American Horror Story: le storie vere che hanno ispirato la serie

Autore: Chiara Poli ,

Come spesso accade, la finzione s'ispira alla realtà: moltissime le storie vere che sono state portate su piccolo e grande schermo, o che hanno ispirato racconti di fantasia con una base reale.

Celebre è il caso di Psyco, il capolavoro di Alfred Hitchcock il cui assassino, Norman Bates - un indimenticabile Anthony Perkins - era ispirato al serial killer realmente esistito Ed Gein.

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Molti dei personaggi e delle vicende raccontate dalle stagioni di American Horror Story sono ispirate a persone realmente esistite e a fatti realmente accaduti.

Grady Stiles Jr., nato con una deformazione alle mani e vissuto girando gli Stati Uniti perché il pubblico pagasse per vederlo, è stato la fonte d'ispirazione per il personaggio di Jimmy Darling, il "ragazzo aragosta" in Freak Show.

Madame Delphine LaLaurie, il diabolico personaggio di Kathy Bates in Coven è fondata sull’omonima serial killer di New Orleans, tristemente nota per aver torturato e ucciso molti dei suoi schiavi.

Il personaggio di Evan Peters nella prima stagione di American Horror Story viene dai fatti atroci di Columbine, mentre il signor March, costruttore e proprietario dell'Hotel Cortez in Hotel è ispirato al dottor Henry Howard Holmes, uno dei primi serial killer della storia americana, accusato a fine Ottocento di aver ucciso 27 donne (ma si sospetta che le sue vittime fossero in realtà più di duecento) nelle stanze insonorizzate che aveva appositamente realizzato.

Tutte le stagioni di American Horror Story: le storie e i riferimenti

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Gli esempi sono moltissimi. Di seguito, in attesa di vedere la stagione "Delicate" su Disney+ dal 29 novembre 2023, trovate qui sotto alcuni fra i personaggi e le storie più suggestivi che American Horror Story ha tratto dalla realtà.

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Immagine di American Horror Story

American Horror Story (2011)

05/10/2011 (en)
12 stagioni
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Dramma, Mistero, Sci-Fi & Fantasy,

American Horror Story è una serie antologica prodotta da FX. Ogni stagione racconta una storia autoconclusiva legata al genere horror, esplorando argomenti e so...

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Il killer clown: Twisty e John Wayne Gacy

John Wayne Gacy, il serial killer condannato a morte per aver rapito, torturato e ucciso 33 persone, ha ispirato il mostruoso clown Twisty di Freak Show. Personaggio talmente spaventoso e - per questo - amato dai fan da essere stato riportato in vita per le stagioni successive. 

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Il richiamo a Gacy, uno dei serial killer più tristemente noti di tutti i tempi, è stato immediato: Gacy amava infatti travestirsi da clown, usando il suo alter ego Pogo il Clown, per attrarre alcune delle sue giovani vittime.

Gacy interveniva a feste di compleanno per bambini, intrattenendoli con i trucchi di Pogo, e amava dipingere clown. Molte le polemiche per le cifre astronomiche alle quali, dopo la sua cattura, vennero venduti i suoi quadri (anche a persone famose, a cominciare da Johnny Depp).

Gacy venne giustiziato nel 1994 tramite iniezione letale, lasciandosi dietro l'immagine terrificante di un clown che solo Pennywise, il mostro del romanzo It di Stephen King - secondo molti ispirato proprio da Gacy - ha saputo eguagliare. Prima che il piccolo schermo ci presentasse il terrificante Twisty, naturalmente...

La scomparsa di Roanoke

Non solo Madame LaLaurie, il suo personaggio in Coven, era ispirata a una figura realmente esistita: Kathy Bates ha dato vita anche alla Macellaia, il personaggio che in Roanoke trae ispirazione da Tomasyn White. Una figura realmente esistita, ma della quale non si sa praticamente nulla ad eccezione del suo matrimonio con il Governatore e fondatore della colonia di Roanoke John White nel 1566. Non ci sono prove della sua partecipazione alle visite di White a  Senza Roanoke, scomparsa misteriosamente senza lasciare traccia nel 1590.

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Fondata 5 anni prima, la colonia regolarmente visitata da White venne dichiarata scomparsa proprio dal Governatore che, al ritorno da uno dei suoi viaggi, nell’agosto del 1590 si ritrovò solo.

Nessun segno di violenza, semplicemente la scomparsa di tutti i coloni, senza nemmeno un messaggio o un simbolo concordato per indicare problemi o situazioni emergenziali: nulla. 

Unico ritrovamento la parola Croatoan incisa su un palo di legno. Una parola che poteva semplicemente indicare il trasferimento dei coloni sull’isola di Hatteras, all’epoca appunto nota come Croatoan, ma che si è ammantata di riferimenti soprannaturali vista la stranezza della sparizione. 

Gli omicidi di Wineville Chicken Coop

Se avete visto Changeling, lo splendido film di Clint Eastwood con Angelina Jolie, conoscete già la storia. Diversamente, ecco qua: Gordon Stewart Northcott si macchiò di orribili omicidi, uccidendo o facendo sparire diversi bambini - con quelli che sono passati alla storia come Wineville Chicken Coop Murders - fra il 1925 e il 1928.

Northcott aveva un ranch in cui allevava polli - da qui il soprannome dei suoi delitti - nella contea di Riverside, in California.

Dopo essere stato denunciato dal nipote per rapimento e abusi, Northcott venne accusato in seguito al racconto del ragazzo, che ammise di aver assistito a gesta terribili compiute dallo zio ai danni di bambini e ragazzini con l’aiuto della madre, Sarah Louise Northcott.

Le indagini portarono alla scoperta di diversi cadaveri e di oggetti appartenuti a bambini scomparsi.

La madre si autoaccusò di tutti i crimini, ma venne condannata per un solo omicidio, contro i venti accollati dall’accusa al figlio… Che in realtà era il nipote. Sarah Louise era infatti la madre di Winifred, la vera madre di Gordon, che diede alla luce il bambino dopo essere stata violentata dal padre, il marito di Sarah Louise.

Il personaggio di Hazel Evers (Mare Winningham) nella quinta stagione di American Horror Story, Hotel, è legato agli omicidi: il figlio di Hazel, infatti, era stato rapito a metà degli anni ’20. Fu una delle vittime dei Northcott, une ferita aperta nella storia americana che entra di diritto nella storia di Hotel con tutta la sua drammaticità.

Il Cecil Hotel che ha ispirato American Horror Story: Hotel

Restiamo nella stagione 5: la fonte d'ispirazione per l’Hotel Cortez è facilmente riconducibile al Cecil Hotel, che venne costruito a Los Angeles nel 1925.

La sua storia maledetta, che contribuì a trasformarlo in un incubo per molti e in un’attrattiva per alcuni, annovera molti suicidi fra gli ospiti, tre omicidi avvenuti fra le sue seicento stanze e la permanenza di criminali fin troppo conosciuti.

Vi soggiornarono per alcune settimane Richard Ramirez, il serial killer noto come The Night Stalker, protagonista anche dell’episodio La notte del diavolo insieme ad altri famosi killer (da Dahmer allo stesso Mr. March) e Jack Unterweger, il pluriomicida australiano che uccise diverse prostitute in molte nazioni.

Unterweger morì suicida dopo essere stato condannato per i suoi delitti, mentre Ramirez morì di cancro mentre aspettava l'esecuzione nel braccio della morte.

La storia di una delle vittime di omicidio ritrovate al Cecil Hotel, la studentessa canadese Elisa Lam, ricorda per molti versi anche la trama del film Dark Water, altra storia che affonda le sue radici nella realtà.

Il killer delle infermiere di Murder House

La prima stagione di American Horror Story, che oggi conosciamo come Murder House, fa riferimento al killer delle infermiere, Richard Speck.

Nel 1966 Speck fece irruzione in una casa di Chicago in cui vivevano otto ragazze che studiavano per diventare infermiere e le massacrò tutte.

Le sue vittime erano tutte studentesse del South Chicago Community Hospital. Ma a vivere insieme nella casa del massacro erano in nove: una riuscì a salvarsi, rimanendo nascosta. La sua testimonianza e l'accurata descrizione del killer consentirono alla polizia di catturare Speck, che venne immediatamente arrestato. Morì in carcere nel 1991.

Nellie Bly, la giornalista di Asylum

Il personaggio di Sarah Paulson nella seconda stagione di American Horror Story:  Asylum, è ispirato a Nellie Bly.

Nella serie, la giornalista Lara Winters si fa internare volontariamente a Briarcliff per scoprire cosa succede veramente fra la mura del manicomio.

Nel 1887 la giornalista Nellie Bly si fece ricoverare presso il Women's Lunatic Asylum di Blackwell's Island per smascherare le violenze perpetrate ai danni delle pazienti.

Riuscì nel suo intento, sensibilizzando l'opinione pubblica sulla condizione delle donne rinchiuse in quel manicomio e passando alla storia come una delle prime giornaliste investigative a lavorare sotto copertura.

Un omaggio più che degno di essere menzionato e di essere raccontato ai fan di AHS.

The Axeman, il killer di New Orleans

Il serial killer che la stampa battezzò L'uomo con l’ascia terrorizzò la città di New Orleans fra il 1918 e il 1919.

Il killer colpiva introducendosi nelle abitazioni delle vittime, scelte a caso (ma con una predominanza di italoamericani, il che portò la polizia a sospettare che gli omicidi fossero legati alla criminalità organizzata), e le uccideva con asce o rasoi trovati sul posto.

Non venne mai preso, né si conosce la sua identità. Si sa solo che era un musicista jazz, perché scrisse ai giornali dicendo di aver risparmiato chi stava suonando musica jazz al momento del suo arrivo, musica che amava e suonava personalmente.

Tutto qui: non sappiamo nulla. A parte il fatto che aggredì 12 persone, alcune delle quali sopravvissero alle ferite inferte. Ma nessuno dei superstiti fu in grado di dare una descrizione dell’assalitore.

Il personaggio noto come Axeman compare nella terza stagione di American Horror Story: Coven, interpretato da Danny Huston.

Evocato dalle ragazze della Miss Robichaux’s Academy tramite una tavoletta Ouija, Axeman rimane intrappolato nella scuola per streghe per l’eternità, in seguito ai fatti (indimenticabili) che lo coinvolgono negli episodi.

Black Dahlia: la Dalia Nera

Nella prima stagione, AHS ci racconta che uno degli ex abitanti della Murder House era Elizabeth Short (Mena Suvari), la ragazza diventata famosa in tutto il mondo come la Dalia Nera.

In American Horror Story, la giovane aspirante attrice viene violentata e mutilata: subisce un destino un po’ diverso da quello reale, ma in entrambi i casi il mistero continua ad avvolgere la sua storia.

Nella realtà, Elizabeth Short - soprannominata la Dalia Nera per la sua passione per il film La dalia azzurra e l’abitudine di vestirsi di nero - venne ritrovata morta il 15 gennaio del 1947 a Los Angeles. 

Il cadavere era senza vestiti e aveva subito orrende mutilazioni. Il suo assassino non venne mai catturato, nonostante la massiccia caccia all’uomo scatenata dalle autorità locali per assicurare il colpevole alla giustizia.

La regina del voodoo

Torniamo alla terza stagione, Coven, e al personaggio interpretato da Angela Bassett, destinato a tornare - come gran parte dei personaggi - nella stagione 8: Apocalypse.

La regina del voodoo della Bassett è ispirata alla vera Marie Laveau, che era stata una parrucchiera nel quartiere francese di New Orleans fra il 1820 e il 1860. Praticava la magia nera, ma univa ai rituali voodoo alcuni elementi della tradizione cristiana ed era molto temuta e conosciuta.

Era afroamericana ma non fu mai una schiava: era nata libera nel 1794 e possedeva un serpente di nome Zombi, che trattava come qualsiasi altro animale domestico (una cosa molto insolita, per l’epoca).

Lavorò come parrucchiera presso alcune ricche famiglie bianche a partire appunto dal 1820, l’anno in cui rimase vedova. Morì nel 1881 e la sua tomba a New Orleans è ancora oggi una grande attrazione turistica: si dice infatti che tracciando tre X sul terreno accanto alla tomba, lo spirito di Marie Laveau esaudisca i desideri dei suoi visitatori…

Il dottor Arden e Josef Mengele

Il dottor Arden, magistralmente interpretato da James Cromwell in Asylum, praticava crudeli esperimenti chirurgici sui pazienti di Briarcliff.

La sua figura, per questo, si dice sia stata ispirata dal medico degli orrori, il nazista Josef Mengele, soprannominato l’angelo della morte, che operava nei campi di concentramento ed era ossessionato da ogni anomalia fisica, tanto da sottoporre chi aveva la sfortuna di finire fra le sue grinfie a veri e propri esperimenti di vivisezione.

Non è solo la crudeltà ad accomunare la figura storica e il dottor Arden: American Horror Story insinua che Arden, all’anagrafe Born Hans Grüper, fosse in realtà il vero dottor Mengele. Nel suo passato, infatti, c’erano state alte posizioni nella gerarchia nazista conquistate a suon di esperimenti sui prigionieri dei campi di concentramento.

Dopo la sconfitta di Hitler, espatriò sotto falso nome - Arthur Arden - per rifugiarsi negli USA e sfuggire alle conseguenze dei suoi crimini.

Il rapimento di Barney e Bettie Hill

Questa volta non siamo di fronte a un riferimento evidente o a nomi e luoghi evocativi di storie reali: siamo di fronte alle parole di Ryan Murphy e Tim Minear.

Minear parla del rapimento di Barney e Bettie Hill, che fra gli anni ’50 e ’60 fece molto scalpore. Non solo perché si trattava di una coppia mista, evento molto raro all’epoca, ma soprattutto perché avevano raccontato di essere stati rapiti dagli alieni e sottoposti a esperimenti.

Il loro fu il primo caso di presunti rapimenti alieni ad avere una grande attenzione mediatica. La coppia raccontò che il 19 settembre del 1961, mentre stavano tornado verso la loro casa di Portsmouth attraversando in auto le White Mountains, videro una luce nel cielo. Al ritorno a casa capirono che erano trascorse molte ore di troppo, e che era successo loro qualcosa. I ricordi iniziarono a emergere nel corso di orrendi incubi, tramite i quali i coniugi Hill ricostruirono l’evento del rapimento durante alcune sedute di ipnosi che vennero registrate.

Descrissero gli autori degli esperimenti a bordo dell’astronave come umanoidi di bassa statura, dalla pelle grigia e con la testa e gli occhi molto grandi. 

Il rapimento degli Hill è divenuto noto anche come l’incidente di Zeta Reticuli, visto che una studiosa di ufologia, secondo quanto raccontato, scoprì il sistema stellare omonimo grazie al racconto di Barney e Bettie Hill.

Erzsébet Báthory, la contessa Dracula

Conosciuta con la versione inglese del suo nome, Elizabeth Bathory, la contessa Dracula - o contessa sanguinaria - e a oggi la serial killer più prolifica nella storia dell’umanità.

Nessun’altra donna o uomo ha eguagliato il suo orrendo primato: togliere la vita a centinaia di giovani donne, per fare il bagno nel loro sangue e restare sempre giovane e bella.

La sua storia è diventata leggendaria, ma è anche ampiamente documentata: la nobildonna ungherese nata nel 1560 venne condannata per l’uccisione, insieme a quattro dei suoi servitori, di centinaia di ragazze scomparse dai villaggi vicini. Secondo l’accusa, le morti accertate andavano da un minimo di 100 a un massimo di 300 vittime, la la Bathory è passata alla storia come mandante degli omicidi di 650 persone, accuratamente segnate in un diario rinvenuto nel suo castello. Gli studiosi storici non hanno mai potuto esaminare il diario, quindi si attengono alla prima stima del numero delle vittime - comunque terrificante.

Ossessionata dalla bellezza, si avvicinò alla magie nera grazie alla vicinanza con Dorothea Szentes, esperta di magia nera che divenne sua fedele servitrice. 

La Bathory puniva con la morte, spesso preceduta da orrende torture, qualsiasi gesto che considerasse mancanza di rispetto da parte dei suoi sottoposti.

Convinta che alcune gocce di sangue di una sua domestica colate sulla sua mano avessero migliorato l’aspetto della propria pelle, iniziò a partorire il piano per il bagno nel sangue di giovani ragazze vergini.

Nel 1610, la contessa venne colta in flagranza di reato dagli ispettori della Chiesa cattolica inviati al castello e venne murata viva in una delle stanze del castello, nutrita attraverso un piccolo foro. Morì di stenti 4 anni dopo.

La sua storia è stata l’ispirazione per il personaggio di Lady Gaga, la Contessa, vampira crudele e spietata, ossessionata dall’idea della giovinezza.

Valerie Solanas, Andy Warhol e il tentato omicidio

Nella settima stagione, Cult, American Horror Story ci mostra Evan Peters nei panni di Andy Warhol. Lena Dunham interpreta Valerie Solanas, la sua futura aspirante assassina. 

I due attori mettono in scena il momento in cui la Solanas cerca di uccidere Warhol per aver perso una sua sceneggiatura.

L’episodio non corrisponde alla realtà: Valerie Solanas era una femminista radicale e cercò di assassinare Andy Warhol - insieme alle altre persone presenti - il 3 giugno 1968 nell’atrio del suo atelier, la celebre Factory.

Sparò a tutti, ferendo lievemente due persone e gravemente Warhol, con tre proiettili, ma l’artista sopravvisse. Dopo l’arresto - fu lei stessa a consegnarsi alla polizia - la Solanas disse che Warhol stava rubando il suo lavoro e che avevano un rapporto basato sul controllo da parte di Warhol perfino sull’ispirazione artistica della Solanas. Giudicata inferma di mente, la donna venne internata in due diversi ospedali psichiatrici. Andy Warhol visse nel terrore che potesse fuggire e tornare a ucciderlo per il resto della sua vita.

Le gemelle Hilton

Nella quarta stagione, Freak Show, Sarah Paulson interpreta il doppio ruolo delle gemelle siamesi Dot e Bette Tattler, unite su un lato del corpo e quindi da sempre costrette a condividere tutto.

L’ispirazione per le gemelle Tattler viene da due vere gemelle siamesi, Violet e Daisy Hilton, nate in Inghilterra nel 1908 e fuse all’altezza del bacino.

Trasferitesi negli Stati Uniti, divennero delle star a San Francisco esibendosi brevemente di fronte al pubblico. Fecero parte di spettacoli di Vaudeville per tutti gli anni ’20, accanto a star del calibro di Bob Hope e Charlie Chaplin.

Divennero anche protagoniste di un documentario sulla loro storia e nel 1932 furono nel cast del capolavoro di Todd Browning: Freaks.

American Horror Story: Cult e gli Smiley Face Murders

Nel febbraio del 1997 il ritrovamento del corpo senza vita di Patrick McNeill spinge il detective Kevin Gannon, del Dipartimento di Polizia di New York, a indagare più a fondo sul caso. Ed è allora che s’imbatte nella teoria degli Smiley Face Killers.

Dopo essere andato in pensione, quattro anni più tardi, insieme al collega - ex detective anche lui - Anthony Duarte, Gannon si mette a indagare su una serie di morti misteriosi, senza movente e avventure in circostanze simili all’omicidio di McNeill.

I due arrivano a identificare ben 12 omicidi per annegamento, trovando nei pressi del punto in cui le vittime erano finite in acqua delle faccine sorridenti tracciate su pareti o terreni.

L’autore dei disegni non è lo stesso: si tratta di interpretazioni diverse dello stesso simbolo, che spingono i due a scovare oltre 40 morti sospette in tutti gli Stati Uniti da un gruppo criminale che si firma con le faccine sorridenti.

Il legame con Cult, la stagione 7 di AHS, viene da quella inquietante faccina sorridente disegnata sul luogo di diversi crimini e fa pensare che gli autori abbiano voluto inserire il mistero degli omicidi Smiley Face nella trama della serie.

Mordrake: la leggenda metropolitana

Si chiama Edward Mordrake, è il protagonista di una leggenda metropolitana e in American Horror Story è comparso nella stagione 4, Freak Show, con il volto di Wes Bentley.

La leggenda nasce da un personaggio realmente esistito, nato nel XVIII secolo in Inghilterra e affetto da una malformazione più unica che rara: la presenza di due volti, uno dei quali sul retro della testa.

Un volto sulla nuca in grado di aver espressioni, di piangere e di ridere. Un volto che tormentava Mordrake, che in base alle fonti sarebbe stato il figlio di una nobile famiglia dell’era vittoriana e un appassionato di musica.

Mordrake, ossessionato da quella deformazione, si convinse che il volto sulla sua nuca era espressione di una creatura malvagia, addirittura demoniaca. Nessun chirurgo accettò di provare a rimuoverlo e Mordrake si suicidò all’età di 23 anni.

Della sua bizzarra anomalia si iniziò a parlare nel 1885, un anno prima che Robert Louis Stevenson desse alle stampe il suo capolavoro: Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr. Hyde.

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