Stasera in TV c'è The Menu, la spiegazione del film e il significato del finale

Che significato ha il piatto finale protagonista della scena conclusiva di The Menu? Scopriamo insieme cosa succede nell'ultima scena del film.

Autore: Elisa Giudici ,

The Menu è un film che racchiude molti generi: è un thriller che tiene incollati allo schermo, una feroce satira del mondo dei ricchi e dell’ossessione contemporanea per le esperienze culinarie di altissimo livello e, infine , The Menu è un’esperienza gastronomica da assaporare piatto dopo piatto.

Stasera 1 dicembre in TV c'è The Menu su Rai4 alle 21.20

The Menu propone portate altamente concettuali e ricercatissime, che ripercorrono la carriera e la vita privata dello chef Slovik, interpretato da Ralph Fiennes, e della sua brigata. Fanno eccezione tre piatti preparati durante i film, due dei quali chiudono la pellicola. È importante capire il significato profondo di queste portate alla fine di The Menu e le scelte assolutamente non casuali che circondano queste ricette, per capire fino in fondo il messaggio di The Menu e il suo intricato finale.

Proseguite nella lettura dell’articolo solo se non temete spoiler o avete già visto il film. Altrimenti potete leggere la recensione senza anticipazioni: The Menu conquista con la sua deliziosa cattiveria.

Perché il Cheeseburger? (e i ampfire s’mores)

The Menu contrappone nel suo finale due ricette tipiche della tradizione culinaria statunitense, amatissime dal popolo statunitense ma raramente associate all’alta cucina. Nel finale del film vediamo la protagonista Margot addentare un cheeseburger a bordo di una nave, guardando in lontananza il ristorante che esplode. Al suo interno a prendere fuoco è l’ultima, folle portata del menù di Slovik: la versione umana dei campfire s’mores.

In Italia il primo piatto è abbasta noto e di facile reperibilità, a differenza del secondo. Il cheeseburger è un panino con una svizzera di carne grigliata nel mezzo, insieme a verdure e salse varie, a cui viene aggiunta una fetta di formaggio filante (solitamente cheddar). Gli campfire s’mores invece sono un dolcetto che si prepara durante le escursioni, quando si fa campeggio o comunque ci si raduna all’aperto intorno a un fuoco. Si conficca sull’estremità di un bastoncino un marshmallow, lo si avvicina alla fiamma finché non si scioglie un po’ e poi lo si infila tra due tavolette di cioccolato e due biscotti, creando di fatto una sorta di hamburger dolce. Ovvero il contraltare perfetto del cheeseburger.

Essendo uno spuntino molto amato dai più piccoli quando fanno attività all’aperto con i genitori o con gli scout, per tanti americani lo S’more è indissolubilmente associato all’infanzia e a ricordi felici. Lo stesso vale per il cheeseburger, ma solo per il protagonista Slovik: gli ricorda infatti ai suoi inizi da cuoco, quando lo preparava in un fast food senza pretese. Non va poi dimenticato che il cheeseburger è un alimento altamente nutriente ed energetico, nato per fornire un pasto caldo e veloce per gli operai in pausa pranzo. Per questo è indissolubilmente associato al proletariato.

Come interpretare il finale di The Menu

A ideare gli s’more come piatto finale è stato Slovik insieme all’aiutante Elsa. Si tratta del coronamento di un menù esclusivo, che però prevede la morte di tutti i partecipanti alla cena, rei agli occhi dello chef di aver tolto la passione e l’amore dal suo mestiere.

Nelle parole di Slovik stesso lo s’more è tutt’altro che un buon alimento, a causa della sovrabbondanza di ingredienti dolci e di scarsa qualità degli stessi. La sua sfida è quella di nobilitarlo, portando ai massimi livelli, ma usando come “bastoncini” i commensali, portando loro, i suoi aiutanti, sé stesso e l'intero ristorante a diventare combustibile per la preparazione del piatto.

Dopo aver scoperto le sue intenzioni, Margot riesce a sottrarsi al finale mortifero della serata sfruttando un’informazione scoperta nella casa di Slovik. Poco prima di essere sorpresa da Elsa, Margot entra nell'edificio proibito e vede una fotografia di Slovik da giovane, sorridente. Aveva appena ricevuto il titolo d’impiegato del mese per il suo lavoro di cuoco di cheeseburger.

Tornata in sala e decisa a non perdere la vita, Margot provoca Slovik, sostenendo che la sua è una cucina senza amore e frutto dell’ossessione. Lo sfida dunque a prepararle proprio un cheeseburger, sapendo che questo scatenerà in lui una reazione emotiva.

Margot gusta il suo cheeseburger giudicandolo buono e appagando il desiderio inespresso dello chef di avere un cliente che si concentri finalmente sull’appagamento del palato. Quando chiede di portare via l’hamburger avanzato, Margot mette Slovik all’angolo: in quanto chef impeccabile, Slovik non può rifiutarle questo servizio. Avendo concordato anticipatamente il prezzo, Margot paga con una banconota spiegazzata da 10 dollari il suo panino e se ne va.

All’ultimo si gira, prima di lasciare la sala: lei è libera, ma cosa ne sarà di tutti gli altri commensali? La moglie dell’uomo anziano che usufruì tempo prima dei suoi servizi di escort le fa cenno di cogliere l’occasione al volo e non voltarsi. Margot se ne va usando il mezzo della guardia costiera che era rimasto al molo. Quando il ristorante esplode in lontananza, apre il sacchetto che contiene gli omaggi della serata, butta la lista dei piatti del menù in acqua e tira fuori quanto rimasto del suo panino, masticandolo mentre le fiamme si alzano in lontananza.

L’astuzia e la sua vitalità l’hanno trasformata nell’unica sopravvissuta alla cena.

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