Doctor Who: Wild Blue Yonder, recensione: la “quiete” prima della tempesta

Autore: Lorenzo Ferrero ,

Continuano gli speciali di Doctor Who su Disney Plus, in quelli che saranno gli episodi “ponte” (non a caso questo arco narrativo è chiamato “The Bridge”) verso la nuova stagione in arrivo sempre sul colosso di streaming, nuova casa del Dottore per quanto riguarda i paesi fuori dal Regno Unito.

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Se con The Star Beast abbiamo avuto solo un antipasto e abbiamo ritrovato vecchi amici e atmosfere tutto sommato spensierate, con Wild Blue Yonder ci buttiamo a capofitto in un'avventura ancora dalle tinte più macabre e ansiogene, in quella che sembra essere la calma prima della tempesta, in arrivo con l'ultimo degli speciali la settimana prossima.

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Di cosa parla Wild Blue Yonder?

Dopo che il TARDIS del Dottore viene danneggiato da Donna, i due si ritrovano catapultati all'interno di una gigantesca astronave completamente ai confini più estremi dell'universo. Percependo un pericolo, la cabina blu si tele trasporta lontano, mentre era in riparazione e il dinamico duo dovrà capire cos'è che l'ha spaventata a tal punto, perchè all'interno della navicella non ci sono forme di vita, se non un piccolo robot che muove un passo alla volta, ogni volta che viene pronunciata dagli altoparlanti una parola incomprensibile, sempre diversa.

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Perchè il TARDIS li ha portati proprio lì? Qual è il pericolo imminente che va debellato? Cosa significano le parole pronunciate agli interfoni e perchè quel robot si muove solo dopo di esse?

Spetterà al Dottore e a Donna scoprire questi misteri, cercando di mantenere il senno e di non farsi ingannare da ciò che, apparentemente, ha fatto scomparire tutto l'equipaggio della navicella.

Sul filo della tensione

A differenza del precedente episodio, Wild Blue Yonder è meno frenetico, meno "di corsa", ma riesce a tenerti costantemente sulle spine, quasi con una crescente tensione degno di un episodio di X-Files o Ai Confini della Realtà. Lo show runner Russel T. Davies prende a piene mani dall'immaginario orrorifico di fantascienza, inserendo due villain mutaforma degni di un film di John Carpenter che vi faranno venire gli incubi da qui all'eternità.

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La storia avrebbe potuto benissimo essere un qualcosa a se, anche se non fosse stata un episodio di Doctor Who, presentando si diversi riferimenti al canone della serie, ma che può farne benissimo a meno, rimanendo godibilissima anche per chi non è fan del Dottore, ma apprezza le storie horror e di tensione.

L'intero speciale è retto dal talento di David Tennant e Catherine Tate, che tengono incollati gli spettatori con la loro interpretazione magistrale e la loro chimica sempre sopraffina. Per tutta la durata dell'episodio, sullo schermo appariranno solo ed esclusivamente i due attori, dando prova di essere dei talenti straordinari, anche quando devono entrare nei panni di versioni distorte di loro stessi.

Alzare sempre di più l'asticella

Se con The Star Beast abbiamo avuto un ottimo impiego degli effetti speciali, con Wild Blue Yonder abbiamo un connubio pressochè perfetto tra effetti visivi e speciali, con parti della navicella costruiti dal vivo e animata in diverse sezioni in digitale, senza mai risultare fuori posto o "strana".

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A differenza dei primi episodi del nuovo corso, non risultano posticci o dozzinali, ma vi è una cura quasi maniacale per i dettagli e per rendere il tutto reale e tangibile, cercando di alzare l'asticella sempre di più, episodio dopo episodio. Dall'utilizzo di veri e propri prop costruiti da zero come il robot della navicella, all'utilizzo di veri e propri esplosivi per simulare l'atterraggio di aerei rasoterra, tutto viene studiato nei minimi particolari e realizzato con una precisione che raramente abbiamo visto in una serie britannica.

Sono riusciti addirittura a rappresentare in maniera credibile i "confiini dell'universo" e il nulla che vi è al proprio esterno, un concetto talmente astratto da risultare difficile da immaginare, ma che è stato messo a schermo in maniera decisamente credibile.

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Sembro ridondante a ripeterlo anche la settimana dopo, ma pare che si sia voluta dare una vera e propria spinta allo show e che si voglia riportarlo tra i grandi prodotti d'intrattenimento, che niente hanno da invidiare alle serie televisive americane.

A un passo dal "finale"

Con il primo episodio speciale, i numerosi fan erano entusiasti di rivedere David Tennant e Catherine Tate sullo schermo, mentre con Wild Blue Yonder inizia a crescere in loro la consapevolezza che tutto ciò sta per finire...di nuovo. Se l'era di Chris Chibnall, il precedente showrunner, è ritenuta generalmente e nel complesso un po' sottotono, il ritorno di Russel T. Davies sta riuscendo a donare nuova linfa allo show, specialmente in occasione di questo 60esimo anniversario.

Molte domande ancora restano aperte: perchè il Dottore di è rigenerato col volto del Decimo? Cosa sta succedendo al pianeta Terra? Perchè Donna Noble sembra essere ancora così importante e al centro della narrazione? Ne sapremo di più sul timeless child?

Queste e altre domande, si spera, avranno una risposta con l'ultimo di questi speciali dedicati all'anniversario di Doctor Who: The Giggle, in onda sabato 9 Dicembre e nel quale vedremo Neil Patrick Harris nel ruolo del temibile Toy Maker.

Immagine copertina da Instagram Ufficiale di Disney+.

Commento

cpop.it

95

A differenza del' precedente episodio, Wild Blue Yonder racconta una storia meno "classica", ma ricca di tensione e che fino all'ultimo istante sembra anticipare un epilogo tragico. Con riferimenti più o meno velati all'immaginario orrorifico di fantascienza, lo speciale è in grado di tenere alta la tensione fino all'ultimo e di riuscire a creare un'atmosfera spaventosa anche in quelli che sembrano momenti di assoluta calma.

Pro

  • Interpretazione magistrale di Tennant e Tate, unici interpreti dell'episodio
  • Effetti speciali e visivi senza difetti, ogni settimana sempre meglio
  • Un episodio dalle tinte horror e terrificanti ben scritto e sceneggiato...

Contro

  • ...ma se non siete fan del genere, potrebbe essere forse un pelo troppo
  • -
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