Akira Toriyama è stato uno degli autori più influenti del XX secolo. Per quanto questo titolo possa risultare perentorio, è difficile, anche riflettendoci un attimo, non constatare quanto l'affermazione sia vera. Non si tratta di un malcelato e frettoloso atto per celebrare la vita di un autore, un mangaka, e un character designer scomparso improvvisamente ma di una brusca presa di coscienza. Alla notizia della sua morte, la cultura pop ha scoperto di aver dato per scontato, come spesso fa, un maestro assoluto mentre il resto del mondo non si era neanche reso conto di quanto le idee e le opere del sensei avessero compenetrato la vita di tutti i giorni.
- Akira Toriyama: maestro del world building
- Akira Toriyama e il battle shonen
- È facile disegnare come Akira Toriyama...
- Dragon Ball e non solo nella cultura pop
Akira Toriyama: maestro del world building
Andate in fumetteria, fatevi consigliare un volume. Un fumetto di genere, avventuroso magari di autori italiani o francesi, ma anche qualche americano, sfogliatelo e sarà impossibile non constatare quanto Akira Toriyama sia stato influente anche e soprattutto in Occidente.
Molti di quei volumi infatti risentono dell'influenza di Dr. Slump e soprattutto di Dragon Ball. Si tratta di mondi dove umani e animali antropomorfi interagiscono e dove l'avventura è sempre dietro l'angolo anche in oggetti o gesti quotidiani. Per quanto pericolosa o ardita sia poi l'impresa, in questi mondi l'amicizia e gli affetti sono più forti anche della morte. E l'ironia e il sorriso sono sempre un'arma potentissima.
E poi ci sono le architetture e le tecnologie. Città e villaggi sempre affollati di persone e cose, abitazioni tonde o dalle geometrie insolite e tecnologie assurde. Che siano veicoli o oggetti, tutto sembra uscito da un negozio di giocattoli e non dovrebbe funzionare eppure in quella giocoso commistione di leve steampunk e funzionalità cyberpunk tutto era lecito.
Akira Toriyama e il battle shonen
Facciamo un salto in Giappone. Il manga di Dragon Ball evolve: da rilettura del Viaggio in Occidente diventa qualcos'altro. Toriyama è un fan dei film di arti marziali e di Jackie Chan: i combattimenti diventano il motore del plot. Si dovrà però attendere la versione animata di quella parte del manga, ribattezzata Dragon Ball Z, per coniare un termine che diventerà poi di uso comune, anzi comunissimo: battle shonen.
C'erano sì stati altri manga di arti marziali ma Toriyama ha una illuminazione. E se i nemici diventassero sempre più forti e gli eroi dovessero allenarsi per sconfiggerli? È lo stilema tipico degli spokon, i manga sportivi, che il sensei rilegge anche tematicamente. Il sacrificio di pochi per il benessere di molti come lo sforzo del singolo per la vittoria di squadra.
Il battle shonen, declinato in varie forme e accezioni, diventerà poi il genere dominante dei 2 decenni successivi influenzando autori del calibro di Eiichirō Oda, Masashi Kishimoto, Hiro Mashima, Atsushi Suzumi, Tite Kubo, Kentarō Yabuki e Shinya Suzuki.
È facile disegnare come Akira Toriyama...
Lo stile di Akira Toriyama è inizialmente fatto di linee continue e anatomie tonde, un stile accessibile fatto di personaggi morbidi e volutamente pacioccosi, anche i villain. Così come Walt Disney e Osamu Tezuka prima di lui, l'impatto di questo stile "nuovo" è devastante: tutti sono in grado di riprodurlo ma nessuno è in grado di dare la stessa energia al disegno. Sono mere imitazioni, imitando però lo stile diventa canone.
Anche lo stile si evolve. Le linee continue cedono il passo a quelle spezzate. La dinamicità si fa aggressività. Una generazione di autori viene investita dalla potenza delle sequenze d'azione ricche di linee cinetiche, tratteggi e neri pieni e uniformi.
Dragon Ball e non solo nella cultura pop
Dragon Ball ma anche le altre opere di Akira Toriyama, basti pensare ad Arale e alla sua cacchina, sono entrati dapprima nell'immaginario della cultura nerd e otaku e poi in quella pop. Diversi motivi hanno contribuito al far entrare nell'uso comune immagini, espressioni e modi di fare tipici delle sue opere, vedasi il Super Saiyan e i suoi capelli "sparati" e biondi.
Quelle di Toriyama sono state opere caratterizzate da personaggi sinceri e famigliari. Dietro combattimenti e capacità sovraumane si celavano punti di vista sempre positivi su problemi affrontati da tutti - amore, famiglia, morte, vita, amicizia.
La capacità di Dragon Ball poi è stata quella dapprima di essere una saga generazionale, accompagnando nella crescita i suoi lettori e spettatori, e poi di sapersi reinventare attraverso media nuovi o in modalità sempre nuove, dai videogiochi ai film per poi tornare ai manga e agli anime all'occorrenza, divenendo un faro per generazioni diverse che avevano bisogno di essere accompagnate, magari in maniera diversa, nelle stesse sfide della crescita e perché no della vita adulta.
Immagine di copertina Amazon
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