Quanto vale il fumetto in Italia? Lo studio da Lucca Crea e MeFu

Autore: Domenico Bottalico ,

Dopo le indagini di mercato sui dati di vendita e quelle sui gusti dei lettori, che ha indicato a sorpresa un calo nella lettura dei manga, arriva a completare il quadro l'interessantissimo studio L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia che, come suggerisce il titolo, si concentra nell'esaminare tutta la filiera del fumetto italiano dal tessuto creativo a quello produttivo. I risultati evidenziando un settore vivo e reattivo ma anche numerose criticità che si riflettono soprattutto sugli operatori. 

L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia: lo studio

L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia è il primo studio sul settore di questa tipologia ed è stato realizzato dall'Unità di Ricerca LYNX (Center for the Interdisciplinary Analysis of Images, Contexts, Cultural Heritage) della Scuola IMT Alti Studi Lucca insieme alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, co-finanziatrice del progetto, e ai partner: Lucca Crea, IIT-CNR di Pisa e MeFu - Mestieri del Fumetto. Lo studio è stato supervisionato da Maria Luisa Catoni (professoressa di Storia dell’arte antica e archeologia e fondatrice dell’unità di ricerca LYNX alla Scuola IMT) e coordinato da Yesim Tonga Uriarte (ricercatrice dell’unità di ricerca LYNX).

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Lo studio è stato presentato ieri durante una conferenza stampa alla Scuola IMT Alti Studi Lucca alla presenza della stessa Maria Luisa Catoni e Yesim Tonga Uriarte, Emanuele Vietina, direttore generale di Lucca Crea, Giovanni Russo, responsabile affari istituzionali di Lucca Crea e Emanuele Rosso, fondatore e membro del consiglio direttivo di MeFu - Mestieri del Fumetto. 

L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia è frutto di un bando lanciato dal Ministero della Cultura nell’ambito di una convenzione quadro con RIFF - Rete Italiana Festival di Fumetto. Tutti i dati raccolti saranno accessibili al pubblico attraverso una mappa digitale interattiva, comprensiva di un database di oltre 2.500 soggetti appartenenti ai diversi ambiti della filiera produttiva e creativa del fumetto italiano. Un report completo dello studio e un libro saranno pubblicati nei prossimi mesi.

Quante vale il fumetto in Italia? L'Italia a nuovolette prova a rispondere

L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia prova a rispondere alla difficile domanda: quanto vale il fumetto in Italia?

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Per farlo è stato creato un apposito questionario online sottoposto agli operatori creativi del settore e sono state condotte interviste con diversi operatori fra cui editori, associazioni di categoria, biblioteche, musei del fumetto, spazi culturali, collettivi di autoproduzione, piattaforme digitali, riviste e festival. In tutto sono state raccolti 508 questionari e 54 interviste. 

Il mercato e la fruizione: crescita e cambiamento

Dallo studio emerge che è il mercato del fumetto italiano in italiano è in continua crescita dal 2000 ed è secondo solo, per volumi, a quello francese. A questa crescita ha contribuito l'aumento delle librerie specializzate e del web come mezzo di diffusione delle informazioni. 

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Al fianco degli editori tradizionali (nel 2019 ne sono stati censiti 265) è in forte crescita il fenomeno dell'autoproduzione e del fumetto digitale con la nascita di piattaforme dedicate che propongono webcomics e webtoon. Analogamente nella distribuzione entrano prepotentemente in gioco queste stesse piattaforme che offrono l'accesso su abbonamento al loro catalogo spesso con la modalità all-you-can-read. Dei canali tradizionali va registrata la contrazione delle edicole, ormai sempre meno, mentre godono di ottime salute le librerie che danno sempre più spazio al fumetto e le fumetterie.

Da segnalare infine la rete dei festival italiani dedicati al fumetto. Sono circa 70 in tutta la penisola e raccolgono complessivamente circa 1 milione di presenza all'anno.

Chi sono i lettori di fumetti e cosa vogliono leggere

Oggi, il lettore di fumetti non è ascrivibile a una demografica precisa. Il medium interessa ambo i sessi e diverse fasce d'eta. Tuttavia tutti i lettori di fumetti, in diversi gradi e forme, sono dei prosumers cioè interagiscono con autori e/o produttori divenendo parte integrante della filiera creando o rielaborano contenuti da condividere con altri appassionati.

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La progressiva scomparsa delle edicola segna un cambiamento con il fumetto popolare italiano (per semplificare quello distribuito in edicola, albo brossurato formato 16x21 cm in bianco e nero) che viene scalzato dal manga come genere più letto ma non solo. Il fumetto nipponico apre infatti a nuovi orizzonti espressivi e creativi e nuove sfide carto-tecniche per la tutta la filiera.

Il fumetto seriale inoltre si sta trasformando in graphic novel, formato privilegiato per l'ingresso nelle librerie sopratutto quelle generaliste dove però lo spazio espositivo è "ridotto" e gli editori sono costretti a puntare sempre sulla novità costante. 

In questo senso vi sono da segnalare due importanti tendenze degli ultimi anni. La prima è legata all'acquisizione di editori di fumetti da parte di grandi gruppi editoriali. La seconda è quella legata alla digitalizzazione e alla crossmedialità del fumetto ormai percepito come l'anello di una catena che comprende altri prodotti fra cui videogiochi, serie animate/TV e cinema.

Chi sono i lavoratori del fumetto e quali criticità hanno evidenziato

Uno dei nodi più critici evidenziati da L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia è legato alla sostenibilità economica degli artisti.

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In tal senso i numeri sono abbastanza esplicativi:

  • il 31,29% degli autori che hanno partecipato all’indagine si sostiene con la sola attività lavorativa nel fumetto 
  • il restante 68,71% è costretta a svolgere attività lavorative anche in ambiti diversi da quello del fumetto per sostentarsi

I guadagni:

  • il 42,2% dei partecipanti guadagna meno di 5 mila euro netti all’anno dal lavoro nel fumetto
  • il 73,26% non raggiunge un reddito di 15mila euro netti
  • il 69% ha rifiutato proposte di pubblicazione a causa dell'inadeguatezza dei contratti e dei compensi proposti
  • il 68% inoltre ha preso parte a una autoproduzione che rimane lo strumento migliore per gli esordienti anche a fronte dei guadagni e della libertà artistica

Lo studio porta quindi inevitabilmente a ragionare su una regolamentazione che preveda contratti più equi e compensi maggiormente proporzionati oltre che piani di previdenza sociale e pensionistici. È importate ricordare però come per la legge italiane è nebulosa riguardo i contratti di lavoro e il riconoscimento economico del lavoro creativo. A questo poi va associata la cronica mancanza di legittimazione del fumetto come prodotto culturale.

Nota interessante riguarda la mancanza di formazione di qualità all'interno delle scuole di fumetto su quelli che sono gli aspetti economici del lavoro nella filiera del fumetto.

Nella filiera del fumetto rientrano però anche una serie di operatori che vanno dalle case editrici ai redattori di riviste e siti specializzati. Ognuno di essi ha, ovviamente, indicato diverse criticità. 

Per le case editrici un nodo da sciogliere rimane quello della distribuzione oltre a quello dell'aumento del costo della carta. Interessante anche il punto di vista sull'iperproduzione contrassegnato come un "circolo vizioso" a cui non corrisponde mai un aumento significativo di lettori. Infine al mercato francese si guarda anche per i supporti strutturali forniti che invece mancano nel nostro paese. Tornando invece al discorso delle autoproduzioni, molti collettivi ormai sono vere e proprie realtà di microeditoria. Altrettanto interessante è la prospettiva sul fumetto digitale e sulle piattaforme: lì si teme la concorrenza di player internazionale molto più strutturati.

I festival mancanza di interventi a livello di sistema fumetto e a livello di editoria in generale. Il tutto si riflette sulla scarsa attenzione alle nuove tendenze editoriali e sul ruolo culturale del fumetto nonché sulla dignità degli autori.

Riviste e siti specializzati denunciano una scarsa professionalità nel settore e una scarsa alfabetizzazione generale. Questo nella pratica porta spesso a un divario fra autori capaci di vendere molto, e fumetti di rilevanza artistica, ma che non hanno la stessa attenzione da parte dei lettori. Stesse criticità evidenziate da spazi culturali e musei che sono costretti ad approcci eterogenei e spesso paralleli agli altri operatori.

Perché è stato imporante analizzare il settore oggi?

Perché è stato importante analizzare il settore oggi? L'Italia a nuvolette. Indagine sulla filiera del fumetto in Italia ha provato a rispondere a questa esigenza. Non si tratta infatti solo di capirne il valore economico ma anche l'impatto socio-culturale che genera il settore. In questo senso lo studio genera anche una sorta di mappa che indicano possibili scenari per l'evoluzione del settore ma anche tutte le difficoltà che il comparto creativo e produttivo affronta.

Maria Luisa Catoni e Yesim Tonga hanno dichiarato:

Analizzare le diverse dimensioni e i diversi contesti nei quali si muovono gli attori e i fruitori di questo linguaggio a cavallo fra la comunicazione visuale, orale e testuale è oggi particolarmente importante. Dal punto di vista scientifico, perché possiamo vedere sotto i nostri occhi i processi innescati da un linguaggio della creatività contemporanea nel quale il cambiamento è molto rapido; dal punto di vista gestionale, perché alta è la complessità della gestione anche economica del settore; dal punto di vista della fruizione, perché si tratta di un linguaggio che sfida le distinzioni fra vecchie e nuove generazioni; e infine dal punto di vista istituzionale sia per quanto riguarda le strategie dei mondi del fumetto per collocarsi fra arte, patrimonio culturale, editoria e comunicazione sia per quanto riguarda la problematica gestione della formazione e delle carriere. Siamo particolarmente contente - concludono Catoni e Uriarte - di questa collaborazione con il Ministero della Cultura, anche e soprattutto per la sua attenzione al fumetto e alla sua importanza fra i linguaggi della creatività contemporanea.

Emanuele Vietina aggiunge:

Lucca Crea è da sempre in prima linea per l'analisi del movimento e l'accreditamento del fumetto. Non solo tramite le sue manifestazioni (Lucca Comics & Games e Collezionando) ma anche mediante progetti e iniziative che mirano ad aumentare la consapevolezza sul ruolo che il fumetto ricopre, a livello sociale e nella filiera culturale del Paese. Dalla promozione all'estero, alle politiche attive per le nuove professionalità, sino ai programmi legati al mondo dell'auto-produzione. La collaborazione con la Scuola IMT, in atto dal 2015, è un valore assoluto del nostro ecosistema, e questa indagine uno strumento molto valido e utile per l'individuazione di politiche attive per la crescita di questo settore.

A tal proposito Emanuele Rosso ha aggiunto:

È stato importante per noi collaborare con la Scuola MT sull’indagine sulla filiera del fumetto italiano - commenta Emanuele Rosso del Mefu - Mestieri del Fumetto - perché questo studio ha messo nero su bianco, tra le altre cose, la difficile situazione economica e professionale di chi crea a vario titolo fumetti nel nostro paese. Una situazione di cui si parlava tra addetti ai lavori informalmente da anni, e che ha portato anche alla nascita della nostra associazione, ma di cui ancora mancava un riscontro istituzionale. Ci auguriamo che grazie a un lavoro del genere gli enti pubblici di tutti i livelli e tipologie si rendano conto dell’importanza di sostenere chi realizza fumetti in Italia, promuovendo riconoscimento, tutele e opportunità.

Stefano Piccoli, presidente di RIFF - Rete Italiana Festival di Fumetto ha concluso dicendo che:

Uno degli obiettivi della nostra associazione, sin dalla sua fondazione, era quello di avere un quadro definito ed esaustivo della filiera del fumetto in Italia per questo una delle prime azioni frutto della Convenzione Quadro tra Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e RIFF è stata proprio il lancio da parte del MiC di un bando che individuasse un soggetto qualificato per eseguire lo studio. Siamo dunque felici oggi di poter presentare i risultati di questa indagine e ringraziamo tutti gli attori di questa iniziativa. I festival rappresentano gli alfieri della filiera e quindi uno studio sulle sue ricadute sul territorio sarà dunque nuovo stimolo e incentivo di crescita per tutto l’intero comparto professionale.

Immagini e foto gentilmente fornite dall'ufficio stampa Lucca Crea. Immagine di copertina 123RF

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