Diablomachia 1, recensione: l'avvincente storia di un Diavolo per amico

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Autore: Livia Soreca ,

Se qualcuno vi dicesse che alcuni Diavoli possono essere buoni, gli credereste? Fareste meglio a fidarvi delle parole di Da Hosoi, mangaka italiano che, dapprima in Francia nel 2022 e nella primavera 2024 in Italia con Star Comics, ha pubblicato il primo volume di Diablomachia.

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Presentato al Napoli Comicon 2024 insieme ad altre novità global manga (il terzo volume di Oneira di Federica Di Meo e Cab Scarecrow 1 di Gin Zarbo), Diablomachia 1 è uno shonen che, nonostante il target ben preciso, si rivela godibile anche per un pubblico adulto. Tra creature sovrannaturali, poteri speciali, combattimenti e momenti  emozionanti, quello tra le pagine di Diablomachia è un viaggio che vi invitiamo a intraprendere.

Di cosa parla Diablomachia 1?

Non tutti i Diavoli sono cattivi e Neve, un evocatore di demoni - rimasto orfano - vive insieme a loro con l'intento di proteggerli dagli abitanti dell'Inferno che li maltrattano in quanto esseri benevoli. L'equilibrio che Neve e i suoi compagni hanno trovato, però, viene improvvisamente rotto dalle forze del male adirate e il protagonista dovrà lottare contro di essi in modi totalmente inaspettati.

Star Comics / Livia Soreca
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Diablomachia 1 - Don Verso (Diavolo)

Diablomachia 1 è uno shonen che, a dispetto delle caratteristiche classiche che il target prevede, presenta un concept accattivante: alcuni Diavoli sono buoni. L'operazione di Da Hosoi è infatti quella di capovolgere completamente lo stereotipo della creatura demoniaca e dunque la figura del classico antagonista, chiedendosi "Cosa succederebbe se un Diavolo non fosse cattivo? Cosa potrebbe voler fare? A cosa penserebbe? Quali sarebbero i suoi sogni?"

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Il concept di Diablomachia scardina una delle fondamenta dell'immaginario collettivo, un po' come ha fatto Akira Toriyama per il suo Sand Land (qui la recensione), in cui il giovane Belzebub conosce e pratica la bontà. In generale, le influenze del maestro sono evidenti nella scelta di uno shonen leggero, fresco, che a tratti ricorda il primo Dragon Ball.

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Diablomachia 1 - Neve

Se da un lato Da Hosoi vuole creare un grande what if giocando sulla personalità dei Diavoli, dall'altro si serve di Neve, l'eroe della storia, per far sì che il lettore possa immedesimarsi, indipendentemente dall'età. Il protagonista conserva quell'ingenuità infantile e desidera il calore familiare e quello degli amici: sono proprio i demoni buoni a sopperire a questa forte mancanza.

Dunque, così come un giovane lettore può rivedersi nella psicologia di Neve, altrettanto un adulto riconosce in lui il cosiddetto "io bambino". D'altra parte, è impossibile non provare empatia verso il protagonista sin dalle primissime pagine e, ancor più, quando già nel primo volume un intenso flashback rivela dettagli dolorosi del suo passato.

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Perché leggere Diablomachia 1?

Per analizzare la scrittura di Diablomachia 1 è utile partire dal concetto di kishotenketsu, vale a dire una struttura narrativa che prevede una suddivisione della trama in 4 atti: uno storytelling tipico della produzione giapponese che, di norma, ha come scopo quello di combattere quello che secondo Da Hosoi, così come ci ha raccontato al Napoli Comicon 2024, è il vero nemico di un qualsiasi manga o fumetto: la noia.

L'artista si è posto come obiettivo quello di rispettare il kishotenketsu all'interno delle singole tavole, una scelta estremamente funzionale. Difatti, dividendo una tavola in 4 atti, le ultime due vignette dovrebbero poter dare la spinta al lettore affinché quest'ultimo volti la pagina. In effetti, in Diablomachia 1 c'è un continuo stimolo a proseguire la lettura per cominciare a unire i primi pezzi di un grande puzzle, rendendo così il ritmo narrativo incalzante e dinamico.

Star Comics / Livia Soreca
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Diablomachia 1 - Neve

Man mano che la narrazione avanza, nonostante si mantenga quel tenore leggero insito nella natura di Diablomachia, elementi drammatici si fanno strada per far sedimentare una componente emozionale profonda. Il capitolo finale si conclude con un avvenimento decisivo per la storia, particolarmente intenso, che in un certo senso appaga il lettore in qualità di primo e temporaneo finale.

Se il lettore si sente appagato, però, al tempo stesso non prova quella curiosità viscerale di proseguire la storia, complice l'assenza di indizi volti a stuzzicarla. Per questo motivo, Diablomachia 1 risulta un'opera tanto ovviamente incompleta quanto, contemporaneamente, un assaggio che può anche bastare. 

L'arte e lo stile di Diablomachia 1

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Da Hosoi si è palesemente divertito a ideare il character design dei Diavoli, diversificandone non solo la psicologia ma anche e soprattutto la fisionomia, rendendo ognuno di essi unico e inconfondibile, nonostante alcune ispirazioni all'immaginario fantasy classico - uno dei personaggi è molto simile a un goblin.

Neve ha un aspetto e un'evoluzione fisica e psicologica piuttosto stereotipati per un eroe di uno shonen, una scelta stilistica che risulta però coerente. Ci si aspetterebbe più facilmente una ricerca di novità nel protagonista, invece qui quest'ultimo è indispensabile per identificare il target stesso. Di contro, si capovolge l'elemento più imprevedibile, ossia la natura delle creature infernali.

Star Comics / Livia Soreca
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Diablomachia 1 - Lotta demoniaca

Lo stile di Da Hosoi è tanto energico quanto preciso, definito e mai sporco: un piacere per gli occhi. Le numerose scene d'azione in Diablomachia 1 esprimono un forte dinamismo, dimostrazione di uno studio sempre più approfondito tanto dei singoli personaggi quanto della diverse prospettive che li legano ai vari ambienti in cui essi operano e si muovono. Peccato, infatti, che il volume non presenti alcun tipo di appendice con bozzetti o sketch: sarebbe stato interessante osservare soprattutto il lavoro sui Diavoli.

Commento

Voto di Cpop

77
Pur con un'impostazione classica dello shonen che ricorda il primo Akira Toriyama, Diablomachia 1 di Da Hosoi opta per un elemento di novità, capovolgendo gli stereotipi e offrendo al lettore un concept accattivante: i Diavoli buoni esistono. È un'opera fresca, leggera, ma con un protagonista che riesce subito a suscitare empatia soprattutto nei momenti più drammatici, connettendo anche il lettore adulto a quell'io bambino in cerca di calore familiare, da poter ritrovare persino in un demone benevolo.

Pro

  • Concept accattivante
  • Ritmo incalzante
  • Stile "pulito" e dinamico
  • Ultimo capitolo d'impatto e appagante, ma...

Contro

  • ...il finale non offre gli indizi necessari a stimolare la curiosità per il volume 2
  • Manca un'appendice con lo studio sui personaggi, che avrebbe impreziosito l'edizione
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