Chris Evans è frustrato dalle censure a Lightyear

"È terribile" è il primo commento trapelato da Chris Evans dopo la notizia che anche Lightyear verrà bandito dal Medio Oriente.

Autore: Elisa Giudici ,

Chris Evans si sente frustrato dalla travagliata avventura di Lightyear - La vera storia di Buzz con la censura interna a Disney e internazionale.

La notizia del bando del film dall'Arabia Saudita e da altri paesi mediorientali in cui le istanze progressiste del film non sono viste di buon occhio ha visto lui e la collega Keke Palmer (doppiatrice di Izzy Hawthorne) reagire con tristezza, ma non rassegnazione.

Cosa è successo? Ve lo raccontavamo proprio ieri in questo approfondimento. Senza fare spoiler, in Lightyear - La vera storia di Buzz c'è una brevissima scena (appena qualche secondo di durata) che ha urtato la sensibilità di alcune nazioni che non vedono di buon occhio l'omosessualità e i pari diritti per le persone LGBTQ+. Il film è già stato ufficialmente bandito da Arabia Saudita e Kuwait e altre nazioni.

Chris Evans commenta il bando di Lightyear dall'Arabia Saudita

Il commento a caldo dell'attore di Captain America è stato il seguente, riportato da Euronews

Mi sento...è come si mi fosse successa una cosa terribile, ma allo stesso tempo, sento che è come se stessimo per spingere i limiti attraverso questa esperienza.

Insomma un bilancio dolce-amaro per il primo Captain America di Marvel. L'attore è dispiaciuto che il film sia stato bandito, ma crede che sia importante che pellicole come Lightyear spingano un po' più in là la rappresentazione delle diversità, anche nel mondo dell'animazione. 

L'attore ha poi aggiunto di credere che il cinema sia uno strumento importante per cambiare il mondo: 

Ho molto fiducia, penso che scrivere e girare film...non voglio dire che siamo avanti rispetto ai tempi, ma che siamo già nella frontiera, per quanto riguarda queste questioni. 

Evans non ha tutti i torti: la scena in questione era già stata tagliata da Disney stessa e solo una fortissima polemica pubblica aperta da Pixar con una lettera firmata dalle sue voci più importanti aveva portato l'azienda a fare un passo indietro e includerla di nuovo nel film.

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