Dandadan, il Demone di Dover spiegato

Scopri chi è il Demone di Dover (o Mr. Mantis Shrimp), comparso nel folle episodio 9 di Dandadan: quale leggenda che si cela dietro il personaggio

Autore: Federica Polino ,

Gli ultimi episodi di Dandadan, adattamento anime del manga creato da Yukinobu Tatsu, hanno introdotto nuovi nemici: dopo la sconfitta di Acrobatic Silky nell’arco narrativo precedente, i due si trovano nuovamente ad affrontare i pericolosi alieni Serpo, ossessionati dagli organi sessuali di Okarun. Questa volta, tuttavia, i Serpoiani hanno reclutato due nuovi alleati: il Demone di Dover e Nessie, entrambi ispirati a leggende urbane e iconici riferimenti della fantascienza.

Arriva il Demone di Dover in Dandadan

Peeny-Weeny (ぺニーチンコス), chiamato anche Mr. Mantis Shrimp (シャコさん) da Momo e Okarun, a noi noto noto come Demone di Dover.

Il Demone di Dover è un alieno dalle fattezze bizzarre: Tatsu gli ha dato vita allontanandosi dalla tradizione, fornendolo di un corpo umanoide, testa simile a qualla di un crostaceo e pelle giallastra. Indossa guantoni da boxe, una cravatta, creando un contrasto surreale tra comicità e pericolo. Nonostante il suo aspetto grottesco, è dotato di straordinarie capacità fisiche: pugni fulminei e una forza tale da distruggere muri con un singolo colpo, il Jet Punch.

Il significato del colore giallo

Come in molte scene di Dandadan, anche questo scontro è accompagnato da una forte simbologia cromatica: la predominanza del giallo suggerisce energia e pericolo, anticipando qualcosa di sinistro e sottolineando la minaccia rappresentata dai Serpo e dai loro alleati. Questa scelta stilistica richiama anche l’atmosfera opprimente già vista nell’incontro con il mostro di Flatwoods.

Chi è davvero il Demone di Dover?

Il Demone di Dover è una creatura misteriosa avvistata il 21 e 22 aprile 1977 a Dover, Massachusetts, da tre adolescenti: William Bartlett, John Baxter e Abby Brabham. La creatura, alta circa 1,2 metri, con occhi arancioni luminosi e una testa a forma di anguria priva di naso e bocca, fu vista in tre luoghi distinti lungo una linea di 3,2 km. Gli avvistamenti divennero pubblici solo a maggio e furono paragonati all’incontro di Kelly-Hopkinsville del 1955, pur senza segnalazioni di UFO.

Furono proposte diverse spiegazioni: alcuni pensarono si trattasse di un puledro o un alce giovane, mentre lo scettico Joe Nickell suggerì che fosse un gufo delle nevi, il cui piumaggio riflettente avrebbe creato l'effetto arancione descritto. La polizia ipotizzò uno scherzo scolastico e Ben Radford sottolineò l’influenza culturale dei film Star Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo usciti nel 1977.

Yukinobu Tatsu ha mescolato elementi della criptozoologia e della cultura pop per creare un nemico memorabile.

Inoltre, il Demon di Dover di Tatsu presenta chiari riferimenti alla serie giapponese Ultraman, in particolare ai Kaiju Baltan, celebri per la loro capacità di infiltrarsi tra gli umani. Questo legame con Ultraman non è casuale: Tatsu dimostra spesso una profonda ammirazione per la fantascienza classica, ed è solito integrare questi riferimenti nelle sue creazioni per offrire omaggi ai fan del genere.

In linea con lo stile dell'autore, anche quest'individuo risulta più di un semplice nemico da sconfiggere: Tatsu dedica attenzione sia agli antagonisti che ai protagonisti, umanizzandoli nonostante il loro aspetto alieno. Come dimostrato dall’episodio dedicato alla Acrobatic Silky, che ha commosso il pubblico, anche il Demon di Dover potrebbe rivelare un lato più empatico e divertente...

Cos'è la criptozoologia?

La criptozoologia (o studio degli animali nascosti, da kryptos e zoologia) è una pseudoscienza che si occupa dello studio dei criptidi, creature leggendarie la cui esistenza è controversa o non verificata, spesso legate al folclore, come il mostro di Loch Ness e il chupacabra.

Questa pseudoscienza si spinge anche a ipotizzare che alcune specie ad oggi estinte siano ancora sulla Terra, come ad esempio il Megalodonte. Tuttavia, non seguendo il metodo scientifico, non è riconosciuta come disciplina accademica né come parte della zoologia o dello studio del folclore. 

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