La prima stagione di #The Boys su Amazon Prime Video è stata una piacevole sorpresa. Tratta da una serie a fumetti scritta da Garth Ennis e disegnata da Darick Robertson (pubblicata negli Stati Uniti nel lontano 2006), questa vede come protagonisti i "Ragazzi”, un gruppo di sgangherati personaggi arruolati dalla CIA con il compito di contrastare la minaccia dei supereroi, ben lontani dalla figura di paladini senza macchia e senza paura che siamo stati abituati a vedere tra le pagine dei comics a stelle e strisce.
Nel 2019 Eric Kripke decise che i tempi erano maturi per uno show televisivo dall'alto tasso di violenza incentrato sull'opera di Ennis, tanto che gli 8 episodi della prima stagione hanno convinto critica e pubblico. Inutile dire quindi che le aspettative verso la seconda stagione fossero davvero molto alte, complice la promessa neanche troppo velata di voler “fare il botto” proponendo di fatto un prodotto unico nel suo genere e che rendesse ancora più grandi – e sanguinolente – le vicende dei reietti capeggiati da Billy Butcher (interpretato da un Karl Urban perfettamente in sintonia con il ruolo).
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Siamo i The Boys, non farci incaz*are
Purtroppo, le prime puntate di questa nuova stagione di The Boys partono decisamente in medias res, prendendosi i loro tempi, arrancando con dialoghi spesso decisamente noiosi e fini a loro stessi e – cosa ben più grave – non offrendo nulla di davvero memorabile dal punto di vista visivo. Sì, un paio di sequenze sembrano essere state piazzate al posto giusto per ricordare allo spettatore che “The Boys è tornato”, ma il ritmo sincopato e senza freni della prima stagione è andato a farsi benedire, Il cambio di rotta è quindi papabile, complice anche il rimescolamento della figura dei Super, non più la parodia degli eroi Marvel e DC vista nella prima stagione, bensì dei poveri diavoli con i loro limiti e le loro debolezze (e, soprattutto, le loro perversioni).
The Boys 2 prende quindi i vari personaggi uno ad uno e li mette di fronte a situazioni alquanto spiacevoli legate alla loro sfera privata: Queen Maeve (Dominique McElligott) dovrà affrontare un coming out sotto costrizione, Abisso (Chace Crawford) sarà invece chiamato a percorrere “la via della redenzione” dopo essere additato come un maniaco e predatore sessuale dall'opinione pubblica, mentre il redivivo A-Train (Jessie Usher) dovrà trovare un modo per tornare tra i Sette, prima che qualcuno prenda inevitabilmente il suo posto. Discorso a parte per la new entry più attesa di questa seconda stagione, ossia Stormfront (Aya Cash). Dopo essere entrata a gamba tesa nei Sette contro la volontà di Patriota, l'eroina capace di generare scariche elettriche e volare (oltre a possedere una forza fuori dal comune) si rivelerà essere uno dei personaggi più interessanti e potenzialmente risolutivi di questa seconda stagione.
"Potenzialmente", però, visto che il personaggio sembra essere stato concepito con il freno a mano tirato, così come il piano di innestare - grazie a lei - tematiche davvero delicate come il nazismo e la discriminazione raziale si rivela essere solo un timido tentativo di ciò che avrebbe potuto rappresentare. Siamo lontani anni luce dal tentativo ben più serio e adulto visto con la serie Watchmen di Damon Lindelof, sebbene l'opera di Eric Kripke faccia di tutto fuorché prendersi sul serio (ed è anche giusto così). Anche i classici Boys di questa seconda stagione sembrano essere spesso mossi da meno energia e brio rispetto al passato: ad eccezione di Butcher, l'unico a cui è stato donato il giusto approfondimento psicologico (e caratteriale), il resto del team è assolutamente dimenticabile, dall'irritante Hughie (Jack Quaid) a Frenchie (Tomer Kapon), passando per Latte Materno (Laz Alonso) spesso vittime dagli eventi senza un vero perché. La brava Erin Moriarty e la sua Starlight tentano di tenere incollati i pezzi, riuscendoci con gran fatica.
Un Patriota per domarli
E poi c'è Patriota (interpretato da un bravissimo Anthony Starr), il vero protagonista indiscusso di questa seconda stagione, nonché l'unico in grado di dare brio ed energia a tutti e otto gli episodi della nuova serie. Se nella prima stagione l'idea che si era fatta lo spettatore fosse quella di un Superman psicopatico non sempre in grado di mantenere la sua facciata di eroe senza macchia e senza paura, nella nuova serie Patriota è ancora più imprevedibile, passando da calma a follia nel giro di una manciata di secondi. Considerando inoltre che a stravolgere la sua vita questa volta troviamo suo figlio - dotato degli stessi, identici poteri, ma tenuti soffocati dalla madre Becca (Shantel VanSanten) - l'eroe della Vought si sentirà assuefatto da un'inaspettata (ma altrettanto distorta) voglia di paternità. Tutto funziona alla perfezione, rendendo il personaggio di Patriota uno dei motivi per cui questa seconda stagione non è proprio da buttare.
In definitiva, questa seconda stagione di The Boys è una continua critica - neanche troppo velata - alla società americana, assuefatta dall'esibizionismo social e dalla mera mercificazione dei sentimenti umani più basilari. E se la volontà di Kripke è di rendere ogni cosa in chiave ironica e senza filtri, unpolitically correct ed estremamente violenta, il risultato finale è ben più soft e annacquato di quanto in realtà si era prefissato di essere. Considerando che Amazon ha già rinnovato lo show basato sui fumetti di Ennis per una terza stagione (oltre a uno spin-off) la speranza è che questa volta la critica sociale e la satira politica vengano davvero trattati coi guanti e soprattutto senza filtri o censure. Perché il panorama delle serie TV, ora più che mai, ha davvero bisogno dei The Boys.
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Voto di Cpop
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