Batman: Caped Crusader, recensione: come la serie degli anni 90 ma più pulp

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Autore: Domenico Bottalico ,

Batman: Caped Crusader, che debutterà ufficialmente il prossimo 1° agosto su Prime Video, è la nuova serie animata con protagonista Batman che nasce dell'incontro della visione dei produttori esecutivi Bruce Timm e della sua seminale Batman: The Animated Series e il plumbeo The Batman di Matt Reeves. Pur partendo, ancora una volta, dagli esordi del Cavaliere Oscuro a Gotham, i 10 episodi che compongono questa prima stagione faranno felici sia tutti coloro che cercavano un ideale "sequel" della serie degli anni 90 ma anche chi è alla ricerca di una serie adulta per svolgimento e tematiche.

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Di cosa parla Batman: Caped Crusader

Gotham City è stretta nella morsa del crimine ma soprattutto dell'illegalità. Qualcuno sta tentando di infiltrarsi illegalmente in tutti i livelli della città: dal Dipartimento di Polizia, passando per il tribunale fino ad arrivare all'ufficio del sindaco. Il Commissario Gordon con sua figlia, l'avvocato Barbara, il procuratore distrettuale Harvey Dent e un altro manipolo di poliziotti, fra cui Renée Montoya e Jim Corrigan, sembrano gli unici a fronteggiare la criminalità dilagante.

Quando nelle strade compare Batman, un misterioso vigilante vestito da pipistrello, il Sindaco chiede al Commissario di istituire una squadra speciale che lo catturi. Con la città nel caos, coloro che vogliono prenderne possesso illegalmente provano a sferrare l'affondo finale cercando di eliminare tutti gli ostacoli sulla loro strada, anche a costo di sacrificare degli innoncenti, oltre a fare leva proprio su Harvey Dent che si è candidato a sindaco. 

Ben presto però Batman si dimostra più una forza del bene che un nemico da combattere ma le sue azioni seppur eroiche finisco per generare conseguenze letali e impreviste che portano ad una escalation quasi disastrosa per la città. 

Batman: Caped Crusader - ritorno alle origini ma non solo nostalgia

La prima stagione di Batman: Caped Crusader è un familiare mix di crime noir classico e nostalgia che, ammantato da una coltre di fuliggine spessa e grigia, riporta il Cavaliere Oscuro ai suoi esordi fumettistici e non solo. Al netto di voler ambientare la serie agli inizi della carriera di Batman, così come in Batman: The Animated Series, non c'è un vero retelling delle origini ma solo alcune sequenze in analessi che rinarrano la tragedia del piccolo Bruce compresa quella estremamente drammatica in cui assistiamo alla "nascita" di Batman.

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Tuttavia, anziché concentrarsi solo sulla decostruzione del Cavaliere Oscuro, la serie crea un microcosmo di personaggi tutti a loro modo danneggiati. Showrunner e sceneggiatori si possono quindi concentrare nel rimaneggiare villain classici o reintrodurne di meno conosciuti con nuovi background. È il caso della Dottoressa Harleen Quinzel, perno della prima metà di stagione, la cui caratterizzazione è capovolta per presentarci una Harley Quinn assolutamente terrificante. O ancora un Firebug (Firefly) lasciato libero di sfogare la sua mania per il fuoco da gente senza scrupoli e solo per il proprio tornoconto, fino ad un Bruce Wayne in evidente negazione del lutto. 

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La serie utilizza quindi il gusto per episodi autoconclusivi ed estremamente plot driven per costruire una trama orizzontale fatta soprattutto di suggestioni e principi che episodio dopo episodio, attraverso la lente del "villain della settimana" ma non solo, vengono indeboliti.

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È in questo frangente che, fra gli sceneggiatori, emerge la penna di Ed Brubaker, apprezzatissimo scrittore che ha a più riprese scritto anche le avventure a fumetti del Cavaliere Oscuro. È indubbio che Batman: Caped Crusader parta "lenta" e certe tematiche serpeggino quasi sottotraccia non cercando neanche di celare le ispirazioni ai "soliti" classici come Anno Uno e Il Lungo Halloween - e di riflesso a pellicole come il già citato The Batman o Il Cavaliere Oscuro. 

 

Nella seconda metà di stagione però il quadro inizia a farsi più chiaro e tutta la narrazione punta al più classico degli adagi della letteratura pulp: il crimine non paga. Che sia corruzione, avidità o gelosia, è qui che la bellezza e la maturità di Batman: Caped Crusader emerge in tutta la sua deflagrante violenza (con inseguimenti e conflitti a fuoco) e drammaticità: bastano le azioni di un manipolo di "buoni" ad impedire che i "cattivi" trionfino? È quello che amaramente scopre Batman: la sua è una crociata, un compito improbo. L'unica magra consolazione è l'aver individuato la mente dietro tutta questa violenza ma il peggio sembra essere destinato ancora ad arrivare come testimonia la scena prima dei titoli di coda dell'ultimo episodio.

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Idealmente i primi 5 episodi di Batman: Caped Crusader risentono maggiormente dell'influenza della seminale Batman: The Animated Series poi però la serie cresce svincolandosi anche dagli stilemi più classici del fumetto e cercando invece ispirazione nei gangster movies, nei noir più classici rifacendosi per ritmo ed esecuzione proprio al cinema e ai serial radiofonici degli anni 40.

Un Batman tutto analogico quindi, molto simile a quello di The Batman, che più volte si sofferma davanti ad una lavagna e condivide con Alfred, e quindi con lo spettatore, i suoi pensieri e le sue riflessioni su una Gotham City diventata una città violenta abitata da criminali spregiudicati ma anche da disperati e vittime delle circostanze. 

Batman: Caped Crusader: l'estetica retro-vintage

È bene subito sottolineare come la scelta di ambientare Batman: Caped Crusader negli anni 40 è meramente stilistica. L'estetica retro-vintage esalta mai come fatto prima d'ora il character design sempre influenzato da Alex Toth e Chester Gould. Linee essenziali e spazi negativi diventano il marchio di fabbrica della serie animata recuperando, soprattutto per il design di Batman, la lezione di Bob Kane e Jerry Robinson. Mentre altri personaggi come Harley Quinn vengono radicalmente reimmaginati.

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Come nella serie animata degli anni 90 tornano gli sfondi statici e pittorici per una Gotham City mai così brutale dal punto di vista architettonico e oscura. Le animazioni sono fluide ma tecnicamente la serie non brilla per innovazione. Anche qui la scelta è consapevole: dare una sorta di senso di continuità con la serie degli anni 90 puntando subito ad una fascia di pubblico specifica. Il risvolto della medaglia è che un pubblico più giovane, con sguardo distratto, potrebbe bollare come "retrodatata" la serie.

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Menzione d'onore per la prestazione vocale di Hamish Linklater che interpreta un Batman particolarmente algido ma anche un Bruce Wayne in evidente affanno quando si tratta di andare oltre la maschera da ricco playboy. Ottima anche la prova di Jamie Chung nei panni di Harleen Quinzel e di una Harley Quinn lucidissima e letale. Molto buono il lavoro anche di Christina Ricci nei panni di una Selina Kyle/Catwoman molto sensuale e di Diedrich Bader che offre invece una interpretazione guascona di Harvey Dent.

 

Commento

cpop.it

80

Batman: Caped Crusader è un mix di crime noir classico e nostalgia che, ammantato da una coltre di fuliggine spessa e grigia, riporta il Cavaliere Oscuro ai suoi esordi fumettistici e non solo. Con episodi autoconclusivi e plot driven si costruisce una trama orizzontale fatta soprattutto di suggestioni e principi che episodio dopo episodio, attraverso il "villain della settimana" ma non solo, vengono indeboliti. Tutta la narrazione punta al più classico degli adagi del pulp: il crimine non paga. Che sia corruzione, avidità o gelosia, è qui che la bellezza e la maturità di Batman: Caped Crusader emerge in tutta la sua violenza e drammaticità: bastano le azioni di un manipolo di "buoni" ad impedire che i "cattivi" trionfino?

Pro

  • l'atmosfera pulp riporta Batman ai suoi esordi fumettistici mentre il plot si rifà ai classici del crime noir
  • ideale per coloro che vogliono rivivere le emozioni di Batman: The Animated Series, la serie animata degli anni 90
  • l'utilizzo di alcuni villain meno conosciuti e alcuni rimaneggiamenti di personaggi più noti rendono la narrazione meno scontata

Contro

  • una trama orizzontale emerge solo nella seconda metà di stagione e non è particolarmente originale
  • il pubblico più giovane potrebbe trovare la serie tecnicamente un po' datata
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