Fin dai primissimi annunci in fase di marketing e presentazione, Madame Web ha ricevuto una serie di giudizi, e pregiudizi, contrastanti e tendenti al negativo, da parte di un vasto pubblico di appassionati poco coinvolto in un progetto di questo tipo. Le ragioni dietro a un'accoglienza del genere si devono rintracciare nei precedenti lavori, sulla stessa lunghezza d'onda, realizzati in precedenza da Sony, rivelando un approccio al mondo Marvel ulteriore e, in un certo modo, piuttosto indigesto ai fan che da sempre si recano al cinema per i propri personaggi del cuore e per le loro avventure.
Basato sul personaggio a fumetti creato da Dennis O'Neil e John Romita Jr., e diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal), Madame Web si rivela essere un tentativo piuttosto ingenuo di introdurre qualcosa che sembra immediatamente piuttosto anacronistico e fuori tempo massimo per avere un appeal sincero su un pubblico probabilmente stanco, o comunque affaticato da lavori come questo. Un proponimento per il grande schermo che non si colloca da nessuna parte quindi, adottando un linguaggio, sia formale che simbolico, lontanissimo dal gusto attuale e, curiosamente, naïf nel suo rapportarsi col presente cinematografico dei cinecomic.
La storia di Madame Web
Madame Web si presenta al grande pubblico come la più classica delle origin stories in questo senso. Sviluppandosi in un arco narrativo che fonde passato, presente e futuro, ci presenta le vicissitudini personali e surreali di Cassandra Webb (Dakota Johnson), un paramedico di New York che comincia ad avere alcune visioni a seguito di un grave incidente sul posto di lavoro. La sua è una storia che non si muove solamente in senso orizzontale, verticalizzando continuamente la percezione di ciò che le sta accadendo e di ciò che sta per succedere, attraverso una chiaroveggenza strettamente connessa col suo passato e nascita.
Facendo per un momento un passo indietro, Madame Web si apre negli anni '70, presentandoci una ricercatrice intenta a cercare una cura medica, forse derivante dallo studio approfondito di alcuni specifici ragni presenti solo nella foresta amazzonica. Durante la sua ricerca, però, un evento traumatico accelererà la nascita della bambina che porta in grembo, trasformando la gestazione in un addio sia doloroso che dalle caratteristiche curiosamente soprannaturali.
Nel presente, quindi, Cassandra si trova ad affrontare alcune visioni, apparentemente fuori controllo, che le rivelano il futuro, collegandosi con tre adolescenti sul suo cammino per poi legarsi successivamente al loro destino: Julia (Sydney Sweeney), Mattie (Celeste O’Connor) e Anya (Isabela Merced). Il suo compito sarà quello di proteggerle, aiutandole a scoprire il loro potenziale e il loro futuro ruolo nel mondo.
Scrivere senza trovare mai una strada
Madame Web è un cinecomic estremamente classico nella sua costruzione narrativa e nello sviluppo... anche troppo. Lavorando sulle origini della sua protagonista, infatti, ritroviamo facilmente tutti i possibili stereotipi in questo senso, privi di guizzi o di qualsivoglia coinvolgimento. Il più grande limite del film risiede nel suo non riuscire quasi mai ad appassionare gli spettatori agli eventi sullo schermo, non coinvolgendoli a causa di una scrittura generale priva di mordente, che non alimenta una reale attrattiva con il pubblico in sala. Neanche nei momenti di tensione troviamo una spinta in questo senso, restituendo fin da subito un contesto narrativo estremamente familiare e piuttosto piatto in generale.
A nulla valgono i tentativi di caratterizzazione dello stesso personaggio principale, di una Cassandra che affronta un viaggio alternando idee anche interessanti, a momenti che sembrano provenire da un altro periodo storico, dal punto di vista cinematografico in questo senso. Tutto sembra abbastanza vecchio e prevedibile in Madame Web, contribuendo a costruire qualcosa di apparentemente privo di pathos, o anche solamente d'interesse nei confronti di ciò che succede a schermo.
Oltre alla caratterizzazione generale, anche lo stesso villain principale non riesce mai a convincere del tutto, risultando il cliché di se stesso, una vera e propria "macchia nera cattiva perché sì", motivata da una paranoia con cui gli spettatori non riescono mai veramente a entrare in contatto. Ezekiel Sims (interpretato da Tahar Rahim), questo il suo nome, resta saldamente ancorato a una crudeltà totalmente immotivata e mai del tutto spiegata agli spettatori in sala, riuscendo solamente ad irritare nei suoi tentativi di attacco. Questo perché si tratta di un antagonista privo di una vera e propria storia. Vediamo solamente alcune cose del suo passato, mentre nel presente non si riesce mai a leggere oltre le frasi che continua a ripetere, ininterrottamente, durante tutta la durata di Madame Web. La sua ripetitività e costruzione lo rendono più un antagonista della visione che non delle stesse protagoniste a schermo, rappresentando una vera e propria occasione sprecata.
In tutto ciò troviamo un generale approccio generico e piuttosto semplificante in generale. La storia di Cassandra avrebbe potuto anche essere affascinante, ed è bene precisare che alcuni spunti interessanti ci sono sicuramente nel racconto per immagini, se non fosse stato sviluppato senza troppa attenzione e con una leggerezza preponderante e difficile da accettare in toto. Alcune sequenze e scelte narrative corrono senza guardarsi mai indietro, senza approfondire le ragioni specifiche dei personaggi sul grande schermo, plasmando una narrazione che pur muovendosi veloce riesce a pesare e a farsi sentire abbastanza (Madame Web dura 116 minuti e si sentono tutti).
Non c’è nulla di nuovo in Madame Web, nulla che susciti un reale interesse a vederlo assolutamente al cinema. Questo è il più grande limite di un progetto cinematografico che non trova un vero e proprio "posto" nell’immaginario cinematografico alla visione, muovendosi lungo una strada apparentemente svogliata e senza troppi sbocchi. Neanche la regia di S. J. Clarkson riesce a invogliare, restituendo un'esperienza formale che rimanda continuamente ai lavori, sulla stessa scia, che abbiamo visto sul piccolo schermo, inquadrando la realtà fittizia al cinema con un approccio figurativo più televisivo che non cinematografico.
Commento
Voto di Cpop
50Pro
- Il cast e la presenza scenica di Dakota Johnson.
- La colonna sonora abbastanza divertente e coerente con la narrazione.
Contro
- La regia più televisiva che non cinematografica.
- La scrittura abbozzata, naïf e anacronistica.
- Il villain principale anonimo e dimenticabile.
- Il minutaggio del film e il ritmo.
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