Superman: tutto quello che c'è da sapere sul primo supereroe DC Comics

Autore: Dan Cutali ,

18 Aprile 1938, il mondo è in subbuglio per l'espansione nazista in Europa. Gli Stati Uniti sono ancora un'isola felice ma i venti di guerra soffiano forti. Il momento storico è propizio, c'è bisogno di eroi nell'immaginario collettivo che spingano i giovani lettori a essere contrari alle serpeggianti ideologie di sterminio razziale e che contrastino idealmente crimini e ingiustizie. Viene distribuito nelle edicole americane il primo numero della rivista antologica a fumetti Action Comics, pubblicato dalla compagnia editoriale National Allied Publications, la futura DC Comics.

Per una questione di tempistiche editoriali dei resi, negli States la date dei fumetti (o comic books, in inglese) sono sempre due mesi avanti rispetto a quella reale di pubblicazione, perciò sulla copertina di Action Comics #1 appare la data del giugno 1938. La rivista, nascendo come antologica, contiene diverse avventure di personaggi che fanno la loro prima apparizione e sarebbero poi diventati famosi. Tra tutti, il primo supereroe in assoluto con superpoteri: Superman, scritto e disegnato da due giovani ebrei dell'Ohio, Jerry Siegel e Joe Shuster, proprio mentre in Italia vengono promulgate le leggi razziali e nel resto d'Europa è cominciato da tempo l'Olocausto.

DC Comics
Mazzobusto disegnato di Superman che si libra in cielo
Superman simbolo di verità e giustizia per tutta l'Umanità

Simbolo di rettitudine, verità e giustizia, Superman è da 80 anni un esempio per l'Umanità. Con il passare del tempo, viene additato da molti lettori delle nuove generazioni come personaggio piatto e noioso, talvolta considerato bacchettone ed ingenuo a causa dei valori morali trasmessi dai genitori adottivi, Jonathan e Martha Kent, due contadini del Kansas. Non è affatto così: Superman non potrebbe essere migliore specchio della situazione attuale nel mondo perché tutto comincia con un'enorme esplosione nello spazio, quella del suo pianeta natale Krypton.

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Il piccolo Kal-El, figlio di Jor-El e Lara Lor-Van, viene salvato dai genitori poco prima che la catastrofe prevista dal padre raggiunga il suo apice. Viene inviato verso la Terra ancora neonato, a bordo di un'astronave monoposto con motore iperluce. È solo nello spazio, la sua casa in frantumi alle spalle, distrutta dall'eccessivo sfruttamento e dalle lotte intestine delle casate che hanno dominato la politica. Il parallelo attuale e scottante è evidente: a conti fatti, Kal-El è un migrante.

DC Comics
Neonato in un razzo in fuga, mentre il pianeta Krypton esplode sullo sfondo
L'immagine immortale della fuga nello spazio di Kal-El, mentre Krypton muore

Andando a scavare ancora più a fondo nel personaggio, si possono trovare anche altri paralleli ma questa volta di tipo filosofico e religioso. Quello più evidente è di portata messianica e cristologica, nonostante le avventure del primo supereroe non siano affatto permeate di alcun messaggio religioso nei confronti dei lettori, neanche velato. Questo non è mai stato nelle intenzioni di DC Comics né dei suoi creatori.

DC Comics
Mezzobusto di Superman disegnato da Frank Quitely, da All-Star Superman, con il sole alle sue spalle
Superman esempio di luce e speranza per l'Umanità

Se si guarda però l'aspetto intrinseco del personaggio, non può che ricordare l'essenza di un essere divino ispirato anche alla religione cristiana. Gli elementi ci sono tutti. Il suo arrivo dal cielo, la sua superiorità oggettiva grazie ai poteri acquisiti sotto le radiazioni del nostro sole giallo, la sua bontà e il voler sempre far del bene e infine il sacrificio ultimo, l'immolazione nel momento della morte per salvare il pianeta dalla minaccia Doomsday.
Ecco, questo è l'esempio redentore per l'Umanità che l'ha osannato come un dio, appunto.

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L'aspetto filosofico invece, sotto alcuni aspetti è molto vicino alla tipologia dell'eroe Randiano ma senza alcun riferimento all'egoismo razionale e al capitalismo laissez-faire. Questo si adatta a quasi tutto il pantheon dei supereroi DC Comics e a Superman in particolare, che con i colori del costume e soprattutto l'ideale di Truth, Justice and American Way - verità, giustizia e stile di vita americano - rappresenta lo specchio della società statunitense adattato di volta in volta al periodo storico in cui vengono pubblicate le sue avventure.

DC Comics
Particolare della copertina di Superman #53, marzo 1991
I valori di verità, giustizia e stile di vita americano portati da Superman

Ayn Rand è stata una filosofa e scrittrice statunitense di origine russa che ha sempre sostenuto il concetto di uomo come persona straordinaria e unica, che vive la propria esistenza lottando contro qualsiasi avversità che neghi la sua individualità. Questo concetto, insieme a quello del non imporre il proprio potere sugli altri, né piegarsi al potere degli altri ben si adatta alla figura supereroica del vigilante in costume.

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L'eroe Randiano non comanda e non è servo di nessuno ma si rapporta agli altri con interazioni che tendono a proteggere l'individuo e la sua libertà personale, con metodi che rigorosamente rifiutano il ricorso alla violenza e alla morte. Il supereroe DC Comics corrisponde perfettamente a questa descrizione, mettendo da parte però (o soltanto sottintendendoli) tutti i risvolti politici che accompagnano la filosofia della Rand e che hanno sostenuto la caccia alle streghe del collettivismo, comunista o socialista che esso sia, attuata dal Maccartismo negli Anni '50.

Al di là di tutti i significati sociologici, politici e filosofici che vi si possano vedere, Superman è soprattutto industria dell'intrattenimento in tutti i media. Subito dopo il suo debutto su carta, il personaggio ha visto diversi tentativi più o meno riusciti di trasposizione su altri media.

  • Superman sui grandi schermi: dai Fleischer Studios a Christopher Reeve
  • Superman sui grandi schermi: il tentativo di Bryan Singer e l'era Snyder
  • Superman sui piccoli schermi: da George Reeves a Dean Cain
  • Le storie di Superman che devono essere lette

Superman sui grandi schermi: dai Fleischer Studios a Christopher Reeve

Già tre anni dopo la sua prima comparsa su Action Comics #1, viene proiettato sui silver screen un serial cinematografico a cartoni animati. Nel 1941, sull'onda del successo dei fumetti pubblicati dalla National Allied Publications, i Fleischer Studios producono nove cortometraggi cinematografici a cartoni animati che vedono protagonista l'Uomo d'Acciaio. Sono nove avventure a sfondo fantascientifico, di pericoli provenienti dallo spazio profondo e di battaglie vinte grazie alla forza bruta di Superman. Nel 1942, però, gli studios dei fratelli Max e Dave Fleischer vengono rilevati dalla casa madre, Paramount Pictures, per essere rifondati con il nome di Famous Studios, licenziando i titolari.

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Il grande merito del serial a cartoni animati dei Fleischer Studios è quello di aver introdotto per la prima volta il potere del volo, diventato poi parte integrante ed essenziale del personaggio. Nei fumetti invece, fino a quel momento Superman può soltanto compiere grandi balzi fino a superare gli edifici più alti.

I Famous Studios producono altri otto cortometraggi mantenendo lo stile e la tecnica dei primi nove ma cambiando radicalmente il substrato delle storie raccontate. Il periodo è quello della Seconda Guerra Mondiale, il nemico è l'Asse Roma-Berlino-Tokyo. I cortometraggi rispecchiano il loro tempo e le avventure di Superman diventano una sorta di propaganda contro il nemico, facendo diventare il supereroe un'arma dell'America.

Paramount Pictures
Mazzobusto di Superman con pugni sui fianchi
Il Superman della versione animata dei Fleischer Studios, nel 1941

La prima trasposizione live-action, invece, è del 1948. Columbia Pictures produce un serial cinematografico di 15 puntate con Kirk Alyn nei panni del protagonista e Noel Neill in quelli di Lois Lane. Il serial, proiettato sugli schermi nella vecchia ma affascinante modalità matinée, dopo le prime tre puntate vede la comparsa di cliffhanger che ruotano intorno a una supercriminale che si fa chiamare Spider Lady.

Columbia Pictures
Mezzobusto di Kirk Alyn visto dal basso verso l'alto
Kirk Alyn, il primo Superman in carne e ossa

Dopo lo straordinario successo sugli schermi cinematografici di tutti gli USA, Columbia Pictures produce  nel 1950 un altro serial di 15 puntate intitolato Atom Man vs. Superman. Vengono confermati tutti gli interpreti del serial precedente e Lyle Talbot indossa per la prima volta al cinema i panni della nemesi per eccellenza dell'Uomo d'Acciaio, Lex Luthor. È di nuovo un successo travolgente tanto che, sull'onda del cambiamento repentino della società nel dopoguerra e la diffusione di massa della televisione, si pensa a una trasposizione sul nuovo media per arrivare al grande pubblico, sempre più interessato al personaggio dei fumetti che "può correre più veloce di una locomotiva".

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Per tastare il terreno, nel 1951 viene prodotto per il cinema un lungometraggio pilota intitolato Superman and the Mole Men. È il primo film cinematografico in assoluto dedicato all'ultimo figlio di Krypton e il protagonista, a causa dell'abbandono di Alyn, è George Reeves.

ABC
Mezzobusto di George Reeves in costume da Superman, con bandiera americana sullo sfondo
George Reeves nei panni di Superman, nel 1950

La trama è molto semplice e si basa sulle paure di quel periodo, che si concretizzano in altre pellicole con mostri dagli occhi d'insetto (i famigerati Bug Eyed Monsters o BEM), mutanti figli dell'atomica e terrificanti amenità varie rappresentanti in modo metaforico gli avversari rossi della Guerra Fredda. Durante la trivellazione di un pozzo di petrolio nella profonda provincia americana vengono disturbati gli Uomini Talpa del titolo, che non ci pensano molto a invadere il territorio circostante. È compito di Superman, ovviamente, riportare tutto alla normalità.

Reeves passa al piccolo schermo, nuovo media con popolarità crescente e devono passare quindi 20 anni prima che l'Uomo d'Acciaio torni in grande stile sugli schermi cinematografici. La figura di George Reeves come Superman nell'immaginario comune viene sostituita da un ragazzo con un cognome molto simile, nel 1978. È il momento per Christopher Reeve di entrare nel cuore di tutti gli appassionati e rimanere per sempre il Superman per antonomasia.

Warner Bros.
Christopher Reeve in volo nei panni di Superman
Christopher Reeve è l'interprete di Superman più famoso

Reeve è rotagonista di quattro pellicole dedicate al la sua interpretazione dell'Uomo d'Acciaio. Già fin dal primo acclamato blockbuster diretto da Richard Donner e intitolato semplicemente Superman, primo cinecomic in assoluto (quando ancora il termine non esisteva neanche lontanamente) a ottenere un successo globale e inimmaginabile per l'epoca, Christopher Reeve incarna perfettamente quel simbolismo pseudo-religioso accennato prima, anche nel nome di battesimo. Se si scava a fondo sotto la patina sbrilluccicosa dell'entertainment a stelle e strisce che il Superman del 1978 rappresenta di primo acchito, i paralleli intriganti con quanto scritto sopra sono evidenti.

Che Donner abbia pensato davvero o meno alle citazioni religiose, il primo Superman Reeviano rimane un film con un grande stile. Una storia semplice con un cattivo che vuole mettere in ginocchio il mondo, Lex Luthor interpretato da un sublime Gene Hackman, un po' giocherellone, un po' buffonesco ma pericolosissimo. Una Lois Lane isterica e drogata di caffè, ovvero Margot Kidder nella sua interpretazione-simbolo delle donne americane in carriera e di successo ma che si sciolgono quando hanno davanti  il bel ragazzone di origini contadine, dai modi fermi ma gentili come solo Superman/Clark Kent può esserlo.

Superman II è ancora una grande avventura supereroistica diretta questa volta da Richard Lester, dopo che Donner ne aveva quasi completata la produzione e aveva abbandonato per divergenze di tipo economico. Oltre ai riconfermati protagonisti, il cast vede l'ingresso di Terence Stamp, Sarah Douglas e Jack O'Halloran. I tre interpretano alcuni tra i peggiori nemici di Superman o, meglio, della sua famiglia kryptoniana: il Generale Zod, la sua compagna Ursa e il fido guerriero muto Non. Condannati per un tentato colpo di stato su Krypton, Jor-El, padre di Kal e importante esponente della casta degli scienziati, li imprigiona in una dimensione in cui il tempo e lo spazio non hanno significato, la Zona Fantasma. Questo accade anni prima dell'esplosione del pianeta. Quando i tre criminali kryptoniani giungono sulla Terra, sotto i raggi del nostro sole giallo acquisiscono gli stessi poteri di Superman e per lui è una lotta impari.

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Jack O'Halloran, Terence Stamp e Sarah Douglas a figura intera su strada sterrata di campagna
I tre criminali kryptoniani che danno filo da torcere a Superman

Gli episodi dimenticabili della saga di Superman con Christopher Reeve sono gli uitimi due. Superman III viene introdotto alla commedia e all'eccessiva comicità, subendo forti critiche anche per la regia di Richard Lester e inducendo la produzione della famiglia Salkind ad abbandonare il timone. L'Uomo d'Acciaio deve affrontare un improbabile genio dei computer interpretato da Richard Pryor, il quale per l'occasione fa man bassa delle sue doti di comico e cabarettista. La nota positiva è la citazione ai fumetti degli anni '60 nei quali Superman si sdoppia a causa della kryptonite sintetica costruita da Pryor, mettendo in evidenza cosa potrebbe accadere se una divinità come lui diventasse maligna. Nulla di buono, ovviamente, come nulla di eclatante lascia il film nella storia dell'Uomo d'Acciaio.

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Christopher Reeve nei panni di Superman, imprigionato da uno spesso cavo d'acciaio.
Christopher Reeve in una scena di Superman III

La parabola di Christopher Reeve termina con Superman IV: Quest for peace. Indicato dalla critica come uno dei peggiori film mai girati, purtroppo chiude la carriera di Reeve. Gene Hackman torna nei panni di Lex Luthor, che evade di prigione e studia un nuovo piano per distruggere Superman, tornando ad avere a che fare con gli arsenali nucleari mondiali. Il film è ambientato in un momento in cui la Guerra Fredda (che terminerà con la caduta del muro di Berlino, nel 1989) è al suo apice, mentre i rapporti tra USA e URSS hanno un'excalation negativa (fatto già ventilato in maniera ucronica da Alan Moore un paio d'anni prima, in Watchmen). Superman è intenzionato a porre fine a queste tensioni andando all'ONU e discutendo della distruzione di tutto l'arsenale nucleare delle due superpotenze. Con un trucco, però, Luthor lo attira nel suo covo e lo fa scontrare con l'Uomo Nucleare, clonato da un capello di Superman stesso

Chiusa l'era di Christopher Reeve, che rimane per molto tempo il Superman definitivo, si devono attendere ben 19 anni per avere un'altra pellicola cinematografica dedicata all'ultimo figlio di Krypton. In un periodo di forte rilancio dei cinecomic, che a partire dal 2000 ottengono uno strepitoso successo con la saga degli X-Men diretti da Bryan Singer, sarà proprio quest'ultimo regista a riportare Superman al cinema nel 2006.

Superman sui grandi schermi: il tentativo di Bryan Singer e l'era Snyder

Warner Bros. ha da tempo intenzione di riportare Superman al cinema per cavalcare l'onda del successo delle pellicole dedicate agli X-Men, i famosi mutanti della concorrente di sempre, Marvel Comics, i cui diritti cinematografici sono in mano a 20th Century Fox. Dopo  il progetto abortito di Superman: Flyby, per il quale viene studiata un trama parallela che devia da quella di sempre e nella quale inizialmente si racconta la guerra civile su Krypton, in cui Jor-El viene imprigionato e indotto al suicidio, Bryan Singer scrive un soggetto per un film su Superman mentre lavora a X-Men 2, nel 2002.

Warner accetta lo script dopo averlo fatto visionare a Richard Donner e assegna la regia proprio a Singer, che non sarà più presente in X-Men 3: Conflitto finale. Il protagonista è nuovo di zecca, Brandon Routh, lo stesso che viene ripescato anni dopo per interpretare il supereroe DC secondario Ray Palmer/Atom nell'Arrowverse del canale televisivo The CW, personaggio chiave dell'ensemble di viaggiatori del tempo di DC's Legends of Tomorrow. La nuova pellicola dedicata all'Uomo d'Acciaio s'intitola Superman Returns. Tra gli interpreti principali compaiono Kevin Spacey nei panni di Lex Luthor e Kate Bosworth in quelli di Lois Lane.

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Brandon Routh a figura intera in costume da Superman, su sfondo di un finestrone
Nel 2006 il nuovo Superman è Brandon Routh

La trama imbastita da Singer, però, è tutta un'enorme citazione al Superman di Richard Donner del 1978 con Christopher Reeve. Singer all'epoca ammette con sincerità di non aver mai letto un fumetto di Superman, per cui ha poco spazio da cui attingere storie da trasporre sul grande schermo e si limita a citare con alcune nuove trovate il famoso blockbuster di fine Anni '70, tanto che anche Marlon Brando fa una comparsata in digitale e grazie ad immagini di archivio, essendo morto due anni prima. 

Singer racconta di come il mondo si sia abituato per 5 anni all'assenza di Superman, partito per un'avventura nello spazio alla ricerca delle antiche vestigia del suo pianeta natale. Al suo ritorno, il kryptoniano deve affrontare un Lex Luthor tornato regolarmente in libertà che lo vuole eliminare con un enorme minerale di kryptonite, e la sorpresa per la quale Lois si è messa con un altro uomo in sua assenza e ha anche un figlio che al termine del film lascia molti dubbi sulla paternità del suo concepimento.

È un buon film, riceve le lodi della critica per i collegamenti della sceneggiatura con la pellicola di Donner e ha un ottimo successo commerciale, per Warner però non è sufficiente dal momento che nel mondo erano attesi incassi più alti. Stacca così la spina del sequel già in lavorazione e per rivedere Superman al cinema si deve attendere il 2013, quando Zack Snyder mette le mani sul neonato DC Extended Universe.

Warner Bros. è in grande ritardo con il suo pantheon di supereroi DC Comics al cinema. Impegnata con la Trilogia del Cavaliere Oscuro del regista inglese Christopher Nolan, enorme successo globale, non è ancora riuscita a mettere su carta un universo narrativo condiviso e in continuity come nei fumetti. Soprattutto come sta facendo con successo dal 2008 la concorrente Marvel Studios.

Accantonato Superman Returns e il possibile sequel, Warner si accoda e lavora all'idea di creare un universo condiviso al cinema. Incarica Snyder, già al timone di altre due pellicole come 300 e Watchmen anch'esse tratte da fumetti, di girare un nuovo film dedicato all'Uomo d'Acciaio proprio a questo scopo. A interpretare Superman viene scelto un attore inglese, Henry Cavill. È una grande rivoluzione perché mai nessun interprete britannico ha vestito finora i panni di un'icona americana di tale portata e, per fare un parallelo, è come se un attore americano interpretasse James Bond per la prima volta nella storia del cinema. Il film s'intitola semplicemente The Man of Steel, L'Uomo d'Acciaio.

Warner Bros./DC Films
Mezzobusto di Henry Cavill nel costume di Superman
Henry Cavill è il Superman di Zack Snyder

Vengono raccontate ancora una volta le origini di Kal-El partendo dalla distruzione di Krypton e dal suo salvataggio grazie ai genitori, però in maniera leggermente differente dal solito. Jor-El è uno scienziato che ha presagito l'instabilità del nucleo del pianeta e non disdegna affatto l'azione per proteggere la sua famiglia. Interpretato da Russell Crowe, tenta di fermare il colpo di stato perpetrato dal rivale Generale Dru-Zod (un cattivissimo Michael Shannon) che vuole utilizzare il codice genetico dei kryptoniani conservato negli immensi archivi del pianeta per stabilizzarne l'attività geologica.

Jor-El sa che non avrà alcun effetto per fermare la tragica fine imminente e infonde il codice in suo figlio, il primo bambino concepito in modo naturale con la moglie Lara Lor-Van dopo secoli di ingegneria genetica. Kal-El viene lanciato nello spazio verso la Terra, Jor-El viene ucciso da Zod e quest'ultimo viene arrestato per poi essere imprigionato nella Zona Fantasma mentre urla vendetta contro la stirpe degli El.

Warner Bros./DC Films
Mezzobusto di Michael Shannon urlante in tuta nera e altri personaggi sullo sfondo kryptoniano
Michael Shannon è un disperato Generale Zod

La storia prosegue sulla Terra ripercorrendo la gioventù di Clark, adottato dai coniugi Jonathan e Martha Kent (Kevin Costner e Diane Lane). Snyder esplora come Clark/Kal-El affronta la scoperta dei suoi superpoteri, delle sue reali origini extraterrestri e faccende più umane come l'intrigante avventura a Metropolis da giornalista, con i conseguenti sconvolgimenti ormonali/amorosi causati da Lois Lane (la meravigliosa Amy Adams), controbilanciata dalla morte del padre per la quale si strugge di continuo con una colpa grossa come un macigno per non essere riuscito a salvarlo nonostante la sua super-umanità.

È una colpa che espierà salvando il mondo dall'arrivo di Zod e i suoi sgherri ad un prezzo molto alto: la distruzione totale intorno a sé, la diffidenza dell'esercito, l'idolatria da parte della nazione in cui vive e l'estremo gesto per il quale è costretto ad andare contro tutto ciò in cui crede: l'uccisione di Zod senza nessuna altra alternativa.

Zack Snyder scava a fondo nella psicologia di Superman fino a metterlo di fronte ai grandi dilemmi e agli enigmi dell'Umanità. È un alieno cresciuto da esseri umani e il suo grande conflitto interiore risiede proprio nel dover gestire abilità e un corpo divini insieme a una mente fin troppo terrestre, a indicare e ripetere al pubblico che c'è sempre bisogno di capire che non è la provenienza a fare la persona

Il Superman di Henry Cavill e Zack Snyder torna al cinema nel 2016, con una pellicola ancor più cupa e conflittuale, Batman v Superman: Dawn of Justice. Nel DCEU vengono introdotti due pezzi da novanta: Batman, interpretato da Ben Affleck, e Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot. Bruce Wayne/Batman è profondamente sconvolto dalla distruzione portata a Metropolis dalla battaglia tra Zod e Superman. Il Cavaliere Oscuro di Affleck vede Superman come una minaccia aliena distruttiva a causa dell'eterno e recondito timore umano di ciò che è sovrumano e quindi non comprensibile.

Bruce Wayne non vede la persona ma la sua provenienza e i suoi superpoteri, contro i quali per il momento non può nulla. Si sente perciò impotente come nel momento in cui vengono uccisi i suoi genitori anni prima in un vicolo buio e lui, bambino indifeso di 10 anni, assiste all'omicidio senza poter intervenire e salvarli in qualche modo. Di fronte alla distruzione portata da due divinità sente forte e impellente l'urgenza della vendetta a favore dell'Umanità messa in ginocchio, come rimane lui in ginocchio di fronte ai corpi di Thomas e Martha Wayne. Come quando dalla tragedia nasce Batman.

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Primo piano di Ben Affleck che abbraccia una bambina, con macerie sullo sfondo
Negli occhi di Ben Affleck il timore recondito dell'Umanità nei confronti degli Dei

La pellicola è incentrata sul pericolo che potrebbe rappresentare un alieno invincibile come Superman se perdesse il controllo. Da qui parte il presupposto per la crociata di Batman contro Superman ma anche delle subdole macchinazioni dietro le quali si cela uno dei cattivi per eccellenza: Lex Luthor. La visione distorta di Batman viene rettificata dopo una lunga lotta in armatura armato di lancia con un'affilata punta di kryptonite, ovvero quando capisce che l'alieno è stato segretamente accudito da esseri umani e soprattutto da una madre, rapita dagli sgherri di Luthor per ricattarlo, con lo stesso nome della sua.

Wonder Woman chiude il cerchio diventando figura salvifica e madre di tutti gli Dei in Terra nella lotta finale contro il mostro Doomsday, mostro creato dall'ingegneria genetica kryptoniana che ha unito il sangue di Luthor e il cadavere del Generale Zod. Superman però muore durante la battaglia e Snyder fa un'enorme citazione della run fumettistica The death of Superman, per tenere con il fiato sospeso gli spettatori fino al prossimo film che vede la nascita della Justice League.

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Henry Cavill, Gal Gadot e Ben Affleck nei loro costumi di scena, in posa da battaglia su sfondo infuocato
La Dea salvifica Wonder Woman frappone la sua esperienza millennaria di guerriera davanti ai due supereroi

L'ultima apparizione, finora, del Superman di Henry Cavill è appunto in Justice League, nel novembre 2017. L'Uomo d'Acciaio, in questo film diretto da Snyder ma passato poi in mano a Joss Whedon, inizialmente è un protagonista marginale che funge da figura ispiratrice per tenere insieme una squadra di supereroi refrattaria a lavorare in team. Infatti, Bruce Wayne e Diana Prince tentano di scovare i metaumani sparsi nel mondo per affrontare una nuova minaccia cosmica: Steppenwolf, un Nuovo Dio del pianeta Apokolips, zio del tiranno Darkseid (nei fumetti protagonisiti della saga del Quarto Mondo di Jack Kirby).

Superman ricompare verso la metà del film, resuscitato dalla squadra di eroi che ha bisogno di un super-escamotage per lottare contro Steppenwolf, con lo stesso esperimento che ha creato Doomsday nella pellicola precedente. Temporaneamente senza memoria, attacca coloro che dovrebbero essere i suoi alleati dimostrando ancora una volta tutta la potenza che fortifica il suo corpo divino funzionante alla stregua di una batteria solare.

Soltanto l'amore nei confronti di Lois Lane (ancora Amy Adams) lo fa rinsavire, per prendersi quindi una pausa di riflessione nella fattoria di Smallville. Fa il suo potente ritorno in scena come meraviglioso deux ex-machina quando si scontra direttamente con il Nuovo Dio, scoffiggendolo definitivamente in un'esibizione di forza finalmente sincronizzata con il team di supereroi

Warner Bros./DC Films
La Justice League (da sx. Ezra Miller, Henry Cavill, Ray Fisher, Gal Gadot, Ben Affleck e Jason Momoa) si stagliano contro l'alba
Il Superman di Henry Cavill compare per l'ultima volta, finora, in Justice League

I guadagni mondiali di Justice League, pur non essendo fallimentari, sono molto sotto le aspettative di Warner e mettono in stand-by il DC Extended Universe così come lo aveva immaginato Zack Snyder, prima del suo abbandono a causa del grave lutto familiare che ha subito. Un sequel per The Man of Steel è in scrittura ma i tempi si sono inevitabilmente dilatati e per ora si può soltanto immaginare come proseguirà la storia in stand alone del primo Superman interpretato da un attore inglese.

Superman sui piccoli schermi: da George Reeves a Dean Cain

Dopo il successo del film cinematografico Superman and the Mole Men, dal 1952 al 1958 George Reeves indossa il costume dell'Uomo d'Acciaio per 6 stagioni della serie TV Adventures of Superman, acquisendo una crescente ed enorme popolarità fino alla conclusione della serie. Le prime due stagioni, trasmesse in bianco e nero, sono essenzialmente delle storie noir durante le quali Lois Lane, interpretata da Phyllis Coates, si caccia nei guai a causa del suo impavido giornalismo investigativo e viene catturata dal villain di turno. Molto spesso sono presenti scene di cruda violenza in cui Superman utilizza i propri poteri per sconfiggere gangster e signori del crimine, che incontrano anche la morte.

Le ultime quattro stagioni vengono girate in Technicolor. Tre di esse sono più leggere e si avvicinano al tono dei fumetti di Superman degli anni '50 disegnati da Wayne Boring prima e Curt Swan dopo, adatti alla famiglia americana media che sta vivendo il boom economico del secondo dopoguerra e la caccia alle streghe del Maccartismo. Il cattivo di turno è di solito buffonesco e caricaturale, anticipando di quasi un lustro le atmosfere della serie TV di Batman con Adam West e Burt Ward.

Phyllis Coates era già stata sostituita in precedenza dalla rossa (!) Noel Neill e le trame vengono semplificate ulteriormente con un forte alleggerimento anche della violenza. In pratica, ogni puntata si riduce al salvataggio all'ultimo minuto di Lois Lane e Jimmy Olsen (Jack Larson).

Warner Bros. Television
Mezzobusto di George Reeves nei panni del Superman televisivo
George Reeves torna in TV dopo aver interpretato Superman al cinema

Si deve attendere fino al 1988 per avere un'altra serie TV live-action e una serie animata in contemporanea. Questa volta la serie TV in quattro stagioni è dedicata al giovane Superboy, interpretato nella prima stagione da John Haymes Newton e poi fino al 1992 da Gerard Christopher, mentre la controparte femminile è Stacy Haiduk nei panni di Lana Lang. La produzione è della famiglia Salkind, che negli anni '80 lascia la saga cinematografica dopo il fallimentare Superman III e passa alla televisione. Il risultato non è eccellente, infatti i Salkind hanno ancora bene in mente il personaggio interpretato da Christopher Reeve con il conseguente risultato di una forzatura dell'immagine del supereroe compressa nei panni di un ragazzo.

Il richiamo del nome Superboy è ancora molto forte come il suo retaggio dagli anni '60, durante i quali l'adolescente Clark Kent aveva una serie a fumetti di successo tutta sua. Infatti, nonostante il ciclone fumettistico Crisis on Infinite Earths del 1985 abbia cambiato parecchie carte in tavola così come tempi e società sono molto diverse da quelle di 20 anni prima, la serie dura 4 stagioni, fino al 1992.

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In contemporanea, nello stesso anno, la CBS produce una serie animata che dura soltanto 13 puntate. È la prima serie in cui la storia di Superman è dichiaratamente ispirata a quella revisionata dalla miniserie del 1986 di John Byrne, The man of steel. Il villain è l'industriale Lex Luthor, il quale attraverso l'apparente munificenza delle sue aziende tiene in pugno economicamente e politicamente Metropolis, attraverso azioni non proprio pulite e trasparenti.

Dal 1989 al 1992 al cinema imperversa il successo globale del Batman di Tim Burton così, dopo il fiacco Superboy, sul piccolo schermo arriva un Superman che fa scintille presso il grande pubblico televisivo e dura anch'esso ben 4 stagioni. Dean Cain e Teri Hatcher sono i protagonisti di Lois & Clark: the new adventures of Superman. Trasmessa anche dalle televisioni italiane con grande successo, Lois & Clark si concentra molto sulla relazione amorosa tra Clark Kent e Lois Lane, approfondendo il rapporto personale tra i due giornalisti e colleghi. Anche questa serie segue le linee guida dettate da John Byrne nel dopo Crisis e Lex Luthor diventa un magnate dell'industria (interpretato da John Shea) che dà filo da torcere a Superman con i suoi subdoli movimenti sulla scacchiera sociale.

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Mezzibusti di Teri Hatcher e Dean Cain nei panni di Lois Lane e Superman
Teri Hatcher e Dean Cain, i protagonisti di Lois & Clark: the new adventures of Superman

Sempre sulla scia del successo dell'Uomo Pipistrello nel 1996 Warner produce un nuova serie animata dedicata all'Uomo d'Acciaio, sulla falsariga di Batman: The Animated Series di Bruce Timm e Paul Dini. Durata tre stagioni, Superman: The Animated Series è scritta e diretta sempre dal team Dini-Timm e raccoglie un largo consenso basato su una visione più matura dell'eroe kryptoniano, che talvolta affronta temi che vanno molto al di là della semplice serie per ragazzi.

Warner Bros. Television
Superman porta in braccio in volo Lois Lane, sullo sfondo di Metropolis
La serie animata di Superman di Bruce Timm e Paul Dini fa parte dell'universo condiviso con quella di Batman e altri personaggi

Le storie di Superman che devono essere lette

80 anni di pubblicazioni a fumetti sono impossibili da riassumere in poco spazio. Citiamo soltanto alcune storie importanti per comprendere almeno in superficie, senza fare elenchi assoluti e senza alcuna velleità esaustiva, il primo supereroe americano come anche il contesto storico e sociale nel quale è calato. Come scritto in apertura, il personaggio di Superman nasce nel 1938 sulle pagine del primo numero della rivista antologica Action Comics, pubblicata dall'allora National Allied Publications, perciò la prima storia in assoluto in cui compare Superman è da leggere senza se e senza ma, anche se va appunto contestualizzata al periodo d'uscita e l'ingenuità di fondo rende il tutto molto semplice e scanzonato.

Questa, però, è Storia del fumetto, con la "S" maiuscola come quella sul petto del personaggio. Il desiderio di rivalsa di Jerry Siegel e Joe Shuster, due autori ebrei americani in un mondo che in Europa vede contemporaneamente l'ascesa di politiche dedicate al genocidio proprio degli ebrei, è tutto in quella copertina in cui un uomo, anzi un superuomo, scaraventa a mani nude un'automobile contro un grosso macigno. La storia contenuta in Action Comics #1 del giugno 1938, intitolata Superman: champion of the oppressed, è stata ristampata e pubblicata più volte nel corso degli anni, perciò è facilmente reperibile. Il numero 1 originale della rivista invece no, dal momento che ne sono rimaste nel mondo pochissime copie battute all'asta per un valore di oltre 3 milioni di dollari. 

DC Comics
Copertina del numero 1 di Action Comics
Copertina del primo numero di Action Comics, giugno 1938

Come è assolutamente da leggere la prima storia dell'Uomo d'Acciaio su Action Comics #1, lo è anche il traguardo raggiunto nell'aprile 2018, Action Comics #1000, che marca appunto il compimento degli 80 anni di vita del personaggio. Numero ritornato antologico soltanto per l'occasione, il 1000 di Action Comics contiene numerose storie scritte e disegnate dai più importanti autori passati sulle pagine che hanno fatto la storia di Superman. Nomi come Richard Donner, Geoff Johns e Oliver CoipelPaul Dini e José Luis García-LópezTom King, Clay Mann Jordie BellaireBrad Meltzer, John Cassaday e Laura MartinLouise Simonson e Jerry Ordway, Scott Snyder e Tim Sale. Tutti famosi, famosissimi, nel comicdom e anche fuori. Sono stati scomodati anche autori morti da tempo come Curt Swan, il disegnatore per eccellenza di Superman per oltre 30 anni, e alcune sue tavole inedite che sono andate a formare una storia scritta da Marv Wolfman, e i creatori Jerry Siegel e Joe Shuster, con una loro storia inedita scritta negli anni '40.

Ciliegina sulla torta, è presente anche una storia breve di Brian Micheal Bendis e Jim Lee con un significato simbolico molto forte, in quando Bendis, fuoriuscito da Marvel, è stato designato da DC Comics come futuro deus ex-machina delle testate di Superman dopo l'inevitabile abbandono di Dan Jurgens. In questa storia su Action Comics #1000 anticipa una piccola rivoluzione circa le origini dell'Azzurrone e il destino del suo pianeta d'origine. Lo storico numero 1000 del comic book sul quale è nato il primo supereroe della narrativa pop, viene pubblicato con dieci diverse cover rappresentanti gli stili dei differenti decenni attraversati dal personaggio.

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Copertina del numero 1000 di Action Comics
Action Comics #1000

Gli anni '50 e '60 presentano storie abbastanza ingenue che rispecchiano la paura dell'atomica, lo spettro onnipresente della Guerra Fredda, il timore della provincia americana nel perdere i privilegi della classe media con invasioni aliene, improbabili trasformazioni animalesche del protagonista e dei suoi amici, nemici magici e ostici quanto clowneschi e piatti. Gli anni '70 si avvicinano alle contestazioni studentesche, ai basettoni socialmente sconvenienti e ad avventure nello spazio rappresentanti la paura dell'ignoto ma allo stesso tempo il desiderio di esplorarne i nuovi territori, la cui strada viene spianata dalla conquista della Luna.

I poteri di Superman, con il passare degli anni e delle pubblicazioni a suo nome, diventano illimitati fino a poter spostare i pianeti e viaggiare nello spazio senza alcuna contrazione relativistica, anche lontano dalle radiazioni del sole giallo. Ovvero situazioni in pratica impossibili e un po' kitsch anche per un fumetto il cui target sono i ragazzi, in mezzo alle quali si salvano soltanto le famose storie immaginarie, i "what if" che negli anni '90 prendono il nome di Elseworlds. Quest'ultime sono storie che partono da presupposti diversi da quella che è la normale linea narrativa dell'universo in cui si muove Superman nei fumetti. Due Elseworlds in particolare sono storie solide e interessanti da analizzare, pubblicate nel primo decennio del 2000.

Superman: Last son of Earth del 2000, scritto da Steve Gerber e disegnato da Doug Wheatley, ribalta addirittura le origini del supereroe. E se a spedire un neonato nello spazio fosse stata una coppia di terrestri? Jonathan Kent è un astrofisico che scopre l'imminente impatto di un asteroide con la Terra e insieme alla moglie Martha salva il proprio bambino inviandolo verso Krypton. Presupposto a parte, il giovane Clark diventa suo malgrado un eroe anche su Krypton ma su uno sfondo sociale pregno di diffidenza, ritrosia, xenofobia e razzismo. Tematiche scottanti sempre attuali, va da sé.

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Copertina americana di Superman: Last son of Earth
Superman: L'ultimo figlio della Terra, interessante Elseworld

E se invece di arrivare con la sua astronave in Kansas, il piccolo Kal-El fosse caduto in quella che allora era l'Unione Sovietica? Be', ci danno una risposta Mark Millar, Dave Johnson e Kilian Plunkett con la miniserie Superman: Red Son. L'idea intrigante di Millar è quella di riuscire a sdoganare gli ideali del socialismo e di un'economia collettiva in un paese in cui non è neanche messo a preventivo un tipo di governo di questo genere. Superman è diventato l'eroe del popolo, cresciuto in un collettivo dell'Ucraina con i valori stalinisti. Si ritrova a combattere oltre la cortina di ferro, a contrastare il capitalismo aberrante a favore dell'espansione del Patto di Varsavia, contro Batman, Lex Luthor e altri esponenti americani, fino a dar enfasi al fatto che qualsiasi sia il colore politico o il "way of life", Superman è sempre una persona buona dalla parte degli oppressi che lotta per la giustizia e la vittoria della vita sulla morte.

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Copertina dell'Elseworld Superman: Red Son
La copertina di Superman: Red Son, scritto da Mark Millar

Il mondo si stupisce quando viene a sapere dai media giornalistici e televisivi che anche Superman può morire e non soltanto per le radiazione di kryptonite. Nel 1992, a suscitare questo scalpore è The death of Superman, una lunga run suddivisa sulle quattro testate dell'Uomo d'Acciaio, ordita da Dan Jurgens, Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel, che trova il suo climax in Superman #75. Trama lineare e semplice: Doomsday, un mostro prodotto dall'ingegneria genetica kryptoniana, arriva sulla Terra ed è la distruzione totale di tutto ciò che incontra. Viene fermato grazie al sacrificio finale di Superman, a suon di pugni. L'immolazione del supereroe è ancora una volta simbolica, lui è il salvatore supremo.

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Copertina del numero 75 di Superman
Superman trova la morte nel numero 75 della sua testata omonima

Due storie immaginarie scritte dal guru Alan Moore, disegnate da Curt Swan e Dave Gibbons, lasciano il segno nel 1986 del post-Crisis on Infinite Earths. È il commiato ufficiale del Superman della Silver Age come lo è anche per Swan, il disegnatore per eccellenza dell'Uomo d'Acciaio per oltre 30 anni che per l'occasione appende la matita al chiodo. Whatever Happened to the Man of Tomorrow? For the Man Who Has Everything sono due storie toccanti, pregne di poesia come soltanto Moore sa scrivere. La prima è un excursus nel futuro senza Uomo d'Acciaio, in cui Lois Lane si è sposata, ha avuto un figlio e rilascia un'intervista in cui racconta come è stata la sua vita inseguendo lo scoop e il sogno di stare accanto all'Uomo d'Acciaio. Nella seconda sono protagonisti Batman, Robin e Wonder Woman che vanno a trovare Superman nella Fortezza della Solitudine per festeggiarne il compleanno. Affrontano invece Mongul e il suo parassita vegetale Black Mercy.

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Copertina di Action Comics #583
Superman si allontana dal tetto del Daily Planet lasciando indietro la sua vita
  

Dopo il ciclone Crisis on Infinite Earths, in casa DC Comics si deve ristrutturare tutto il parco testate così come i personaggi protagonisti. Tocca a John Byrne prendere in mano nel 1986 le redini di Superman. Lo fa con la miniserie The Man of Steel, nella quale vengono riscritte le origini, la gioventù e la vita a Metropolis di Superman/Clark Kent e in parte viene anche descritta la vita su Krypton poco prima dell'esplosione del pianeta. Vengono ridimensionati i poteri del personaggio e Luthor diventa un industriale che tiene in pugno la città con le sue subdole e oscure manovre economiche. Una storia che è diventata canone di riferimento per tutte quelle future.

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Copertina del #1 della miniserie The Man of Steel
John Byrne scrive e disegna la miniserie che riscrive la storia di Superman nel dopo-Crisis

Infine, la miniserie di dodici numeri scritta dal 2005 al 2008 dal demiurgo Grant Morrison e disegnata dal suo amico Frank Quitely, All-Star Superman. Una serie di forte impatto, scritta al di fuori della normale continuity, che ha permesso a Morrison di esplorare vari aspetti dell'Uomo d'Acciaio come l'incombenza e l'ineluttabilità della morte che ne permea l'atmosfera, la tridimensionalità delle due personalità che formano il personaggio Superman/Clark e i forti valori trasmessi dai genitori adottivi. Un enorme lavoro di approfondimento psicologico da parte di Morrison.

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Copertina di All-Star Superman
Superman guarda l'Umanità dall'alto delle nuvole

In ogni caso, Superman è un personaggio che è andato molto oltre le pagine di carta sulle quali è nato, andando a simboleggiare in primis il desiderio di rivalsa dei suoi due autori di Cleveland, Siegel e Shuster, e poi il significato di "diverso" in mezzo a un'Umanità adorante ma anche schiva e refrattaria all'alienità. 80 anni portati molto bene e ancora almeno altrettanti davanti a sé. Buon compleanno, Azzurrone.

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