The Killer, recensione: David Fincher porta le sue ombre su Netflix

Autore: Nicholas Massa ,

Freddo, metodico, ben organizzato e profondamente esistenzialista nel suo approccio al presente immediato, questo è il protagonista al centro di The Killer, il nuovo film di David Fincher in uscita il 10 novembre sul catalogo di Netflix. Partendo da uno specifico tocco artistico-formale, il regista imbastisce un racconto dalle tinte oscure in grado di affascinare, concentrando l’intera narrazione sulle vicissitudini personali e professionali di un esperto in uccisioni, di un uomo che vive la propria vita seguendo una serie di “commissioni” specificamente connesse con la propria essenza, anche oltre le somme di denaro dei compensi. Tutto, però, assume le caratteristiche di un viaggio studiato al minimo dettaglio, proiettando sulla stessa pellicola la metodicità strettamente legata allo stesso protagonista in gioco, nel tentativo di risolvere una situazione piuttosto complessa sotto parecchi punti di vista differenti.

Così ci ritroviamo proiettati ancora una volta nella visione di un David Fincher che raconta la storia di un assassino apparentemente organizzato ed estremamente distaccato. Non una novità per la carriera del regista che ha più volte plasmato intrecci come questo, indirizzando le proprie possibilità cinematografiche, adesso, in funzione di un racconto che si snoda a poco a poco, sfruttando una violenza terribilmente silenziosa, ovattata e familiare.

Di cosa parla The Killer?

Tutta l’intera esperienza di The Killer si basa sul suo ombroso protagonista, un professionista che viene assoldato per porre fine alla vita altrui (interpretato da Michael Fassbender). Fincher ce lo presenta intento a portare a termine uno dei suoi incarichi a Parigi, introducendo non soltanto le caratteristiche che lo distinguono nello specifico (è un maniaco dei dettagli e ossessionato dal pianificare ogni sua mossa) ma anche i suoi pensieri e opinioni sulla vita e sul mondo che lo circonda. La narrazione, oltre che alle immagini, è infatti affidata allo stesso killer che compare nel titolo, sporcando immediatamente il racconto degli eventi con un tocco noir e psicologico da non sottovalutare affatto. 

Courtesy of Netflix
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Frasi teatrali e citazioni da ogni ambito accompagnano l’intero sviluppo di The Killer, modellando un’immagine glaciale e distaccata dell'assassino che, però, verrà ben presto tradita da un suo errore “sul posto di lavoro”. Sarà proprio questo a innescare gli eventi principali di una trama che oscilla continuamente fra la vendetta programmata, e qualche sussulto di umanità pronto a insediarsi nell’oscurità a pervadere ogni cosa. Sono le conseguenze di uno sbaglio imprevedibile a tormentare il cammino di un personaggio che non arriveremo mai a comprendere del tutto, troppo impegnato a nascondersi continuamente dietro alle proprie convinzioni, silenzi e azioni, anche estreme. 

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The Killer: parlare della società contemporanea innanzitutto

Partendo da un percorso segnato dal sangue, The Killer è però in grado di riflettere anche sulla stessa società che circonda il personaggio principale. Il suo approccio alla vita, i ragionamenti strettamente connessi con le regole non scritte della convivenza umana, diventano ben presto il pretesto principale per ragionare sulle tantissime incoerenze e ipocrisie che oggi giorno si possono scorgere nel rapporto col prossimo ovunque. Ecco che il netto distacco di un killer riflessivo e violento, diventa qualcosa attraverso cui spogliare, anche se parzialmente, la stessa moderna collettività umana in cui siamo immersi, fornendo un punto di vista inedito e deviato sul presente. 

Il fatto che esistano persone tanto potenti da poter assoldare sicari per i propri comodi, la dice lunga sul nichilismo critico generale a pervadere l’intera pellicola. Il denaro, il potere e le lobby irraggiungibili dei potenti, sono gli argomenti principali di The Killer che, passando dall’esperienza specifica di una delle tante pedine a pagamento, rivela le pieghe più folli e invisibili della nostra contemporaneità. Il tutto attraverso l’impeccabile interpretazione dello stesso Fassbender che porta sullo schermo un personaggio piuttosto complesso e sfaccettato, riuscendo a restituire perfettamente tutto quello che prova attraverso lo sguardo e il linguaggio del corpo, oltre che dei pensieri fuori campo. 

Courtesy of Netflix
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È bene, però, precisare, che nel suo approccio alla trama The Killer sembra non innovare quasi nulla, preferendo sfruttare alcuni modelli visti altrove per tratteggiare le proprie riflessioni sia dentro che fuori dal racconto per immagini. L’aberrante fascino di un protagonista sicuro di sé, si trasforma ben presto in una storia di vendetta delle più classiche, in cui quello che vediamo non necessita di alcun approfondimento o spiegazione, dato che sono le specifiche scelte, azioni e immagini a mantenere un dialogo aperto con gli spettatori, proiettati in un contesto in cui non esiste più alcun confine fra morale e amorale. Le ombre regnano quindi sovrane nel nuovo lungometraggio di David Fincher, che proietta tutto se stesso nelle geometrie formali in cui ogni cosa s’incastra con eleganza. Il tocco del regista fa, quindi, la differenza, valorizzando a dismisura un racconto relativamente classico nel suo insieme, permeandolo con alcune trovate di genere e concettuali in grado di rompere facilmente il piccolo schermo. 

Vale la pena vedere The Killer?

The Killer è un film facilmente accessibile a tutti. La sua natura silenziosa e geometrica ne fanno un’esperienza affascinante, capace di sfruttare l’interpretazione di un unico protagonista per poi ragionare sul mondo che frequenta, e sulla brutale violenza della nostra stessa società. Non un capolavoro d’invenzione ma comunque una pellicola che conosce molto bene il proprio genere di appartenenza, e ne sfrutta le dinamiche più consolidate cercando di sorprendere ancora una volta, anche oltre la stessa dimensione narrativa. 

Courtesy of Netflix
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David Fincher torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia (ispirata alla graphic novel di Matz e Luc Jacamon) in grado d’incuriosire fin dai suoi primi istanti, complice una grande cura in termini di scrittura, messa in scena, regia e fotografia. Sono alcune sequenze specifiche (che non vi spoileriamo) a valorizzare l’intera esperienza, giocando continuamente con una teatralità elegante e perfettamente coerente con la voce brutale e deviante a fare da sfondo a ogni singolo momento, sia in termini diretti che concettuali.

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Commento

cpop.it

80

The Killer è un film che inevitabilmente affascina nel suo insieme. Pur basandosi su una struttura narrativa fondamentalmente classica, il tocco di David Fincher e l'interpretazione di Michael Fassbender ne impreziosiscono le possibilità, delineando un racconto per immagini violento, diretto, elegante e sprezzante sia dal punto di vista formale che concettuale. Una pellicola irrinunciabile per i fan del regista e per coloro che da sempre seguono e conoscono il suo lavoro.

Pro

  • La maniacale ed elegante regia di David Fincher
  • L'interpretazione di Michael Fassbender
  • La cura in termini di scrittura, fotografia, coreografie e colonna sonora

Contro

  • Fin troppo classico per quanto concerne la trama principale
  • Non innovativo in termini strutturali
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