Osaka - è un insediamento fortificato di inizio XVI secolo originariamente noto come Ishiyama. Dopo essere stato rilevato e ricostruito dal Taikō, prese il nome di Osaka: è una delle città più grandi del Giappone (seconda solo a Tokyo e Nagoya), ai tempi fulcro del commercio e della cultura del Sol Levante. 
  • Nagasaki - importante centro di scambi commerciali tra portoghesi e giapponesi durante XVI e XVII secolo.
  • Macao - importantissima regione amministrativa speciale della Cina, luogo di scambi commerciali con i portoghesi. Agli inizi del periodo Edo aprì nuove opportunità commerciali al Giappone.

Prontuario dei termini giapponesi usati in Shogun

Anjin (アンジン) - termine giapponese per indicare un pilota. Blackthorne viene denominato tale in quanto il suo cognome è troppo difficile da pronunciare per il popolo giapponese.

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Taiko - titolo d'onore affidato ad un ex capo consigliere dell'imperatore, il kampaku. In realtà, il taiko della serie Shogun non è altro che Toyotomi Hideyoshi, famosissimo samurai e daimyo dell'era Sengoku, considerato uno dei rivoluzionari della cultura nipponica e "Grandi Unificatori" del Giappone.

Poco prima di morire, Hideyoshi aveva sperato di istituire un sistema politico sufficientemente stabile da perdurare sino alla maggiore età del figlio, fondando così il Consiglio dei Reggenti: tuttavia, dopo la morte di Hideyoshi, Tokugawa iniziò a procurarsi molte alleanze per acquisire potere. Le forze alleate dell'allora taiko combatterono contro Tokugawa nella battaglia di Sekigahara, venendo però sconfitte.

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Daimyo (大名) - Signori feudali e proprietari terrieri, controllavano le province del Giappone: leader di potenti clan di guerrieri e samurai, subordinati dello shogun, nel corso della serie ne incontriamo molti, tra cui il complesso Kashigi Yabushige.

Koshō (コショウ) - giovane figlio di un samurai di alto rango, fungeva da assistente, segretario, guardia del corpo e (talvolta) amante del busho. Raggiunta la maggiore età, diventa egli stesso un samurai.

Busho (ブショー) - Signore della guerra, letteralmente: un samurai dal grande potere e ricchezze, amministravano feudi e detenevano il controllo militare.

Samurai (bushi, 武士) - membri della casta militare del Giappone dal XII al XIX secolo, guerrieri devoti al proprio signore (daimyo, shogun), tenuti a rispettare l'onorevole codice del bushido: una serie di dettami basati sui principi del dovere, della lealtà e del coraggio, simile al codice cavalleresco europeo.

Coloro che perdevano l'onore (e bastava un nonnulla affinché accadesse) commettevano un rituale suicidio, il seppuku, squarciandosi il ventre con la spada corta che portavano legata alla cintola (harakiri).

La morte per seppuku era considerata comunque una morte onorevole, pertanto non era destinata a tutti i samurai: spesso era il loro leader a dover decidere se quest'ultimo ne fosse degno.

Seppuku (切腹) - letteralmente taglia ventre, anche conosciuto come hara-kiri (ventre taglio), è un termine che indica un antico rituale effettuato dalla casta samurai: il suicidio obbligatorio (talvolta assistito da un secondo), per mano dello stesso samurai.

Il rituale veniva eseguito in casi neanche troppo estremi: il samurai sceglieva di sua spontanea volontà di fare seppuku per manifestare cordoglio in seguito alla morte del proprio signore, oppure per evitare la pena capitale, oppure in segno di protesta per un'ingiustizia subita, o ancora per porre fine alla propria discendenza nel caso in cui il nome e il lustro della famiglia del samurai fossero stati intaccati e disonorati.

Una volta in ginocchio, con le punte dei piedi rivolte all'indietro (seiza), il taglio del ventre avveniva per mezzo di un pugnale corto (sempre legato alla cintola dei guerrieri) e doveva essere inciso da sinistra verso destra, poi verso l'alto, permettendo alle viscere e al sangue di riversarsi in avanti. 

Al termine del rituale, il kaishakunin (solitamente un amico o un parente molto legato) aveva il compito di decapitare il samurai in un colpo solo: se il kaishakunin non ne fosse stato capace, avrebbe recato solo ulteriori sofferenze all'onorevole uomo.

La morte per seppuku doveva essere dolorosa e lenta, e doveva essere percepita come un modo onorevole di morire dopo aver perso una battaglia o aver fatto qualcosa di vergognoso.

Nella serie TV, assistiamo per la prima volta al seppuku di Tadayoshi, l'ormai disonorato samurai del clan Toranaga: egli, avendo fatto qualcosa di vergognoso, ha disonorato il nome della propria famiglia, pertanto chiede il permesso al proprio signore di fare seppuku e di sterminare la sua discendenza, ovvero il piccolo neonato che stringe a sé Fuji, sconvolta.

Malgrado la donna desideri porre fine alla sua vita, in quanto reputi inconcepibile l'idea di sopravvivere con un tale disonore, le verrà imposto di vivere sia perché nipote di Hiromatsu-dono, consigliere di Toranaga, sia perché la sua guerra non è ancora finita.

Ashigaru (足軽) - soldati di fanteria sotto il comando di samurai, rappresentavano la maggioranza dell'esercito di un signore della guerra ed erano spaventosamente fedeli. Combattevano con spade, lance, archi e (in seguito) pistole.

Shinobi (忍) - ashigaru e guerrieri locali che compivano atti di spionaggi e infiltrazione, imboscate e omicidi, assassini spesso ingaggiati da signori rivali. 

Ronin (浪人) - samurai senza padrone, generalmente dediti al vagabondaggio, in alcuni casi il ronin tagliava i ponti con famiglia e clan.

Haigusha (配偶者) - letteralmente consorte. Il matrimonio legale era, in Giappone, un'unione politica scelta dal signore del clan o dal proprio padre, pertanto spesso gli uomini della coppia sceglievano la propria consorte legale, ma si circondavano di concubine (talvolta innamorandosene). Solo i figli nati legalmente dai coniugi erano legittimi e potevano diventare eredi.

Kaiken – piccolo pugnale donato per protezione a tutte le donne samurai. Erano tenuti accanto al petto, all'interno del kosode

Hatamoto (旗本 "sotto le insegne" o alfiere) - samurai sotto il diretto controllo dello Shogunato Tokugawa nel Giappone feudale, e gli era concessa la possibilità di parlare direttamente con lo shogun. Nel periodo Edo gli hatamoto erano i vassalli di grado più elevato della dinastia Tokugawa. 

Alcuni tra i più famosi hatamoto sono Ōoka Tadasuke, Tōyama Kagemoto, Katsu Kaishu, William Adams, Enomoto Takeaki, e Hijikata Toshizō.

Gaijin (外人, gaijin) - significa letteralmente "persona esterna", cioè non nativa del Giappone: Yabushige la usa in modo dispregiativo per definire Blackthorne e il suo equipaggio, e la parole assume quasi il significato di barbaro.

Shukumei (宿命) - fato, destino, karma. Si ritiene che l'idea di shukumei abbia origine nella filosofia cinese del taoismo e del confucianesimo, introdotte in Giappone nel 1600. La parola è spesso usata in contesti letterari e filosofici per descrivere l'idea della predestinazione.

Parole o gruppi di parole ricorrenti in Shogun

Hai! (はい) - è un'affermazione e significa , è la prima parola che Blackthorne impara assieme ad Anjin e wakarimasu.

Hahaue (母上) - modo onorifico di riferirsi alla madre, usato in situazioni formali.

Desu ka (ですか) - viene usata per formare una domanda in giapponese. Desu è una copula che indica cortesia e formalità, e ka è un punto interrogativo. Se combinati, formano una domanda.

Ikinasai (行きなさい) - imperativo del verbo andare, Blackthorne lo usa per spronare i soldati a remare durante la tempesta, "ike!" ovvero dovete andare!.

Nanigoto da (何事だ) - significa, letteralmente, cosa sta succedendo?

Wakarimasu (わかります) - significa "capisco", il passato "ho capito" è espresso con è wakarimashita, mentre "non ho capito" si esprime con wakarimasen.

Hayaku! (はやく) - significa veloce, Blackthorne lo urla ai soldati quando devono necessariamente sfuggire ai nemici (episodio tre).

 

Suffissi onorifici usati in Shogun

San - titolo onorifico di rispetto più comune, usato in contesti formali ed informali, usato in qualità di signore o signora, viene aggiunto in coda al nome dell'interessato: es. Anjin-san.

Sama - titolo onorifico più rispettoso di San, può essere utilizzato per qualsiasi genere, principalmente per riferirsi a persone di grado più elevato rispetto al proprio (sia a livello lavorativo, che a livello sociale): il proprio capo, persone che vantano titoli nobiliari o individui per cui si prova una forte ammirazione.

Anche le divinità vengono indicate col suffisso - sama, pertanto non viene mai utilizzato per riferirsi a sé stessi. Esempi nella serie sono Mariko-sama o Kami-sama.

Dono (殿) - collegato ad un nome significa signore o signora, con accezione di padrone. E' un suffisso arcaico, usato durante il periodo Edo (1603-1868) per rivolgersi, per lo più, a samurai o persone per cui si prova un elevato rispetto. Ad oggi, - dono è in disuso: viene utilizzato in occasioni molto formali.

 

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