La creatura di Gyeongseong 2, recensione: il ritorno della follia umana nella moderna Seul

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Autore: Francesca Musolino ,

La serie TV sudcoreana La creatura di Gyeongseong è ritornata in streaming su Netflix a partire da venerdì 27 settembre 2024 con la sua seconda stagione composta da sette episodi. Un titolo a metà strada tra l'horror e il k-drama che riesce a fondere bene i due generi senza esagerare in eccesso da una parte o da un'altra, dando vita a un convincente racconto basato principalmente sulle tensioni politiche dell'antica Seul.

Tuttavia la trama si snoda su altre storyline che coinvolgono in prima persona alcuni dei cittadini in differenti contesti, oltre a portare sul piccolo schermo dei reali problemi mascherati da creature fantastiche presenti in ogni ambito e non soltanto limitati alla Corea del Sud. A tale proposito la seconda stagione de La creatura di Gyeongseong viene ambientata i giorni nostri, riproponendo in chiave moderna dei problemi del passato che faticano a venir arginati in modo definitivo.

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Nel cast principale de La creatura di Gyeongseong 2 ritornano i protagonisti Park Seo-joon e Han So-hee nei ruoli di Jang Tae-sang e Yoon Chae-ok insieme a Claudia Kim come Yukiko Maeda, a cui si uniscono in ruoli di rilievo Lee Moo-saeng nei panni del Capitano Kuroko e Bae Hyun-sung nella parte di Seung-jo. Scritta da Kang Eun-kyung, La creatura di Gyeongseong è diretta da Jung Dong-yoon insieme a Roh Young-sub nella prima stagione della serie TV e da Jo Yeong-min nella seconda stagione.

Vi lasciamo di seguito la nostra recensione de La creatura di Gyeongseong 2 mentre se volete prima fare un ripasso generale della storia, vi invitiamo a leggere anche la nostra recensione della prima stagione de La creatura di Gyeongseong.

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La creatura di Gyeongseong 2  - Poster serie TV con protagonisti

La creatura di Gyeongseong: dove eravamo rimasti

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La creatura di Gyeongseong 2 - Jang tiene in mano una foto

La prima stagione della serie TV La creatura di Gyeongseong è ambientata nel 1945, nel periodo in cui il Giappone tenta di colonizzare la Corea del Sud. Nella futura Seul nota allora con il nome di Gyeongseong spicca la figura di Jang Tae-sang, il rinomato proprietario di un banco dei pegni. La strada di Tae-sang si incrocia con quella di Yoon Chae-ok, una giovane specializzata insieme al padre Jung-won nella ricerca di persone scomparse, tra cui sua madre Choi Seong-sim. Nel frattempo Tae-sang viene incaricato dal Commissario della polizia locale Ishikawa di cercare la sua amante Akiko, a sua volta scomparsa e in attesa di un figlio da lui. Il proprietario del banco dei pegni si unisce così alle indagini di Chae-ok che finiscono per condurre entrambi all'ospedale militare Ongseong.

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Una struttura in cui vengono effettuati terribili esperimenti sulle persone per creare esseri immortali e invincibili, con la malsana convinzione di migliorare il destino dell'umanità e della stessa sopravvivenza della specie. Un'organizzazione che vede coinvolti diversi membri e autorità influenti del luogo tra cui il Tenente Generale Kato, a capo della struttura ospedaliera e Yukiko Maeda, la più potente e spietata nobildonna di Gyeongseong che finanzia il folle progetto credendo fermamente nella causa. Tra le cavie umane tenute prigioniere nei sotterranei dell'ospedale Ongseong si rivelano esserci anche Akiko e la madre di Chae-ok, che nel frattempo è diventata una mostruosa creatura a causa del Najin, il parassita su cui si basa il progetto militare.

Dopo aver unito le forze ed essersi innamorati l'uno dell'altra, Chae-ok e Tae-sang riescono infine a smantellare - almeno in parte - l'ospedale degli orrori ma non senza vittime e drammatiche conseguenze. Akiko finisce per ingerire il Najin e si trasforma a sua volta in un terrificante essere, uccidendo lo stesso Ishikawa che in precedenza era riuscito a salvarla e nasconderla. Akiko viene successivamente finita da Kato, nel tentativo di prelevarle il bambino che porta in grembo per studiarlo come nuovo esperimento. Maeda resta gravemente ustionata durante un attentato da parte della resistenza di civili, mentre in seguito Kato le suggerirà di assorbire il Najin per iniziare una nuova vita e recuperare il suo precedente aspetto.

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Seong-sim, la madre di Chae-ok, nonostante sia diventata un mostro esteriormente mantiene ancora una parvenza di umanità e aiuta la figlia contro i nemici. Ma credendo di doverla salvare anche da Tae-sang, finisce accidentalmente per colpire a morte Chae-ok. A quel punto per farla sopravvivere al suo posto, Seong-sim trasmette a Chae-ok il Najin che pur rendendola in parte una creatura come la madre, riesce a riportarla in vita. La prima stagione de La creatura di Gyeongseong si conclude con breve scena post-credit in cui avviene un salto temporale: la Corea del Sud è finalmente libera dall'oppressione giapponese e Tae-sang è a sua volta sopravvissuto ai precedenti eventi, ma presenta una strana cicatrice sul collo e porta il nuovo nome di Ho-jae.

La creatura di Gyeongseong 2: la storia si ripete

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La creatura di Gyeongseong - Chae-ok e Tae-sang si puntano delle armi a vicenda

La seconda stagione de La creatura di Gyeongseong si svolge nel 2024. Una diversa collocazione che all'inizio può far storcere il naso poiché sembra quasi di essere finiti in un'altra serie TV, con poco o nulla da spartire con la precedente storia. Una sensazione di smarrimento che tuttavia scompare in modo graduale di pari passo con la visione degli episodi. Non solo perché la trama attraverso feels e flashback riesce agevolmente ad accompagnare lo spettatore all'interno della diversa ambientazione. Ma soprattutto perché in realtà si tratta della stessa storia, raccontata da capo in chiave moderna. A partire dal primo incontro/scontro tra Tae-sang e Chae-ok in uno dei vicoli di Seul, proseguendo con lo strano desiderio innato di Tae-sang di proteggere una "sconosciuta", fino al loro destino comune di combattere gli stessi nemici e proteggersi reciprocamente a costo della propria vita.

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Ed è qualcosa che funziona assolutamente bene nella seconda stagione de La creatura di Gyeongseong. In quanto avviene una sorta di reset parziale in cui gli spettatori insieme agli stessi protagonisti devono ricostruire quanto è accaduto nell'arco degli ultimi 79 anni, provando a venire a capo di numerosi dubbi. Il primo fra tutti è dato dal chiedersi come mai i due protagonisti non siano invecchiati in alcun modo durante un così lungo periodo di tempo. E sebbene la giustificazione per Chae-ok si può attribuire al fatto che da quando ha ricevuto il Najin non è più del tutto umana, lo stesso non si può dire per Tae-sang. Almeno fino a quando la trama non inizia a rivelare poco per volta le sue carte, mostrando cos'è effettivamente successo ai vari personaggi durante il vasto salto temporale intercorso tra le due stagioni de La creatura di Gyeongseong.

Proprio questo tipo di narrazione alternativa invoglia il pubblico a proseguire la visione della serie TV, sia per scoprire i tasselli mancanti del puzzle e sia per capire se le proprie intuizioni siano giuste. L'identità di alcuni personaggi viene rivelata soltanto in un secondo momento, anche se alcuni di loro è facilmente intuibile capire chi siano. Tuttavia il sistema di mescolare vecchio e nuovo dà a tratti l'impressione di aver inserito Chae-ok e Tae-sang in un'altra epoca, come se ci fossero altri personaggi con il loro stesso volto e il loro stesso passato a vivere le loro vite nella frenetica Seul moderna, accanto a dei perfetti sconosciuti. Gli stessi nemici appaiono quasi diversi sebbene stiano di fatto continuando nello stesso posto quanto iniziato in passato da Kato e Maeda, ma con un nome e una facciata differenti proprio per ingannare le apparenze.

Questa volta l'orrore che si cela nella vecchia Gyeongseong è ancora più subdolo e meschino, essendo mirato a mietere migliaia di vittime attraverso un utopico bene superiore e per il quale ogni cosa sembra essere sacrificabile senza alcuna coscienza. Lo spiraglio di luce in mezzo al lato oscuro dell'essere umano è dato ancora una volta da Tae-sang e Chae-ok e dal loro rapporto che rappresenta la speranza. Ogni volta che uno dei due si ritrova in difficoltà non getta mai la spugna, ma continua a lottare con tutte le forze fino allo stremo per perseguire il proprio obbiettivo senza remore. Poiché la morte è la fase conclusiva dell'esistenza umana e come tale, non può essere arginata in quanto arriverà comunque a prescindere dalle proprie azioni. Mentre è la stessa vita a dover avere uno scopo da portare avanti fino a quando è possibile, per non sprecare il proprio tempo a disposizione.

Un concetto che anche nella seconda stagione de La creatura di Gyeongseong viene nuovamente ribadito da Chae-ok mentre la sua vita è appesa a un filo:

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Le persone scelgono per quali ideali vivere la loro vita e allo stesso modo decidono per quali ideali morire. La cosa che mi spaventa di più non è la morte, ma l'essere abbandonati a sé stessi senza poter morire.

Ciò che resta di ogni persona dopo la morte, è quanto ha costruito nella propria vita. E se quella vita è stata vana, non ci sarà né morte né memoria perché è come se quella persona non fosse mai esistita.

La creatura di Gyeongseong 2: il mostro in ognuno di noi

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La creatura di Gyeongseong 2 - Seung-jo e Kuroko in piedi vicini che parlano

Nella sua prima stagione La creatura di Gyeongseong ha messo con le spalle al muro gli antagonisti della storia, in quanto non c'era alcun tipo di scusante atta a giustificare il loro folle piano. Nella seconda stagione della serie TV sebbene questo fattore rimanga immutato, viene evidenziata una domanda esistenziale su un importante concetto posta proprio da uno dei cattivi, Yukiko Maeda. Davvero tutte le vite umane hanno la stessa importanza? Un quesito a cui per istinto verrebbe da rispondere in modo affermativo ma che nell'ottica inquadrata da Maeda, mette effettivamente anche i cosiddetti buoni con le spalle al muro. Se fossimo costretti a scegliere tra la vita della persona più cara e quella di altri affetti, potendo salvare soltanto una delle due parti chi sceglieremmo in tal caso?

Ed è sulla base di ciò che Maeda prova a far capire come di fatto non tutte le vite siano sullo stesso piano. E pertanto, alcune di esse possono essere sacrificate indipendentemente dal motivo che spinge qualcuno a farlo. Un ragionamento tanto assurdo quanto coerente nel suo insieme ma che tuttavia non tiene conto di alcune fondamentali differenze. La prima fra tutte è data dalle scelte compiute a fin di bene e quelle messe invece in atto per semplice egoismo. Trovarsi obbligati a decidere della vita altrui senza possibilità di appello, implica l'essere in una situazione non voluta personalmente e ai limiti dell'accettazione. Diverso il discorso per chi invece suddivide gli esseri umani in categorie, stabilendo volutamente chi deve vivere e chi morire. In secondo luogo è differente anche il motivo dietro a determinate decisioni, da un lato legato a sentimenti come amore ed empatia mentre da un altro per puro desiderio di potere e supremazia.

La risposta definitiva sul valore di ogni vita umana come tale viene data nel corso degli episodi e per ironia proprio tramite un'altra domanda:

Che cos'è che governa un essere umano, la sua coscienza o il suo inconscio?

Anche in questo caso si cercano di giustificare il sacrificio umano e altre barbarie attraverso il mero istinto di sopravvivenza, ma commettendo ancora una volta l'errore di non considerare tutto ciò che rende un essere umano come tale. Tutte le creature di Gyeongseong hanno una metà umana e un'altra metà mostruosa, non solo esteticamente ma anche interiormente, proprio come ogni persona ha un lato di ombra e uno di luce. Ma quello che difficilmente si può cambiare di ogni individuo è l'indole, la memoria e la stessa coscienza. Non a caso nel momento in cui alcuni personaggi affetti dal Najin devono scegliere tra la propria sopravvivenza e quella altrui, la piccola parte di umanità che vive ancora in loro ha il sopravvento su tutto il resto.

Quindi alla fine siamo davvero tutti dei mostri come suggerisce Maeda? La risposta è no. Ma possiamo diventarlo nel momento in cui decidiamo di annientare la nostra personalità e lasciamo spazio a qualcosa di oscuro e imprevedibile. Perché l'inconscio ci mette in guardia, ma è la coscienza a guidarci verso la direzione più giusta.

La creatura di Gyeongseong 2: conclusioni

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La creatura di Gyeongseong 2 - Chae-ok e Tae-sang vicini una di fronte all'altro

La creatura di Gyeongseong con la seconda stagione fa un salto di qualità riproponendo in sintesi lo stesso precedente racconto, ma in una nuova veste che permette di entrare meglio nella prospettiva della storia. Per quanto le creature mostruose generate da menti malvagie siano un elemento fantasy e irreale, tutta la serie TV è una grande metafora di realtà concrete presenti nel nostro mondo tanto nel passato quanto nel presente. Come evidenzia il salto temporale avvenuto tra le prime due stagioni de La creatura di Gyeongseong, la Corea del Sud ha ottenuto l'indipendenza come nazione ma non è realmente libera dalla cattiveria umana e da ciò che ne consegue. Un esempio lampante è la stessa Maeda che da giapponese pur avendo perso la guerra, non intende lasciare la Corea ma continua a credere di avere il diritto di dominare un intero paese.

Una situazione non relegata soltanto allo stato asiatico ma che si estende ovunque, in quanto certi dogmi sono duri a morire anche dopo un lungo periodo come quello di quasi ottant'anni. Al contrario, più il progresso va avanti e più si hanno risorse e desideri nel perseguire ideali sbagliati e a discapito di altri. La creatura di Gyeongseong porta molto a riflettere sugli istinti umani e su quanto la mente possa spesso evolversi in modi pericolosi e fuori controllo, portando le persone a compiere le peggiori atrocità anche per futili motivi.

In tutto ciò c'è anche chi, come Chae-ok e Tae-sang, sceglie di rimanere la stessa persona di sempre e di portare avanti i propri obbiettivi provando a fare la differenza, senza farsi condizionare da chi o cosa ha intorno a sé. Un implicito invito a combattere ogni giorno le proprie battaglie personali, poiché senza la serenità interiore diventa difficile riuscire a lottare per cause più grandi. Soprattutto perché come mostra in conclusione La creatura di Gyeongseong 2, non c'è sempre un lieto fine. E nonostante gli sforzi, le cose non vanno sempre come sperato. Ma è anche vero che dopo l'inverno ritorna sempre la primavera e i fiori di ciliegio caduti in precedenza sul terreno, torneranno di nuovo a sbocciare più rigogliosi di prima.

Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla serie TV La creatura di Gyeongseong. Crediti: Story & Pictures Media, Kakao Entertainment, Studio Dragon

Commento

Voto di Cpop

80
La creatura di Gyeongseong 2 riesce a raccontare la stessa storia della prima stagione, riadattandola in una nuova veste più intrigante e coinvolgente senza cadere nelle ripetizioni o nel monotono. La serie TV di Netflix porta ancora una volta lo spettatore a riflettere sul lato oscuro dell'essere umano e sul come chiunque possa diventare un mostro, quando gli istinti peggiori hanno il sopravvento sulla propria coscienza.

Pro

  • Convincente escamotage narrativo
  • Interessanti i nuovi antagonisti introdotti
  • Finale inaspettato e per nulla scontato

Contro

  • Episodio conclusivo a tratti troppo sbrigativo
  • Qualche acrobazia troppo surreale nonostante l'aspetto fantasy
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