Squid Game 2, recensione: la nuova stagione non gioca per vincere

Squid Game 2 arriva su Netflix con nuovi giochi mortali, adrenalina e colpi di scena inaspettati, ma soffre delle aspettative del pubblico.

Autore: Livia Soreca ,

È il 17 settembre 2021, tra le novità di Netflix c'è una serie sudcoreana che attira subito l'attenzione: nessuno avrebbe mai immaginato che, di lì a poco, Squid Game, la serie di Hwang Dong-hyuk, sarebbe diventata una delle rivelazioni più grandi degli ultimi tempi. Una serie che ha portato il survival game su un altro livello, andando oltre il mero carattere action thriller e portando sul piccolo schermo una denuncia sociale feroce, con una carica emozionale indelebile.

È proprio su questa traccia che gli spettatori hanno atteso Squid Game 2, un seguito che si è subito fatto carico di aspettative altissime e - di contro - bassissime, entrambe frutto di un fenomeno mondiale dall'impatto stratosferico. Ebbene, dal 26 dicembre 2024 il pubblico può finalmente darsi una risposta: i 7 episodi della stagione sono arrivati su Netflix, questa volta già con un validissimo doppiaggio in italiano, pronti a catapultare gli spettatori nei giochi mortali... E non solo.

Squid Game: dove eravamo rimasti?

Nella prima stagione di Squid Game, Seong Gi-hun (interpretato da Lee Jung-jae), fortemente indebitato, partecipa a una serie di giochi per bambini con cui il vincitore potrà portare a casa ben 45.6 miliardi di Won, dopo aver battuto gli alti 455 partecipanti. Nessuno sa, però, che si tratta di sfide mortali, in cui ciascun eliminato viene ucciso da guardie mascherate. Seong Gi-hun, come gli altri, dovrà cercare di sopravvivere, ma durante la permanenza agli Squid Game più di un segreto verrà portato a galla.

Dopo aver vinto i giochi, Seong Gi-hun è deciso a vendicarsi del Front Man (interpretato da Lee Byung-hun), colui che è a capo degli Squid Game, e a far sì che nessun altro ne resti ucciso. Per anni tenta di trovare l'uomo che quella notte gli aveva dato il biglietto da visita, dando inizio alla tragedia. A un passo dalla soluzione del puzzle, Seong Gi-hun decide di partecipare un'altra volta e di mettere per sempre fine agli Squid Game, ma l'impresa è ancora più difficile di ciò che sembra.

Squid Game 2: un biglietto da visita inaspettato

Il primo episodio di Squid Game 2, Pane e lotteria, non funge da mero anello di congiunzione. Riesce a riprendere le redini della narrazione portandola già nel vivo, sciogliendo un po' alla volta la matassa di tutto ciò che lo spettatore non ha avuto modo di vedere a causa di un time skip di pochi anni, da quando Seong Gi-hun ha vinto gli Squid Game.

Con un montaggio alternato, lo spettatore segue Seong Gi-hun e, contemporaneamente, Hwang Jun-ho (interpretato da Wi Ha-joon) che, dopo l'esperienza negli Squid Game e dopo aver appreso le sorti di suo fratello, ha lasciato il suo dipartimento preferendo la tranquillità del traffico urbano, senza tuttavia rinunciare alla possibilità di ritrovare l'isola dove aveva affrontato il Front Man. Seong Gi-hun, intanto, ha speso forze, soldi ed energie per investigare sull'identità dell'uomo in giacca e cravatta che lo aveva sfidato a Ddakij in metropolitana.

Pane e lotteria è un primo episodio che fa ben sperare: lo stile di regia sembra perfezionato, fotografia e montaggio giocano un ruolo fondamentale nel saper narrare la storia senza che lo spettatore possa anticipare gli eventi. Il personaggio di Seong Gi-hun è cambiato e l'interpretazione di Lee Jung-jae si è arricchita di sfumature nuove.

C'è meno attenzione sul personaggio di Hwang Jun-ho, a cui Wi Ha-joon restituisce ancora quell'aura cristallina che lo contraddistingue, mentre una vera sorpresa è l'interpretazione di Lee Byung-hun nei panni di una figura sempre più interessante ed enigmatica.

Alcune scene sono già memorabili e i dialoghi si attaccano sulla pelle, accompagnati da Nessun dorma di Giacomo Puccini e Time to Say Goodbye di Andrea Bocelli, brani con una storia da raccontare e che trovano il perfetto posto in Squid Game 2, coronando un capolavoro registico.

Poi, dopo il primo episodio, Squid Game 2 rivela la sua vera identità: quella di un prodotto pensato per il pubblico, forse troppo.

Squid Game 2 ha paura dello spettatore

Dopo il successo e l'accoglienza di Squid Game, era chiaro che non sarebbe stato facile realizzarne un seguito senza scontrarsi con le aspettative dell'audience. Chi dava la serie per morta con l'annuncio della seconda stagione è stato invece affiancato da quella fetta di fan meno disfattista ma che, al contrario, aveva alzato così tanto l'asticella da pretendere quasi l'impossibile.

Non è difficile intuire che Hwang Dong-hyuk sia stato toccato dalle attese degli spettatori, e se da un lato era necessario porsi degli obiettivi diversi, dall'altro il timore di non ripetersi e di non dimostrarsi all'altezza del "fenomeno Squid Game" ha tagliato almeno una gamba alla serie sudcoreana.

Rispetto alla prima stagione, l'inizio di Squid Game 2 sembrava puntare su un carattere più investigativo, un crime thriller interessante, ma certamente non avrebbe mai potuto rinunciare all'elemento fondamentale del racconto: il gioco. L'aspetto ludico qui ritorna con varianti in più, nuovi giochi, nuove regole, per cercare di rinnovare uno schema già assorbito.

Peccato, però, che questo divieto autoimposto di non ripetersi si traduca nell'impoverimento di un momento catartico, ossia il risveglio dei giocatori nella struttura e il primo incontro con le guardie mascherate. Se è vero che lo spettatore medio fatica a riascoltare con piacere qualcosa che già conosce, dall'altro quella dell'arrivo è una sequenza pensata troppo per il pubblico e meno per la storia stessa e per quell'equilibrio di illusione che, nonostante tutto, necessita di rimanere intatto.

Una costante è la bambola Young-hee del gioco Un, due, tre, stella: un richiamo al passato inevitabile, sicuramente per motivi narrativi ma anche - e forse soprattutto - per non privarsi di un simbolo del franchise: una scelta che quindi trova una ragione anche al di fuori dell'illusione scenica.

Non è sbagliato creare una serie TV che sia molto "di testa", tant'è che Squid Game ha sempre funzionato bene soprattutto per l'ingegno dietro specifiche dinamiche narrative e visive. Il risultato, però, era di un prodotto che sapeva nascondere bene le sue carte. In Squid Game 2, invece, se ne vedono le tracce per arrivare subito allo spettatore, come un segno di matita che non vuole andare via.

Mancando gran parte del cast della prima stagione per ovvie ragioni narrative, si è cercato di coinvolgere lo spettatore nelle piccole storie dei personaggi inediti: il nuovo cast è certamente all'altezza del compito.

Spiccano Kang Ha-neul, Yang Mal-bok, Jo Yu-ri, Yang Dong-geun, Park Sung-hoon, già noto al pubblico per il suo ruolo nel k-drama The Glory su Netflix, Choi Seung-hyun, ex membro della k-pop band Big Bang, Yim Si-wan, membro della k-pop band ZE:A.

I nuovi giocatori degli Squid Game hanno di gran lunga abbassato l'età media, portando sullo schermo l'amara verità di una gioventù devastata, divorata dai debiti, dalla criminalità e dalla marcia società in cui sono nati e cresciuti. Chi per un motivo, chi per un altro, là fuori dovrà fare i conti con spese sanitarie non affrontabili, ricatti, strozzini e vite da ricominciare. 

Anche se Squid Game 2 vuole portare sul piccolo schermo nuovi personaggi a cui affezionarsi, qualcosa nelle dinamiche interpersonali mira la ricerca di un nuovo equilibrio.

Tra i giocatori, troviamo anche personalità più o meno famose, tra cui un rapper e uno youtuber. Non solo: molti di questi si conoscono già, perché imparentati, vecchi amici o accomunati da un oscuro passato. Questa sembra a tutti gli effetti una scorciatoia per non sforzarsi troppo sulle dinamiche interpersonali, che nella prima stagione si erano create ex novo proprio sfruttando i giochi.

Anche per questo, forse, Squid Game 2 non ha quella stessa carica emozionale che da sempre ha contraddistinto la serie di Hwang Dong-hyuk: non solo non si fa un lavoro più profondo, sperando che il mero rapporto preesistente possa fare tutto da sé, ma anche perché, paradossalmente, colpiva di più un forte legame, d'amicizia o di odio che fosse, nato tra perfetti sconosciuti.

La potenza di Squid Game è da sempre quella di saper creare dinamiche narrative ed emotive incredibili da una piccolissima fiamma, dimostrando quanto il coinvolgimento persino di un estraneo possa toccare l'apice nel momento in cui ci si spoglia di ogni maschera, in un luogo in cui si è tutti uguali.

Squid Game 2 in parte dimentica questo, o meglio vuole farsi carico degli stessi temi e degli stessi messaggi di sempre, ma con mezzi volutamente diversi e, per questo, meno efficaci.

Squid Game 2 verso un finale discutibile

Posto che Squid Game 2 sia in parte caduta vittima del voler a tutti i costi diversificarsi da sé, si è comunque di fronte a un prodotto intrattenente, ancora capace di ingannare e stupire, per non parlare della qualità artistica straordinaria: spiccano un lavoro di inquadrature magistrale e una color correction accattivante oltre che ben studiata e funzionale al racconto, ormai caratterizzante. Ad arricchire e saldare le atmosfere abbiamo la splendida colonna sonora di jung jaeil.

La forza di scrittura in Squid Game 2 sta nel riuscire sempre a non anticipare accidentalmente le mosse, lasciando allo spettatore il piacere di scoprire i fatti con pochissimi presentimenti a disposizione.

Molti colpi di scena giungono silenziosamente, sfruttando unicamente un sapiente gioco di inquadrature, e per questo hanno un impatto maggiore. Questa narrazione silenziosa si perde, tuttavia, negli ultimi episodi, ormai quasi totalmente action, con plot twist impattanti e subdoli, ma più classici e quindi non più totalmente imprevedibili di per sé, ma comunque difficili da captate sempre grazie a una scrittura sapiente.

Definire la seconda parte della stagione più rumorosa non è certamente casuale, soprattutto in occasione dell'ultimo episodio, Amici o nemici, che a suon di colpi dice arrivederci allo spettatore con un finale che non dà modo di sapere e nemmeno di immaginare, che dona consapevolezza di una seconda stagione consistente, ma pur sempre di passaggio.

Commento

Voto di Cpop

77
Squid Game 2 è una stagione vittima della paura delle aspettative, che nel tentativo di porsi obiettivi diversi, senza tuttavia tradire l'identità, finisce per donare al pubblico un seguito impoverito di tratti essenziali che avevano reso Squid Game un vero fenomeno. Nonostante un primo episodio spettacolare, colpi di scena insospettabili e un vivo potere intrattenente, la seconda stagione ha un'importante lezione da imparare: mai vivere accontentando gli altri.

Pro

  • Il primo episodio è un capolavoro
  • La narrazione riesce a non anticipare gli eventi, creando sempre un effetto sorpresa
  • Cast all'altezza del precedente
  • La color correction funzionale e coerente
  • La colonna sonora

Contro

  • Risente dell'ansia di accontentare le aspettative del pubblico
  • Minor sforzo sulle dinamiche interpersonali, con carica emozionale compromessa
  • Finale troppo poco esaustivo
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