Le testate statunitensi stanno impazzendo per Air - Il grande salto, pur non essendo un film memorabile, sotto nessun punto di vista. La storia che racconta è abbastanza nota, il modo di raccontarla è prevedibile, le grandi star coinvolte interpretano esattamente i personaggi che ci aspetteremmo.
La storia di come Nike sia diventata l’azienda che è oggi grazie alla storica collaborazione con Michael Jordan è interessante, soprattutto per chi l’epoca di Reagan e di Jordan re dell’NBA non la conosce né ricorda. Tuttavia questa storia non è poi così esplorata o analizzata, così come il tema della rivalsa afroamericana rimane un contorno.
Al centro di Air - Il grande salto c’è Ben Affleck al suo ritorno da regista, dopo gli Oscar di Argo e il flop di La legge della notte. Un ritorno che per molti è emozionante, dato che lo rivede al fianco del suo amico di una vita: Matt Damon.
Air racconta una storia di business degli anni ‘80, ma il mito principale della pellicola non è Michael Jordan, bensì il sodalizio Damon-Affleck, capace di far commuovere chi negli anni ‘90 è cresciuto con loro.
La trama di Air - Il grande salto
Al centro di Air - Il grande salto c’è una storia biografica basata su fatti realmente accaduti. Non è però, come ci aspetteremmo, quella di Michael Jordan, atleta leggendario dell’NBA. O meglio: lo è ma rivista attraverso le lenti di ciò che l’ha reso e lo rende ancora oggi ricchissimo. Air infatti racconta la nascita del modello di sneakers Air Jordan.
Le scarpe che portano il nome del campione hanno di fatto rivoluzionato la sua vita e quella della Nike, qui raccontato in un difficile momento di cambiamento a metà anni ‘80. È il 1984, Nike è quotata in borsa, è leader del settore della corsa e viene indossata da milioni di caucasici in tutto il mondo. In America però, tra gli afroamericani e tra i giocatori di basket, è considerata un marchio da perdenti e indesiderabile.
Il protagonista della pellicola è Matt Damon nei panni di Sonny Vaccaro, talent scout della pallacanestro che gli atleti li scopre per tentare di convincerli a indossare le Nike. Ad assumerlo è stato il CEO e fondatore di Nike Philip Knight,interpretato da Ben Affleck.
L’intuizione vincente di Sonny è che conviene concentrare tutto il budget per il settore pallacanestro nel tentativo di convincere un solo, promettente giocatore a indossare le Nike. Peccato che quel giocatore, un Michael Jordan al debutto nell’NBA, sia innamoratissimo delle Adidas. Non solo: detesta le scarpe Nike.
Con il sostegno dell’amico Philip, Sonny tenterà di fargli cambiare idea, facendo leva sulla saggezza della madre Deloris Jordan, interpretata da Viola Davis.
Perché vedere Air - Il grande salto
Air avrebbe potuto essere un grande film se solo avesse avuto la forza di guardare oltre lo scintillio della storia tra business e sport delle Air Jordan. Ci sono tante contraddizioni, tanti lati oscuri a cui i film allude e che non affronta, preferendo presentare questa ricostruzione ambivalente sempre come iper-positiva per tutti i coinvolti.
Una scelta con tante conseguenze negative, considerando che la pellicola richiama immediatamente alla memoria L’arte di vincere. Quel film del 2011 è stato l’antesignano di uno sguardo disincantato al mondo dello sport, dove il denaro e il business giocano da protagonisti in campo, influenzando le azioni dei campioni. Anche e soprattutto le meno nobili.
Non c’è spazio per la malinconia in Air, o meglio, ne rimane pochissimo. Il film volutamente glissa su tutto quello che di negativo c’è in questa vicenda. Sonny stesso è un protagonista con un enorme lato oscuro che rimane ai margini. Il lavoro è una scommessa come un’altra, la sua casa è vuota, la sua vita vede pochissimi affetti e ancor meno traguardi.
A un certo punto viene descritto come un uomo di mezza età, bianco, grasso e fuori forma, senza nessuna intenzione di far esercizio fisico. Questo pur lavorando in un’azienda che fa soldi vendendo scarpe da corsa e uno stile di vita attivo, da Just Do It.
Anche se non viene mai detto apertamente, ciò che l’ha salvato dall’essere l’ennesimo scommettitore incallito è il rapporto con il capo e amico Peter, che gli ha dato una chance in azienda e, anche nei momenti più tesi, si fida del suo intuito.
Conoscendo le difficoltà personali che - a ruoli invertiti - Ben Affleck ha affrontato negli ultimi anni, le scene di confronto tra lui e Damon diventano l’unico elemento autentico ed emozionante di Air.
Un film che riesce nel ritrarre la Nike glissa così tanto sui tanti scandali e sulle numerose zone d’ombra dell’azienda per finire quasi per diventare una sorta di ottima strategia di marketing.
L’immagine di copertina di questo articolo è tratta da di Air - Il grande salto di Warner Bros.
L'arte di vincere
L'arte di vincere è il film giusto da vedere se ami lo sport e se ti è piaciuto AIRCommento
Voto di Cpop
64Pro
- Afflek e Damon insieme sono emozionanti
- La storia delle Air Jordan è interessante
- Viola Davis è sempre una garanzia
Contro
- Un racconto convenzionale e spesso banale
- I lati negativi della storia vengono accuratamente accantonati
- Ci sono un sacco di spiegoni fastidiosi
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