The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes, recensione: fin dove ti spingerai per fuggire dal dolore?

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes arriva sul grande schermo per un periodo di tempo limitato grazie ad Anime Factory.

Autore: Nicholas Massa ,

Che cos’è il dolore e come influisce sulla nostra esistenza e percezione della realtà? Cosa saremmo disposti a fare per disfarci del vuoto che l’addio definitivo di una persona cara innesca in noi, specialmente quando si tratta di una perdita precoce e del tutto ingiustificata? Nel delineare la propria voce e racconto, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes, il film d’animazione diretto da Tomohisa Taguchi e tratto dall'omonimo romanzo di Mei Hachimoku, si sviluppa proprio da una serie di riflessioni come queste.

Lanciando gli spettatori in una storia di intima disperazione, la pellicola tratta dello smarrimento dei suoi giovani protagonisti, quando questo s'incontra con la fede incrollabile e indefinita in una leggenda metropolitana e folcloristica dalle infinite possibili letture. La speranza di cambiare l’impensabile alimenta il viaggio di due persone che devono innanzitutto guardarsi dentro per comprendere i propri desideri e dare un senso a qualcosa di molto complesso.

Grazie ad Anime Factory, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes sarà disponibile al cinema per un periodo di tempo limitato, precisamente il 10, 11 e 12 giugno, attraverso un evento speciale che consentirà di apprezzarne le dinamiche sul grande schermo, proponendo un racconto dalle sfumature emotive e romantiche tutto da scoprire in sala.

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes: e se la risposta non fosse nelle leggende?

Kaoru è un adolescente come tantissimi altri della sua stessa età. Vive in un paesino della provincia giapponese e si limita a trascorrere il proprio tempo senza dare troppo nell’occhio. È un ragazzo silenzioso, Kaoru, ed è proprio in quei silenzi e sguardi altrove che si cela un dolore che da sempre lo tormenta: la precoce perdita della sua sorellina quando erano bambini. Questo evento, nello specifico, ha impattato inevitabilmente su tutta la sua vita, spezzandone gli equilibri e le incertezze precedenti, e lanciandolo in una quotidianità non facile da vivere e sopportare giorno per giorno.

Sua madre se n’è andata di casa da tempo e suo padre si è completamente dato all’alcol, al punto di lasciarsi consumare da qualcosa che lo spinge ad essere violento e scontroso con l’unico figlio rimastogli. The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes getta le basi del proprio racconto presentandoci un contesto del genere, per poi inserire al suo interno l’inaspettato.

Tutto cambia quando il nostro giovane protagonista, in seguito all’ennesimo scontro col padre, fugge di casa imbattendosi casualmente in un tunnel vicino alle rotaie del treno che conduce alla sua cittadina. Ecco che lo stesso titolo a introdurre il film, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes, si concretizza in un evento totalmente casuale e dal sapore sia misterioso che inquietante. Kaoru, spinto dalla curiosità di una luce nel buio, si avventura nell’oscurità oltre l’ingresso in pietra, ritrovandosi all’interno di un luogo indefinito in cui riesce a scorgere solamente acqua e una serie di particolari alberi dalla forma strana, tutti aceri in apparenza. A catturare la sua attenzione, però, ci pensano un sandalo della sorellina defunta e un pappagallino che lui sembra conoscere bene.

Da questa esperienza profondamente segnante s’innescano una serie di dubbi e riflessioni che spingeranno Kaoru a un vero e proprio studio di questo particolarissimo tunnel, definito “Tunnel di Urashima”, il quale, secondo alcune leggende metropolitane, sembrerebbe essere un luogo magico che, se trovato, potrebbe realizzare i desideri di coloro che ci entrano dentro. Sarà vero? Quale sarà il desiderio di Kaoru?

Fin dove ti spingerai?

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes trae gran parte della propria forza riflessiva proprio dal tema del lutto e dalle difficoltà in cui chiunque potrebbe incorrere nell’affrontarlo. È nell’intimo dolore del suo protagonista che risiede la grande forza di un racconto che non bada troppo ai dettagli macroscopici e all’attenzione in questo senso, concentrandosi principalmente sui moti emotivi in corso e sul loro peso indiscutibile. Il confronto fra la dura realtà delle cose, fra l’effettivo e irrimediabile procedere di una vita che sembra infischiarsene di tutti noi, si relaziona con un evento leggendario che pone la speranza laddove non ci sarebbe stata alcuna alternativa possibile.

In tutto ciò subentra la dinamica del tempo che scorre. Nel Tunnel di Urashima il tempo scorre diversamente rispetto al mondo esterno, con i minuti che diventano ore e le ore che diventano giorni ed anni. Per ottenere quello che si vuole si dovrebbe esplorare in profondità, ma questo significa sacrificare letteralmente se stessi e la propria vita. Fin dove si è disposti a spingersi pur di vedere concretizzarsi i propri desideri? Su questa riflessione, nello specifico, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes martella tantissimo, applicando fin da subito una logica estremamente calcolata agli eventi in corso e ai loro possibili sviluppi.

Sentimenti e tempo, dolore e sacrificio spingono continuamente in avanti una narrazione che si scopre mano a mano, seguendo una delicatezza che include a sé anche la dimensione dell’amore e dei legami, contrapponendo al tema del lutto e del rimpianto profondo la voglia di vivere e il cercare d’inquadrare un presente che sembra fuggire via, adombrato dai fantasmi di un passato con cui si deve fare i conti giorno per giorno nel racconto in corso.

In questo The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes risulta essere incisivo, lasciando un segno netto in un racconto che procede lungo un sentiero non troppo ragionato, quanto ispirato e difficile da definire in termini logici. Tutto si basa e poggia sulla vita dei personaggi che vediamo sul grande schermo, tutto si muove di pari passo con loro, con quello che provano, con quello che si portano dentro e con tutto ciò che hanno affrontato prima che li conoscessimo. Qui troviamo il più grande elemento d’impatto di una pellicola profondamente emotiva, che impiega le proprie possibilità creative per riflettere su qualcosa che ci accomuna tutti e con cui risulta semplice empatizzare, lavorando la meraviglia di un evento e luogo del tutto inaspettato, attraverso l’esperienza difficile da esplicare di una perdita e resa duri.

Dal punto di vista tecnico, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes è piuttosto convincente. Pur con alcune sbavature in termini di animazione, l’impatto stilistico della storia in atto funziona piuttosto bene, alternando al tratto più realistico la surreale e intangibile essenza dello stesso tunnel, luogo e non luogo contemporaneamente, irraggiungibile, indefinibile eppure riconoscibile pure nei suoi dettagli a schermo.

A conti fatti, il film diretto da Tomohisa Taguchi risulta abbastanza coinvolgente nel suo insieme, anche se con qualche incertezza generale sia in termini narrativi che tecnici, e una leggerezza di fondo nel racconto. Il lato più emotivo e riflessivo del lungometraggio lascia il segno in un’esperienza che sul grande schermo respira diversamente rispetto alla carta stampata, restituendo qualcosa di indelebile e, al tempo stesso, abbastanza prevedibile.

Commento

Voto di Cpop

75
The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes è un film di sentimenti e delicatezze, un racconto che trasforma la propria animazione in riflessione su tematiche quali: la perdita, il lutto, l'amore e la forza di trovare una risposta alle difficoltà imprevedibili quali la vita ci mette davanti. Nel fare ciò ci lancia nella vita e personale esperienza di un adolescente che un giorno, per pura casualità, s'imbatte in un tunnel magico, apparente e imprevista risposta a quel dolore che si porta dentro e che lo tormenta da tempo. Nel rappresentare una situazione ovviamente surreale, il film diretto da Tomohisa Taguchi applica un filtro metaforico sulla realtà personale dei suoi piccoli adolescenti, ragionando sull'importanza del non arrendersi al proprio dolore, trovando nel presente qualcosa che il passato non potrà mai più darci. Nel fare ciò la pellicola funziona, pur con qualche incertezza dal punto di vista tecnico e nella scrittura.

Pro

  • L'importanza e l'impatto dei messaggi di fondo.
  • La metafora del tunnel e del tempo che passa.
  • Il lavoro con alcuni fondali e luoghi rappresentati nel film.

Contro

  • Alcune incertezze dal punto di vista tecnico e della scrittura.
  • Alcuni sviluppi risultano prevedibili.
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