Un inganno di troppo, recensione: alla ricerca della verità in mezzo a bugie, vendette e cospirazioni

Autore: Francesca Musolino ,

Harlan Coben ritorna a tingere di giallo Netflix con Un inganno di troppo, una nuova avvincente miniserie tratta dal suo omonimo romanzo del 2016. Disponibile sulla piattaforma streaming a partire da lunedì 1 gennaio 2024, Un inganno di troppo è un crime drama britannico che si sviluppa attraverso 8 episodi da circa un'ora ciascuno, tutti carichi di imprevedibili colpi di scena e papabile suspense.

Un inganno di troppo si va ad aggiungere alle altre serie TV di Netflix tratte dai romanzi di Harlan Coben, che hanno ormai un posto fisso sul servizio da quando l'autore ha stipulato un accordo con la N rossa per la trasposizione televisiva di alcune delle sue opere. Anche questa nuova aggiunta si rivela essere quindi un altro appuntamento imperdibile per gli amanti del genere thriller e per tutti gli appassionati dei libri di Coben.

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Prodotta da Quay Street Productions e dal titolo originale Fool Me Once, la miniserie TV Un inganno di troppo vanta un cast di rilievo che vede tra i protagonisti principali Michelle Keegan, Richard Armitage, Adeel Akhtar, Joanna Lumley, Emmett J. Scanlan, Jade Anouka, Natalie Anderson e Dino Fetscher.

Un inganno di troppo, recensione: alla ricerca della verità in mezzo a bugie, vendette e cospirazioni

Immagine di Un inganno di troppo

Un inganno di troppo (2024)

01/01/2024 (en)
Dramma, Crime, Mistero,

L'ex soldatessa Maya svela un complotto letale che affonda le radici in un passato lontano quando rivede il marito assassinato nelle riprese di una microcamera...

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La trama di Un inganno di troppo

Nella miniserie TV di Netflix Un inganno di troppo la protagonista è Maya Stern, un ex soldatessa e pilota delle forze speciali che dopo l'omicidio della sorella Claire si ritrova in poco tempo ad affrontare anche l'uccisione del marito Joe. Dei drammatici eventi che nell'immediato si rivelano essere soltanto tragici epiloghi, dovuti a due distinte aggressioni con rapina finite male.

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Almeno questo è ciò che sembra fino a quando non accade qualcosa di inspiegabile. Grazie al video di una telecamera presente nella stanza della figlia Lily, Maya vede in un filmato suo marito che gioca con la bambina mentre quest'ultima era stata affidata alla babysitter. Quindi Joe è ancora vivo nonostante Maya lo abbia visto morire oppure la sua è solo suggestione da disturbo post-traumatico da stress (DPTS) per i due lutti subiti a distanza ravvicinata?

Da questa vicenda inizia una vera e propria missione da parte di Maya per convincere sia il resto della sua famiglia sia le forze dell'ordine di ciò che è certa di aver visto in quel video. Una missione che si presenta ardua fin da subito per una serie di circostanze, tra cui la mancanza di prove da fornire alla polizia e i continui bastoni tra le ruote messi da sua suocera Judith. Una donna cinica e altezzosa che non ha mai visto di buon occhio la nuora e anche per questo non intende agevolare la ricerca della verità avviata da Maya.

Un inganno di troppo: suggestione o realtà?

La trama della miniserie TV Un inganno di troppo riesce a mantenere fino alla fino il dubbio sulla buona fede della protagonista Maya. Nel corso della storia viene chiaramente mostrato l'omicidio di Joe, sebbene soltanto attraverso dei flashback, eppure allo stesso tempo anche il video in cui l'uomo risulta vivo è credibile essendo stato registrato in tempo reale. Tuttavia Maya a tratti soffre di qualche giustificata allucinazione dovuta alla situazione in cui si ritrova. Oltre a essere rimasta sola con una bimba piccola e al dover elaborare la perdita di due delle persone più amate, Maya sta anche affrontando un forte stress causato da chi le sta intorno. Da un lato sua suocera continua a farle pressioni e da un altro ci sono alcuni amici preoccupati per il suo stato di salute; atteggiamenti che però ottengono solo l'effetto contrario su Maya e sul suo stato emotivo.

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Nel corso della miniserie TV Un inganno di troppo ci sono tre possibili scenari da cui deriva il comportamento di Maya e che di fatto determinano anche la chiave di lettura di tutta la trama. Maya può davvero essere semplicemente affetta da DPTS per tutto ciò che sta attraversando e anche per i suoi trascorsi in guerra. Una situazione per la quale l'ex soldatessa arriva a subire un sovraccarico di tensione dove la mente non elabora il trauma, ma lo argina. E da qui l'esigenza emotiva di vedere Joe ancora vivo e il suo dare il via a una crociata per riportarlo indietro, mentre in realtà tutto ciò che crede di vedere Maya sta avvenendo soltanto nella sua testa.

Il secondo scenario plausibile in Un inganno di troppo è la possibilità che Maya abbia una personalità borderline, anche questa potenzialmente subentrata a causa dei traumi subiti. In questo caso Maya vive letteralmente due vite dove da una parte cerca di andare avanti nonostante le sue perdite, mentre da un'altra parte è lei stessa a compiere determinate azioni di cui in seguito accusa terzi. Perché la cosa certa è che Maya è in cerca di risposte e di colpevoli. Quindi se la sua mente non riesce ad accettare la morte di Joe vedendola soltanto come una tragica fatalità, la seconda personalità di Maya costruisce in modo automatico una realtà alternativa in cui trovare le risposte che cerca. Una sorta di fase come quella percepita nel sonnambulismo, dove in tal caso è la stessa Maya a seminare indizi lungo la strada mentre "dorme" e da "sveglia" ripercorre la stessa strada con la convinzione che sia opera di qualcun altro.

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In ultimo è da considerare lo scenario forse più banale di tutti ma non per questo da escludere. Maya in realtà è lucida e ha ucciso lei stessa il marito, ma ha costruito una geniale messa in scena per depistare tutti e far ricadere i sospetti su qualche capro espiatorio utile all'occasione. Tutte e tre queste possibilità continuano a sgomitare nel corso della miniserie Un inganno di troppo, in quanto la storia è talmente elaborata tanto da continuare a confondere lo spettatore in modo quasi subdolo. E questa particolarità non riguarda soltanto Maya, perché anche tutti gli altri personaggi hanno atteggiamenti ambigui per via dei quali ognuno di loro si presta bene a essere un potenziale indiziato. Non soltanto a ridosso degli omicidi di Joe e Claire, ma anche celandosi dietro ad altri "inganni di troppo" come suggerisce lo stesso titolo della miniserie Netflix.

Non solo un inganno, ma anche un trauma di troppo

Sebbene la trama principale di Un inganno di troppo è incentrata sulla figura di Maya e sulla sua ricerca della verità, nella miniserie TV è presente anche un altro dramma importante che viene sviluppato di pari passo. Si tratta della malattia improvvisa di cui soffre il detective Sami Kierce che si occupa del caso legato all'omicidio di Joe. Questo risvolto mette a confronto due amare verità: la morte inaspettata di Joe che lascia una moglie e una bimba piccola e la grave patologia degenerativa di Sami, il quale è invece in attesa di un figlio e in procinto di sposarsi. E mentre Maya da un lato prova a capire chi le ha rovinato la vita, da un altro Sami è tentato di porre fine alla sua non vedendo più sbocchi per il futuro.

Nella storia di Harlan Coben mentre il dramma di Maya prende inevitabilmente il sopravvento su tutto il resto, attorno a lei ruotano altre realtà allo stesso modo tangibili e sentite. La morte e il conseguente dolore che ne deriva non è soltanto quello causato da una perdita inattesa, ma si manifesta ugualmente anche nel caso in cui si realizza "in anticipo" di avere il destino segnato. Una situazione quasi surreale se si considera il fatto che in realtà abbiamo tutti il destino segnato, in quanto paradossalmente proprio la morte è l'unica certezza della nostra vita. Eppure non ce ne rendiamo conto fino a quando non ci tocca da vicino, magari attraverso una diagnosi nefasta o con la perdita di una persona cara.

Nella miniserie Un inganno di troppo per Maya e Sami la loro ricerca della verità in comune diventa una sorta di battaglia personale. Entrambi continuano a rischiare la vita mettendosi in situazioni pericolose quasi senza preoccuparsi delle conseguenze, non soltanto quelle sulla loro pelle ma anche sugli effetti che le loro azioni generano verso le rispettive famiglie. Sia Maya e sia Sami sono disposti a tutto per perseguire il loro scopo come se fosse l'ultima cosa da fare prima di morire. In qualche modo i due personaggi stanno sfidando la sorte scommettendo sulla loro stessa vita, perché il fatto di aver perso qualcuno o il sapere di avere le ore contate per assurdo gli ha dato uno scopo per continuare a vivere.

In verità la stessa storia di Un inganno di troppo inizia subito con una morte, quella che si intravede nei primi momenti della miniserie TV in un flashback datato nell'anno 1996. Una morte che finisce per innescare una serie di reazioni a catena - come quelle in seguito dipese anche da Maya e Sami - da cui ha origine tutto il bandolo della matassa legato alla trama principale. Soltanto che nell'immediato tale scenario diventa una parentesi offuscata e messa da parte, fino a quando le cose non iniziano a farsi più chiare. Il focus primario di Un inganno di troppo sembra essere l'omicidio di Joe e la possibilità che lui sia ancora vivo, mentre la scomparsa del marito di Maya è solo uno dei tanti tasselli incastrato in un puzzle molto più grande. Ma la storia narrata da Harlan Coben riesce abilmente a confondere lo spettatore disseminando più di uno specchio per allodole, in attesa del momento in cui il castello di carte saldamente eretto in precedenza è pronto per cadere.

Un inganno di troppo tra stereotipi e verità

Un altro punto fondamentale presente nella miniserie Un inganno di troppo, è quello di aver inserito in un contesto "potenzialmente banale" un'ampia lista di tematiche differenti che rendono molto più intricata e avvincente la storia. La trama del titolo Netflix sembra partire con il solito caso investigativo da risolvere per scoprire chi è l'assassino di turno, ma ben presto ci si inizia a rendere conto che le cose non sono così semplici come appaiono. Appena lo spettatore pensa di aver capito chi è colpevole di qualcosa, la situazione si ribalta e prende una direzione diversa. Questo accade proprio perché l'omicidio di Joe è la punta dell'iceberg dietro cui sono insidiati ben altri contesti, che alla fine dei giochi risultano essere tutti parte di una grande e complessa ragnatela.

In Un inganno di troppo oltre alle questioni centrali della morte e della malattia vengono trattati altri argomenti sempre attuali nella realtà odierna. La miniserie affronta temi delicati come alcolismo e suicidio, ma anche fenomeni sociali tra cui nonnismo, bullismo e il business di farmaci dietro alle multinazionali note come Big Pharma. Tutte questioni all'apparenza distinte ma che nella miniserie Un inganno di troppo finiscono per convergere in un unico punto, essendo in qualche modo interconnesse l'una con l'altra. Questo aspetto del titolo Netflix si rivela essere però una lama a doppio taglio sotto certi aspetti, perché inserendo fin troppe dinamiche si rischia di sforare dall'argomento centrale e apportare una certa confusione nello spettatore. Sul fronte opposto però questo metodo con cui la verità viene costantemente sviata, permette al pubblico di appassionarsi per provare a venire a capo della soluzione, proprio come provano a fare Maya e Sami.

Nella miniserie TV Un inganno di troppo sono presenti anche stereotipi e luoghi comuni della nostra società, che tuttavia vengono inseriti e allo stesso tempo abbattuti. Attraverso la storyline di Sami traspare la concezione secondo cui è necessariamente l'uomo a dover portare i pantaloni in casa e provvedere alla famiglia. In questo senso la malattia che colpisce il detective lo manda in crisi perché sente di venir meno a questo dovere. E anche per questo Sami si obbliga a concludere il caso sull'omicidio di Joe, pur non essendo nelle condizioni fisiche di poterlo realmente fare. Ma arrivato a un certo punto l'uomo si rende conto di aver bisogno di aiuto e realizza che il fatto di chiedere una mano, specie alla sua compagna, non è un sinonimo di debolezza.

Un altro argomento tirato in ballo nella miniserie Netflix è quello dell'omosessualità. Sami in questo caso dà per scontato che il suo collega Marty, in quanto uomo, sia eterosessuale come lui. Tuttavia dopo aver appurato che l'agente non frequenta una donna ma un altro uomo, il detective dimostra di non avere pregiudizi al riguardo. Ma anzi visto che Marty è un sottoposto di Sami e quest'ultimo è solito tirargli le orecchie sul lavoro, il detective ironizza anche sulla vita amorosa del collega invitandolo a non fare una delle sue solite figuracce con la nuova conquista.

In un altro contesto ancora viene affrontata la parità di genere. Abby la nipote di Maya, viene di continuo aggredita verbalmente dal suo allenatore sportivo maschilista, che la ritiene un'incapace in quanto donna. Alla fine è lo stesso allenatore a venir deriso pubblicamente da Maya, che non solo è una donna come Abby ma è anche un ex soldatessa e pilota reduce dalla guerra in Iraq. Una dimostrazione per far capire all'allenatore cosa si prova a subire umiliazioni davanti a tutti e a essere giudicati in modo sbagliato soltanto per via del proprio sesso. In definitiva tra "un inganno di troppo e un altro", la miniserie tratta dal romanzo di Harlan Coben introduce vari concetti presenti nel nostro quotidiano che oltre a ingarbugliare di proposito la trama sanno anche far riflettere.

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Un inganno di troppo - Harlan Coben

Un avvincente thriller di Harlan Coben che mantiene suspense fino all'ultimo perché fino alla fine niente è mai come sembra.

Conclusioni: Un inganno di troppo è da vedere?

Un inganno di troppo è una valida miniserie thriller che riesce a intrattenere e coinvolgere, attraverso una trama densa di avvenimenti intrecciati l'uno con l'altro. Chi conosce i romanzi di Harlan Coben e/o ha già avuto modo di vedere altre trasposizioni televisive di tali opere, non rischia di rimanere deluso perché Un inganno di troppo si rivela essere uno degli adattamenti migliori di Netflix in questo senso. 

Viceversa chi non conosce il modo di lavorare di Harlan Coben deve mettere in conto il fatto che anche Un inganno di troppo richiama immancabilmente allo stile rigido dell'autore. Con ambientazioni fredde e personaggi all'apparenza distaccati che racchiudono la tipica essenza dell'autore, combinata da drammaticità e misteri senza esclusione di colpi. 

In linea di massima Un inganno di troppo racconta una storia avvincente che mentre prosegue aumenta in crescendo l'interesse nello spettatore, ma tuttavia l'epilogo finale potrebbe dividere a metà l'apprezzamento del pubblico. In quanto, così come avviene nel corso di tutta la miniserie, anche fino agli ultimi momenti ciò che si vede sembra non corrispondere alla verità. In tal caso alcune aspettative potrebbero scemare perché la conclusione è proprio ciò che sembra e finisce per rimettere in discussione tutta l'intera trama. 

Immagini di copertina e di questo articolo tratte dalla miniserie TV Un inganno di troppo. Crediti: Quay Street Productions

Commento

cpop.it

75

La miniserie TV Un inganno di troppo si rivela finora essere una delle migliori trasposizioni televisive tra quelle tratte dagli omonimi romanzi di Harlan Coben. Con una trama volutamente intricata e ricca di colpi di scena imprevedibili, questo nuovo crime drama di Netflix offre un avvincente giallo dai risvolti inaspettati dove fino alla fine niente è mai come sembra.

Pro

  • Numerosi colpi di scena imprevedibili
  • Trama coinvolgente ed enigmatica

Contro

  • Sviluppo della protagonista a tratti incostante
  • L'epilogo finale potrebbe dividere il pubblico a metà
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